TramaSi può indagare su un violino come s’indagherebbe su un delitto? Si possono utilizzare i frammenti di un prezioso strumento accidentalmente stritolato tra le porte automatiche di un teatro come indizi di un crimine che trova le sue radici nel passato e solo nel presente può essere svelato? Il bisogno di conoscere la verità porterà il maestro Flavio Tondi, virtuoso del violino, uomo serio e metodico, ma dalla vita agitata da donne fatali e ricorrenti, ad affrontare una ricerca che lo condurrà in bucolici cottage della campagna inglese, fatiscenti palazzi parigini e, infine, sul podio del teatro di Astana in Kazakistan, dove la sua ossessione troverà pace e pace potrà donare non a lui solo, ma a tutta l’umanità. Un thriller storico che partendo da uno sperduto monastero secentesco si sviluppa fino ai giorni nostri, una storia fantastica, a briglia sciolta, temperata dallo sforzo di aderire ad accadimenti reali, a personaggi esistiti: conti, marchesi, principi illuminati, ma anche contadini spezzati dalla miseria, barbieri eviratori, giovani puttanelle spregiudicate, tutti rivisitati in chiave bizzarra e spesso spietata, tanto quanto spietate sono state le loro vite. Su tutti, la lancinante umanità di Venanzio Rauzzini, l’unica voce di castrato amata da Mozart. Sul confine tra storia e fantasia, un travolgente esordio narrativo per il duo Livermore & Mogliasso, cui fanno da contrappunto le illustrazioni di Francesco Calcagnini, uno dei più grandi scenografi italiani.
Recensione a cura di Laura Pitzalis
Un Puledro dorato galopperà pel mondo e il suono dei suoi zoccoli tonanti farà sorgere re e regine in moltitudine, tanti quanti sono i suoi figli: allora le vostre corone saranno recise dal capo, finché gli uomini avranno memoria del loro soffrire.
Da questa profezia prende via il romanzo “1791 – Mozart e il violino di Lucifero” scritto “a quattro mani” da Rosa Mogliasso, già finalista al premio Campiello, e dal regista d’opera più in voga al momento, Davide Livermore (sua la regia della prima della Scala di quest’anno: L’Attila di Verdi).
Il fulcro del racconto non è, però, solo la profezia rivelata nell’anno 1706 in un antico monastero nei pressi di Dresda, da Trude, una giovanissima monaca veggente, ma anche un prezioso violino del settecento che appartiene, ai giorni nostri, a Flavio Tondi, eccelso violinista. Ed è proprio dai frammenti di questo strumento, accidentalmente stritolato tra le porte automatiche dell’Opèra di Parigi, che si scoprirà un segreto che, dopo aver provocato una scia di sangue lunga tre secoli, permetterà finalmente il compimento della profezia.
Ormai mancano poche ore all’invio dell’impulso che cambierà il mondo. Fuori ha cominciato a nevicare, fiocchi pesanti e bagnati che si dissolvono appena toccano terra. Probabilmente come quella notte di marzo del 1757 […] Quella notte a Staffarda il marchese Koering raggiunse il conte di Saint-Germain in cerca di aiuto e la nostra verità gli venne rivelata […] Era consuetudine, in quel tempo, utilizzare magnificamente le arti del teatro, dell’ipnosi, dell’inganno. Eravamo così: attori spregiudicati, truffatori sfacciati, borsaioli insolenti, medici leggendari, ma per il mondo, solo il Conte di Saint-Germaine”. [Fedora Falconetti]
La storia si districa in un’avventura chimerica, che abbraccia un arco temporale molto ampio, tra il passato (il 1706, 1728, 1756-1764, 1810) e il presente (gennaio 2019), vissuta da molteplici personaggi.
La storia che vi racconto coinvolge ricchi e poveri, malati e in salute, menti eccelse e cervelli angusti, re, pedoni, alfieri e cavalli; uomini e donne che si svegliano tra croccanti lenzuola di lino e altri che, aprendo gli occhi, trovano il cadavere del figlioletto morto di fame. [Fedora Falconetti]
Personaggi storici e romanzeschi, conti, marchesi, cantori evirati, musicisti, angeli, sovrani e grandi dame di corte, tutti schierati chi da una parte chi dall’altra nel sanguinoso conflitto in corso tra due società segrete che si contendono le sorti del mondo: il crudele “Ordo mundi”, manifestazione dei peggiori caratteri dell’avidità e della prevaricazione, e i “Figli di Lucifero”, consacrati al raggiungimento della libertà più vera per l’umanità. Personaggi che intrecciano le loro sorti con quelle della straordinaria musica scritta a sei anni da quel genio che era Wolfgang Amadeus Mozart.Ė un thriller che appassiona e coinvolge, anche se, talvolta, è un po’ difficoltoso capire per chi è ignaro di conoscenze musicali. Inoltre la struttura narrativa mi ha, soprattutto all’inizio, spaesata. Ho fatto fatica a seguire il racconto cercando di non confondermi fra le varie vicende e personaggi. Composta da una serie di capitoli che saltano da un periodo a un altro (il libro infatti abbraccia un arco temporale molto ampio dagli inizi del 1700 ai giorni nostri), vengono raccontate storie diverse senza apparenti collegamenti, come se stessimo leggendo un insieme di racconti e non un romanzo. Nel mezzo delle vicende vengono inoltre inseriti discorsi filosofici che, per quanto alcuni possano essere interessanti, mi hanno rallentato la lettura.
