Letture condivise

#Letturacondivisa febbraio 2020: “La sorella di Mozart” di Rita Charbonnier

Nel mese della musica per antonomasia, quello del Festival di Sanremo, in Thriller storici e dintorni abbiamo voluto dedicare la nostra lettura condivisa a un libro che parlasse di musica. Dal sondaggio che vedeva tre libri a tema, le maggiori preferenze sono andate a La sorella di Mozart di Rita Charbonnier. Di seguito i pareri dei lettori, che ringraziamo per la loro partecipazione

Trama
Nannerl è una bambina quando le sue dita iniziano a danzare sulla tastiera del clavicembalo, quando le note prendono ad affacciarsi nella sua mente con naturalezza e armonia. A soli cinque anni il suo talento musicale è motivo d’orgoglio per il padre, Leopold Mozart. Ma quella stessa natura che le ha concesso un dono tanto straordinario è stata assai meno generosa quando ha deciso di portare nella sua casa un nuovo nato: Wolfgang Amadeus, un fratello che Nannerl saprà amare sinceramente ma le cui doti sono destinate a gettare nell’ombra le sue. Perché un talento sbocciato in un corpo di donna è guardato con diffidenza e non merita di essere coltivato. Così, mentre il padre sceglie l’Europa come teatro per le esibizioni di Wolfgang investendo sul figlio ogni ricchezza ed energia, negli anni Nannerl è costretta a soffocare la sua passione per la musica, e a farne una mera fonte di guadagno tramite l’insegnamento. Archiviando come un ricordo doloroso le partiture a lei tanto care, smette del tutto di suonare. Da quel momento la sua vita si snoda lungo percorsi più consueti, arrendendosi alle convenzioni imposte dalla società. Conosce l’amore, conosce il dolore che solo le persone davvero care possono infliggere, e la delusione che si annida in un’esistenza che è sempre e comunque una rinuncia a se stessi. Fino a quando non ritroverà la forza di riaffermare la sua vera natura, riscoprendo nella musica, il suo amore più autentico, una rinnovata ragione di vita. Un romanzo storico che fonde felicemente realtà storica e finzione, con una straordinaria protagonista femminile, appassionata e appassionante.

I commenti dei partecipanti alla condivisa

Angela D’Albis
Ho letto il romanzo “La sorella di Mozart” di Rita Charbonnier. Il romanzo segue il filone dei romanzi che parlano di donne che lottano per emergere, in epoche che non permettevano loro di farlo.
La sorella di Mozart, Maria Anna Walburga Ignatia Mozart, chiamata in famiglia Nannerl (come dire “Nannina” o “Nannarella”) e con questo vezzeggiativo è passata alla storia, ha più talento musicale del fratello, ma viene penalizzata perché donna.
L’autrice scrive la storia vera di questa donna, anche se romanzata, e, con le sue ricerche e il suo romanzo, ci ha permesso di conoscerla. Quando Rita Charbonnier pubblica il libro, nel 2006, infatti, questa storia era poco conosciuta.
Il romanzo è scritto bene, la storia è interessante, ma non mi ha coinvolta molto e ho fatto fatica a finirlo. Forse questo è dipeso dal fatto che ho letto la prima edizione del 2006. Sicuramente l’edizione edita da Piemme del 2011 è molto più avvincente.

Daniela Piazza
L’argomento, da musicista, mi attirava particolarmente e il libro non mi ha deluso. Personaggio non facile, Nannerl, con cui non è immediato simpatizzare, ma che ho trovato molto vivo e reale. Il romanzo da’ anche un’idea chiara della discriminazione subita dalle donne soprattutto in passato ma non solo. Ho trovato alcune descrizioni bellissime, la narrazione mi ha preso dalla prima all’ultima pagina. Sono molto soddisfatta di questa lettura.

