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IL Matematico che sfidò Roma-Francesco Grasso

Trama: Narrando della sfida che oppose Roma a Cartagine, la Storia tende a trascurare il ruolo di una terza città, prospera almeno quanto l’Urbe, forse persino superiore per retaggio e cultura. Si tratta di Siracusa, perla della Magna Grecia, faro di civiltà e potenza militare che si ritrovò – purtroppo per lei – alleata di Annibale nel momento sbagliato. Una scelta che Roma non perdonò. Soverchiata in uomini e armamenti, Siracusa resistette all’assedio delle legioni e della flotta romana per due anni, dal 214 al 212 a.C., soprattutto grazie alle rutilanti invenzioni di Archimede, uno dei più geniali scienziati di ogni tempo. Un’epopea narrata in questo romanzo. Recensione a cura di Mariella Terra Mentre Cicerone si trova in Sicilia come questore nel 676 (ab Urbe condita– 74 a.C.) si reca con la moglie in visita a Siracusa con il preciso intento di ritrovare la tomba del grande matematico Archimede, vissuto per lungo tempo nella città siciliana durante la tirannide di Gerone II. La ricerca ha qualcosa di singolare perché, come dice lo stesso Cicerone si tratta di rendere onore ad uno dei più grandi avversari di Roma :“Per accedere all’immortalità non basta compiere grandi imprese: occorre che qualcuno le narri ai posteri.” Questo è il compito che si prefigge il grande oratore romano, al quale dobbiamo proprio la scoperta della presunta della tomba di Archimede, così come lui stesso racconta nelle “Tuscolanae disputationes”; questo è il compito che si era prefisso nel 212 il protagonista e narratore della storia Dinostrato, il fedele servitore di Archimede, quando chiese al console Marco Claudio Marcello, al termine dell’assedio romano, di poter rendere omaggio alle spoglie del suo maestro, ucciso in circostanze mai appurate. Il libro prende le mosse proprio dal racconto fatto a Marco Claudio Marcello da Dinostrato, comprato come schiavo da Teonia, sorella di Archimede. Di umilissime origini, nato nelle Latomie, Dinostrato si occuperà di Archimede fino alla sua morte. Prima accompagnandolo nelle sue passeggiate, curando il suo abbigliamento e i suoi pasti, poi diventando il suo fedele discepolo. Archimede, grande amico di Gerone II (alcuni ritengono che fossero parenti), si dedica ai suoi studi e nel frattempo risolve spesso alcuni problemi pratici del sovrano, inventando ad esempio un marchingegno per sollevare senza sforzo una nave immensa (da qui deriverebbe la celebre frase “datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo!”),oppure il planetario che, sempre secondo Cicerone, fu riportato a Roma proprio dal console Marcello. Dinostrato racconta di come Archimede sia riuscito ad aiutare, con le sue invenzioni, i siracusani per i due anni dell’assedio, che i Romani avevano, posto alla città, Morto Gerone II, che aveva stretto un trattato di pace con Roma, il nipote Geronimo e gli aristocratici rifiutano di allearsi con Roma nella guerra contro Cartagine. Roma non può sopportare questo affronto, soprattutto considerando la particolare situazione con Cartagine, e per Siracusa non ci sarà scampo. Vicende familiari si intrecciano con la Storia nel romanzo. Dinostrato narra dei suoi rapporti con il fratello, dei suoi amori, del rapporto tra Archimede e la sorella Teonia, Sullo sfondo troviamo poi il personaggio di Peristione, giovane vanesio nipote di Archimede, al quale viene attribuito il tradimento che avrebbe consentito ai romani di occupare la città. Affascina la descrizione di Archimede, genio svampito capace di girare nudo per la città, di cibarsi di poche cose dolci, di piangere come un bambino alla morte del suo gatto, riportato dal suo viaggio in Egitto. Appassionato cultore della matematica e della fisica intreccia corrispondenze private con i grandi pensatori del suo tempo, dimenticandosi di mangiare e di dormire, si occupa del suo giovane discepolo rafforzando in lui l’interesse per la curiosità e per il ragionamento. Ma l’aspetto più interessante, a mio personale avviso, riguarda le riflessioni di Archimede sull’atteggiamento dei sacerdoti e degli aristocratici rispetto alle sue scoperte e alle sue intuizioni. Custodi della tradizione rifiutano tutto ciò che, basato sulla ragione, rischia di metterla in discussione e di conseguenza di incrinare il loro potere. Le masse vanno tenute all’oscuro, va loro interdetta la conoscenza e l’analisi dei fatti concreti e questa considerazione risulta di terribile attualità ancora oggi. Archimede non vuole arrendersi a questa evidenza ed arriva, per amore del sapere ad usare stratagemmi per aggirare questo sciocco tradizionalismo. Consiglio questo libro a chi voglia riscoprire un personaggio al quale dobbiamo tanto in termini di scoperte e conoscenze. Un testo scorrevole e nello stesso tempo fedele ai fatti storici e alla tradizione letteraria. Rimane in ombra l’aspetto del giallo in quanto prevale la narrazione storica. Ma questo non inficia la lettura che risulta molto piacevole. Copertina flessibile: 186 pagine Editore: 0111edizioni; 1 edizione (25 luglio 2014) Collana: LaGialla Lingua: Italiano ISBN-10: 8863077290 ISBN-13: 978-8863077292 Link d’acquisto: Il matematico che sfido’ Roma
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