TramaFrancia, 1326. Rémy Cover, un fanciullo che abita nel villaggio di Saint Gilles, ruba dalla chiesa locale una preziosa reliquia: un frammento della Vera Croce, donato alla comunità da Elie de Charnay, il Gran Maestro dell’ordine dei templari. Convinto di essere destinato da Dio a possederlo, Rémy sviluppa un attaccamento ossessivo al crocifisso di legno, e inizia a considerarsi alla stregua di un nuovo Messia. Ma la Chiesa, l’Inquisizione e i templari sono sulle sue tracce: Rémy dovrà darsi alla macchia, rinuncerà alla possibilità dell’amore e nella sua fuga si affiderà soltanto alla propria astuzia e alla protezione della reliquia.
Recensione a cura di Roberto OrsiLuigi Nardi con il suo libro “Il quarto di croce” ci offre un bellissimo romanzo di formazione ambientato in Francia ai tempi della cattività avignonese, in quel periodo in cui la sede del papato era stata trasferita da Roma alla città del sud della Francia.
Avignone, ancora oggi incantevole con il Palazzo dei Papi rimasto quale simbolo di quel periodo, decretato monumento storico di Francia dal 1840 e Patrimonio mondiale dell’umanità dal 1995. Un’opera monumentale che consumò gran parte delle entrate del papato durante la sua costruzione.
Rémy Cover è un giovane abitante di Saint Gilles, un villaggio nella campagna attorno ad Avignone, che assiste colei che lo ha allevato fin da piccolo, Ginette, in cambio di un piatto caldo e un comodo giaciglio per la notte. Fin dalle prime battute è chiaro che a Rémy la vita del villaggio va stretta e l’improvviso dono di una sacra reliquia da parte del cavaliere templare Elie de Charnay… un attimo, fermi tutti! Un cavaliere templare nel 1326? Già, proprio così, un discendente dell’Ordine, dopo l’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay condannato al rogo nel 1314. Un personaggio inserito dall’autore in questa storia sulla base dell’esistenza della Charta Larménius o Charta Transmissionis (considerata, solo per diritto di cronaca, un falso dalla maggior parte degli storici) di cui vi invito a cercare notizie. Questo è stato per me un bellissimo approfondimento che suggerisco a tutti gli appassionati. Si sa che attorno all’Ordine dei Cavalieri Templari i misteri sono infiniti e le moltissime teorie sulla loro fine, molto affascinanti.
Ma torniamo a noi, cosa stavo dicendo? Ah sì, Elie De Charnay il Gran Maestro Templare, dona la reliquia al villaggio di Saint Gilles, a cui è legato nel profondo. La vita di Rémy verrà sconvolta nel profondo, anche se non da subito…
“Una croce di legno” aveva puntualizzato Padre Simon. Nelle sue mani, il crocifisso liberato dai panni non splendeva nemmeno alla luce delle candele, segno che il legno di cui era fatto peccava pesino di lindore. Era così piccolo da poter essere contenuto nel palmo senza che i bracci incrociati ne superassero il contorno. Il suo riflesso era opaco, e si sarebbe potuto ipotizzare fosse sporco e vecchio; la linearità delle forme si frantumava in diversi punti con evidenti incrinature e il suo colore bruno era modesto. A Rémy non era piaciuto affatto.
Il piccolo crocifisso, ricavato dal legno della vera croce di Gesù Cristo, è un toccasana per tutto il villaggio che da lì a poco tempo si ritrova al centro dell’attenzione, meta di pellegrinaggi e donazioni da parte di fedeli disposti a tutto per una minima grazia ricevuta.
In poche settimane per Rémy la reliquia diventa un’ossessione, un pensiero costante, notte e giorno.
Dal giorno in cui la reliquia era stata presentata per la prima volta e collocata nello scrigno di vetro che al termine della messa veniva sistematicamente rinchiuso in qualche posto sicuro in sagrestia, lui aveva cominciato a essere tormentato dal crocifisso.
Rémy provava un senso di impotenza dinanzi alla teca sacrale, una sorta di malessere per non poter toccare la croce e stringerla al petto. Ardeva dalla voglia di sentirla sua.
Appena si presenta l’occasione, il ragazzo non si lascia sfuggire la possibilità di impossessarsi della reliquia. E da quel momento non sarà più lo stesso.
A far da sfondo, la Guerra dei cent’anni tra i regni rivali di Francia e Inghilterra che mette a dura prova gli abitanti di Saint Gilles, già sfibrati dagli attacchi di lupi selvaggi che vivono nelle foreste dei dintorni.
E proprio per sfuggire ai soldati inglesi che hanno messo a ferro e fuoco il villaggio, Rémy cambia vita, con alcuni ragazzi sopravvissuti all’attacco. Qui inizia una seconda parte del libro che ho trovato molto dinamica e travolgente. Rémy in certi momenti mi ha riportato alla mente Gollum de “Il signore degli anelli” (ricordate “il mio tessssoroooo”?). L’atteggiamento strafottente, sprezzante e arrogante di chi crede di esser invincibile, perché protetto da qualcosa di soprannaturale. Quel Dio che lo ha scelto, inviandogli la reliquia in dono, una croce che avrebbe sempre dovuto appartenere a lui e a nessun altro.
Una convinzione che poco a poco gli metterà contro i tanti personaggi che ha incrociato sul suo cammino.
Le parole che gli vengono rivolte da Marguerite, una delle ragazze che con lui sfugge all’attacco degli inglesi, sono emblematiche del personaggio:
“Non hai agito mai in buona fede, tu. Sempre e solo per te stesso, sempre e solo per la tua croce. E, alla fine, le tue maledette azioni ci hanno fatto morire. Chi ha il coraggio di capirti?”
L’autore rapisce la mente del lettore, soprattutto nella seconda parte del libro, che conta un totale di 536 pagine, mantenendo sempre al centro l’azione e la dinamicità degli eventi con diversi di colpi di scena fino all’ultima pagina. Una menzione particolare per il finale, che ovviamente non svelerò: raramente mi capita di trovare quanto Luigi Nardi è riuscito a portare nel suo libro. Le ultime due parole del testo, ti arrivano come un fulmine a ciel sereno. Con quelle due sole parole, l’autore cambia il finale della storia e tu lettore con un sorriso stampato sul volto ti ritrovi a pensare “caro Nardi, me l’hai davvero fatta”. Una pratica dimostrazione di come sia bella e potenzialmente infinita la possibilità di giocare con i vocaboli, proprio come con gli effetti speciali al cinema, ma con un rapporto costi/benefici senza dubbio diverso e a favore della carta stampata.
Copertina flessibile: 536 pagine
Editore: Leone (12 novembre 2015)
Collana: Orme
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8863932611
ISBN-13: 978-8863932614
Link d’acquisto volume cartaceo:Il quarto di croceLink d’acquisto e-book:Il quarto di croce
Tutto pare scorrere tranquillo per l’avvocato Ettore Casciola, quando la misteriosa morte del suo collega Leone Cesari, proprietario del noto Studio L.E.O., giunge a scuotere le fondamenta della sua ordinaria esistenza. All’apertura del testamento, Casciola scoprirà che l’amico gli ha lasciato in eredità una lettera contenente un messaggio incomprensibile fatto di simboli e frasi in latino…
È un modo di dire molto usato col quale intendiamo “fare un gran fracasso, confusione” ma soprattutto definiamo qualcuno che sta facendo confusione, reagendo in modo violento, o che si sta dando molto da fare per raggiungere un obiettivo. ma perché il diavolo? E perché a quattro?