Recensione a cura di Ivana Tomasetti
Il termine della lettura suggella la morte, la fine di una vita vissuta nel successo, dietro al quale vediamo la pochezza dei rapporti sociali e d’amore, l’inganno nella vita quotidiana che lascia l’amaro in bocca. Anche la grande star soffre di solitudine e di inganno, non ha nulla a cui aggrapparsi che possa costituire un rapporto di lealtà e di fiducia.

Un verso del poeta Federico García Lorca costituisce il titolo del romanzo, una poesia di un amore difficile. Il romanzo sembra caratterizzarsi come una storia, anzi, più storie d’amore che coinvolgono i medesimi personaggi. La scena iniziale si apre sul letto di morte della grande cantante napoletana, in viaggio sulla nave che la riporterà in patria dagli Stati Uniti. Lo svolgimento della sua vita si dipana lentamente attraverso la voce della sua assistente, Esterina, la Guagliona. Si tratta della storia romanzata della vita di Griselda Andreatini, detta la Mignonette, una cantante particolarmente in voga tra gli emigranti italiani di New York negli anni Venti. Sullo sfondo gli avvenimenti storici, il peso degli esponenti mafiosi nella città americana, un tocco di noir con qualche morto ammazzato o torturato. Accenni a Mussolini, a Frank Sinatra, al proibizionismo, ai transatlantici di rotta tra Europa e America, alla seconda guerra mondiale e anche colpi di scena: quando è la stessa cantante che per risolvere la situazione agisce in prima persona. Non mancano fughe, rapimenti, agguati, il cambio repentino di casa e di nazione, nasce anche un piccirillo e agiscono molteplici personaggi, che lasciano il lettore col fiato sospeso.
“Le raccontò dei problemi che la famiglia Acierno, prima don Feliciano e poi suo figlio Frank, aveva avuto con la malavita organizzata di New York. Perché non pagavano, perché non avevano mai accettato la protezione dei capuzzielli della città, perché credevano di sapersi difendere da soli.”
La vita di tutti ruota intorno alla cantante Gilda, di cui conosciamo la fragilità e che si illude di mostrare una vita perfetta, almeno verso il pubblico, quell’apparenza che deve essere salvaguardata a ogni costo. La fama la fa diventare ricercata, ma il suo cuore la rende vulnerabile, si innamora e sposa un uomo che la tradirà. Assurdi legami di amanti traditi e vendicativi rendono la narrazione aggrovigliata e piena di suspance. Frank Acierno, l’uomo che sta al centro delle attenzioni di Gilda, non perde occasione per divertirsi e il suo carattere debole non gli permetterà di scegliere, ma rimarrà legato alla malavita di New York e nello stesso tempo a Gilda. Amore, morte, odio sono i sentimenti che caratterizzano i personaggi e che li rendono ben inseriti nelle atmosfere del tempo.

La figura dolce e generosa è quella del poeta, anche lui pagherà il suo scotto alla storia, con la depressione a causa di amori omosessuali non corrisposti e con la fucilazione in Spagna ad opera dei falangisti. L’autore, però con un escamotage, nel romanzo, lo fa morire in sanatorio. Ogni personaggio si caratterizza per la sua funzione precisa intorno a Gilda. Infine comprendiamo cosa sia successo tra le due donne e quali siano le colpe e le responsabilità dell’una e dell’altra. Insomma un intreccio ben costruito che si scioglierà nel finale. Non possiamo dimenticare Esterina, forse la vera protagonista, che segue come un’ombra la sua padrona, che da lei viene chiamata la Guagliona, come se non avesse nome, né identità, che obbedisce e si annienta per farla contenta. Sarà invece proprio da lei che uscirà il cambiamento che terrà il lettore incollato alla pagina. Personaggi storici reali e quelli immaginari costituiscono una trama articolata e verosimile che si lascia apprezzare nella costruzione logica che ne fa l’autore, imprimendo un ritmo alle vicende.
I personaggi secondari fanno da cornice logica al racconto dei fatti, intervengono quando la situazione diventa complessa.
“È la Mano Nera quella che ha sparato nel parco di Cunailando, l’altra sera, disse don Isaia schiarendosi la voce con qualche colpo di tosse. Anche se mi pare che adesso si stiano organizzando sotto un altro nome, che stanno crescendo. La Mob, dicono qui, la mafia. E stamattina il vostro Frank è andato a vedere cosa vogliono da lui, senza proteggersi, è andato a fare un ‘faccia e fronte’ come quelli che i guappi dei quartieri fanno a Napoli.”
L’ambiente più importante è il palcoscenico, la preparazione agli spettacoli, gli abiti, il pubblico, le canzoni. Non mancano le case dove la Mignonette vive e dove vive anche Esterina. Per i migranti New York appare come una città infernale, un “bordello”, un labirinto pericoloso: la nostalgia per la propria patria, alimentata e cullata dalle canzoni di Gilda, è la loro speranza.

