Narrativa recensioni

Trilogia “Dietro la tenda” – Maura Maffei

Trama

Irlanda, 1746. Sullo sfondo maestoso del Connemara, due famiglie d’antica nobiltà, che in novant’anni di storia hanno intessuto tra loro relazioni d’amicizia, d’odio e d’amore, si trovano coinvolte in un avvenimento inaspettato: il ritorno in patria di un gruppo di uomini che per anni hanno vissuto in Austria. Chi sono? Carpentieri? Lavorano infatti in una sospetta falegnameria che sorge solitaria in mezzo alla campagna. Ma un’altra è la loro identità. Nell’epoca drammatica delle Leggi Penali, quando i cattolici erano privati d’ogni diritto, erano costretti al contrabbando per sfamare i loro figli, la messa era vietata e i sacerdoti erano considerati fuorilegge, ebbene, proprio in quest’epoca oscura un vescovo e cinque preti, protetti da alcuni dragoni che hanno scelto come capo Bran, un colonnello dell’imperatrice Maria Teresa d’Absburgo, sfidano gli inglesi e, sotto mentite spoglie, si mantengono fedeli alla loro vocazione e si dedicano a una missione di pace. Se venissero scoperti o traditi, sarebbero tutti condannati alla forca.

Recensione a cura di Roberto Orsi

La trilogia “Dietro la tenda”, scritta da Maura Maffei a quattro mani con la collaborazione del tecnologo e linguista irlandese Rónán Ú. Ó Lorcáin, ci porta nel Connemara e, con un’ideale macchina del tempo, a metà del XVIII Secolo.

In Irlanda siamo in pieno periodo di applicazione delle Leggi Penali, sulla base delle quali i protestanti inglesi vietavano ai cattolici di professare liberamente la propria fede.

Come definire con fedeltà ciò che provavano? Era un miscuglio di rammarico, d’orgoglio ferito, di cruda incertezza. Era come se la vita venisse loro recisa, strappata via dai corpi che ancora si muovevano simili a balocchi meccanici. Un’agonia eterna. Senza rimedio.

Su questo sfondo storico gli autori portano in scena due famiglie legate da lontani vincoli di amicizia e di parentela, ma protagoniste anche di episodi di astio e rancori: gli Ó Cléirigh e gli Ó Brolcháin.

In un clima teso e di oppressione da parte degli inglesi, un gruppo di sacerdoti e soldati cattolici guidati al colonnello Bran Ó Brolcháin tornano in patria dopo un periodo all’estero, con un progetto tanto ambizioso quanto pericoloso: consentire ai cittadini cattolici di dedicarsi al proprio culto religioso in gran segreto.

Labhaoise è una ragazza protestante, figlia di Colla Ó Cléirigh, rinnegato dalla propria famiglia tempo addietro per aver rinunciato alla fede cattolica al solo scopo di ottenere vantaggi commerciali. Le strade di Labhaoise e Bran si incroceranno presto, ma la loro conoscenza si tramuterà in un amore tormentato, osteggiato dalla famiglia della ragazza, come novelli Romeo e Giulietta.

Chi avrebbe potuto interporsi nel viluppo dei loro occhi, la cui luce verde e azzurra si mischiava come i flutti cangianti nelle onde del mare?

Ogni episodio della trilogia, che a breve sarà riunita in un unico volume, racconta il punto di vista di uno dei tre protagonisti principali, attribuendo un titolo che ricorda le caratteristiche peculiari del personaggio stesso.

La fragilità della farfalla ci racconta i sentimenti di Labhaoise, sconvolta da un amore inaspettato per un ragazzo che mai avrebbe immaginato di avvicinare. Ma saranno vere le parole che lui le rivolge o c’è un secondo fine nascosto?

L’ala del corvo incentra l’attenzione sul tormento del colonnello Bran, diviso tra l’amore impossibile per Labhaoise e la missione cattolica segreta “dietro la tenda”. Un secondo episodio che potrei definire più cupo, con l’anima di Bran che tende al nero, con il rischio di cadere e perdere la fede.

Perché Dio non gli aveva concesso Labhaoise? Lo Spirito Santo non aveva dunque colto che era quella la sua unica aspirazione, il suo unico desiderio di vita?

L’astuzia della volpe ci conduce alla fine del racconto, attraverso gli occhi del reverendo protestante Hugony Newman. L’ago della bilancia tra le due famiglie, il collante che le tiene unite nei momenti più burrascosi in nome della fede, quella fede che si eleva verso il divino, qualunque nome abbia, scevra da qualsiasi imposizione terrena per il bene del prossimo.

Amore e fede, i due capisaldi che si rincorrono tra le pagine di questa trilogia. Ma anche l’estasi e il tormento, l’entusiasmo e la delusione.

Le parole dette e non dette che possono cambiare il corso di una vita, ferire nel profondo e lasciare un segno indelebile. Sono i dialoghi dei protagonisti a ricoprire un ruolo fondamentale. Gli autori ci aiutano a conoscerli e ad apprezzarli meglio proprio grazie a ciò che dicono.

Salvami, amor mio! Sii per me l’ancora che, scagliata sul fondo da una mano possente e invisibile, mi trae finalmente dalla feccia dello sfacelo. Sii lo scandaglio che mi esplora il cuore, lacerandolo, e che vi spreme una scampata goccia di sole

Un’altalena di emozioni nel seguire le vicende di queste due famiglie, dal tenore antico, quando ancora il capo famiglia era colui che decideva le sorti di tutti i componenti, i quali lo seguivano fidandosi ciecamente delle sue capacità. E tra le vicende famigliari, la missione dei sacerdoti cattolici che si muove dietro quella tenda atta a celarne le reali sembianze agli occhi delle giubbe rosse inglesi.

Tre romanzi al sapore d’Irlanda, impreziositi dalle molte frasi in lingua locale, tutte spiegate in modo tecnico e preciso dagli autori nelle note finali.

Gli autori adottano uno stile classicheggiante dagli echi manzoniani. Un racconto d’altri tempi che racchiude i più alti valori dell’essere umano, pennellati sul foglio grazie alla capacità evocativa dei due autori, capaci di far risaltare le personalità dei loro personaggi, che non possono lasciare indifferenti.

Editore ‏ : ‎ Parallelo45 Edizioni (22 maggio 2019)

Lingua ‏ : ‎ Italiano

Copertina flessibile ‏ : ‎ 620 pagine

ISBN-10 ‏ : ‎ 8885503144

ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8885503144

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