Eliana Corrado
Un romanzo storico che mi ha intrigato, appassionato, divertito, anche deluso in alcuni punti, ma che comunque mi ha tenuta sempre viva la curiosità e la voglia di andare avanti.
Io lo definisco il romanzo dei contrasti: quelli reali, dei personaggi, ciascuno con un suo doppio (o un suo altro) che deve tenere mascherato, e che maschera a sua volta; e quella dei luoghi: di Parigi come di Roma, ci viene mostrato il lato ricco, sfarzoso, nobile della corte del re Filippo il Bello e quella povera (soprattutto all’inizio) che brulica di mendicanti e di fango.
Ciò che mi ha colpito e che mi è piaciuto di più, è l’aver voluto mostrare la parte umana di personaggi che hanno fatto la Storia e che noi conosciamo solo nella loro veste istituzionale, e che si riassume bene in una frase “un conto è l’uomo e un conto il ruolo. Filippo di Fontainebleau mi voleva bene, lo so. Però è incatenato al trono mani e piedi. Alla fine, il re ha prevalso.”
Perchè, questo è, a mio avviso “I sotterranei di Notre-Dame”: il voler raccontare ciò che potrebbe essere stato, quella storia che sta sotto la crosta della Storia: i drammi, le trame, gli orditi che si sono consumati laddove nessuno poteva vederli ma che poi hanno generato I fatti Storici.
Personalmente ho apprezzato molto la prima metà del libro, con lo snocciolare pian piano la Storia e il racconto. Confondere il lettore con il doppio che ognuno dei personaggi sulla scena aveva… e che forse ogni essere umano ha.
Il libro, a parer mio, si perde un po’ nella seconda parte, e in una conclusione che lascia un po’ di sete, come se la chiusura fosse stata affrettata; alcuni personaggi, come Dante, mi sembrano del tutto inutili, o posticci; qualche nodo non è ben disciolto e resta lì, come una macchia.
Ma mirabili sono alcune descrizioni, e la scrittura della Frale è sicuramente di buon livello.
Un libro che non rientra tra le indimenticabili letture, ma che comunque consiglio a chi vuole un romanzo storico leggero.
E per comunque non dimenticare mai che
“Certe logiche che muovono il secolo restano sconosciute alle persone comuni, e i potenti si guardano bene dal rivelarle, vuoi per interesse, vuoi per pudore.”
Allora come oggi. La Storia insegna, la Storia si fa Storia.