Narrativa recensioni

Eve a Hollywood – Amor Towles

Recensione a cura di Mara Altomare

Settembre 1938: Evelyn Ross sale su un treno diretto da New York a Chicago.
Bella, bionda ed elegante, con una cicatrice che le attraversa il viso, non può non notarsi tra la folla.

Sta tornando a casa, i suoi genitori la aspettano alla stazione, ma lei, a quella stazione, non arriverà mai…

Sei mesi dopo Eve riappare in una fotografia su un giornale, ritratta a braccetto con l’attrice Olivia De Havilland mentre escono da un Club di Los Angeles, come due vecchie amiche… Olivia, proprio lei, la raffinata Melanie di “Via col vento”!!! Una delle star del momento!

Ma cosa ha a che fare Eve con Olivia? E come è arrivata a Hollywood?
“Eve a Hollywood” è un romanzo affascinante come la sua protagonista, che attraverso di lei dipinge un ritratto di un’epoca e di una città allo stesso tempo promettenti e spietate, tra illusioni e speranze. Strascichi di lusso dopo la grande depressione, in un tempo quasi sull’orlo del baratro, dove la guerra imminente inizia a far sentire il suo vento dall’Europa.

Chi ha avuto il piacere di leggere Amor Towles ha già conosciuto Eve in un suo romanzo precedente, “La buona società”. Come un albero da cui partono tanti rami, è un libro ricco di citazioni letterarie, e da uno di questi rami nasce anche il romanzo successivo, che vede Eve protagonista.

Infatti la storia di Eve comincia a New York, un anno prima: Evelyn è una di quelle tipiche bellezze del Midwest che lascia la casa paterna per avventurarsi nella grande metropoli newyorkese.

“Era senza alcun dubbio una bionda naturale. I suoi capelli lunghi fino alle spalle, che in estate erano rossicci, d’autunno diventavano dorati, come se fossero in sintonia con i campi di grano di casa sua. Eve aveva i tratti regolari, gli occhi azzurri, e minuscole fossette. La disinvoltura dei modi, il sorriso disarmante, il luccichio negli occhi. D’accordo, era alta solo un metro e sessanta, ma sapeva ballare con 5 cm di tacco, e sapeva scalciare via tacchi e scarpe quando era ora di sedersi sulle tue ginocchia”

La notte di capodanno del 1937 in un night club di New York, mentre un quartetto Jazz suona, Evelyn Ross e la sua amica Katey Kontent, (che nel libro “La buona società” è la voce narrante dell’intero romanzo), si sono già scolate una buona dose di gin e si dedicano a fare gli occhi dolci al contrabbassista o al barista di turno, quando si manifesta un’apparizione: Theodore Grey detto Tinker, banchiere a Wall Street, personaggio fondamentale che condurrà le ragazze proprio nella “buona società” newyorkese della fine degli anni trenta, tra la musica di Billie Holiday, le feste e i cocktail a base di Martini Dry… 
Leggere “La buona società” non è necessario, ma utile e interessante, perché consente di entrare nella vita di Eve e di conoscere gli antefatti e gli episodi eclatanti che la portano a Los Angeles, nonché i dettagli sull’incidente che le ha procurato la vistosa cicatrice sul viso e la zoppia che segnerà la sua vita futura…

E inoltre è una buona occasione da cogliere per lasciarsi trasportare da questo autore, Amor Towles, in un mondo e un’epoca perduti, descritti con abilità e talento in tutto il loro glamour, quasi come fosse un contemporaneo.

In “Eve a Hollywood” il romanzo assume una struttura completamente diversa e ancora più particolare, che rimanda allo stile della sceneggiatura di un film: ogni personaggio che Eve incontra, dal viaggio in treno al soggiorno a Los Angeles, racchiude un’identità, una storia e un punto di vista, ogni capitolo ha un io narrante: in una serie di concatenazioni si tesse una trama che assume il carattere di un thriller, con un ritmo sempre più serrato e inaspettati colpi di scena. Lo stesso evento viene più volte descritto da differenti angolazioni e voci, come ripreso da diverse telecamere. Si può dire che il romanzo contiene un “cast” ricco di celebrità dell’epoca: grandi produttori, come David Selznick e Jack Warner, attrici già o quasi famose, come Bette Davis, Jean Harlow, Katharine Hepburn, divi come Clark Gable, Spencer Tracy, Errol Flynn, e, non ultima, Olivia De Havilland, la Melanie di “Via col Vento”, che nel romanzo diventa protagonista, insieme a Eve, di uno scandalo e una torbida vicenda di ricatti legati a fotografie compromettenti.