Nonostante questo però, non posso dire che il libro non mi sia piaciuto, anzi! Ė ricco di storia e di musica, i protagonisti sono così ben concepiti che si fa fatica a individuare quali siano quelli storici realmente esistiti e quelli ideati dalla fervida fantasia degli autori. Indispensabili e apprezzate sono quindi le note che si trovano alla fine del libro e che ci fanno chiarezza su questo. Ecco alcuni protagonisti:
Fedora Falconetti, (personaggio di fantasia) vecchia sarta del teatro dell’Opèra di Parigi, voce narrante del libro.
Flavio Tondi, (personaggio di fantasia), che s’ispira per talento e storia musicale a Fabio Biondi, uno dei più grandi direttori e violinisti del nostro tempo. L’episodio della rottura del violino di Flavio Tondi nel libro è realmente accaduto al Biondi, nell’intervallo di un concerto al teatro Real di Madrid.
Flavio diede il levare con il respiro, con gli occhi e con l’archetto, non con la bacchetta, perché il maestro Tondi dirigeva e suonava il violino proprio come accadeva nel Settecento, lui non sublimava nevrosi in un ruolo dominante, lui partecipava […] Per questo era amato dagli orchestrali del suo ensemble, dalla critica e dal pubblico; quello parigino, poi, stravedeva per Flaviotondì
Conte di Saint-Germain, (personaggio storico), si dice che sia stato un alchimista, avventuriero e personalità di rilievo alla corte di Francia del XVIII secolo. La sua figura è avvolta da una coltre di mistero rendendola storicamente sfumata e imprecisa. Tra i fatti certi ci sono gli incontri con il giovane Mozart, Gluck, Casanova, Voltaire e Madame de Pompadour che gli schiuse le porte di qualsiasi nobile famiglia parigina.
Ma fra tutti è il personaggio di Venanzio Rauzzini, personaggio storico, (musico soprano, allievo del Porpora e la cui voce di castrato fu l’unica amata da Mozart), quello che più mi ha incantata e conquistata per la sua capacità di adattarsi e reagire ai colpi bassi della sorte. Ė uno spirito libero, un guerriero che ama la vita, un uomo guidato dalla passione che turbò le fantasie erotiche delle donne bavaresi nel suo periodo di attività a Monaco.
Sono stato venduto da mio padre, ho visto mia madre piangere, i miei fratelli manco li ricordo, sono stato preso nella notte mentre dormivo, tagliato e castrato, con San Domenico che mi parlava, ho cantato e cantato e studiato, ripetuto e ripetuto per stare finalmente in teatro e appeso ma non come un angelo, come un maiale squartato col mio fratellino Ferruccino. L’ho visto cadere, l’ho visto morire. Ho sentito il barbiere ridere. Pasquale Canessa si chiamava il barbiere, l’ho sventrato mentre scopava a Pinuccia, Pinù … poi ho chiamato la sua anima, ho cantato per il barbiere. Pasquale Canessa si chiamava e l’ho aiutato a partire.
Geniale è la scelta degli autori di farlo parlare nel dialetto marchigiano: lo rende più vero, più tagliente, più penetrante. Sono state le pagine che ho gradito di più.
Un libro diverso, un romanzo ricco di azione, suspence ma che mi ha regalato pagine di grande emozione facendomi volare sulle ali di una delle arti più brillanti: la musica.
La musica che si aggira su tutto, che è la chiave del mistero e che fa da sottofondo a tutto il racconto. Io leggo e ascolto perché ogni pagina suona come una sinfonia. E spicco il volo…
Prima di chiudere sento il dovere di citare le bellissime illustrazioni di Francesco Calcagnini, scenografo e regista, soprattutto quella della copertina rigida sotto la sovraccoperta, e, da appassionata di musica classica, alcuni brani citati nel libro:
Wolfgang Amadeus Mozart – Sinfonia n. 41 in Do maggiore K 551, nota come “JUPITER”.AntonioVivaldi – L’ESTATE – Concerto op.8 n.2, da “Le quattro stagioni”.
NiccolòPiccinni – LA CECCHINA (ossia La buona figliola). Dramma giocoso per musica, testi di Carlo Goldoni.
Wolfgang Amadeus Mozart – Ouverture per l’opera Don Giovanni, K 527.
Copertina rigida: 332 pagine
Editore: Salani (11 ottobre 2018)
Collana: Romanzo
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8893817098
ISBN-13: 978-8893817097
Link d’acquisto volume cartaceo:1791 – Mozart e il violino di LuciferoLink d’acquisto e-book:1791 – Mozart e il violino di Lucifero
La Roma ricca di fascino, arte e Storia come nessun’altra città al mondo e quella più sordida, delle gallerie sotterranee infestate da topi e scarafaggi, delle anime nere fuoriuscite dall’inferno più cupo.
Un racconto che procedendo nella lettura accorcia le distanze, il filo rosso del tempo si riannoda su sé stesso a riordinare i tasselli di una vita che ha avuto tutto e il contrario di tutto, perennemente dedicata all’arte e alla composizione armonica del creato.