Laura Pitzalis
Sarà che parla di musica, sarà perché è la famiglia di un genio che io adoro, sarà che mi ha fatto conoscere Maria Anna Walburga Ignatia Mozart, meglio conosciuta come Nannerl, della quale pochissimo conoscevo se non essere la sorella di Wolfgang … il libro mi è piaciuto moltissimo.
Mi è piaciuto lo stile schietto, ironico, semplice e scorrevole. I dialoghi spontanei, vivaci, a volte talmente crudi da rasentare la volgarità, a volte così dolci da emozionarmi.
Mi è piaciuta l’idea d’intercalare nel racconto la corrispondenza amorosa tra Nannerl e il Maggiore Franz Armand d’Ippod, che non interrompe la narrazione né mi distrae, ma aiuta a raffigurarli meglio e a tracciare situazioni e avvenimenti snellendo non poco il racconto.
Mi è piaciuta la descrizione e caratterizzazione di tutti i personaggi, anche i minori come l’incartapecorito Arcivescovo che si addormenta durante il concerto che avrebbe dovuto decretare il ritorno di Nannerl come concertista e che invece fu tenuto dalla sua allieva Victoria:

Il clamore fece sussultare l’Arcivescovo. “Com’è andata, Signor maggiore?” biascicò risvegliandosi. “Fraulein Mozart ha suonato bene come una volta?”

E l’ambientazione storica ricreata benissimo sia con le sue atmosfere sia con le bellissime descrizioni degli abiti, degli ambienti interni ed esterni … ero là a strafogarmi di leccornie, ero là ad contemplarmi con quelle acconciature e bellissimi vestiti, ero là ad ammirare i palazzi, i boschi, le montagne, i fiumi e laghi …
Ma l’anima del libro, quello che mi è piaciuto di più è stata la “musica”, muta perché stavo leggendo un libro, ma così chiara e prorompente che, con le sue note che fluttuavano con leggerezza intrecciandosi con le parole del romanzo, mi accompagnava con i suoi lenti, gli adagi, i moderati , gli allegri, i vivaci in tutta la lettura, facendo da contrappunto ai diversi stati d’animo dei personaggi.
Anche la struttura narrativa si configura come una sonata: Ouverture, Intermezzo, Amaro interludio, Finale-Scherzo.
Che meraviglia!

Roberto Orsi
Il libro mi è piaciuto ma in alcuni passaggi l’ho trovato un po’ lento. Bello leggere di un personaggio “secondario” rispetto al più famoso fratello Mozart. Leggere della vita di Nannerl è stato molto interessante, personaggio che non conoscevo assolutamente. Non deve essere stato facile per una persona talentuosa come lei, vivere all’ombra di un genio come Wolfgang Amadeus, e l’autrice in questo romanzo riesce a rendere bene il tormento e le vicissitudini di Nannerl nel corso della sua vita. Una donna che nonostante il carattere forte che dimostra in varie scene, anche andando contro al proprio padre, rinuncia al suo sogno di diventare musicista, disillusa da una situazione sociale che non vedeva di buon occhio il talento femminile. Una vita per buona parte fatta di rinunce e limitazioni. Mi è piaciuta la scelta del far rivivere le scene attraverso feedback con le lettere tra lei e l’amato D’Ippold. Un espediente narrativo che permette un salto di ritmo e di linearità che rende maggiormente gradevole la lettura, almeno per i miei gusti. Una nota: il linguaggio risulta spesso molto moderno nei dialoghi tra i protagonisti, cosa che in alcuni momenti mi ha lasciato un po’ stranito.

Cristina Pozzi
È soprattutto una storia di desideri repressi, di vite disegnate da altri, della condizione della donna in un secolo che, per essere quello dei Lumi, avrebbe dovuto parificarla all’uomo. Nannerl è una figura forte e fragile allo stesso tempo, i personaggi sono caratterizzati in maniera minuziosa e l’atmosfera è ricreata bene.

Cinzia Colombi
Per me è no. Non tanto x l autrice,ma proprio per la protagonista….l ho mal sopportata per tutto il libro… come gia detto mi sembrava di avere a che fare con una capricciosissima bambina, che non ottenendo quello che vuole sbatte a terra i piedi.
Non ha saputo ribellarsi né tanto meno cogliere al volo le occasioni che la vita le ha messo di fronte.
Troppo comodo usare la scusa di essere donna e quindi considerata di serie b
Inoltre x me ha sulla coscienza il peccato più grande:aver gettato alle ortiche un grande dono.
Non mi stupisce il fatto che il mondo l abbia dimenticata….

