Narrativa recensioni

La notte degli dei: l’aquila e lo scorpione – Ivan Benedetti

Trama Roma, 97 d.C. Vibio Fulvio Musa, Tito Aurelio Albino e Marco Salvio Rullo sono tre giovani contadini nati e cresciuti nella provincia di Gallia Cisalpina, che condividono un sogno: entrare nella guardia pretoriana, a Roma. Riusciranno nel loro intento? Il tribuno Publio Elio Adriano, incontrato dai tre per puro caso, ha in mente un progetto che sembra proprio adatto a tre ragazzi in gamba, ma sacrificabili. Una missione per conto del padre adottivo, Marco Ulpio Traiano, nella lontana e pericolosa Dacia, terra misteriosa e turbolenta, situata appena al di fuori dei confini dell’impero. Il generale e futuro imperatore Traiano ha bisogno di sapere cosa sta succedendo al di la del Danubio. Corre voce che un oscuro personaggio stia tramando alle spalle del re Decebalo, per organizzare un colpo di stato. Che sia forse questa l’opportunitá giusta per vendicarsi della sconfitta subita da Domiziano pochi anni prima, sottomettendo finalmente quei barbari ostili e pericolosi? Recensione a cura di Roberto Orsi Ivan Benedetti ci porta nell’Antica Roma del I Secolo dopo Cristo, in questo primo capitolo della trilogia con protagonisti Musa, Albino e Rullo. Tre contadini della Gallia Cisalpina con il sogno di servire l’Imperatore sulla scia dei propri padri, valorosi legionari che hanno combattuto nell’esercito di Roma ai tempi Vespasiano. Sul trono di Roma siede Nerva, imperatore anziano ormai vicino alla fine del suo impero, al quale succederà Marco Ulpia Traiano, al momento del racconto di stanza in Pannonia, l’antica regione tra i fiumi Danubio e Sava. La difesa dei confini dell’impero non è di semplice gestione contro le popolazioni barbariche.
Ho visto con i miei occhi quelle dannate popolazioni germaniche. Sono l’anello di congiunzione tra l’uomo e la bestia. Pensano che la cultura sia qualcosa di dannoso e poco virile, come un cancro da estirpare. Credono che la lettura, la scrittura, l’arte e la filosofia siano occupazioni da effeminati.
Un Impero Romano che viaggia a velocità tripla rispetto a quello delle popolazioni che vivono nei territori circostanti. I tre protagonisti vogliono rendersi utili e partecipare attivamente alla vita politica e militare. Dopo un breve viaggio da Mutina (l’attuale Modena), a Roma vengono accettati nel corpo dei pretoriani, la guardia personale dell’Imperatore. È l’inizio delle loro avventure. I tre formano un gruppo molto particolare, affiatato e ben amalgamato. Tre ragazzi astuti che non impiegano molto tempo prima di dimostrare il loro grande valore in tema di battaglie sul campo.
Vivono una vita più comoda, sono dei privilegiati in fondo, ma i nemici che affrontano sono spesso invisibili, le insidie che combattono sono oscure e meschine, ma in egual misura mortali.
Pur non schierati in prima linea come i legionari, tra le fila dell’esercito, ai pretoriani molto spesso vengono affidati compiti molto delicati da cui può anche dipendere la sorte di un impero o parte di esso. Il tribuno Adriano affida loro una missione molto importante per l’Imperatore. Nei territori della Dacia la situazione è alquanto instabile. Re Decebalo ha un nemico interno, Burbis, un signore locale intenzionato a conquistare la Dacia intera e muovere guerra contro l’esercito Romano. I tre nuovi pretoriani affrontano una missione pericolosa, in territorio ostile, dove incontreranno alleati anche insospettabili. Si tratta di un romanzo dal ritmo molto veloce, con diverse nozioni legate al periodo storico dell’Antica Roma. Sono ben descritti i ruoli all’interno dell’apparato militare dell’Impero e le strategie militari oltre alle scene di battaglie e corpo a corpo. La parte introspettiva dei personaggi è più latente, a mio parere, a favore di una narrazione più lineare. Durante la lettura si trovano alcuni passaggi ironici che spostano la visuale del lettore, permettendogli di conoscere meglio gli attori tramite le loro battute e il modo di approcciarsi alla realtà più che con i pensieri più profondi. Ivan Benedetti ha scelto inoltre di utilizzare un linguaggio molto diretto e spesso sboccato. Non è una novità che i Romani avessero una parlata anche volgare. Gli insulti erano all’ordine del giorno, la deferenza e la cortesia del “lei” erano ancora là da venire, e ci si rivolgeva con una certa confidenza anche a persone di certo superiore al proprio. È uno stile a cui devo fare l’orecchio, sono onesto. Dopo qualche pagina ci si abitua ma fa sempre un po’ strano leggere certe frasi in bocca ad antichi romani. Gli esperti, però, mi dicono che non è cosi inusuale. Nel complesso, un romanzo storico vivace, con tre protagonisti che hanno la potenzialità per fare breccia nei cuori dei lettori, in vista delle prossime avventure che li porteranno ancora una volta a difendere l’Imperatore e la città di Roma che lui rappresenta.
Da quando il divino Augusto ha trasformato la repubblica in una forma più evoluta, in un principato o impero che dir si voglia, l’ordine è stato ristabilito. L’astro di Roma brilla su tutte le terre e su tutti i mari, mentre gli uomini di tutto il mondo si inchinano a tanto splendore, adorandolo.
  Formato: Formato Kindle Dimensioni file: 1799 KB Lunghezza stampa: 244 Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l. Lingua: Italiano ASIN: B07SCRQ7PG Link di acquisto ebook: La notte degli dei: l’aquila e lo scorpione  
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