Epoca Vittoriana Viaggio nella storia

Età Vittoriana – L’arte

Nel1848 alcuni giovani artisti e letterati inglesi fondano una società cui danno il nome di Confraternita dei Preraffaelliti. Il termine dichiara chiaramente le inclinazioni artistiche del gruppo, orientate verso la rinascita di uno stile basato sulla pittura italiana del Quattrocento, dunque sul gusto precedente l’avvento di Raffaello. La loro pittura è caratterizzata dal rifiuto di quel gusto classico e seicentesco, che ancora domina nella produzione artistica inglese della metà dell’Ottocento.L’anticlassicismo della Confraternita, il suo entusiasmo per ciò che è naturale, per il primitivo, spuntano da un terreno preparato da John Ruskin (vedi Architettura Gotica) che nei suoi volumi Pittori moderni (1846) criticava gli artifici, le stilizzazioni ed i manierismi dell’arte europea dal Rinascimento in poi e citava come modello da seguire l’arte del contemporaneo William Turner. Il pittore Ford Madox Brown, durante un viaggio in Italia, conosce i Nazareni, pittori anticlassicisti, che riaffermano il valore della linea e dell’uso dei colori crudi distesi in modo uniforme. Decide di seguire un approccio diretto alla realtà, senza schemi o modelli compositivi precostituiti, studiando soprattutto i giochi di luce e ombra. Come i contemporanei Impressionisti in Francia, Madox Brown dipinge en plein air scene di vita piccolo borghese e paesaggi naturali (Pomeriggio autunnale inglese), ma si dedica anche a tematiche sociali quali il rapporto tra le classi sociali, le differenze tra lavoro manuale e lavoro intellettuale e l’emigrazione (Addio all’Inghilterra). Della serie: Quando i migranti eravamo noi europei con la memoria corta. Madox Brown esercita una certa influenza sulla pittura di Dante Gabriele Rossetti. Uno dei suoi primi lavori è L’adolescenza della Vergine Maria (1849), un soggetto sacro ricco di elementi simbolici e ovviamente dipinto in stile quattrocentesco, ma con alcuni elementi gotici. Questo quadro va visto insieme all’altra sua opera, Ecce ancilla domini (1850). John Everett Millais esordisce anch’esso con quadri a tema sacro, ma con minore fortuna. Il dipinto primitivista Cristo nella casa dei genitori viene giudicato dal Times “proprio disgustoso”. Ma viene sostenuto da Ruskin, che in lui vede l’erede naturale di Turner e questo gli permette di affermarsi sulla scena artistica inglese grazie soprattutto ad opere di derivazione letteraria. Il suo dipinto più famoso è senza dubbio Ofelia, opera in cui il tema shakespeariano si fonde in modo esemplare con l’accurato studio naturalistico della vegetazione che fa da elogio funebre alla sfortunata amante di Amleto. Le nostre coste inglesi (1852), di William H. Hunt, mostra un paesaggio tipicamente inglese ma dotato di un’estrema luminosità derivata dal fondo bianco umido che rende quasi trasparenti tutti gli altri colori. Questa innovazione tecnica conferisce la stessa importanza a tutti gli elementi presenti nel quadro. Ciò è un fattore innovativo di chiara implicazione sociale che annulla la gerarchia artificiale cui devono sottostare i vari elementi adottata nell’arte. Questa fedeltà alla natura, espressa tramite uno stile arcaico che ricorre a dettagli simbolici è tipica della prima fase dell’arte preraffaellita, denominata periodo gotico. Quadro simbolo di questa tendenza è La regina Ginevra (1858) di William Morris. Tutto ciò che è rappresentato nella ricca stanza di Ginevra (tessuti, tappeti, oggetti d’arredamento) rimanda al gusto tipico delle Arts and Crafts, società fondata proprio da Morris e che unifica, appunto, le arti ed i mestieri.
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