 “Quando il giornalista aprì la cartellina, vide Bette Davis senza niente addosso. Roba da far girare la testa. Uno poteva averla vista in dieci film, ma senza mai immaginarsela nuda da capo a piedi. Ma era proprio lì il bello. Era il fatto che una foto della Davis nuda fosse praticamente impensabile che la rendeva così preziosa.“

Ritmo serrato, scene di forte impatto, omicidi e agguati, ma anche narrazione raffinata e trascinante, a tratti poetica, evocativa… e grande merito alla traduzione.

 “Scorrendo le foto scuoteva la testa stupefatto. Davanti a lui c’erano donne la cui reputazione era immacolata come la loro pelle. Immacolata come la neve. Immacolata come l’avorio. Immacolata come una brocca di latte. Era come sentire un registratore di cassa che continuava a trillare, in una sinfonia tutta all’insegna del bianco immacolato. E, come se non bastasse, quando arrivò all’ultima foto si ritrovò a fissare la più immacolata di tutte, ovvero l’illustre Miss Olivia de Havilland. C’era un’unica parola per descrivere tutto ciò. Giustizia.”

Un romanzo che ha il pregio, attraverso una scrittura profonda e dialoghi convincenti, di trasportare il lettore in una Los Angeles piena di contraddizioni, dove accanto agli attori idolatrati, i lustrini, le ville lussuose e i grandi alberghi, c’è la Los Angeles dei gangster, dei truffatori e delle signore della notte, restituendoci con maestria l’atmosfera cupa ma elettrizzante degli anni ’30 e ’40. E anche il volto stupendo della donna in copertina mette in luce Eve dal suo lato più bello… dall’altro lato c’è una cicatrice, non la vediamo ma c’è, un segno indelebile di rabbia e ribellione verso uomini registi dentro e fuori dal set.

“Una rabbia alimentata da quella lunga sfilza di predicatori, insegnanti e principi azzurri, tutti aspiranti burattinai. Eve ne aveva incontrati in ogni fase della sua vita. Ma in nessun altro luogo aveva incontrato così tanti burattinai come a Hollywood. Ogni agente, ogni manager, ogni regista, ogni produttore, ogni capo di uno studio se ne stava lì con le braccia protese in avanti e le dita adunche, pronto ad afferrare i fili per manovrare una donna.”

Amor Towles: un autore da conoscere o da riscoprire, che invoglia a farsi leggere ancora, dal quale ci si può aspettare la nascita di un nuovo frutto da cogliere dal ramo… auguriamoci un nuovo romanzo, che dia seguito alle vicende di Eve oppure di qualche altro attore, magari oggi non protagonista, e domani al centro di un altro racconto emozionante.

«Parlo con Katherine?»
«…Mr Ross?»
«Scusa se ti disturbo a quest’ora, Katherine. Volevo solo sapere se per caso…» Silenzio all’altro capo del telefono.
«Abbiamo ricevuto un telegramma in cui Eve ci diceva che veniva a casa. Ma quando siamo andati a prenderla alla stazione, lei non c’era. Lì per lì pensavo che non l’avessimo vista sul binario. Ma non l’abbiamo trovata né al ristorante né in sala d’aspetto. Perciò siamo andati dal capostazione per vedere se era nell’elenco dei passeggeri. Non voleva dircelo. È contro le regole e non so cos’altro. Ma alla fine ci ha confermato che era salita sul treno a New York. Perciò, capisci, non è che non fosse sul treno. È solo che non è scesa. Ci abbiamo messo un po’ di giorni a rintracciare il controllore al telefono… se la ricordava, per via della cicatrice. E ci ha detto che quando il treno si è avvicinato a Chicago, lei ha pagato per allungare il viaggio. Fino a Los Angeles».
La buona società, capitolo 17
Eve a Hollywood, capitolo 1

Eve a Hollywood – Edizione cartacea
Eve a Hollywood – Edizione e-book

TRAMA

Evelyn Ross avrebbe dovuto prendere il treno per Chicago ma, come ben sanno i lettori della Buona società, ha proseguito la corsa fino a Hollywood. Sei mesi dopo, appare in una fotografia su una rivista di gossip mentre esce dal Tropicana Club di Los Angeles al braccio di Olivia de Havilland. In questa catena di sette storie ricche di dettagli e di atmosfera, ciascuna raccontata da una prospettiva diversa, Towles dipana gli eventi che portano Eve nel cuore della vecchia Hollywood. Partendo dal vagone ristorante del Golden State Limited nel settembre del 1938, seguiamo Eve nelle eleganti stanze del Beverly Hills Hotel, ai favolosi tavoli di Antonio’s, nei parchi divertimento sui moli di Santa Monica, nei locali da ballo afro-cubani di Central Avenue e infine sul set di Via col vento. Tratteggiando con abilità il glamour e la sfavillante epoca d’oro dello studio system, Towles introduce in ogni storia un nuovo, memorabile personaggio il cui destino viene stravolto dall’incontro con Eve.

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