Anna Nihil
Nannerl ha un talento fuori dal comune, come suo fratello Wolfgang, ma non ha la sua stessa faccia tosta. Non le è consentito essere sfacciata, e non può nemmeno pretendere di diventare una grande artista, ai suoi tempi non era possibile per le donne. Come controvertire una simile mentalità? Nannerl non è eroica. Accetta la triste realtà. Ai sacrifici che le vengono imposti, unisce un atteggiamento autopunitivo. Si punisce e si odia per non aver lottato per il proprio sogno. Spreca così energie preziose che avrebbero potuto spingerla verso la celebrità. A confondere ancora di più la sua anima inquieta arriva l’amore…
“La sorella di Mozart” è la storia di un talento sprecato. Perché, nel ‘700 come adesso, non basta essere bravi, è necessario che qualcuno creda in te, che ti dia la forza quando ti manca. Servono occasioni e incontri fortunati. Bisogna avere decisione e carattere da vendere. Queste ultime caratteristiche sono mancate del tutto a Nannerl, destinandola all’oblio in campo musicale, ma può vantare di aver vissuto meglio e più a lungo del suo celebre fratello.

Michela Vallese
Questo non è un libro che avrei scelto di leggere da sola. Ma ora sono felice di averlo fatto. Nannerl non è la classica eroina che combatte contro una famiglia ed una società che non sa valorizzarla, è accomodante, preferisce soffrire nel silenzio della sua solitudine. Ma ha dalla sua parte un grande cuore, quel cuore che usa per amare incondizionatamente la musica, il fratello minore, la sua allieva preferita, il Maggiore D’Ippod.
Ho molto apprezzato anche la musicalità di questo racconto: non si parla semplicemente di grandi opere e concerti, ma la musica è nel’ aria, nel rumore delle foglie che cadono, nella pioggia che scende come le lacrime sul volto di Nannerl, in un cavallo galoppante.
Per me questo libro è stato una piacevole scoperta.

Costanza Marzucchi
Questo romanzo è una libera interpretazione delle poche, sparute informazioni su Nannerl Mozart, un personaggio di cui conosciamo ben poco e si lega, in qualche modo, al filone delle figure femminili che, nel corso della storia, hanno tentato di emergere, non sempre con successo. In qualche modo la trama, pur seguendo i dati storici, li rielabora in funzione di questo filone narrativo, adattandoli. Il risultato è un romanzo accattivante e dalla lettura estremamente scorrevole. Le scelte dell’autrice si concentrano sulla frustrazione dell’estro artistico di Nannerl, che vede svanire le sue ambizioni in funzione del fratello, più talentuoso e, di certo, agevolato nella conquista del suo spazio come musicista in quanto maschio. Un elemento interessante di questa lettura è l’attenzione al processo creativo, un elemento che, per quanto naturale, deve essere coltivato e favorito nel suo sviluppo. Nannerl e Wolfgang condividono la passione totalizzante per la musica ma se quest’ultimo ha modo di esprimere le sue potenzialità, così non avviene per Nannerl, determinando una serie di conseguenze che spingeranno Nannerl a prendere una decisione drastica, fedele ad un personaggio che, per quanto imperfetto, è incapace di seguire ed accettare compromessi. La sua espressione artistica può solo manifestarsi o scomparire del tutto. I personaggi sono ben caratterizzati, anche se ho trovato Leopold e la madre monodimensionali nel loro ruolo di antagonisti. Non nego che una simile scelta possa far correre il rischio di cadere nella trappola del clichés ma questo inconveniente viene ovviato dalla grande abilità dell’autrice nel descrivere il processo che porta l’artista a creare un’opera letteraria. In sintesi, questo libro mi è piaciuto molto per lo stile e la trama in genere.

