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Storia dell’Irlanda

A cura di Sara Valentino Il Medioevo irlandese è il periodo che si estende dalla conversione dell’isola al Cristianesimo fino alla conquista dei Tudor di fine Quattrocento. È un lungo lasso di tempo divisibile in tre grossi tronconi, ovvero l’opera di conversione cristiana tra il 400 e l’800 d.C., il periodo delle invasioni vichinghe terminato con nel 1100 ed il terzo ed ultimo caratterizzato dall’inizio dell’influenza normanna. La civiltà irlandese si affacciò sulla storia europea a partire dal V secolo, quando il continente vide crollare il secolare Impero Romano. Gli antichi romani non avevano considerato l’Irlanda degna delle loro attenzioni, ed essa fu “conquistata” in modo assolutamente pacifico dal Cristianesimo, che seppe sviluppare tutte le potenzialità dell’antica cultura celtica, dando vita alla mirabile civiltà irlandese medievale, una civiltà di monasteri, di castelli, di villaggi ove fioriva la vita dei clan. L’Irlanda fu la prima area occidentale esterna all’Impero romano nella quale venne adottato il monachesimo, in una forma strettamente collegata alle tradizionali relazioni di clan.
La diffusione del Cristianesimo nell’isola era avvenuta nel corso del V secolo, principalmente ad opera di san Patrizio (431-432), su incarico di papa Celestino I. Secondo alcune tradizioni, tuttavia, san Patrizio sarebbe stato preceduto da un san Palladio, primo vescovo degli Irlandesi I monaci irlandesi presto divennero grandi studiosi ed esperti di latino. La cultura e la fede cristiana resistevano all’interno dei monasteri durante il Medioevo, mentre il resto dell’Europa era sconvolto dalle devastazioni delle invasioni barbariche perpetrate da popoli per lo più pagani o ariani che spazzarono via la cultura e la fede cristiana. Questo periodo prospero fu bruscamente interrotto dalle invasioni vichinghe a partire dal IX secolo, con ondate di scorribande che partivano dall’Antrim o dall’Irlanda occidentale e si estendevano a tutta l’isola comportando saccheggi sistematici ai villaggi e soprattutto ai monasteri, dei quali oggi rimangono numerose rovine. Sempre a causa del fatto che non esisteva un’unità d’intenti tra i grandi signori Gaèli, gli Anglo-Normanni non fecero nessuna fatica a conquistare l’isola. Nel 1066 i Normanni guidati da Guglielmo il Conquistatore invasero e conquistarono l’Inghilterra. Si trattava di ex vichinghi che si erano stabiliti nella Francia settentrionale 150 anni prima ed erano scesi a patti con il re di Francia, adottando la lingua, la religione e la tecnologia militare locale. Non si interessarono subito all’Irlanda, ma era solo questione di tempo e vi giunsero su richiesta di un capo irlandese. Il re del Leinster, Dermot MacMurrough, e il re del Connaught, Tiernan O’ Rourke, erano ostinati rivali. I loro rapporti non migliorarono certo quando nel 1152 MacMurrough rapì la moglie di O’ Rourke(in realtà pare che ella se ne fosse andata di propria volontà). O’ Rourke sconfisse MacMurrough, il quale nel 1166 fuggì all’estero in cerca di alleati stranieri. Dopo aver discusso il suo caso in Francia, MacMurrough fu ricevuto dall’astuto Enrico II d’Inghilterra, il quale aveva troppe cose cui pensare per lasciarsi coinvolgere nella vicenda, ma incoraggiò MacMurrough a cercare aiuto presso i suoi sudditi. MacMurrough andò nel Galles e qui incontrò Richard FitzGilbert de Clare, conte di Pembroke, meglio noto con il nome di Strongbow (‘arco forte’), il quale accettò di radunare un esercito da inviare in Irlanda. In cambio chiese in sposa la figlia di MacMurrough e pretese di ereditare il regno del Leinster dopo la morte di MacMurrough, il quale acconsentì. Questi eventi prepararono 800 anni di dominio inglese in Irlanda. Nel maggio del 1169 le prime forze normanne arrivarono a Bannow Bay, Wexford Co. MacMurrough si unì ad esse e conquistò con facilità Wexford e Dublino. Nel 1170 a Bannow Bay giunse un altro gruppo di normanni guidati dal luogotenente di Strongbow, Raymond le Gros, che sconfisse le forze irlandesi e vichinghe a Baginbun Head, nella penisola di Hook. Nell’agosto del 1170 arrivò Strongbow in persona, che con le Gros conquistò Waterford dopo una feroce battaglia. Alcuni giorni dopo MacMurrough giunse e consegnò la figlia Aoife a Strongbow. Dopo la morte di MacMurrough, avvenuta l’anno seguente, Strongbow fece in modo di consolidare la sua nuova posizione di re nel Leinster. Nel frattempo in Inghilterra Enrico II assisteva agli eventi irlandesi con crescente disagio: nel 1154 era stato riconosciuto dal Papa come Signore d’Irlanda e dunque Strongbow era tecnicamente un suo suddito. Tuttavia