Recensione a cura di Donatella Palli
A Monte Isola è scomparso un uomo. Si tratta dell’uomo più ricco dell’isola: Emilio Ercoli di 69 anni, un imprenditore, titolare di un importante retificio, gran benefattore del luogo.
Monte Isola (o Montisola ) è una piccola isola di 12,61 Km2, situata al centro del lago d’Iseo, l’isola lacustre più grande d’Italia. Il suo comune frantumato in 12 piccoli borghi consta di solo 1584 abitanti.
Dopo pochi giorni lo scomparso viene rinvenuto morente in una capanna dall’agente della municipale Christian Bonetti. L’Ercoli è stato orrendamente torturato a morte.

I sospetti convergono subito su un pescatore: Nevio Rota. È stato visto discutere con la vittima il giorno della sua scomparsa e non ha mai nascosto la sua antipatia nei confronti dell’imprenditore.
3 settembre 1992. Pietro Rota, il figlio di Nevio, arriva da Milano per aiutare il padre a discolparsi. Tra padre e figlio non è mai corso buon sangue. Nevio avrebbe voluto che il figlio lo aiutasse con la pesca ma Pietro voleva diventare giornalista e si è trasferito a Milano da 12 anni senza però ottenere quello che desiderava: lavora saltuariamente per un giornalino scandalistico, si è riempito di debiti e ha acquisito una dipendenza da cocaina.
Adesso i pescatori sono rimasti in pochi a causa dell’inquinamento delle acque del lago e rimane la tessitura delle reti, l’asse portante dell’economia locale.
“Riguardo alla sua origine circolavano diverse leggende: secondo una di queste i primi retai dell’isola erano stati, nell’anno mille dei monaci cluniacensi; un’altra narrava di come a insegnarla alle donne del posto fosse stata una sorta di Penelope giunta dall’oriente”
Infatti se la pesca era prerogativa maschile, le reti erano affare di donne. Già da bambine s’impratichivano nell’uso dell’ocia, il tradizionale ago usato per annodare le maglie. Per secoli questa attività aveva dato lavoro a una larga parte della popolazione femminile dell’isola.

Oltre alla pesca e alle reti l’economia dell’Isola si basava anche sui maestri d’ascia che, ad occhio, realizzavano vari tipi di natanti tra cui spiccava il naét dalla forma affusolata che ricorda la gondola veneziana. Una leggenda vuole che i segreti della sua costruzione fossero stati rubati proprio alla Serenissima da un intrepido maestro d’ascia locale.
Tornando al crimine, Pietro Rota cerca di indagare e si unisce a lui Christian Bonetti, la guardia municipale, amico d’infanzia. Mentre Pietro si sente sicuro dell’innocenza del padre, Christian vorrebbe mettersi in luce per diventare poliziotto.
Le indagini si fanno difficili ma i due investigatori improvvisati si accorgono ben presto che Ercoli non era persona di specchiata onestà. Molti potevano avercela con l’imprenditore per la sua spregiudicata gestione degli affari e per i suoi rapporti con le dipendenti del retificio
“Si era preso delle libertà con le lavoratrici più giovani ed avvenenti, lasciando aleggiare la minaccia di ritorsioni se non si fossero dimostrate arrendevoli nei suoi confronti “
Resta comunque un mistero come Ercoli, da povero pescatore, avesse potuto mettere su un’azienda importante e diventare il più ricco di Montisola. A poco a poco i due amici scoprono il coinvolgimento dii diversi abitanti di Montisola in traffici illegali che Ercoli pagava per il loro silenzio.
La chiave per scoprire qualcosa è dunque nel passato della vittima.
Con l’aiuto del loro insegnante in pensione Domenico Nember, esperto di storia locale, Pietro e Christian vengono a sapere che
“Montisola è stata per circa un anno dal marzo 1944 alla liberazione (25 aprile 1945 ) una sorta di feudo personale del comandante Junio Valerio Borghese“
Borghese, comandante della X flottiglia MAS, aveva stretto un patto di alleanza direttamente con il terzo Reich, sotto il controllo operativo del generale Karl Wolff, plenipotenziario delle SS in Italia.
Il quartiere Generale di Borghese si trovava all’hotel Riviera.
“Quello del Riviera era uno strano ambiente cosmopolita, gaudente e sofisticato, non molto in sintonia né con il clima di guerra né con la severa autarchia predicata , almeno a parole, dal regime”
Ma la permanenza di Borghese e i suoi ufficiali sul lago d’Iseo non era una vacanza bensì nello stabilimento della Caproni a Montecolino si stavano progettando dei mini sommergibili che avrebbero tentato l’assalto al porto di New York .
“Portare per la prima volta la guerra dentro il suo territorio avrebbe avuto sull’America profondi contraccolpi psicologici“
Il progetto fu poi abbandonato quando si profilò la sconfitta tedesca e Borghese si salvò dai partigiani con l’aiuto del controspionaggio americano.
Quali segreti nascondeva Ercoli di cui i due amici trovano un lasciapassare della X Mas ?