Eliana Corrado
Avevo questo libro in scaffale da un po’, segno che lo avevo già fatto mio per una lettura futura, futuro che TSD e la sua condivisa ha fatto diventare presente.
Ebbene, mi aspettavo qualcosa di più, sinceramente: se da un lato ho apprezzato alcuni passaggi, la decisamente buona scrittura, nonché il fatto di aver scelto un personaggio “minore” della storia musicale per farne una protagonista, dall’altro ho trovato alcune parti (soprattutto nella seconda metà del libro) troppo prolisse, piene di elementi aggiuntivi che però nulla più, in definitiva, aggiungevano alla storia, che stentava così ad avviarsi verso la conclusione. Il romanzo copre l’intera vita di Nannerl Mozart, fino alla quasi fine dei suoi giorni: una esistenza che, probabilmente, avrebbe potuto essere votata alla musica, ma che in realtà è stata sacrificata all’ombra di essa e all’ombra del suo fratello minore, il più noto Mozart. Ho trovato bellissima, per intensità e ricchezza di significati e sottosignifcati, dell’incontro tra Nannerl e Salieri successivo alla morte di Mozart, e di Nannerl con la cognata oramai vedova. E quasi per paradosso, ma che paradosso non è, sarà proprio Nannerl, stando a quanto raccontato dalla Charbonnier nel libro, a contribuire alla imperitura memoria di Mozart e delle sue opere.
Nannerl è un personaggio col quale non sono riuscita a sviluppare molta empatia, tutt’altro, forse perché di poco carattere, mi è sembrata poco incline alla musica per sé stessa, ma bisognosa di una approvazione e di una spinta verso di essa purché le venisse dal reparto maschile, anziché essere la musica stessa un fuoco che le pulsava dal cuore e dall’anima, gli unici che forse l’avrebbero sostenuta a “battersi” per la sua affermazione e la prosecuzione dei suoi studi e della sua carriera. Tanto che non approfitta nemmeno della opportunità che il fratello stesso le offre di fare un concerto (non so se il termine sia adatto) insieme a un’altra pianista.
Ho trovato, infine, un po’ troppo macchiettistico – mi si passi il termine – di uno dei compratori delle opere di Mozart e il suo… cappello svolazzante!
Nel complesso, un romanzo che non mi è dispiaciuto leggere, che ha sicuramente del buono e che è una delle probabili storie che la vita di Nannerl avrebbe potuto attraversare.

Maria Acosta Diaz
Questo non è stato un libro facile da leggere, quantomeno per me. Le biografie, neanche quelle romanzate, non mi piacciono un granché. Ma ci ho provato. Sono riuscita a finirlo. Mozart, scusatemi, è stato un musicista che non ho potuto mai sentire senza innervosirmi. Avevo letto qualcosa riguardo la sua vita. tuttavia, il rapporto tra lui e sua sorella era qualcosa di sconosciuto per me. Così ho preso il libro molto incuriosita. Alla fine, mi è piaciuto.
Ma non per il linguaggio, né la storia d’amore tra Nanerl e Armand. Mi è piaciuto perché credo che Rita Charbonnier è riuscita a descrivere la lotta interna delle donne intelligenti e coraggiose di qualsiasi epoca: provare disagio nei confronti della società che vede loro soltanto come madri e spose, sentire la diffidenza che la famiglia prova nei confronti dei loro sogni di indipendenza, di sviluppo delle loro personalità, di poter svolgere una vita che sia piena e bella.
Nannerl deve lavorare come professoressa di piano affinché il fratello, un genio della musica (anche lei è allo stesso livello del fratello) possa viaggiare per l’Europa insieme al padre. Nanerl sembra scontrosa con l’intero mondo, ma, veramente, è arrabbiata con sé stessa perché non si è ribellata con tutta la sua forza contro quelli che hanno infranto i suoi sogni, che non le hanno permesso di essere libera.
A metà del romanzo non si sa ancora quale sarà il finale di Nanerl. Ma lei riuscirà a sollevarsi dalla sua sofferenza, a rompere gli argini che la società e la famiglia (prima, il padre; poi, il fratello) hanno cercato di mettere intorno a lei per trattenere la sua forza e la sua voglia di vivere?
Ce la farà o meno? Leggete il libro e riuscirebbe a conoscere lo sviluppo di una donna così speciale.

Alessandra Ottaviano
“La sorella di Mozart” è un pregevole e delizioso libro che racconta la storia romanzata della sorella maggiore di Mozart: una bambina prodigio, compositrice e polistrumentista eccezionale. Il cinico padre faceva esibire i due figli come fenomeni presso le più rinomate corti d’Europa, dalla Baviera di Massimiliano III passando alla Versailles di Luigi XV e poi anche in Italia.

Sul palco Wolfgang e Nannerl improvvisavano musica senza troppa scuola e con l’assurdità del genio … Nannerl sperimentava libera, seguendo solo l’estro, l’istinto e la passione.

