recensioni

LA LOCANDA DEL CIGNO – DILLY COURT

Trama:

Nell’Inghilterra vittoriana, la giovane Lottie, orfana di madre e abbandonata dallo zio, è costretta a una misera esistenza di duro lavoro e soprusi alla locanda del Cigno a Due Teste. Quotidianamente maltrattata dalla dispotica padrona, è fin troppo stanca anche solo per riuscire a sognare una vita diversa. Finché, una notte, la sua routine viene sconvolta dall’arrivo di un plotone di soldati, uno dei quali, Gideon Ellis, è gravemente ferito. Oltre al suo lavoro di sguattera, Lottie si fa carico anche di prendersi cura di Gideon, e presto tra i due nasce un tenero sentimento. Quando il reparto di Gideon viene destinato al fronte della guerra di Crimea, la ragazza decide di diventare infermiera, convinta che prendersi cura dei bisognosi sia la vocazione della sua vita.   Dilly Court è cresciuta a Londra e ha iniziato a lavorare nel mondo della televisione, ideando spot pubblicitari. È sposata, ha due figli e quattro nipoti, e nella sua carriera ha scritto finora diciotto romanzi. Le sue storie vedono come protagoniste giovani donne coraggiose e sono spesso ambientate nella Londra del XIX secolo. Per Leone Editore ha pubblicato La strada verso casa nel 2016 e La locanda del Cigno nel 2017. Recensione a cura di Michela Maino Appena ho ricevuto tra le mani questo libro ho sbirciato il retro della copertina e sono rimasta un po’ titubante… A lettere scarlatte riportava “UN’AVVINCENTE STORIA D’AMORE NELL’INGHILTERRA VITTORIANA”… Ormai avevo dato la mia disponibilità, e anche se il tema non mi allettava andava letto e recensito… La prima settimana, a causa di vari impegni di lavoro e personali avevo letto circa 110 pagine, ma appena è arrivata la domenica ecco che mi ci sono dedicata e senza accorgemene sono arrivata a finirlo. All’inizio potrebbe sembrare il classico romanzo sentimentale, ed invece mi sono ricreduta. Non aspettatevi una cronaca di relazioni amorose fatte di addi, tradimenti e intrighi. Qui c’è una ragazza che dall’amore per il suo soldato arriva a rappresentare il punto di riferimento per molte persone che la storia chiamerebbe gli sconfitti, io li chiamo invece gli eroi di tutti i giorni. Una vedova che ha perso marito e figlia, un ragazzino che cresciuto in un orfanatrofio trova nell’esercito il suo senso di appartenenza nonostante la durezza della vita al fronte e altre persone che  meritano di riscattarsi ma serve loro qualcuno che dia loro una possibilità. Il romanzo inizia con una sintesi sull’infanzia di Lottie (Charlotte Lane) trascorsa inizialmente in India, all’epoca colonia inglese, con la madre, i fratelli e il padre militare dell’esercito britannico. Poi, in seguito alla morte della madre e dei fratelli, il padre decide che per lei sia meglio trasferirsi in Inghilterra con lo zio affinché riceva una buona istruzione e sia seguita. Invece Lottie a dodici anni finisce a fare la cameriera in una locanda londinese e da lì tutto ha inizio con l’arrivo dei soldati che le affideranno un loro compagno ferito. Mentre la vita scorre a rilento in una Londra dell’800, in cui l’East End è la zona dove la gente vive di stenti, le latrine sono a cielo aperto e la miseria impera, ecco che i soldati inglesi sono impegnati nella guerra di Crimea, che dall’ottobre del 1853 al febbraio del 1856 vede impegnati l’Impero Russo e un’alleanza composta da Impero Ottomano, Francia, Regno Unito e Regno di Sardegna. Il conflitto nacque a causa della disputa tra Francia e Russia per il controllo sui luoghi santi della cristianità. Nella narrazione lo scrittore non lascia nulla al caso e riesce a riportarci sui luoghi di combattimento con i loro limiti per la sussistenza umana e le condizioni precarie in cui i soldati e le loro famiglie vivono. Inverni freddi, piogge che trasformano gli accampamenti in distese di fango, strutture che diventano fatiscenti in seguito agli attacchi, vedove che dopo aver perso il marito in guerra si ritroveranno ad essere rimpatriate in una Londra che non da loro possibilità di riscatto. Nel frattempo sembra stia iniziando un altro conflitto. Alcuni soldati dell’esercito britannico già dislocati in India vengono mandati al confine con l’Afghanistan. Ed è proprio in queste condizioni che la protagonista, senza chissà quali smanie, riuscirà, un passo alla volta, ad essere accanto alle persone a cui vuol bene, partendo da Londra diretta in Crimea, per poi rientrare a Londra e ripartire alla volta dell’India per poi tornare finalmente a Londra e dare un futuro a tutte quelle persone di cui, strada facendo, si è  fatta carico senza abbandonarle al loro destino. Come il piccolo Teddy, un bambino orfano di dodici anni impiegato come tamburino dell’esercito inglese nella guerra di Crimea, che rimasto ferito ad un braccio deciderà di rientrare a Londra con Lottie e rendersi utile nella pesca delle anguille per il progetto che potrà dare di che vivere a quella nuova grande famiglia che si è venuta a creare. In questo romanzo c’è storia e anche tanta umanità. In queste pagine permane il saggio consiglio di non scoraggiarsi mai, perché nonostante tutto c’è sempre un domani in cui credere. Anche quando tutto sembra perduto. Anche quando potrebbe sembrare che ogni sforzo sia vano. Un romanzo che si legge in modo spedito, sia per il linguaggio semplice – senza peraltro mancare di descrizioni – che per il coinvolgimento grazie ad una trama articolata e appassionante. I edizione Aprile 2017 LEONE EDITORE Titolo Originale: The Swain Maid Traduzione di Laura Costa Grafica: Daniela Miani Euro 14,90 Pagine 408 www.leoneeditore.it Venduto da amazon: Locanda del cigno EAN: 9788863933727                
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