Sicuramente si era occupato di reperire per l’albergo ogni sorta di prodotto alla borsa nera ma c’è dell’altro: il 5 novembre 1944 una motonave di linea venne attaccata da due aerei alleati. Fu una strage: oltre 40 morti e numerosi feriti. Chi aveva fatto una soffiata ai partigiani e, di conseguenza, agli alleati? Si pensò a uno sbaglio con un altro battello impegnato nel trasporto dei militari tedeschi. Ma lo fu veramente o su quella nave viaggiava qualcuno pericoloso per gli alleati? Spetta all’autore, in assenza di prove certe, lavorare di fantasia e fare ipotesi sull’accaduto.
Spetta ancora all’autore presentarci alcuni personaggi che, se non sono storici e famosi, sono certo verosimili come l’amica d’infanzia Betta che non può realizzare il suo sogno di frequentare una scuola d’arte a Milano.
“Era nata femmina e per questo tutti davano per scontato che non avrebbe potuto seguire le sue aspirazioni , che il suo compito in quanto donna sarebbe stato quello di restare accanto alla madre per aiutarla a badare al padre infermo“
Oppure Luce Savoldi alias Rebecca Jerchan, ragazza ebrea di rara bellezza, cameriera all’Hotel Riviera, concupita da molti e finita torturata ed uccisa barbaramente.
Dato che nessuno in questa storia risulta essere quello che sembra, cosa impara il nostro protagonista Pietro Rota in tutta questa tormentata vicenda ?
“Se c’è una lezione da trarne è che non si è mai abbastanza consapevoli di quanto poco si conoscano gli altri, inclusi coloro a cui ci si sente più legati”
E’ inoltre necessario accettare i propri limiti
“Era fuggito da Montisola nel vano tentativo di lavarsi via la maledetta puzza di pesce, ma non è rinnegando le proprie radici che si realizza se stessi. Occorre al contrario farci i conti, provarle ad accettarle e assumerle nel miglior modo possibile. Nel bene e nel male, quella puzza è parte di lui, concorre a definirlo, perché vergognarsene? “
PRO
Trovo molto interessante l’analisi di questa realtà locale, la sua economia, la sua storia
CONTRO
Il romanzo si dilunga molto sull’indagine, forse c’è un po’ troppa carne al fuoco

La montagna nel lago – Edizione e-book
Trama
La sera del 3 settembre 1992, Pietro Rota torna a Montisola dopo 12 anni di assenza. Ha lasciato l’isola per diventare un grande giornalista a Milano, ma oggi si ritrova a lavorare per una scalcinata rivista scandalistica specializzata in cronaca nera. Il ritorno a casa non è trionfale come lo aveva immaginato: deve rispondere alla richiesta di aiuto del padre. Emilio Ercoli, l’uomo più ricco dell’isola, è stato ucciso brutalmente, e i sospetti cadono su Nevio Rota, il padre di Pietro, con cui Ercoli aveva un pessimo rapporto. Convinto dell’innocenza del padre, Pietro si unisce al suo vecchio amico Cristian Bonetti, vigile urbano, per indagare. I due amici scoprono presto che Ercoli nascondeva molti segreti dietro la maschera di benefattore e sono convinti che fra questi si trovi la chiave per risolvere il mistero. Il problema è capire quale. Mentre le maglie della giustizia si stringono inesorabilmente attorno a Nevio, Pietro e Cristian continuano a scavare tra le ombre del passato, fino a scoprire un legame con i torbidi anni della Repubblica di Salò e la figura di Junio Valerio Borghese, il comandante della famigerata Decima Flottiglia Mas, che aveva trasformato Montisola nel suo feudo personale.