“Era la Merica, mamma mia. E perché era uguale al carcere di Procida che io anni prima avevo visitato per colpa di un cugino mio? Non ci credevo che, dopo quel viaggio meraviglioso, bisognava venirsi a buttare in questo circo pieno di persone fetenti e miserabili.”
In America gli italiani sono discriminati.
“Siamo italiani. La peggior gente per questi qua, perché non ci stiamo calmi, perché ci ribelliamo. In America non ci conoscono soltanto per le nostre canzoni, ma pure per le coltellate, i colpi di rivoltella, le bombe”.
Un elemento di assoluta novità è la lingua, un inglese con pennellate di napoletano, un italiano con costruzione sintattica napoletana. Talvolta gli stessi personaggi si chiedono il significato di parole che vengono dette! La lingua forse testimonia l’incontro tra due popoli e le caratteristiche peculiari assunte dagli italo-americani.
Anche lo stile non è sempre esplicito, all’inizio i personaggi sono lasciati volutamente nell’ombra in attesa di esporli alla conoscenza intera del lettore come a esempio avviene con Federico (Garcia Lorca). La voce narrante è quella di Esterina che di volta in volta si rivolge a Gilda morente con il “tu”.
“Adesso la Homeland naviga al largo della costa algerina. Napoli non è tanto lontana, ma non saresti capace di guardarla, di immaginarla a occhi aperti, perché ti stai spegnendo, perché sei già tornata a casa, qui, sopra a questo mare.”
Al termine della lettura conosciamo lo spaccato della condizione femminile di quel tempo: sia dalla parte del successo che da quello della perdente; il problema dell’emigrazione in America, che per gli italiani non sarà mai la propria casa, come per nessuno dei personaggi del romanzo, vittime di amori capricciosi che non li porteranno alla felicità, come scritto nelle poesie di Federico Garcia Lorca.
Alessio Arena è nato a Napoli nel 1984. È scrittore, cantautore, traduttore e insegnante di lingua e letteratura spagnola. Divide la sua carriera tra Spagna e Italia.
I PRO
La vita di una donna che altrimenti non avremmo conosciuto.
I CONTRO
Poca empatia con i personaggi che restano nella loro funzione senza coinvolgere. Un linguaggio in cui sono molteplici i vocaboli del dialetto napoletano e anche i rimandi dialettali nella sintassi italiana.

La notte non vuole venire – Edizione e-book
TRAMA
È l’8 giugno del 1953 e il transatlantico Homeland ha appena attraversato lo stretto di Gibilterra, raggiungendo il punto del Mediterraneo che corrisponde alle coordinate latitudine 37′ 21′ Nord, longitudine 4′ 30′ Est, le stesse che saranno riportate sul certificato di morte della più celebre passeggera a bordo, Griselda Andreatini, per tutti coloro che ne hanno amata la voce oltreoceano semplicemente donna Gilda, la Mignonette. Quasi settantenne, consumata dall’alcol e dalla gelosia, donna Gilda compie il suo ultimo viaggio verso Napoli, città che ha cantato per mezzo secolo e che l’ha resa la “regina degli emigranti”. A vegliarla Esterina Malacarne, per tutti semplicemente la guagliona, l’assistente dai capelli bianchi e il corpo di bambina che Gilda si è portata dall’Italia, una ragazza dei quartieri popolari, ma istruita che le ha sempre fatto da interprete per via di un padre portiere al consolato americano. Mentre Gilda dorme nel suo ultimo letto, la guagliona riannoda i fili del passato vissuto insieme, l’arrivo a Ellis Island, la vita di lussi e teatri a New York, l’incontro con Federico Garcia Lorca, il suo rocambolesco tentato suicidio e il carteggio tra il poeta e la cantante, ma soprattutto l’amore e il tradimento di Esterina con l’unico uomo che non avrebbe mai dovuto desiderare. Sullo sfondo della luccicante New York dai roaring twenties alla Seconda Guerra Mondiale e di una generazione sprecata a cercare fortuna, Alessio Arena canta con struggente nostalgia il proibizionismo, i gangster italo-americani, la fama di Gilda e il suo palcoscenico, le passioni e le delusioni della più grande cantante italiana d’America.