Ma nella Salisburgo di fine ‘700, come in molti altri luoghi, la carriera e la gloria erano precluse alle donne, così la giovane dovette interrompere bruscamente la carriera di concertista per dedicarsi solo all’insegnamento, i cui guadagni avrebbero finanziato al fratello i suoi studi e le sue tournèe.

La musica è come l’onda d’assalto di un’ubriacatura che dalle mie viscere si spinge fino alla gola e al cervello e lo fa turbinare: è una tempesta interna che non può trovare sfogo.

Le fu negato il suo dono e la delusione fu cocente per lei, intorno ad essa e al suo livore costruì un muro invalicabile, si impose di non suonare mai più alcuno strumento e si impose anche, una certa distanza dalle cose del mondo, ingaggiando una vera e propria lotta contro se stessa oltre che contro la volontà paterna.
Non mi dilungo nelle vicissitudini della sua vita privata, in alcune parti risultano un tantino prolisse, dove sempre predomina il suo carattere vittimista, che si lascia travolgere passivamente dagli eventi, finanche ad allontanarsi dall’amato fratello, al quale si ricongiungerà celebrandone la memoria dopo la sua prematura scomparsa, attraverso un lavoro certosino di recupero e pubblicazione di tutti i suoi spartiti.
L’autrice con uno stile accattivante e scorrevole tratteggia la figura di Nannerl donando splendore a un’artista rimasta offuscata dalla fama del fratello e dalle convenzioni sociali, tutti i personaggi risultano brillantemente caratterizzati. A colpirmi maggiormente sono state le descrizioni dei momenti musicali si assapora la passione e la meraviglia che la musica classica sa evocare nell’anima di chi la ascolta.

Daniele Chiari
Gran bel libro. Ottima ricostruzione di ambienti e atmosfere…. In molti passi sembra di essere fisicamente presenti nelle situazioni descritte e di sentire la musica in sottofondo…
Difficile non immedesimarsi con le vittime di un sistema di valori rigido e ipocrita, Nannerl e in fondo anche lo stesso Mozart….
Triste la figura della madre che non ha la forza di opporsi al marito….
Un libro che fa riflettere.

Maria A. Bellus
La lettura di questo libro è stata piacevole e scorrevole.
La figura di Nannerl non mi ha coinvolto piu di tanto, non mi è piaciuta la sua arrendevolezza nell’accettare il suo destino le frustrazioni ,i desideri repressi , la vita disegnata da altri.
Bella l’atmosfera che si respira in una famiglia che vive per la musica
Romanzo senza dubbio affascinante.

Catia Santoni
Ho trovato la lettura di questo romanzo molto gradevole e appassionante. Mi sono lasciata travolgere dalla storia di Nannerl, una donna che ha sacrificato la sua vita per il bene del fratello lasciando a lui Il posto d’onore nella storia della musica. Emerge una storia di desideri repressi, di vite decise da altri (in questo caso da un padre-padrone in primis. Quante donne hanno subito questa sorte e quanti talenti non espressi! Fa riflettere tutto questo soprattutto se si pensa al periodo storico in questione: quello dei lumi. Mi sono piaciute molto le frasi divertenti dei personaggi che rendono la lettura più piacevole e il riferimento dello scambio delle lettere frapposto alla narrazione: un espediente azzeccatissimo. Ringrazio l’autrice per essersi impegnata con passione a far conoscere le vicende di questa signora di cui ignoravo quasi l’esistenza.

Cinzia Cogni
Questa per me è stata una rilettura, ero curiosa di sentire anche altri pareri in merito a questo libro, perché mi era piaciuto moltissimo, ma in condivisa emergono sempre ulteriori particolari ed infatti non mi avete delusa.
Il modo di scrivere colto e raffinato di questa autrice mi ha rapito fin da subito, l’originalità della storia e l’aver scelto di raccontare un personaggio femminile sconosciuto e complicato, mi ha fatto apprezzare ancora di più il romanzo; ma ho letto attentamente anche le “critiche” di chi non la vede allo stesso modo e ammetto che alcuni parti sono poco stimolanti e la protagonista può risultare antipatica per molti versi.
In tutti i modi è un libro che consiglio anche solo per scoprire una parte di una storia importante che fino a oggi è rimasta celata.

