Recensione a cura di Raffaelina Di Palma
“Florence Jaffrey Hurst Harriman irruppe nel salotto, la sottoveste di pizzo della gonna a sirena che ondeggiava minacciosa. «È assolutamente oltraggioso», annunciò, fermandosi esattamente a metà strada tra le due poltrone su cui sedevano suo marito, Borden Harriman e il loro amico, Charles MacDonald […] Si direbbe che viviamo nel Medioevo anziché nel 1902.”
La scrittrice Shelley Noble ci porta a New York nel 1902. Quando a Florence Jaffray Daisy Harriman, venne rifiutato il pernottamento al Waldorf Hotel soltanto perché priva di un accompagnatore. Fu la scintilla che diede il via al progetto del Colony Club: l’idea nacque proprio da quel rifiuto.

Fu il primo circolo femminile di Manhattan, fondato da Florence Jaffray, moglie del banchiere J. Borden Harriman, divenne il primo club sociale istituito a New York City da e per le donne, sul modello club per gentiluomini. All’architetto Stanford White, della società McKim, Mead & White, venne affidato l’incarico di costruire la prima club house originale, poi nota come “ Old Colony Club.”
Washington, 18 aprile 1963.
“È un tale onore conoscerla, signora Harriman. Daisy Harriman interruppe il consueto momento di relax al sole pomeridiano e distolse riluttante lo sguardo dalla finestra. Amava quella stanza con vista sul giardino, inondata dalla luce diurna. Il sole era gentile con le sue ossa, e le sue erano in funzione da ben novantadue anni.”
Daisy rivolse un sorriso luminoso alla giovane giornalista che, entusiasta, era seduta di fronte a lei, con il taccuino e la matita pronta per intervistarla. Florence Jaffray “Daisy,” la diplomatica statunitense prima, ministro degli Stati Uniti in Norvegia durante la seconda guerra mondiale poi. Per un attimo la sua indole vivace prese forma attraverso quella giovane donna seduta di fronte a lei e si sentì, improvvisamente, vigorosa e fresca come tanti anni prima, in un ritorno indietro nel tempo… a New York nel 1902, alla nascita del Colony Club, che ha continuato ed è rimasto il simbolo, l’icona della fermezza e l’energia di tre donne: Florence Jaffray Harriman, chiamata Daisy, Elsie de Wolf e Nora Bromley.
Sono le tre protagoniste di questo romanzo: “Il circolo delle donne di Manhattan.” Edito da Tre60.
Florence Jaffray Harriman, una giovane dama dell’alta società newyorkese, che aveva una vita agiata, senza problemi, poteva offrire donazioni per le svariate cause tranquillamente da casa sua, ma il suo spirito combattivo la portava a scendere in campo, a far sentire la sua voce e a rivendicare i diritti fondamentali come il suffragio universale e il lavoro femminile.
Elsie de Wolf, attrice famosa con un senso molto sviluppato per l’estetica e per l’arredamento, ma la sua carriera era “in pausa.”

