Narrativa recensioni

I rintocchi sommersi. Gli omicidi di Alleghe – Mattia Majerna

Recensione a cura di Luigia Amico

“Quando si chiedeva che cosa fosse disposto a fare per diventare giornalista, Sergio si ripeteva, con feroce determinazione: ‘Tutto il necessario’, e s’impettiva in previsione dei futuri colpi sferrati dalla sorte.”

Sergio Saviane fu un giornalista e uno scrittore che si occupò delle vicende che videro protagonista Alleghe, cittadina in provincia di Belluno che si affaccia su un profondo lago e di cui racconta nel suo libro/inchiesta “I misteri di Alleghe”.

È proprio da qui che Mattia Majerna ripercorre il drammatico scenario che vuole il paese come palco per delitti apparentemente inspiegabili.

L’autore, armato di una prosa intrigante e mai scontata, ricostruisce la storia delle misteriose morti e dell’uomo che con coraggio ha voluto parlarne, Saviane appunto. Parte da lontano Majerna, indietro nel tempo e nella memoria, lì dove Sergio, ancora ragazzo, trascorre le sue vacanze nel paesello situato sulle rive del lago. Tra un ricordo e un racconto di passate avventure, attraverso salti temporali, si arriva agli anni fatidici, quelli che coprono il periodo che va dal 1933 al 1946. Sono anni bui per Alleghe, anni in cui una serie di terribili delitti macchiano l’atmosfera del paese.

Si muore a centinaia, a migliaia, a ranghi serrati e in ordine sparso. Dove finisce la nenia funebre comincia la statistica, che dei numeri si rimpinza, ingorda. Eppure, nella memoria di Alleghe ci sono due morti che è più difficile digerire: sono i due suicidi avvenuti a distanza di qualche mese nel lontano ’33.”

Maggio 1933: in una camera dell’Albergo Centrale viene rinvenuto il corpo senza vita di Emma de Ventura. La giovane cameriera ha la gola recisa e il caso viene frettolosamente archiviato come suicidio.

Dicembre 1933: una giovane donna, di ritorno dal viaggio di nozze, giace senza vita sulla riva del lago. Si tratta di Carolina Finazzer, moglie di Aldo da Tos, figlio dei proprietari dell’Albergo Centrale e nonostante i mille dubbi e le innumerevoli incongruenze, anche in questo caso si archivia il tutto come suicidio.

Novembre 1946: Gigio e Gigia del Monego, coniugi e amici di Saviane, sono freddati a colpa di arma da fuoco, entrambi. Questa volta è impossibile chiudere il caso con la parola suicidio.

Un duplice omicidio questo che agli occhi di molti risulta essere strano, intricato ed è a questo punto che Sergio vuole vederci chiaro, ma scalfire il velo di omertà e oblio caduto sulle precedenti vicende è difficile. Timore? Paura? Voler semplicemente evitare di rivangare dolorosi ricordi? Fatto sta che a mille domande corrispondono poche, labili, ostili risposte. Torna e ritorna in quei luoghi avvolti dal mistero e finalmente qualcuno sembra prenderlo sul serio: il brigadiere dei carabinieri Elio Cesca che permette finalmente di far partire una inchiesta che porterà alla verità.

-Tu sei un giornalista, giusto? E pensi di venire qui e romperci le uova nel paniere con la tua inchiesta. Dai retta a me, certe storie è meglio lasciarle in pace. I morti non s’incomodano e con i vivi non si può mai star tranquilli-”

È un libro questo che si divora nonostante l’iniziale difficoltà nel familiarizzare con i salti temporali. La bravura dell’autore si evince nella sua capacità di accompagnare il lettore, parola dopo parola, nelle vicende intricate che, grazie a Sergio, oggi possono essere raccontate a voce alta, ripulite di quella omertà che per anni ne ha taciuto la verità.

Curiosità

Sul fondo del lago giace una parte delle rovine del vecchio borgo, scomparso in seguito ad una frana. Lì, sotto quelle acque scure “riposa” anche il vecchio campanile, intatto…leggenda vuole che le sue campane rintocchino per avvisare dell’imminente morte di qualcuno… “I rintocchi sommersi”…

I rintocchi sommersi – Edizione cartacea
I rintocchi sommersi – Edizione e-book

Trama

Il 9 maggio 1933, il corpo senza vita di una giovane cameriera viene ritrovato nella stanza numero 6 dell’albergo Centrale di Alleghe, pittoresco paesino incastonato tra le Dolomiti e affacciato sulle acque scure dell’omonimo lago. Emma De Ventura ha la gola recisa da un rasoio, e non lontano da sé una boccetta di tintura di iodio. Il caso viene archiviato come suicidio: ma qualcosa non torna. Passano pochi mesi e il 4 dicembre il lago restituisce il corpo della giovane moglie di Aldo Da Tos, figlio del proprietario del Centrale, tornata solo il giorno prima dal viaggio di nozze. Secondo le autorità, un altro suicidio. L’annegata però non ha bevuto neanche una goccia d’acqua. E infatti, c’è chi non si rassegna alla versione ufficiale: Sergio Saviane, animoso e caustico giornalista, frequentatore di Alleghe sin dagli anni dell’adolescenza, è determinato a risolvere il caso. Soprattutto perché, la notte del 18 novembre del 1946, sono due suoi cari amici a venire misteriosamente freddati a colpi di rivoltella. Con una prosa fluida e appassionata, Mattia Majerna ci guida tra i misteri di un paese che nelle acque del lago ha seppellito i suoi segreti più profondi: lo specchio d’acqua, formatosi a seguito di un’antica frana, nasconde infatti i resti del primo campanile. E le leggende del luogo vogliono che, se si presta attenzione, si possano sentire le campane sommerse rintoccare a ogni nuovo, misterioso omicidio…

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