Narrativa recensioni

Nel nome del giglio – Lavinia Fonzi

Trama

1798. A Firenze un gruppo di giacobini tenta di rovesciare il Granduca di Toscana. Tra loro c’è Bianca, poetessa ingenua che sogna di trovare l’amore della sua vita.
Sedotta e abbandonata dall’affascinante Federico, si imbarca in una pericolosa missione alla volta di Parigi. Durante il viaggio incontra nuovamente il giovane, con cui sarà costretta a collaborare.
Le vicende raccontate, oltre a riavvicinare i ragazzi, porteranno all’atto finale: una congiura che mira dritta al centro del potere, Palazzo Pitti.

Recensione a cura di Maria Rita Truglio

Questo romanzo d’esordio di Lavinia Fonzi funge da mezzo di trasporto per la Firenze di fine settecento, quando nella penombra della città il fermento rivoluzionario riscaldava i cuori di chi desiderava una Toscana diversa, libera dal giogo straniero. Uomini e donne erano pronti a sacrificare la propria vita per riacquistare la libertà ed essere solo ed esclusivamente italiani; i giacobini , questo il nome affibbiatogli prendendo esempio dai loro fratelli francesi, si erano prefissi di cacciar via gli Asburgo-Lorena e rendere Firenze, e di conseguenza l’intera regione, una Repubblica. Compito certamente non facile considerando anche la totale neutralità che aveva sempre dimostrato la Toscana verso gli eventi politici europei. Nessuno quindi aveva motivo di spodestare il Granduca. Questo è il clima che ci accoglie fin dalle prime pagine; la nostra protagonista Bianca Donati, neanche ventenne, nasconde sotto la facciata di ragazza sognatrice e ingenua una tempra inaspettata, motore della trama e sviluppatrice degli eventi legati indissolubilmente alla sua vita.

La Toscana non poteva aspettare, avevano bisogno dell’aiuto dei francesi il prima possibile, era la loro unica occasione per essere finalmente liberi

Una vita fatta di dolore ma in cui la parola “arrendersi” non è contemplata. Sa che rovesciare il Granduca di Toscana Ferdinando potrebbe costarle molto ma la sua fiducia nel mondo è così alta che ingloba l’intero racconto donandogli leggerezza.

L’autrice riserva molta attenzione alla vita dei suoi personaggi senza mai perdere di vista il succo del racconto ; è proprio nel momento in cui Bianca incontra Federico che si entra al centro del vortice degli eventi. Federico che la confonde, la illude ma che alla fine la sorprende. Un personaggio che mi ha veramente infastidita inizialmente la cui metamorfosi va di pari passo coi cambiamenti che circondano la vita di Bianca. Un uomo che nella ragazza ha trovato un’ancora che gli ha permesso di trovare degli obiettivi per cui valesse la pena vivere. Ed è questo legame che permette loro di affrontare le varie difficoltà che incontreranno nel loro cammino verso il rinnovamento della loro terra.

 Il viaggio a Parigi per cercare l’aiuto dei francesi, in cui fanno capolino personaggi realmente esistiti come Paul Barras o Giuseppina Bonaparte, mette in evidenza l’altalenanza che il governo francese ebbe sul serio nei confronti della situazione italiana. Tutto questo riflesso nell’atteggiamento esitante che Barras ebbe nei confronti delle richieste di aiuto di Bianca. Probabilmente l’Italia era vista solo come terra di conquista.

A Parigi c’era stata la Rivoluzione, a Parigi c’erano gli unici uomini che avrebbero potuto aiutare i fiorentini a cambiare la loro situazione

Come già detto tutto emerge dalle esperienze dei due protagonisti che si fanno portavoce della rivoluzione le cui sequenze hanno un ritmo veloce ma non frettoloso. La prosa della Fonzi è caratterizzata da una semplicità che innesca subito curiosità; la scrittura cristallina e l’approccio diretto si snodano in una sequela di avvenimenti la cui realtà falsata è obbligatoria ai fini del racconto. La stessa autrice infatti ci tiene a sottolineare cosa sia realmente accaduto e cosa sia stato cambiato o aggiunto per agevolare la scrittura. La cospirazione a Palazzo Pitti, per esempio, non è mai esistita ma qui diventa il culmine delle azioni, il punto da cui cambia tutto. Bianca, il nostro faro in questa storia, imparerà a sue spese l’ambiguità degli affetti, la debolezza umana di fronte al dio denaro per cui molti venderebbero l’anima al diavolo. Eppure tutto ciò non scalfirà il suo essere anzi, sarà motivo di rinascita. E come fossero cosa sola anche Firenze rinascerà a vita nuova.

…il giorno dopo la Toscana poteva essere libera o ancora più schiava, tutto dipendeva dalla riuscita del loro piano

A mio parere è un romanzo che si legge con estremo piacere, il cui peso degli avvenimenti è mitigato dagli stessi protagonisti e la loro esperienza di vita personale. Un romanzo che con la sua freschezza di scrittura ci guida nella Firenze del tempo tra il David di Michelangelo stagliato contro Palazzo Vecchio o il Ponte Vecchio da cui è possibile mirare i giochi di colore che la natura regala coi tramonti e le albe; un romanzo sull’importanza degli ideali, carburanti della nostra esistenza senza i quali la nostra linfa vitale si spegnerebbe. Uno spaccato di storia che ha posto le basi per il totale cambiamento della penisola e che Lavinia Fonzi ha riadattato per portare a noi un romanzo dalla lettura scorrevole dando voce anche a personaggi che con il loro spirito hanno avuto il coraggio di cambiare il mondo o almeno parte di esso.

  • Copertina flessibile : 304 pagine
  • ISBN-10 : 8833220400
  • ISBN-13 : 978-8833220406
  • Dimensioni e/o peso : 14 x 2.4 x 21 cm
  • Editore : Bookroad (22 ottobre 2020)
  • Link d’acquisto cartaceo: Nel nome del giglio
  • Link d’acquisto e-book: Nel nome del giglio

 

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