Narrativa recensioni Recensore per un giorno

La quota d’ombra – Mario Massimo

Recensione a cura di Claudia Renzi

Il 26 giugno 1797 si celebrò a Foggia il matrimonio tra l’arciduchessa Maria Clementina figlia dell’imperatore Leopoldo II d’Asburgo Lorena già Granduca di Toscana e il principe Francesco Duca di Calabria, suo primo cugino, figlio di re Ferdinando IV di Napoli e di Maria Carolina d’Austria, sorella di Maria Antonietta e zia della sposa per parte di padre: Francesco era erede al trono sia del Regno di Napoli che di Sicilia.

Joseph Hickel – Maria Clementina d’Austria

Il loro matrimonio, sancito già nel 1791 con l’intento di rinsaldare l’alleanza politica e militare tra Napoli e Vienna, si rivelò fortunato: gli sposi avevano caratteri simili e interessi in comune, avrebbero avuto due figli – alla nascita dell’erede maschio Maria Clementina avrebbe domandato in “regalo” la liberazione di Luigia Sanfelice, nobildonna coinvolta nelle vicende della Repubblica Napoletana, che però re Ferdinando negò – si profilava insomma un futuro sereno; tuttavia l’arciduchessa morì giovanissima nel 1801 per sopraggiunte complicanze a seguito di un altro parto.

La quota d’ombra prende le mosse dalle nozze tra Maria Clementina e Francesco, celebratesi a Foggia che diventa così teatro di quella e altre vicende: i reggimenti militari addetti alla sicurezza dell’evento dovranno trovare ospitalità presso i maggiorenti della città, ed è in casa della famiglia di Don Raffale De Nitti, rinomato avvocato, che sarà alloggiato il nemmeno trentenne tenente Guglielmo Satragni, accolto con diffidenza dalla signora De Nitti e letizia invece dalle due figlie della coppia: la maggiore Irma, quasi ventenne, e la minore Ileana.

Ritratto di Francesco I delle Due Sicilie

«Da noi, qui, uno che non conosciamo?» la più giovane se ne illuminava, negli occhi, nella voce, come, ritornata bambina, di un regalo nuovo e favoloso, impensabile, «Allora succede qualcosa, finalmente!»

Irma è una ragazza più emancipata della media, colta e dal carattere fiero, che non intende sottomettersi alle imposizioni di nessun uomo che sia padre, marito o estraneo, e che troverà proprio nel nuovo arrivato, che è invece ancora alla ricerca prima di tutto di sé stesso, un amico e un complice inaspettato.

Lo sguardo incapace di sottomissione, incisivo, e come più notturno lo smalto delle pupille, all’arcuarsi ambrato di ciglia. E quella sua parlata? Precisa, nitida, mai fatua, mai tanto per dire, e, se serviva, puntuta, da urticare, quasi senza gesti delle mani a darle enfasi.
Perché Irma era sempre stata così: capace di fare anche quello che le si chiedeva; ma solo dopo aver deciso lei, e per aver capito, da sé, ciò a cui dava il suo assenso.

La Storia fa da sfondo a storie personali, minute, quali quella del legame amicale prima e affettivo poi tra Irma e Guglielmo: lo stile di Massimo è forbito, a tratti aulico, capace di incastrare in maniera credibile finzione e realtà storica minuziosamente restituita, licenziando un romanzo perfetto per chi ama il genere feuilleton.

A quel segno sobbolliva a Napoli ormai il livore della popolazione contro il sovrano, che aveva contratto non meno di sei mesi prima un ulteriore gravosissimo debito: di un milione e mezzo di ducati!
[…] E poi c’era stata la guerra, col suo inutile esito infausto, a sostegno dell’alleanza antifrancese voluta da Maria Carolina in persona, quasi a fare lei, lei sola, le vendette della sua infelice sorella minore…
Sicché tutto quanto poi si verificò d’impensato, in quello scorcio d’anno e nel nuovo, il ‘99, il re in fuga a Palermo, i patti di gennaio […] con cui i vincitori ottenevano Capua e in più, come indennità, due milioni di ducati, e l’editto in cui si proclamava la Repubblica Partenopea: uno gliommero tale di eventi, parve legittimarsi nel solo filtro del suo scriverne a lei.

L’istituzione della Repubblica Napoletana, instaurata a Napoli nel 1799, dalla vita breve e travagliata, scatenerà disordini e contrasti tali da stravolgere anche la loro neonata amicizia: Guglielmo si ritroverà senza un esercito per il quale servire, sballottato tra lacrime e sangue, restaurazione, l’Italia giacobina e napoleonica, con l’unico conforto dell’amicizia del giovane Leonello, l’ultimogenito rampollo dei marchesi di Rofrano, dal fascino ambiguo cui è legato un torbido mistero, e della corrispondenza epistolare con Irma che nel frattempo rifiuterà pretendenti in attesa del suo ritorno, combattuta nel confessare persino a sé stessa i propri sentimenti.

Vederlo, Guglielmo Satragni, al mattino di quel venerdì, nella grand’uniforme gloriosa di alamari, bottoniere, sciabola lucente al fianco, pennacchi neri in cima al tricorno con coccarda bianca e oro, e dunque non poco impacciante eppure portata da lui con una scioltezza nervosa, vedergli di quel passo scendere la scalinata di casa loro, per Irma De Nitti fu lo stesso che sentirsi aprir dentro un baratro: esaltato, di uno struggimento dolcissimo.
Non le rimaneva ormai neanche una remota possibilità d’ingannarsi sul significato di ciò che le succedeva, sul nome da dargli, a guardare in faccia […] la realtà.

Dopo molte peripezie Guglielmo tornerà da Irma carico di anni e di un inconfessabile angustiante segreto: la quota d’ombra che ciascuno porta, più o meno consapevolmente, dentro di sé.

Su loro, lungamente, s’incurvò la notte, all’infinito pullulante di stelle, sfrascante di creature a caccia di preda, satura di aromi di fecondità.

Link cartaceo: La quota d’ombra

Trama
L’onda d’urto della Rivoluzione Francese penetra in Italia, tra la fine del Secolo dei Lumi e il sorgere dell’Ottocento, per dettare le linee della nostra storia contemporanea attraverso la breve parentesi della Repubblica Napoletana. Come in tutti i grandi eventi rimangono impressi nella memoria collettiva gli eroi (e gli antieroi) e i valori per cui si vive e a volte si muore (la ragione, la colpa, il castigo). Ma chi la Storia la fa veramente sono tutti gli altri, con le loro “questioni private”, i dubbi, gli amori, le tensioni, le paure. In un romanzo storico, Mario Massimo ci racconta della relazione nient’affatto facile tra Irma, figlia di un avvocato importante di Foggia, e il bel tenente Guglielmo, le cui pulsioni sembrano rifugiarsi e perdersi nella propria personale quota d’ombra.

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