Narrativa recensioni

La macchina anatomica – Lucio Sandon

Trama
Nel 410 il condottiero dei Goti Alarico si spegne nel suo accampamento a Cosenza. Dopo aver seppellito il suo corpo, i Visigoti riprendono la marcia sotto la guida del generale Ataulfo.
Nel giugno del 1740 l’architetto Angelo Aquilani si sveglia in una fredda cella del Maschio Angioino della Napoli di Don Raimondo di Sangro, incredulo e inconsapevole delle motivazioni che si celano dietro al suo rapimento, e terrorizzato dalla presenza del feroce coccodrillo che si aggira nelle acque del fossato. Sullo sfondo di una Napoli esoterica, che abbraccia diverse stirpi accomunate da un misterioso filo conduttore, Angelo scopre di avere tra le mani qualcosa di scottante, su cui il re, la Chiesa, i Templari e gli inglesi non vedono l’ora di mettere le mani.

Recensione a cura di Laura Pitzalis
Leggere “ La macchina anatomica” di Lucio Sandon è stato come trovare, per stare in tema con l’argomento del libro, un piccolo tesoro. Ė uno di quei libri da tenere a portata di mano quando si è stanchi e si vuole leggere qualcosa che rilassi, che liberi la mente, che faccia sorridere. E questo nonostante ci siano fatti cruenti, delittuosi e adrenalinici che ti “tengono sulla corda”, ti mettono in ansia.

Ma come diceva il grande scrittore Bertolt Brecht: “La storia è orrenda senza humour“. In effetti, che cos’è l’umorismo se non la capacità di cogliere il lato comico delle situazioni della vita, anche le più tragiche?
Quello di Lucio Sandon è un umorismo che mi ricorda “l’humour inglese” di alcuni scrittori britannici: un umorismo raffinato che non lascia spazio ad atteggiamenti arroganti o presuntuosi dove, però, il volto sostenuto e impassibile del tipico inglese è sostituito da quello solare e sorridente del tipico italiano meridionale.
Questo stile leggermente ironico che non cerca mai l’effetto spettacolare, l’esagerazione, il paradosso eccessivo, lo s’intuisce già dallo incipit del libro:

Credo che sia un maschio, non me ne intendo molto di coccodrilli. Grosso lo è di certo, anche troppo per i miei gusti. Per forza, lui al contrario di me mangia bene, anzi sicuramente mangia meglio qui che nel posto in cui è nato. […] Ho avuto il discutibile, e soprattutto non richiesto, privilegio di fare la conoscenza con il grosso rettile che abitava nella mia prigione appena qualche settimana dopo essere stato scaricato qui dentro, e ormai c’è una certa confidenza nel nostro rapporto […]

Il romanzo è imperniato su una vera e propria caccia al tesoro, con tanto di mappa , disegnata, sul retro del suo scudo, da Ataulfo “Il terribile”, valoroso guerriero collaboratore di Alarico; e indicazioni su come arrivare al luogo scritte da Gunderico, il “mezzo sangue” storpio entrato nelle grazie del re perché l’unico della tribù che avesse imparato a leggere e a scrivere.
Partecipano a questa caccia un nutrito gruppo che va dal re Carlo III di Borbone al Papa, dal re d’Inghilterra Giorgio ai Templari. Il tesoro da trovare è il ricco bottino ottenuto dai Goti con il saccheggio di Roma nel 410 d.C., e che fu sepolto con il corpo del loro comandante Alarico in un luogo appartato e segreto perché la tomba del loro re non fosse mai ritrovata e profanata.
Tanti sono i personaggi di questo romanzo, alcuni realmente esistiti, altri di fantasia come Angelo Aquilani, protagonista e voce narrante, la sua innamorata Marianna e Cicciotto il sergente borbonico che sacrifica la sua vita per salvare quella di Angelo.
Per quanto riguarda i personaggi storici realmente esistiti, Sandon li ricrea personalizzandoli e si prende, come lui stesso dice nella prefazione, “qualche libertà circa i tempi e i luoghi delle vicende descritte”. Ed ecco, quindi, che nel racconto compaiono lord Hamilton e sua moglie lady Emma, Ghoete e Nelson che in realtà sono vissuti cinquant’anni dopo Carlo III!
Tutto questo ci fa capire quanta ricerca storica, sostenuta da un avveduto lavoro di ricerca dei fatti e dei luoghi, c’è dietro la stesura del romanzo.
Tutti sono descritti in modo superbo, e a ognuno Sandon riesce a dare delle caratteristiche che li rendono unici. Abbiamo così un Raimondo di Sangro principe di Sansevero che risulta il “cattivo” della storia, un alchimista diabolico senza pietà, e un Carlo III che ci fa sorridere con la sua parlata misto italiano, spagnolo e napoletano:

«Gli ho preso la loro pressiosa mappa… pero esta da sola no sirve para nada. È pure scritta in latino todo sbagliado. Mira!».

E tra i personaggi non dobbiamo scordarci dei due che, veri e propri Deus ex machina, hanno fatto sì che Angelo portasse a termine la missione, aiutandolo nell’impresa e salvandolo da morte certa. Non sono delle persone ma degli animali, e qui esce fuori l’anima “zoofila” dell’autore: il coccodrillo Totò e la lupa Lucia.

Mi piegai sulle ginocchia e la guardai negli occhi, lei mi restituì lo sguardo, e ci vidi lo stesso sentimento profondo che avevo colto nelle pupille di pietra di Totò il coccodrillo.
Avevo amici più sinceri tra gli animali selvaggi che tra gli umani. Le accarezzai piano il muso bagnato e avvicinai la bocca al suo orecchio.
«Va’, bella, scappa!».

In tutto il romanzo si percepisce un’atmosfera magica, incantata, esoterica data da una presenza invisibile a tutti tranne al protagonista Angelo: la dea Tanit.

Io sono tutto ciò che è stato, tutto ciò che è, e tutto quello che sarà. Sotto questi veli c’è tutto il mistero dell’universo … Ho tanti nomi, ma quello che la tua mente potrebbe riuscire meglio a comprendere è quello con il quale mi conoscevano i tuoi antenati cartaginesi: Tanit, il nome della luna

Con uno stile divertente e surreale, con una lettura piacevole e scorrevole, Lucio Sandon ci accompagna, attraverso storie affidabili intrecciate ad altre fantastiche in modo così stretto da rendere credibile anche quello che non lo è, verso un finale inaspettato, un finale che non ti aspetti. La classica ciliegina sulla torta che corona degnamente questo libro accattivante, suggestivo, intenso, divertente, surreale. Un libro che oltre ad avermi fatto viaggiare in una dimensione spaziale e temporale, mi ha accompagnato in un meraviglioso percorso nelle opere artistiche napoletane con la magnifica Cappella Sansevero … lasciandomi il desiderio di partire immediatamente per Napoli e vederle realmente!


Un’ultima cosa, il titolo del libro “ La macchina anatomica”. Durante la lettura del libro più volte mi sono chiesta che ci azzeccava con la trama del romanzo, poi nel finale la soluzione dell’arcano. Splendido!
Le figure che ho qui riportato sono alcuni dei disegni originali di Roberto Rosatelli che illustrano il libro. 

Copertina flessibile: 272 pagine
Editore: Graus Editore (29 gennaio 2018)
Collana: Tracce
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8883466063
ISBN-13: 978-888346
Link di acquisto cartaceo: La macchina anatomica

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