Piganino e katzenklavier, sono i nomi degli organi più sadici inventati dall’uomo, strumenti che facevano suonare maiali e gatti.
Non ci credete? Ebbene, ve li raccontiamo noi.
Iniziamo col dire che nella Storia la pratica, sadica e assai poco rispettosa, di usare animali per il divertimento degli esseri umani era abbastanza diffusa nell’Europa tra il 1000 e il 1400, basti pensare ai serragli o alle reali esibizioni di animali, con scimmie giocoliere, orsi parlanti e galli danzanti su trampoli.
E qualcuno pensò bene di usare gli animali anche per produrre musica.
Il piganino o pigano creava musica usando i versi di una selezione di maiali vivi, scelti con cura.
Fu creato dall’abate di Baigné – famoso per inventare strumenti musicali strani – per il sovrano di Francia, Luigi XI di Francia.
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Sfidato dal re – che secondo di alcune fonti era solito far danzare e cantare attori vestiti da maiali – a costruire uno strumento che sfruttasse la natura musicale dei maiali, l’abate riunì dietro un tenda 32 suini diversi, per età e dimensioni; realizzò una tastiera che era collegata a spilloni destinati a pungere le schiene dei suini. Premendo un tasto, i poveri maiali venivano pungolati e generavano così “musica” dalla paura, dai grugniti e dai versi provocati dal dolore.
Tutto questo per la gioia del re. Perché il re gradì molto lo spettacolo e l’ingegnosità dell’abate
La storia dell’origine del piganino è contenuta in un manuale del 1678, The Wonders of the Little World di Nathaniel Wanley, ma l’esperimento dello strumento così sadico fu ripreso anche dopo. È del 1839 il porcoforte, un’invenzione di un americano di Cincinnati: simile a un pianoforte nella parte frontale, battendo i tasti si tiravano le code dei maialini sul lato opposto. I loro grugniti erano “musica”.
Un altro strumento musicale che utilizzava animali vivi era il katzenklavier – o cato. Lo menziona Athanasius Kircher nel Musurgia Universalis, un compendio musicale del 1650, definendo questo organo a gatto come una creazione per “sollevare gli animi di un principe italiano gravato dalle preoccupazioni della sua posizione”. Il concetto era praticamente identico a quello del piganino: una tastiera con otto gatti in gabbia con la coda tirata e, alla pressione di un tasto, punta con un chiodo per produrre “una melodia di miagolii”.
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Alcuni credono che l’organo con gatti sia un semplice mito, anche se riportato anche in una testimonianza dello storico Juan Calvete de Estrella, ma è più probabile che il pianoforte a gatti sia stata una semplice invenzione letteraria: fu descritto dallo scrittore francese Jean-Baptiste Weckerlin nel suo libro Musiciana, extraits d’ouvrages rare ou bizarre
«Quando il regnante spagnolo Filippo II soggiornava a Bruxelles nel 1549 per visitare il padre Carlo V vide un corteo del tutto singolare. […] L’oggetto più curioso era tuttavia un carro che trasportava uno strumento capace di produrre la musica più particolare che si possa immaginare. A suonare l’organo era un orso. Lo strumento, al posto delle canne, presentava sedici gatti costretti in sedici gabbie. Le code dei felini erano poste al di sotto del pianoforte: una volta premuto un tasto, la coda corrispondente veniva tirata, il che avrebbe fatto deplorevolmente miagolare i felini. Lo storico Juan Christoval Calvete osservò che i gatti erano disposti in modo da produrre una successione di note dell’ottava… (cromaticamente, suppongo).»