Giordana Guadagnini
Non sono brava a scrivere recensioni , non ho abbastanza competenze per farlo . Posso solo dire che questo libro mi ha incantata , mi ha tenuto prigioniera nelle sue pagine : ho tifato , ho sofferto , ho gioito con e per Nannerl….Mentre leggevo in sottofondo c’era sempre una musica , una sinfonia che talvolta erompeva protagonista della pagina . Un libro meraviglioso , grazie a Roberto Orsi per averlo proposto nel sondaggio . I miei più sentiti ringraziamenti all’autrice Rita Charbonnier per la sua opera che mi ha regalato ore ricche di emozioni : non vedo l’ora di leggere altro di suo dopo questo straordinario esordio

Maria Marques

Quanto è difficile vivere con un fratello geniale quanto poteva essere Mozart? Genio che brucia presto la sua vita, ma anni lunghissimi, il cui trascorrere è lento e interminabile per la sorella che costretta a casa, vede sfuggirle la vita e finge che la passione per la musica sia svanita. Nannerl, sorella di Mozart, musicista valente nonché talentuosa, è comunque una donna e come tale confinata negli spazi ristretti che la società dell’epoca le concede. Questa donna che si lascia sopraffare dalla tristezza di essere stata abbandonata a un lavoro di supporto per il più noto fratello, libero di frequentare i grandi musicisti dell’epoca, mentre lei è costretta a ripiegare su allieve di famiglie nobili ma scarsamente dotate musicalmente, è il leit motiv del libro. L’autrice traccia la figura di una donna del Settecento, indugiando sulla mancata realizzazione di un talento, o meglio sul suo essere messo da parte, per privilegiarne un altro.
Un libro di gradevole lettura, un po’ lento nella seconda parte, che consente di entrare nel clima famigliare dei Mozart e di illuminare un personaggio che nonostante tutto, non genera molta empatia, ma tuttavia apre uno spiraglio su un mondo dominato comunque e sempre dalla musica.

Flavia Zaggia
A Virginia Woolf viene attribuita una frase che noi tutti abbiamo sentito dire spesso e che secondo me è assolutamente vera: “Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”.
E questa grande donna nel caso specifico è lei, Nannerl Mozart, sorella maggiore del più celebre Amadeus, della quale in questo libro vengono raccontati in modo originale la vita, i pensieri, le emozioni e le contraddizioni.
L’autrice ne tratteggia un ritratto particolareggiato ed efficace, seppure romanzato, e ci racconta la passione che sin da piccola Nannerl dimostrava per la musica, la sua voglia di suonare e di comporre, di esprimere attraverso le note la sua gioia e le sue emozioni.
Sicuramente un genio della musica che però ha avuto due ostacoli insormontabili davanti a se: il primo proprio nell’adorato fratello minore Amadeus che, pur amandola, le ha tolto la visibilità che meritava e l’ha relegata ad un ruolo di secondo piano, marginale anche nell’affetto e nella stima del padre; il secondo ostacolo Nannerl se lo è visto imporre dalla natura che l’ha voluta far nascere donna e quindi le ha negato la possibilità di decidere della sua vita.
È un tema, quello delle donne relegate in ruoli di secondo piano, che ho incontrato molte volte nelle mie ultime letture e ogni volta ha scatenato in me un senso di rabbia e di indignazione. La nostra protagonista ha dovuto rinunciare alla propria passione, ai propri sogni e ha dovuto vivere all’ombra di quel fratello che amava ma che l’ha inesorabilmente schiacciata e per amore suo e imposizione del padre si è trasformata in una maestra di pianoforte (si dice la più brava in quel periodo) per mantenere i costosi viaggi di padre e fratello.
Rita Charbonnier mi ha accompagnata con le sue parole in un mondo fatto di grande musica classica e di sentimenti, con il suo stile scorrevole mi ha fatto sbirciare nella vita della società salisburghese dell’epoca e mi ha tenuto compagnia facendomi riflettere e a volte sorridere.

