Narrativa recensioni

Nero rosso di donna. L’ambiguità della femminilità – Emma Fenu

Trama Maria Maddalena è senza dubbio una figura storica ma, da due millenni, ci sfugge una sua identificazione precisa: la circonda un alone di mistero, di proibito e di ambiguo, che le conferisce un fascino inquietante e irresistibile. La Santa è un enigma arcaico e, al contempo, sempre nuovo. Il saggio è incentrato sull’analisi, nel lasso temporale che intercorre fra Medioevo e Rinascimento, del nascere e dello svilupparsi del mito di Maria Maddalena, del diffondersi capillare della sua devozione e del conseguente riflesso sulle arti figurative. L’autrice si sofferma sugli attributi iconografici, la lunga chioma e la veste rossa in primis, che caratterizzano la figura della Santa: espressione delle paure inconsce degli uomini, impegnati nel tentativo di risolvere l’enigma del femminile attraverso il ricorso a stereotipi sessisti. Ogni epoca ha una sua lettura interpretativa di Maria Maddalena, ossia della Donna-Dea. Recensione a cura di Silvia Lorusso Del Linz La donna assemblata e smembrata. La “questione delle tre Marie” “Omne trinum est perfectum.” Sentenza medievale Il culto di Maria Maddalena conobbe il suo momento di massimo splendore durante l’epoca medioevale. La figura della Santa, nelle sue peculiarità, è il risultato dell’arbitraria fusione di tre personaggi femminili, collegati, in realtà, solo da esili ponti: Maria di Magdala, Maria di Betania e un’anonima peccatrice. Fu Papa Gregorio Magno, nel VI secolo, a sanzionare tale unione delle tre Marie dei Vangeli in una sola…” Il mese scorso, il 3 giugno, la Congregazione per il Culto Divino ha pubblicato un decreto con il quale, «per espresso desiderio di papa Francesco», la celebrazione di Santa Maria Maddalena, che era memoria obbligatoria, viene elevata al grado di festa. Il Papa ha deciso in questi termini «per significare la rilevanza di questa donna che mostrò un grande amore a Cristo e fu da Cristo tanto amata», ha spiegato il segretario del Dicastero, l’arcivescovo Arthur Roche. La figura di Maria Maddalena, che Tommaso d’Aquino definì «apostola degli apostoli», ha attraversato i millenni, giungendo fino a noi, racchiudendo in sé gli aspetti ambivalenti che ne hanno strutturato il mito, in bilico fra la Peccatrice redenta, e la Santa che rivela la Resurrezione del Cristo. Ma chi era Maria Maddalena? Forse, la peccatrice che con il suo riscatto si colloca fra la distruttiva Eva, colei che si macchiò del peccato originale, e l’immacolata Maria, la Madre di Gesù; oppure colei che raccoglie in sé le peculiarità di tutte e tre le figure della cristianità. Maria Maddalena rappresenta l’emblema della femminilità, l’unione del sacro con il profano, in un processo evocativo che ha affascinato teologi, filosofi, pittori e scultori di ogni epoca. Nel suo saggio, Emma Fenu ci trasporta attraverso una mirabile ricerca teologica, filosofica e iconografica, tracciando il percorso storico di una donna che travalica il Mito, rivelando le forzature operate dalla misoginia maschile al fine di relegare a un ruolo secondario Maria Maddalena, e le altre figure femminili in genere. A nulla valse l’atteggiamento di riscatto verso le donne da parte della figura di Gesù Cristo, che con il suo operato e con il suo messaggio mostrava quale fosse stato il recupero che egli aveva compiuto di funzioni, ruoli e immagine delle donne in conflitto con il mondo e con la cultura ebraica del tempo. Gesù accolse le donne, parlando e insegnando loro; la stessa Maria Maddalena raccoglieva attorno a sé delle seguaci. Ma gli spazi aperti dal magistero di Cristo verranno in seguito messi discussione dalla Chiesa, fino ad essere negati del tutto. Ed è in questo contesto che il ruolo di Maria Maddalena è stato ridotto e marginalizzato per rafforzare il potere maschile, e soprattutto per precludere ogni riferimento alla possibilità di un sacerdozio femminile.
“Maria si traduce in amaro, o illuminatrice o illuminata. Attraverso questo si comprendono le tre parti miglior che essa scelse per sé, cioè la parte della penitenza, la parte della contemplazione interna e la parte della gloria celeste. (..) Maddalena suona anche come manens rea, cioè che rimane colpevole, oppure Maddalena vuol dire difesa o magnifica, e con questo si vuol significare quale essa fu prima della conversione, durante la conversione e dopo la conversione: infatti prima della conversione rimase colpevole per quel che riguarda la pena eterna; durante la conversione restò difesa, o piuttosto invitta, grazie all’armatura della penitenza (…); dopo la conversone u magnifica per sovrabbondanza di grazia: dove abbonante era stato il peccato, sovrabbondante fu la grazia”. Jacopo Da Varazze, legenda Aurea XIII secolo
“Nero rosso di donna” offre un ventaglio di possibilità sui significati legati alla figura di Maria Maddalena collegati alla simbologia e alla drammatizzazione cattolica, che ha ritagliato sulla parabola della Peccatrice penitente il messaggio di assoluzione dei peccati, e al contempo approfondisce le tematiche connesse all’ambiguità della femminilità in un percorso analitico sulle paure dell’immaginario maschile. Il De dignitate homins, scritto nel 1486 da Giovanni Pico della Mirandola, invitava i maschi a godere della libertà poiché Dio aveva rivolto solo ad Adamo le parole in base alle quali l’uomo è artefice del proprio destino. La libertà espressa nella figura di Maria Maddalena, associata all’intrinseca femminilità esibita nei dipinti medievali e rinascimentali, la colloca al di là del tempo e dello spazio, in un’allegoria che incarna l’essenza femminile. Emma Fenu ridisegna i contorni della storia, offrendo al lettore un saggio ricco di forza e attrattiva, proiettato al superamento dei modelli maschili e femminili legati alla paura e alla soggezione, in un registro narrativo erudito ma accessibile, che guarda al futuro in un’ottica di speranza. Formato: Formato Kindle Dimensioni file: 911 KB Editore: Milena Edizioni (19 marzo 2018) Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l. Lingua: Italiano ASIN: B07BJNN4KP Link d’acquisto: Nero rosso di donna: L’ambiguità della femminilità
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