recensioni Saggistica

Barbara. Un affare di Stato – Andrea Perego

Trama La vera storia di Barbara Campanini, ballerina, diva e contessa che riempì i teatri e le cronache mondane del Settecento. Guadagnò cifre enormi ma quando rivendicò la libertà di amare un nobiluomo, la sua determinazione diede vita a un affare di Stato che nel 1743-44 interessò Parigi, Londra, Berlino e Vienna, con Venezia al centro di un incredibile caso diplomatico. Fra scandali e successo, la sua vicenda coinvolse sovrani e ambasciatori. Fu una donna indipendente che dalla provincia italiana conquistò l’Europa, conobbe il grande amore e lo perse. La storia di Barbara viene qui raccontata per la prima volta lasciando parlare le carte e i documenti inediti, in un vero reportage giornalistico dal Settecento. Recensione a cura di Roberto Orsi Conoscete la storia di Barbara Campanini? Io ne ignoravo l’esistenza prima di leggere questo nuovo libro di Andrea Perego. La bellezza di certi testi sta nello scoprire storie dimenticate, troppo presto relegate ai margini della memoria o forse considerate di minore importanza. Le voci come quelle di Andrea Perego aiutano a riscoprirle e rendere loro giustizia. Barbara Campanini, detta anche Barberina o Barbarina, fu una danzatrice nata a Parma nel 1719 che già all’età di vent’anni debutto all’Opera di Parigi, dopo aver calcato le scene dei teatri di Torino in tenera età.
Così Prussia, Venezia, Francia, Ungheria, Re, Imperatrice, Senato, membri del Parlamento inglese e ambasciatori, e pur anco il selvaggio filosofo ginevrino entravano in un viluppo, dal quale non era facile prevedere come si sarebbe usciti, e n’era causa una danzatrice.
I contemporanei la descrissero così: “Era alta, slanciata, formosa e aveva il portamento di una deità”. Una ballerina così brava e famosa da essere desiderata da tutte le maggiori corti europee. Un affare di Stato che coinvolge principalmente Federico II di Prussia e la Repubblica di Venezia, ma “di sponda” include anche Francia e Inghilterra. Federico è un uomo audace, formidabile comandante, decisionista, determinato, così aperto da diventare uno dei sovrani più illuminati del Settecento, amante dell’arte, della musica e della pittura. Un amante della vita artistica disposto a ricoprire d’oro la Campanini per vederla danzare alla sua corte. Al tempo certi artisti regalavano grande lustro alle corti reali e i vari regnanti si contendevano i loro servigi.
In questo giro di dispacci, memoriali, informazioni e suppliche che si accavallano e corrono con le poste d’Europa, noi non conosciamo nulla di ciò che pensa e sente Barbara Campanini.
L’autore scrive un saggio biografico sulla figura di questa grande ballerina, forse adesso sconosciuta ai più, ma con una storia molto particolare che ricorda le grandi star di oggi. E lo fa tenendo la stessa protagonista in secondo piano, facendola conoscere attraverso le parole vergate su carta da parte di tutti quegli uomini che in un modo o nell’altro ebbero a che fare con lei. Una figura sfuggente di cui riusciamo a scorgere i tratti salienti di un carattere che appare tosto e determinato quando rinnega l’accordo raggiunto in precedenza con Monsieur De Chambirer, plenipotenziario del Re di Prussia a Parigi, e rifiuta il trasferimento a Berlino. Ed è proprio in questo momento, al termine del periodo di Carnevale nei teatri veneziani, che scoppia l’affare di Stato. La Barberini vuole rimanere in Italia con il suo amato Lord Mackenzie con il quale convolare a nozze e rinuncia alla lauta paga promessa da Federico II in cambio della propria libertà. Ma il matrimonio è inviso anche alla famiglia del lord inglese, una famiglia dalle nobili origini e tradizione parlamentare: l’unione con una ballerina, pur famosa come Barbara, non è onorevole. Le diplomazie dei paesi coinvolti si muovono con dispacci e lettere che fanno il giro di mezza Europa per definire la delicata questione che coinvolge la ballerina italiana. A giudicare dai ritagli di giornale, i dispacci dei vari diplomatici dei principali regni europei, e le somme di denaro in gioco nei contratti dell’artista, potremmo paragonarla a un grande calciatore di oggi, conteso dai top club del mondo. Federico II non vuole mollare la presa e come intuibile cerca di far valere la propria posizione di Re di Prussia per ottenere ciò che vuole.
Sono le mani degli uomini a decidere del suo futuro e a scrivere pagine su pagine, quelle che oggi leggiamo negli archivi e dalle quali conosciamo le sue vicende ma non i suoi pensieri. Mai o quasi mai
Ovunque si esibisca, la Barberina raccoglie consensi, infiamma gli animi di chi la osserva volteggiare sul palco. Gli elogi sono tantissimi sui giornali locali e nazionali. Un’anonima poesia che viene pubblicata in latino su un giornale tedesco di Berlino rende bene l’idea di quello che questa ballerina suscitasse in chi ne ammirava le movenze sul palco:
In te si trova la rara sfida tra arte e natura, Questa si fa apprezzare per le sue qualità, e quella per le sue. Il Frigio giudice non sa decidere a chi attribuire la palma, Ed evita anche il principio della decisione. Giunone piacque per il suo portamento, Venere per il suo aspetto, Minerva per il suo ingegno: Barbara da sola possiede tutte le singole foto delle dee.
Una poesia che non si esclude possa essere stata scritta direttamente dallo stesso Federico II all’indomani di una esibizione della Campanini a Berlino. Il lavoro di Andrea Perego è davvero encomiabile per la grande ricostruzione storica sulla base dei tanti documenti d’archivio. Una ricerca dallo stampo giornalistico scritta in modo chiaro e lineare, pur nella difficoltà di accesso e interpretazione di gran parte delle fonti originali. Un percorso di interpretazione non semplice a partire dalla differente datazione in quegli anni tra il regno d’Inghilterra e il resto d’Europa.  L’uniformità della datazione oltremanica si avrà solo nel 1752, quindi tutte le lettere e gli articoli analizzati dall’autore vanno contestualizzati nel modo corretto. Le informazioni raccolte negli archivi vengono ordinate e poste su un piano lineare per ripercorrere la parabola stellare di un’artista che da sola tenne in scacco diverse potenze europee con il rischio di un potenziale incidente diplomatico. Un plauso quindi all’autore che ha saputo riportare in auge una storia affascinante forse troppo presto dimenticata. Copertina flessibile: 152 pagine Editore: Supernova (5 maggio 2020) Lingua: Italiano ISBN-10: 8868692201 ISBN-13: 978-8868692209 Link di acquisto cartaceo: Barbara. Un affare di Stato Link di acquisto ebook: Barbara. Un affare di Stato
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