l’indipendenza del nuovo re irlandese lo preoccupava. Nel 1171 Enrico II salpò con un’enorme forza navale e sbarcò a Waterford, che fu nominata città reale. Sembrava avere assunto il controllo della situazione, ma in realtà i nuovi signori normanni facevano praticamente ciò che volevano. Come i vichinghi in precedenza, anche gli invasori anglo-normanni si insediarono e furono assorbiti nel tessuto sociale. Baroni come de Courcy e de Lacy crearono basi di potere molto simili ai regni irlandesi originari e indipendenti dall’autorità del re inglese. Nel 1250 gli Anglo-Normanni occuparono l’intera isola, sempre a eccezione dell’Ulster creando così una grande novità: un governo centrale. Ciò nonostante, questa dominazione non fu mai consolidata, vista la scarsità dei mezzi. Anziché contrapporsi agli Anglo-Normanni militarmente, gli Irlandesi, come nel caso degli Scandinavi, li assimilarono, nonostante le sfuriate di Edoardo III nel 1366 ( anno in cui la corona inglese varò gli Statuti di Kilkenny, che proibivano i matrimoni misti e l’uso della lingua e delle usanze irlandesi) e di Riccardo II nel 1394. Alla fine del XIV secolo, era tutto da rifare! L’influenza dell’Inghilterra si limitava al Pale (la pianura intorno a Dublino): il resto del paese si divideva tra grandi famiglie gaeliche e anglo-irlandesi (i conti). La conquista definitiva dell’Isola si realizzò nel XVI secolo sotto il regno di Elisabetta I, che impose la religione anglicana all’Isola dello Smeraldo, la cui popolazione era prevalentemente cattolica. Gli Irlandesi di ribellarono ripetutamente, ma gli Inglesi repressero ogni sollevazione completando il processo di colonizzazione con Oliver Cromwell (1650-51). Nel XVIII secolo la situazione di totale miseria dei contadini cattolici veniva realisticamente denunciata da Jonathan Swift.
Nel XIX secolo la carestia dovuta al crollo della coltivazione delle patate portò l’Irlanda alla tragedia umanitaria: nel 1840 la carestia mieteva un milione di vittime tra la popolazione irlandese mentre un altro milione di irlandesi migrava negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna. La questione irlandese cominciò ad imporsi all’attenzione parlamentare in Inghilterra tra il 1870 e il 1881, grazie agli interventi animati di Charles Stewart Parnell che caldeggiava l’indipendenza e l’autogoverno dell’isola. Parnell convinse il primo ministro Gladstone di proporre il famoso Bill for Home Rule del 1886, tuttavia il Bill venne respinto e una violenta opposizione al governo inglese infiammò l’Irlanda: l’opposizione si organizzò nel movimento Sinn Féin (‘noi stessi’ in Gealico) che divenne un partito politico nel 1906. Solo nel 1914 l’Home Rule Bill venne approvato dal Parlamento Inglese per essere subito sospeso a causa della guerra. I separatisti avanzarono proteste e richieste non soddisfatti di alcuni termini del patto di auto-determinazione politica dell’Irlanda. Una importante rivolta scoppiò a Dublino il Lunedì di Pasqua, Easter Monday, del 1916, la famosa sollevazione di Pasqua, che si rivelò fallimentare con la drammatica condanna a morte di tutti i leader. A seguito del fallimento della rivoluzione lo Sinn Féin istituì un esercito, l’IRA (Irish Republican Army).
Nel 1918 nonstante il Bill fosse formalmente restituito e confermato le tensioni continuarono tra i Cattolici che chiedevano l’indipendenza e i Protestanti che volevano mantenere saldi i legami con l’Inghilterra. La questione giunse ad una risoluzione politica con il Trattato del 1921, che stabiliva lo Stato Libero d’Irlanda sull’isola esclusa una ragione settentrionale dell’isola a prevalenza protestante. Nel 1922 esplosero nuove violente tensioni per arrivare alla definitiva rinascita del libero Stato d’Irlanda, l’Eire, con capitale a Dublino: tuttavia la sovranità completa sarà concessa solo nel 1949, dopo il secondo conflitto mondiale, mentre il Nord rimaneva inglese, l’Ulster, con capitale a Belfast, rimase parte del Regno Unito. Negli anni Sessanta ulteriori tensioni esplosero nell’Ulster dove le minoranze cattoliche oppresse iniziarono una campagna per i diritti civili che degenerò in episodi di guerriglia tra cattolici e protestanti, in scontri che la stampa internazionale dell’epoca conosceva come i Troubles. Il rappresentante politico protestante Ian Paisley fondò l’UVF (Ulster Volunteer Force) per contrastare militarmente le azioni dell’IRA. Tra i tanti episodi di sangue degli anni sessanta il più feroce fu forse la Battaglia di Bogside, un distretto di Londonderry, nel 1969: da questa data le truppe britanniche si stanziarono nell’Ulster per controllare il territorio
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