Curiosità

Perché per scaramanzia si usa incrociare le dita?

Tra i gesti più diffusi e usati almeno una volta nella vita da ognuno di noi, come rituale scaramantico, troviamo quello di incrociare le dita, per augurare la buona riuscita di un avvenimento oppure, nel farlo dietro la schiena, per evitare le conseguenze di una bugia o di una promessa difficile da mantenere. È uno dei gesti maggiormente usati in tutto il mondo occidentale per allontanare la negatività e portare energia “buona” prima di compiere un qualsiasi gesto o azione propizia.

L’origine esatta dell’atto di incrociare le dita è difficile da tracciare, poiché affonda le sue radici in antiche credenze e pratiche culturali sia pagane che cristiane in un intreccio affascinante di simbolismo e significato.

Una delle teorie più antiche risale alle credenze pagane precristiane, in particolare al potente simbolismo della croce. In queste culture, l’atto di incrociare le dita era visto come un modo per concentrare buoni spiriti e ancorare un desiderio fino a quando non si realizzasse. 

Le civiltà anglosassoni e celtiche, rifacendosi alla geometria, sostenevano che i desideri risiedessero negli incroci delle linee, per cui quando si sperava di fare qualcosa o quando ci si proponeva di fare qualcosa in cui si sperava tanto si incrociava l’indice con quello di un’altra persona.

Si dice che questo gesto diventò individuale durante la Guerra dei Cent’anni, che coinvolse l’Europa nel XIV-XV secolo. I soldati, per festeggiare le vittorie nel corso di una battaglia, difficilmente riuscivano a far collimare le proprie dita con quelle dei compagni, così eseguivano il segno di buon auspicio in autonomia, allo stesso modo in cui lo facciamo oggi.

Vi è poi l’origine di matrice religiosa che affonda le radici nei primi tempi del cristianesimo durante le persecuzioni subite dai cristiani, quando fare il segno della croce in modo aperto poteva metterli in pericolo. Di conseguenza, incrociare le dita divenne un modo alternativo per invocare la protezione divina senza attirare l’attenzione dei persecutori. Successivamente incrociare le dita e toccando i pollici, divenne un segnale segreto per i cristiani perseguitati, fatto apposta per riconoscersi, in quanto coinvolgeva la formazione dell’ IKTHS, il simbolo del pesce, acronimo di Ièsus Khristos Thèos Huios Sotèr (Gesù Cristo, Figlio del Dio Salvatore).

Nel corso del Medioevo, il gesto di incrociare le dita assunse una nuova funzione: impedire al diavolo di impossessarsi dell’anima. In quel periodo, si credeva che sovrapporre l’indice e il medio formasse una barriera efficace contro le forze demoniache. Si riteneva, infatti, che il diavolo potesse raggiungere le anime passando attraverso le dita. Incrociarle serviva dunque a tutelarsi, invocando una sorta di protezione divina.

Incrociare le dita ha anche un altro significato quando dicendo una bugia le portiamo dietro la schiena. In questo caso il gesto evoca una sorta di protezione divina davanti a un’azione poco lodevole come quella di mentire, cercando di fatto di mettersi al riparo dalla sfortuna.

Inoltre, secondo alcune ricerche, può effettivamente contribuire a ridurre la percezione del dolore.

I risultati dello studio dell’University College London, sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology. Secondo i ricercatori, incrociare le dita determina una sorta di “illusione termica” determinata dal contemporaneo riscaldamento e raffreddamento di parti diverse delle dita. Alla base del processo che porta al “sollievo” di una sensazione di dolore, ci sarebbe l’interazione contemporanea di tre parti del cervello.

Bisogna precisare, però, che questo gesto è stato oggetto di test che riguardavano casi di dolore alla mano. Tuttavia, la scoperta di questo meccanismo è importante per indagare i meccanismi percettivi del cervello.

Il gesto di incrociare le dita in segno scaramantico non è diffuso solo in Italia, ma anche in altri Paesi europei, dalla Francia (“croiser les doigts“) all’Inghilterra (“keep fingers crossed“). In alcune tradizioni di origine africana, l’incrocio delle dita è usato come protezione contro gli spiriti maligni, mentre i tedeschi, gli svedesi, i russi e gli slavi, per ottenere lo stesso effetto portafortuna delle dita incrociate, sono soliti ripiegare il pollice all’interno del pugno. In Vietnam, invece, è un gesto offensivo, indicano infatti la sessualità femminile, e rivolgerle a un uomo è considerata un’offesa molto seria

Oggi l’incrocio delle dita continua ad essere un gesto costante nella nostra cultura, nonostante i progressi scientifici e tecnologici dai quali le nostre vite sono permeate. Da un simbolismo legato alla spiritualità, si è trasformato in una pratica quotidiana che attraversa confini culturali e religiosi. Oggi, incrociare le dita è un gesto universale di speranza e buona fortuna, utilizzato sia individualmente che come dimostrazione di solidarietà verso gli altri.

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2 Replies to “Perché per scaramanzia si usa incrociare le dita?

  1. Buongiorno, grazie per questa curiosità molto interessante!
    Una piccola precisazione da ellenista: la θ sta per θεοῦ, al genitivo, in quanto indica la filiazione, e non per θεός, che sarebbe la forma nominativa del sostantivo.
    Sempre nella stessa logica, poiché Σωτήρ (salvatore) è al nominativo, è un aggettivo riferito a Cristo e non al padre (ambiguo nella traduzione data nell’articolo).

     

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