Trama
Ippocrate, giunto alla vecchiaia, racconta a Pòlybos, suo allievo prediletto, le sue memorie: la fanciullezza nell’isola di kōs, l’adolescenza tra inquietudini e nuove consapevolezze, gli insegnamenti del padre, anch’egli medico e suo primo e più grande maestro; i suoi incontri con i personaggi illustri dell’epoca, le vicende drammatiche che lo hanno segnato nel profondo. Parla di malanni, interventi e terapie, espone tecniche dell’arte medica del V secolo a.C. Ippocrate apprendendo dai suoi maestri, diviene egli stesso un maestro; viaggia in tutte le terre conosciute, sfiora eventi storici grandiosi, impara a curare gli altri e ad amare il suo prossimo in un modo sofferto, innovando la sua arte con brillanti intuizioni. Il romanzo è frutto di una accurata lettura del corpus hippocraticum, l’insieme degli scritti attribuiti al celebre Ippocrate, autore del giuramento e padre della medicina occidentale. Alcune particolari scelte narrative sono motivate in appendice, che riporta anche brevi riferimenti storici e interpretativi.
Recensione a cura di Maria Marques
Dietro un medico, l’uomo. Dalle pagine di questo romanzo,
emerge la biografia, romanzata, di colui che riuscì a trasformare la medicina antica in una scienza.
Un lungo racconto, interrotto solo dal cadere della sera, in cui l’anziano medico Ippocrate narra a Polybòs, suo miglior allievo e genero, la sua vita, o meglio l’avventura della sua esistenza. Ippocrate nacque nel 460 a.C. circa nell’isola di Cos, isola che rimarrà sempre nel suo cuore, sinonimo di casa, affetti e amore:
Quello che non potrò mai dimenticare è il blu profondo di quel mare. Il suo infrangersi sulla scogliera rocciosa, fiorendo senza posa in nuvole di spuma candida.
Una fanciullezza spensierata la sua.
Discendente di una famiglia aristocratica, il giovane Ippocrate divideva le sue giornate tra scorribande nei boschi in compagnia dell’amico Timaios e momenti invece più tranquilli di studio con il maestro, Aliphotes. La passione per lo studio e l’osservazione caratterizzano già il bambino, accudito amorevolmente dalla madre Fenarete.
Il padre Heraclides, anche lui medico finirà per instillare la curiosità in Ippocrate, per la natura e per l’uomo. Una sera, infatti, ascoltando per caso una lezione tenuta dal padre,
Ippocrate capirà che la curiosità diventa passione e la passione arte e mestiere. Heraclides sarà per sempre il suo mentore, creando un legame strettissimo tra padre e figlio di reciproco affetto e molta stima. Il padre sarà colui cui rivolgersi nei momenti di dubbio, la persona cui fare riferimento in ogni istante e soprattutto chi gli permetterà di utilizzare la sua biblioteca che affascinerà definitivamente il giovane Ippocrate alla scienza medica.
Con pazienza mio padre sempre rispondeva a ogni mia domanda, senza trascurare alcun particolare, benché spesso fosse stanco per la dura giornata. Mi spiegava il significato di quel sintomo, il motivo di quella cura, il perché di quel malanno o di quel rimedio in uno specifico paziente.
Con altrettanta pazienza Ippocrate, ricostruisce i tasselli della sua vita, il primo paziente visitato con timore ma nello stesso tempo consapevole che la vita di quella persona dipendeva dalle sue mani e dall’uso che avrebbe fatto del suo intelletto e delle sue conoscenze.
Ippocrate viaggerà molto dapprima in compagnia del padre, nelle isole vicine, Rodos, Knidos vistando i rispettivi Asklepeion ovvero dei templi di guarigione dedicati al dio Asclepio, per poi allontanarsi verso la Macedonia, Atene, Apollonia, e ancora oltre, nel corso degli anni, in Egitto, Libia, Scizia, frequentando altri celebri medici dell’epoca, scambiando teorie e consulti, ma sempre con un’estrema umiltà, senza mai tirarsi indietro, neppure quando scoppierà la peste ad Atene. I casi che egli affronterà, saranno vari, ma a tutti si avvicinerà tenendo sempre a mente gli insegnamenti del padre. Il suo approccio “moderno” alla medicina, rifuggendo da pratiche magiche, da formule e rituali, sancirà un importante passaggio della scienza medica verso un sistema più moderno:
”Osserva, rifletti, esegui” tre verbi che il padre gli ripeterà all’infinito e che Ippocrate farà suoi per sempre, elaborando sue teorie e mutuandole sulle ricerche e sugli insegnamenti dei colleghi:
La giusta regola e la proporzione, negli alimenti e negli esercizi, che Erodico riteneva essere unica per tutti, io ritenevo andasse invece commisurata a ogni paziente, al suo stato di salute, all’età, alle sue potenzialità fisiche: senza eccessi né verso il più, né verso il meno.
La Grecia del V secolo a.C., i suoi personaggi e gli avvenimenti storici, emergono dalle pagine del romanzo attraverso descrizioni precise ed efficaci. L’autrice, Isabella Bigozzi, è riuscita a creare un abile intreccio tra la parte di fantasia e quella storica, regalando al lettore un romanzo gradevole e coinvolgente. Il vecchio Ippocrate che narra la sua esistenza, non solo come medico, ma anche come uomo e figlio, è assolutamente affascinante.
Utili le note apposte a piè di pagina, che permettono di avere delucidazioni immediate sulle parole in greco antico o sulle indicazioni geografiche o altre curiosità che s’incontrano nel testo. Quanto al segreto… come tutti ben sappiamo, un segreto per essere tale, non deve essere svelato, però una piccola anticipazione ve la regalo: l’autrice ha inserito un “azzardo storico” che non solo mi è piaciuto moltissimo, ma mi ha costretto a controllare se fosse veramente accaduto. Un libro quindi che incuriosisce sulle pratiche mediche dell’antichità e su un uomo che non si può immaginare diverso da quello descritto dall’autrice, un uomo capace di ascoltare e di vedere di là dall’apparenza, un uomo curioso del mondo della natura, che non ha mai smesso di porsi domande e mettersi in discussione.
Copertina flessibile: 336 pagine
Editore: La Lepre Edizioni (1 gennaio 2020)
Collana: Visioni
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8899389640
ISBN-13: 978-8899389642
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