Narrativa recensioni

I custodi della pergamena del diavolo – Francesca Ramacciotti

Trama
Pisa 1174. Mentre l’architetto Deotisalvi inizia a costruire la Torre di Pisa, viene rubato l’oro che anticamente rivestiva l’antico arco di trionfo della città: la porta Aurea. Inoltre la città è funestata da una serie di strani omicidi, su cui è chiamato a indagare il giovane perito legale Lanfranco, pupillo di Deotisalvi.
Giorni nostri. Yasser Martani, autore di saggi storici, è convinto, grazie a una serie di ricerche, che il ladro che sottrasse l’oro fosse un notabile di Pisa e che quell’immensa fortuna sia ancora nascosta in città. Insieme a Emma, la sua giovane assistente, Martani si lancia così in una caccia al tesoro a ritroso nel tempo, scavando proprio nel periodo in cui Lanfranco era alle prese con il misterioso assassino. Ma qualcosa lega i delitti e gli intrighi del passato al presente. Qualcosa di enigmatico che potrebbe essere nascosto tra le pagine di un antico diario, ora nelle mani di Emma. E ben presto, quella che sembrava un’innocua indagine storica, si trasforma in un’avventura molto pericolosa…
Un tesoro scomparso all’ombra di un monastero.
Un assassino che semina morte tra donne innocenti.
Un inquietante mistero che attraversa i secoli.

Recensione a cura di Roberto Orsi

La verità può avere più di una faccia, sembra. Proprio come la menzogna.

Mi piace iniziare la recensione con questa frase pronunciata da uno dei protagonisti del libro, nella parte storica ambientata nel 1174, ma ancora tremendamente attuale. Ed è proprio questo principio ad ispirare l’autrice nella stesura di questo thriller storico.
La verità, così difficile da identificare e da cogliere. Specie se la distanza temporale è di quasi nove secoli.
Francesca Ramacciotti si inserisce nelle pieghe del tempo, quelle che possono nascondere una storia che supera la fantasia. In quegli spazi lasciati dalla documentazione ufficiale, l’abile scrittore di storici può incunearsi e andare a riempire le caselle del mosaico con i colori della sua penna.


E attenzione a non farvi fuorviare dal titolo: in questo libro non troverete presenze demoniache e sovrannaturali. Spesso la crudeltà dell’uomo è già sufficiente per una trama dai connotati forti e crudi come quella qui rappresentata. A mio parere è questo il punto di forza del libro: senza trascendere con la fantasia, Francesca Ramacciotti ci regala una storia adrenalinica piena di mistero.
L’autrice livornese ci porta a Pisa (e già questo è un thriller!), che nel XII Secolo è una città all’apice della sua ricchezza, nel momento in cui iniziano i lavori di costruzione della torre più famosa del mondo.

I pisani erano mercanti, l’unica cosa che davvero li muoveva – e li commuoveva – era il commercio, la possibilità di avere porti e piazze per scambiare le loro merci. Alleanze e imprese dovevano coincidere con la tutela di questo interesse.

 

In quella Pisa medievale, due eventi sconvolgono la vita di tutti i giorni: l’oro che un tempo rivestiva la porta Aurea (l’arco di trionfo della città, distrutto anni prima) e destinato alle opere di costruzione di monumenti cittadini, viene trafugato; nel contempo giovani prostitute ospitate sotto l’ala protettiva di santa Ubaldesca, oblata nel monastero di San Salvatore in Chinzica, vengono barbaramente uccise.
Femminicidio. Un concetto così attuale e importante anche ai giorni nostri. Le digressioni filosofiche dei protagonisti  Deotisalvi, personaggio realmente esistito, architetto del battistero e del campanile di Piazza dei Miracoli, e Lanfranco giovane causidico, consulente legale del giudice Bartolomeo, suscitano più di una riflessione, dai risvolti amari.

È vero la società e il clero emarginano duramente tutte queste categorie di persone. Ma all’omicida è concesso reinserirsi, una volta scontata la pena. Persino un lebbroso sarebbe accettato, se potesse guarire dalla propria malattia. Ma l’anormalità della donna è originaria, insita nel suo stesso sesso. Quindi per lei non può esserci redenzione. Mai.

Affascinante la città di Pisa così come viene descritta dall’autrice, frutto delle sue approfondite ricerche storiche. I quartieri, le professioni, le opere e gli edifici fanno da sfondo ad una vicenda dalle tinte scure e potenti, che passano dal giallo dell’oro al vermiglio del sangue versato sull’acciottolato delle vie pisane.

Charles si fermò a guardare l’insolita cupola piramidale. Quella chiesa aveva un’architettura enigmatica, come i segreti che si era rifiutata di rivelare.

Molto interessanti i dettagli della vita monastica e le dispute teologiche affrontate dai personaggi ecclesiastici, come quella sull’esistenza o meno del purgatorio, un “non-luogo” che non viene mai espressamente nominato nei Vangeli canonici. Un termine che sarà coniato posteriormente dalla teologia, lo sapevate?



Un mistero che attorciglia il suo filo lungo i meandri del tempo, rimasto nascosto per oltre nove secoli, fino ai giorni nostri quando Yasser Martani, scrittore di saggi storici, incontra sulla sua strada la giovane ricercatrice e studiosa Emma e insieme si mettono sulle tracce della verità.
Cos’è successo a Pisa nel 1174? Chi è il crudele assassino delle prostitute del quartiere di Chinzica e chi ha rubato l’oro destinato a finanziare le opere architettoniche della città?  E che collegamento c’era tra le due questioni?
Un mistero che coinvolge illustri personaggi della curia del tempo, allorquando potere spirituale e temporale ancora potevano coesistere in un’unica istituzione.
Un esordio nel genere davvero ben riuscito da parte dell’autrice livornese, un thriller storico adrenalinico e avvincente, una ricerca pericolosa per i due protagonisti, che rischia di riportare a galla rivelazioni scomode per chi le ha insabbiate e protette nel tempo.

Copertina rigida: 334 pagine
Editore: Newton Compton (28 marzo 2019)
Collana: Nuova narrativa Newton
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8822726049
ISBN-13: 978-8822726049
Link d’acquisto volume cartaceo: I custodi della pergamena del diavolo
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