Narrativa recensioni

La chiave dell’inferno – Steve Berry

Trama Washington, 1865. Le fiamme infuriano tra i corridoi del neonato Smithsonian Institution. Tutto il personale è stato evacuato, eppure qualcuno è ancora all’interno dell’edificio. Ignorando i preziosi manufatti conservati nelle teche, l’uomo entra nell’ufficio del direttore per prendere un diario e una chiave. Perché da quegli oggetti dipende il futuro degli Stati Uniti… Arkansas, oggi. Il richiamo dell’avventura è stato troppo forte e Cotton Malone ha accettato la proposta dello Smithsonian: seguire le indicazioni riportate su un’antica mappa rinvenuta negli archivi del museo. In breve tempo, Malone scova una vecchia cassa su cui sono stati incisi degli strani simboli ma, proprio mentre si appresta ad aprirla, viene aggredito alle spalle, tramortito e imprigionato. Quale mistero si cela in quella cassa? Chi lo custodisce con tale determinazione? Per scoprirlo, Malone dovrà fare luce su un ordine segreto che, fin dall’epoca della guerra civile, si muove nell’ombra influenzando il destino della nazione. Ciò che Malone non si aspetta, però, è di leggere nell’elenco dei membri fondatori un nome troppo insolito per essere una coincidenza: Cotton… Recensione a cura di Roberto Orsi Se siete appassionati di storia americana non potete farvi sfuggire questo nuovo romanzo. Il personaggio, ormai ben collaudato, di Cotton Malone torna sulla scena in questa ennesima avventura targata Steve Berry. L’autore americano in questo nuovo capitolo ci regala uno spaccato di politica americana e ci introduce con forza nei meccanismi del Congresso, nell’eterna diatriba tra Camera e Senato. Cotton Malone viene coinvolto con la compagna Cassiopea Vitt in un’avventura che lo porterà ancora una volta davanti al suo passato. Tutto prende origine da un suo avo, Angus “Cotton” Adams,spia al soldo degli stati confederati del Sud durante la guerra di secessione di metà ottocento. La storia gravita attorno allo Smithsonian Institution, istituto di istruzione e ricerca, centro museale, storico e scientifico, finanziato dal governo degli Stati Uniti con sede a Washington. Nelle sue stanze si celano segreti fin dai tempi del primo segretario Joseph Henry protagonista con Angus del prologo del libro.
Perché quel diario e quella chiave, messi in salvo da Angus durante l’incendio del 1865, sono così importanti? E chi li sta cercando oggi?
Cotton e Cassiopea ancora una volta si troveranno di fronte a persone spietate, pronte a tutto per raggiungere il proprio obiettivo in una “caccia al tesoro” che ha in palio molto più di un forziere ricco di monete d’oro. Accanto alla ricerca storica portata avanti dai due protagonisti, assistiamo ad una lotta politica senza scrupoli nei palazzi di Washington. Danny Daniels, già conosciuto negli episodi precedenti come Presidente degli Stati Uniti ora non più in carica, ha il sospetto che qualcuno alla Camera dei deputati stia escogitando qualcosa per rivoluzionare l’intero sistema legislativo americano. Un cambio epocale che potrebbe portare molti più danni che benefici. Il romanzo si sviluppa su questi due filoni, con diversi personaggi che prendono parte alle vicende. Vicende che inevitabilmente si fondono, in un gioco delle parti dove, come in ogni libro scritto da quest’autore, la distinzione tra bene e male è labile, dove è il doppio gioco a farla da padrone. Steve Berry, a mio parere, è un maestro nel saper gestire l’attualità dei concetti (in questo caso la disputa sull’organizzazione politica americana, l’immobilismo del Congresso che troppo spesso è costretto a rivedere o addirittura a rinunciare a leggi o riforme a causa di un sistema legislativo che, in fondo, andrebbe rivisto), inserendo sempre degli elementi storici basati su fatti realmente avvenuti. L’autore è bravissimo nel ricamare eventi di fantasia su una tela di fatti oggettivamente verificati. Ecco la forza di Berry, ciò che “inventa” non va mai oltre l’immaginazione, sono tutte situazioni plausibili che prendono le mosse da ciò che è storicamente accertato. Avviso per i puristi storici: l’autore alla fine del libro spiega per filo e per segno tutte le fonti dalle quali ha attinto per la stesura del libro, andando a discernere realtà da fantasia, lasciando al lettore uno schema definito della tela che gli è stata posta in visione: come un esperto di quadri antichi che in modo preciso è in grado di distinguere e spiegare il tocco dei vari artisti che negli anni vi hanno messo mano. Il tutto è chiaramente romanzato, americanizzato con sparatorie, esplosioni, morti e feriti all’insegna del buon thriller/poliziesco. Cotton Malone rimane un ex agente della sezione Magellano (diretta da Stephanie Nelle) all’interno dei servizi segreti statunitensi, e in ogni episodio assistiamo a scene forse un po’ forzate, da film potremmo dire, ma questo fa parte del gioco.  Anche lo stile di scrittura dell’autore ricalca quello cinematografico con alcuni passaggi, stacchi di capitolo e di scena che riportano la mente del lettore a scene hollywoodiane. La scuola americana è quella (basti pensare a James Rollins con i libri della Sigma Force o Tom Clancy con il suo personaggio Jack Ryan) e Steve Berry non è da meno. Il ritmo è ovviamente incalzante, molti dialoghi, tanta azione, mentre le descrizioni di paesaggi o stati d’animo non trovano troppo spazio tra queste pagine. In questo tipo di thriller la visione introspettiva dei personaggi non è approfondita per la natura stessa del racconto. Non dimentichiamo inoltre che questo libro (autoconclusivo come tutti gli altri) fa parte di una serie con gli stessi protagonisti per cui l’autore ha buon gioco nel presentare e “sviluppare” i personaggi nell’arco dell’intera saga. Insomma se vi piacciono l’azione, gli enigmi del passato, le ricerche di tesori perduti e una buona dose di attualità politica americana, leggete questo libro e non ne rimarrete delusi. Editore: Nord (5 ottobre 2017) Collana: Narrativa Nord Lingua: Italiano ISBN-10: 8842930164 ISBN-13: 978-8842930167 Link d’acquisto: La chiave dell’inferno  
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