Storia del libro Viaggio nella storia

IL PAPIRO

Terzo episodio con la Storia della Scrittura e del Libro – a cura di Paola Milli

Uno dei più antichi materiali utilizzati come supporto per i testi scritti è il papiro. Molti documenti prodotti dalla civiltà egizia sono su questo materiale di origine vegetale e sono giunti fino a noi grazie al clima caldo e secco dell’Africa del Nord.

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Il papiro è una pianta palustre appartenente alla famiglia delle Ciperacee, con fusto alto da 3 a 5 metri, a sezione triangolare, che termina con un’ampia infiorescenza a ciuffo.

In passato cresceva spontaneamente in Egitto, lungo le rive del Nilo e nelle paludi del suo delta, dove però quasi scomparso.

Attualmente cresce spontaneo nell’Africa tropicale e in Sicilia orientale, forse importato dagli Arabi nel IX secolo, e si coltiva a scopo ornamentale.

Nell’antico Egitto dal papiro si ricavavano – oltre al materiale scrittorio che veniva anche esportato – cibo, farmaci, combustibile, corde. Con esso si producevano vesti, calzature, fino alle piccole imbarcazioni che viaggiavano sul Nilo.

Per ottenere i fogli utilizzati dagli scribi egizi, greci e romani si tagliava il midollo del fusto della pianta in parti sottili, che poi venivano distese le une accanto alle altre su due strati sovrapposti ortogonalmente.

Gli strati erano pressati in modo che il succo prodotto facesse aderire gli elementi che in seguito erano essiccati e levigati.

Un foglio così ricavato era incollato a molti altri fino a formare un rotolo di vari metri che in latino era detto volumen e in greco bìblos, chàrtes, tómos.

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Le dimensioni del rotolo e la qualità erano variabili. La facciata interna del rotolo, con le fibre parallele al lato lungo dello stesso, è detta tecnicamente recto, la facciata esterna

Di solito si scriveva sul recto, mentre il verso – maggiormente soggetto ad usura – rimaneva libero. Poteva però accadere che fosse utilizzato anche quest’ultimo per una scrittura successiva.

Dal II secolo d.C. circa, a quanto risulta dai reperti rinvenuti, con i fogli di papiro si confezionarono anche quaterni cuciti su un lato. Nacquero così i codici, una forma libraria nuova per l’antichità classica che divenne fondamentale in epoca moderna. I libri non erano più a forma di rotolo ma con le pagine come siamo abituati a vederli oggi.

Dal III secolo in poi, la produzione del papiro subì molte crisi che favorirono l’utilizzo dapprima della pergamena e, dall’VIII secolo, della carta di stracci.

Tuttavia, fino all’XI secolo, la produzione di papiro continuò, ma la sua utilizzazione era quasi esclusivamente  presso la cancelleria papale.

Il papiro documentario e letterario

Il maggior numero di testi scritti su papiro giunti fino a noi proviene dall’Egitto dove si sono conservati per millenni grazie al clima arido e secco; ma diversi sono stati rinvenuti in Siria – soprattutto nella zona di Dura Europos – in  nell’antica Nessana e nel deserto circostante il Mar Morto presso le grotte di Qumrān.

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I documenti rinvenuti su papiro sono essenzialmente di due tipi: letterari e documentari.

I primi conservano opere destinate allo studio e alla lettura. Possono essere opere di autori noti come Omero, oppure scritti sconosciuti, o di autori finora ignoti.

Grazie al ritrovamento di testi scritti su questo materiale, possiamo leggere ampi stralci delle commedie di Menandro, dei drammi di Eschilo, Sofocle, Euripide, dei versi di Callimaco e dei poeti eolici, ma anche testi scientifici, magici e opere cristiane considerate apocrife.

Sono giunti a noi, inoltre, stralci di documenti privati come lettere, contratti, ricevute e pubblici quali richieste alle autorità, verbali, ordinanze.

La papirologia greca e latina

La disciplina che si occupa dello studio dei documenti stilati su papiro è la papirologia che nacque con la riscoperta in epoca moderna di testi scritti su questo particolare tipo di supporto. Un primo interesse fu suscitato dal ritrovamento, tra il 1752 e il 1754, di circa 1800 papiri carbonizzati ad Ercolano, in quella che venne chiamata villa dei Papiri. Erano in grandissima parte greci, contenenti opere di filosofia epicurea e furono pubblicati a partire dal 1793. Pochi anni prima, nel 1788, era stata completata l’edizione del primo papiro greco proveniente dall’Egitto, la Charta Borgiana, così detta dal nome del proprietario, il cardinale Stefano Borgia, e contenente una lista di persone che avevano lavorato ai canali di una località del Fayyum nel 192 d. C.

Sul finire del XIX secolo vennero alla luce grandi quantità di rotoli che furono acquistati dall’Austria e dai grandi musei di Londra, Berlino e Parigi. Accanto a testi già noti della letteratura greca e cristiana, si trovarono opere perdute come la Costituzione degli Ateniesi di Aristotele.

Nei primi anni del Novecento nacque a Firenze la Società Italiana per la Ricerca dei Papiri Greci e Latini in Egitto ed altri centri di studio si costituirono presso l’Università Cattolica e la Statale di Milano.

La papirologia medievale

Studia i papiri scritti dal VII all’XI secolo che si sono conservati perché riposti in archivi o biblioteche d’Europa. La documentazione, molto scarsa, è composta prevalentemente da documenti pubblici e privati, scritti in latino. Tra di essi, si ricordano: i diplomi dei re merovingi del VII secolo, i papiri di Ravenna capitale dell’Impero d’Occidente e del Regno ostrogoto che vanno dal V al X secolo, i papiri della curia pontificia scritti fino al 1057. Il materiale usato era ancora di provenienza egizia.

Fra i maggiori studiosi di papirologia medievale si può ricordare Scipione Maffei. Importantissime sono le monumentali raccolte dei Codices e delle Chartae Latinae Antiquiores.

La papirologia orientale

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È suddivisa in egizia, aramaica, nubiano-meroitica e araba con riferimento alle lingue usate nei papiri. Moltissimi testi sono redatti in lingua egizia nelle diverse scritture tra cui il geroglifico, lo ieratico, il demotico e il copto in un arco di tempo che spazia dalle prime dinastie faraoniche ai testi della religione copta di età bizantina.

In numero cospicuo ci sono giunti anche i papiri arabi scritti dal 641 d. C. – anno della conquista araba dell’Egitto – fino al termine dell’utilizzazione di questo materiale nell’XI secolo. Le maggiori collezioni di rotoli egizi e arabi sono conservate al Cairo e a Vienna e sono in gran parte inedite.

I fogli scritti nelle altre lingue antiche costituiscono dei piccoli nuclei: i nubiani, redatti in una lingua di derivazione egiziana; gli aramaici, appartenenti a una colonia ebraica emigrata in Egitto, soprattutto a Elefantina, risalgono prevalentemente al V secolo a.C. Altri rotoli aramaici ed ebraici di papiro, ma anche di pergamena, sono stati rinvenuti nelle grotte di Qumrān.

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