Narrativa recensioni

Il castello di spine – Luigi Nardi

Trama

Scozia, prima metà del XIV secolo. La celebre compagnia teatrale MacElvie viene invitata al castello di Dunbar, dove è stata convocata la nobiltà del regno, per allestire uno spettacolo.

La riunione indetta dal guardiano di Scozia, sir Thomas Randolph, è apparentemente un’occasione per festeggiare il compleanno della figlia, lady Agnes, ma nasconde un secondo scopo: screditare pubblicamente Edward Balliol, pretendente al trono di Scozia sostenuto dal re d’Inghilterra, a vantaggio del legittimo erede, David Bruce. Sir Thomas e i suoi familiari architettano l’assassinio di Arthur, uno dei figli di Reeford MacElvie, e incolpano i diseredati di Balliol per accattivarsi l’appoggio delle fazioni più influenti.

Il successo del piano scatena il conflitto che passerà alla storia come la Seconda guerra di indipendenza scozzese, e che vedrà impegnati da un lato i lealisti di Bruce e dall’altro i diseredati di Balliol e gli inglesi. Mentre i componenti della sua famiglia vengono ingannati, sfruttati e perseguitati dai comandanti dei due schieramenti, dalla forza della piccola Ciarda MacElvie dipende gran parte dei destini del regno di Scozia.

Recensione a cura di Flavia Zaggia

È difficile scrivere un romanzo storico. Ce ne sono molti, ma spesso leggendoli si ha l’impressione che manchi qualcosa, che l’autore abbia tralasciato dei particolari o abbia usato un linguaggio sbagliato o, peggio ancora, che si tratti in fondo di un romanzo di fantasia con solo alcuni cenni storici buttati qui e la  alla rinfusa. Vi dico subito che non è questo il caso. Il castello di spine è assolutamente un romanzo storico sotto tutti i punti di vista. Non c’è dubbio.

L’ambientazione è perfetta, d’altronde la Scozia è una terra che già di suo ci riporta alla Storia (quella con la S maiuscola). È una terra con paesaggi naturali meravigliosi  e centinaia di castelli perfettamente conservati in cui sono stati ambientati grandi film e serie tv e, se da una parte questo aiuta l’immaginazione del lettore durante la lettura e la conseguente immedesimazione nella storia, da un altro lato avrebbe potuto essere un elemento negativo perché riporta la mente a vicende già viste e riviste sugli schermi.

….e nove giorni dopo la partenza raggiunsero Dunbar. La città si trovava sulla costa e il suo castello era arroccato su una grande rupe a strapiombo sul mare. Percorsero una strada affacciata sugli scogli che culminava sull’entrata della fortezza, si presentarono ai cancelli e ottennero il permesso di oltrepassarli…..

La bravura di Luigi Nardi sta proprio in questo, avere scritto un libro in cui pagina dopo pagina le descrizioni si alternano alle battaglie e i momenti di pace lasciano il posto a furiosi scontri corpo a corpo, in cui il lettore aspetta il colpo di scena, il capovolgimento di fronte, il messaggio che cambierà le sorti della guerra.

Con indosso un sorcotto di un anonimo verde scuro, senza alcuna effige, il cavaliere proseguì sulla vallata e rallentò l’andatura alla periferia di Berwick. Sfilò accanto ai mulini e alle stalle. Al posto della lunga spada aveva un pugnale nascosto sotto la stoffa. Perfino le briglie del suo stallone erano di cuoio malridotto. Addentrandosi nell’abitato, appariva proprio come un comune viaggiatore.

Perfettamente descritti nelle loro mille sfumature i tanti personaggi realmente esistiti (Thomas Randolph primo Conte di Moray, Edoardo Balliol pretendente al trono di Scozia, Enrico di Beaumont, Agnes Randolph contessa di Dunbar e figlia di Thomas, Robert Bruce re di Scozia e davvero molti altri) che intrecciano le loro vicende tra odio e complotti, alleanze e amori, ma ancor più straordinario lo spessore dato ai personaggi “immaginari” che si muovono, parlano e agiscono nella storia in modo così naturale che confesso di avere fatto spesso fatica a capire se i protagonisti appartenessero alla realtà storica o alla fantasia.

Le qualità di Ciarda si erano manifestate in fretta. L’aria buona dell’Argyll e l’acqua di Craignish le avevano nutrito il fisico e le avevano scolpito addosso le forme di una donna, ancor prima che fossero gli anni a farlo. Respirare a pieno petto il vento aveva lavorato sul minuscolo seno, nuotare nelle gelide correnti del lago aveva ampliato i suoi fianchi e i suoi muscoli e, come ogni altro fanciullo del villaggio, anche Ciarda era sbocciata velocemente.

Questo libro è frutto di grande passione e segno di un profondo lavoro di studio e di documentazione per ricreare un periodo storico così complesso. È scritto benissimo, è scorrevole, è appassionante e coinvolgente che mi porterà a leggere anche gli altri romanzi dello stesso autore. Permettetemi infine di fare un complimento alla casa editrice Leone editore che ha pubblicato questo libro. La copertina è flessibile ma consistente, la copertina è lucida e molto bella davvero. All’interno il testo è chiaro, il carattere non è troppo piccolo e quindi adatto ad essere letto anche da chi qualche problemino potrebbe averlo magari solo per un fatto legato all’età e la rilegatura è resistente “a prova di borsa” e anche questo non è da sottovalutare per chi come me viaggia in treno e un po’ i libri li strapazza. Un libro da leggere.

Copertina flessibile:390 pagine

Editore:Leone (30 novembre 2017)

Collana:Orme

Lingua:Italiano

ISBN-10:8863934290

ISBN-13:978-8863934298

Link d’acquisto volume cartaceo: Il castello di spine

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