Così quando Stanford White, l’architetto assunto per progettare la sede del club, le chiese di curare gli interni, Elsie colse, con questa opportunità, la possibilità di contribuire a una causa importante e a cambiare la sua vita. Fu lei a inventare la professione dell’interior designer, grazie alla sua particolare visione della casa come un vero e proprio strumento di espressione interiore divenendone un’icona.
Nora Bromley, cresciuta nelle zone più popolose della Lower East Side, quartiere storico di Manhattan, noto per essere stato un punto d’arrivo per i primi immigrati, era determinata a diventare architetto: volle rompere quel muro ostile e i continui boicottaggi dei colleghi uomini. Nora apparteneva a una famiglia molto modesta. Riusciva a stento a pagare le tasse universitarie con i soldi che aveva lasciato suo padre a quello scopo, ma erano soldi destinati a suo fratello Jimmy, morto di tubercolosi, altrimenti lei non sarebbe stata lì.
Nora è l’unico personaggio immaginario, ma con lei l’autrice ha aperto uno spaccato di quell’epoca, cioè, non potendo far studiare tutti i figli, le famiglie meno abbienti privilegiavano i figli maschi e quindi erano quelli a proseguire gli studi.
Daisy, Elsie e Nora, tre donne completamente diverse l’una dall’altra, ma con un unico fine: rivendicare il proprio posto in una società decisamente controllata dagli uomini. E il Colony Club diventerà per loro un punto di riferimento per la lotta contro gli stereotipi e i pregiudizi per una legittima libertà verso l’indipendenza e l’autonomia.
Insieme crearono il primo circolo femminile di Manhattan: un luogo dove le donne potessero ritrovarsi per esaminare nuove prospettive ed esprimere i propri pensieri.
“Colony Club, perché noi siamo come i coloni originari, ma mentre loro esplorarono una nuova terra e la trasformarono nella loro patria, il club diverrà la patria delle nuove idee, delle nuove associazioni e del progresso.”
Virginia Woolf era una teorica e praticante del fondamento che ciascuna donna doveva avere una stanza tutta per sé; emblema di riscatto, di autonomia e risorse economiche.

Così le donne, al pari degli uomini, avevano il diritto di avere un proprio club, dove poter trascorrere la notte, farsi recapitare pacchi, scrivere lettere, cenare. Questo sogno, che avrebbe portato a un mutamento epocale, si avverò a New York nei primi anni del Novecento, proprio dopo che una donna non riuscì ad avere una stanza al Waldorf Hotel perché non accompagnata da un uomo.
Un romanzo coinvolgente nel quale l’autrice descrive e trasmette la tenacia e la determinazione di tre donne: il loro esempio aprirà la strada verso l’autonomia e, per molte altre donne, il Colony Club, sarà una sorta di arena intellettuale, un punto di riferimento contro le discriminazioni gli stereotipi e i pregiudizi in nome della libertà e dei diritti civili.
“Daisy emise una risatina. Oh, santo cielo, ho davvero fatto tutto questo?[…] tutto ebbe inizio un’estate, quando non riuscii ad avere una stanza al Waldorf…”
Pro
È un attestato forte all’audacia e alla decisa volontà femminile, sullo scenario sfavillante e contraddittorio della New York della Gilded Age.
Contro
Sono amare queste storie: poiché, nonostante i secoli trascorsi, le disparità uomo – donna sono cambiate di poco. Il divario è ancora evidente in diverse aree.

Il circolo delle donne di Manhattan – Edizione e-book
Trama
New York, primi del Novecento. In una società che impone limiti rigidi alle donne, Daisy Harriman, giovane esponente dell’alta società, si scontra con una realtà inaccettabile: l’accesso al prestigioso Waldorf le viene negato solo perché non è accompagnata da un uomo. È la scintilla che accende la sua determinazione. È così che decide di creare il Colony Club, il primo circolo femminile di Manhattan, un luogo di incontro e confronto per donne indipendenti, decise a far sentire la propria voce e a rivendicare diritti fondamentali come il suffragio universale e il lavoro femminile. Al suo fianco ci sono due donne molto diverse da lei, ma ugualmente ambiziose. Elsie de Wolfe, attrice di successo con un innato senso per il design, vede nell’arredamento degli interni del club l’occasione di reinventarsi professionalmente. Nora Bromely, invece, cresciuta nei quartieri più difficili della Lower East Side, sogna di diventare architetta, ma si scontra ogni giorno con i pregiudizi e l’ostilità di un ambiente dominato dagli uomini. Tre donne, tre percorsi diversi, un unico obiettivo: creare uno spazio dove le donne possano essere finalmente libere di pensare, discutere e costruire il proprio futuro. Insieme, affronteranno paure e pregiudizi, trasformando un’idea audace in una realtà rivoluzionaria. Ispirato a una storia vera, “Il circolo delle donne di Manhattan” è un omaggio potente al coraggio e alla determinazione femminile, sullo sfondo scintillante e controverso della New York della Gilded Age.