Sabrina Ceni

Mi sono avvicinata alla lettura di questo romanzo da profana. Non conoscevo i dettagli sulla vita di Mozart e mi ha fatto piacere calarmi nell’atmosfera pulsante del racconto. Sono riuscita a visualizzare gli ambienti, a percepire i rumori, le sensazioni e anche la musica attorno alla protagonista. Ho apprezzato la scrittura scorrevole e la scelta stilistica di inserire le lettere, con le quali vengono introdotti alcuni personaggi e si raccontano le vicende di quella che, prima di essere la famiglia di un famoso musicista, è una famiglia “tipo” del XVIII secolo. Ed è in quell’ottica che ho cercato di vivere la lettura e il senso di rassegnazione e rinuncia che pervade il romanzo fin dalle prime pagine; ma, appunto, erano altri tempi. Penso che l’autrice sia stata brava nel caratterizzare i personaggi quel tanto da provocare nel lettore, almeno in me, una forte antipatia per il padre, per non parlare di quella nei confronti della madre rassegnata a un ruolo di donna remissiva e ubbidiente. Unico appunto, il linguaggio, a volte un po’ “moderno”.

Patty Bra
Ammetto che sono sempre stata affascinata da Mozart però non ho mai approfondito la storia della sorella e ringrazio l’autrice per averci presentato Nannerl. Un personaggio decisamente non facile e purtroppo non molto amabile, non ho avuto empatia con lei e i suoi comportamenti mi sono sembrati esagerati, anche troppo. Sono arrivata alla conclusione che lei stessa è stata artefice dei suoi insuccessi e quindi delle sue sofferenze. Anche se la stessa protagonista lo nega ho avuto la sensazione di una grossa invidia nei confronti del fratello, non tanto per il suo genio e bravura, ma proprio per l’opportunità di poter comporre ed esibirsi perché maschio. Nannerl si scontra con un mondo patriarcale che non riconosce nelle donne la stessa bravura degli uomini, uno smacco difficile da accettare che la porta a odiare tutto e tutti. Quando una persona ha un dono, una passione non può arrivare a ripudiarla totalmente perché rimane viva dentro. Lettura in alcuni passaggi più lenta ma interessante e sul finale l’ho trovata poetica e sublime, una descrizione talmente emozionante da sentire la musica non di Mozart ma dei Mozart e lì ho trovato la vera Nannerl. Grazie a lei Mozart e la sua musica è arrivata fino a noi, questo è il gesto più bello che potesse fare.

Fabiola Màdaro

Non conoscevo la storia di Nannerl Mozart, mi sono immersa con gusto in questo romanzo alla scoperta di un personaggio particolare. Direi che non l’ho amata da subito e ho cambiato spesso opinione su di lei nel corso della lettura.
Non ho amato affatto il personaggio della madre, descritta come un’arrivista frivola che punta tutto sull’apparenza, una donna che ha sempre considerato la figlia come un investimento. Avrebbe forse potuto fare di più, far valere le ragioni della figlia, seppure in un’epoca in cui alle donne poco era concesso.
All’inizio Nannerl può sembrare debole, una persona che è cresciuta all’ombra di suo fratello e di un padre freddo e calcolatore, più attaccato al denaro che ai rapporti umani, un padre che non l’ha mai veramente compresa, ma andando avanti nella lettura ho invece cambiato idea: è emerso che Nannerl ha un carattere forte, un’ostinazione e determinazione senza pari, se solo avesse concentrato la sua caparbietà e la tenacia per ottenere il suo spazio nel mondo piuttosto che impuntarsi a quel modo…
Se all’inizio Nannerl mi è parsa una ragazzina viziata e capricciosa, in seguito si è manifestata la sua anima fragile. Una ragazza emotivamente instabile che ha passato tutta la vita a confrontarsi con il fratello, costruendo con lui un rapporto anomalo, fatto dapprima di complicità, poi di contrasti e di sentimenti repressi, che sono poi inevitabilmente riemersi con furia incontrollata.
Ho provato molti sentimenti durante questa lettura: mi sono intenerita per il rapporto di Nannerl e Wolfgang bambini, mi sono divertita per la sfrontatezza dell’intera famiglia Mozart, mi sono arrabbiata per come tutti, Nannerl compresa, le hanno mancato di rispetto. E mi sono commossa.
Mi hanno particolarmente emozionato i passaggi in cui la musica viene descritta con così tanta passione che quasi mi sembrava di sentirla.

Che ne pensi di questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.