Recensione a cura di Roberto Orsi
“La gang dei sogni” è un romanzo del 2008 e ripubblicato nel 2024 da HarperCollins, all’indomani della prematura scomparsa dell’autore Luca Di Fulvio. È la storia degli ultimi, dei poveri e di chi cerca la speranza in un sogno. Di chi non si arrende nelle difficoltà ma cerca sempre una via di fuga. A volte però questa via non è la migliore e può non portare alla salvezza. In altri casi invece la provvidenza con il suo tocco delicato e inaspettato a ribaltare le sorti di una intera esistenza. È un romanzo che vive di riscatto e passione, di tenacia e forza nel non mollare mai, nel voler sempre ripartire di fronte alle difficoltà. È un inno alla capacità di non arrendersi, di credere nel futuro, nell’amore e nell’aiuto del prossimo.

Christmas, Ruth e Bill sono i tre protagonisti del romanzo. Un romanzo imperioso con le sue quasi 700 pagine, capace di raccontarci il sogno americano degli anni ’20 nei suoi risvolti anche più crudeli.
La difficoltà degli immigrati, che arrivati dall’Italia devono costruirsi una nuova vita e come prima cosa devono trovare il modo di essere accettati dagli americani. Il sogno di una madre come Cetta che vuole a tutti i costi regalare un futuro radioso a suo figlio Natale nella nuova patria. Un figlio che appena messo piede su suolo americano si trasforma in “Christmas, un nome da negro” grazie a un ufficiale di immigrazione che parla entrambe le lingue.
Il lower East side è il quartiere di New York dove Christmas muove i suoi primi passi, dove conosce la malavita e le gang della città. E quasi per gioco fonda i Diamond Dogs, una piccola banda di ragazzacci impertinenti che lavorano molto più con il cervello che con i coltelli o le pistole.
Ed è in questo quartiere che Christmas conosce la splendida Ruth…
Ruth è una giovane borghese della città. La sua è una famiglia agiata che la protegge dal mondo esterno. La ragazza vive un’esistenza tranquilla fino al fatidico giorno in cui incontra Bill, giardiniere che lavora nella tenuta dei genitori. Un incontro che cambia la vita della ragazza… E anche quella di Bill.
È il crocevia del racconto, il punto di incontro dei tre ragazzi che incrociano le loro vite nel sangue della strada, nel tormento della tragedia. Ma le loro esistenze in poco tempo devono dividersi e dirigersi su binari paralleli che sembrerebbero non riavvicinarsi più.

Inizia il racconto delle tre esistenze, il racconto del loro riscatto, della risalita dopo aver raggiunto e visto con i propri occhi l’inferno. Il lettore assiste alla ricerca di un posto nel mondo da parte dei tre ragazzi. Ognuno di loro insegue il proprio sogno americano, tra speranze, facili illusioni, tremende delusioni e, ancora rinascite
“Non sapeva che potessero esserci uomini e donne tanto bassi e tanto alti. Cosi tanti colori d’occhi e di capelli. E persone tanto forti e tanto deboli, tanto ingenue e tanto furbe, tanto ricche e tanto povere, tutte insieme. Come nella Babele che raccontava il prete a messa, al paese.”
Nelle pagine del romanzo si respira la vita più intensa degli anni ’20, di quel sogno americano che per molti fu sinonimo di rinascita e rivincita. La rivincita di Cetta, la madre di Christmas, costretta a ricominciare daccapo, una vita da prostituta sotto l’ala protettiva di Sal Tropea, italo americano “del giro” che le garantirà un futuro almeno sicuro. Per Cetta il principale pensiero è che Christmas diventi un vero americano, lasciando alle spalle le sue origini italiane. È l’integrazione nel nuovo paese che lo potrà rendere libero.
La vita del ragazzo, che Di Fulvio ci racconta in 23 anni di romanzo, scorre in un ambiente fatto di violenza, minacce, scorribande dei “gangster of New York”, ma mantenendo i sentimenti puri dell’onore, della famiglia e del rispetto nei confronti dei più deboli. Ed è tra i più deboli che Christmas troverà la sua realizzazione più importante.
“Quando si diventa adulti si vede tutto sporco? Cetta non rispose. C’erano domande alle quali non bisognava rispondere. Perché la risposta era brutta quanto la domanda.”
Perché non sarà Christmas a diventare americano quanto l’America a entrare dentro di lui; l’America più genuina, quella dove si respira la polvere e si sentono i sapori più aspri dei bassifondi.

È il racconto di Bill che, nonostante le luci della ribalta che lo porteranno nella fatiscente Hollywood, non riuscirà davvero a uscire dal tunnel buio in cui è entrato, permeato dalla follia della perdizione.
Anche per Ruth il percorso per ritrovare sé stessa e quell’amore che la completi è tortuoso. Un inseguimento continuo ricco di ostacoli, di disperazione, disillusione e scoramento.
Di Fulvio racconta l’America degli immigrati, degli ultimi, dei neri, degli ebrei, delle minoranze, di chi ha trascorso la propria vita inseguendo un sogno… E lo fa in modo diretto senza tanti fronzoli, con scene anche crude e violente.
L’umiliazione si risolve nell’orgoglio, la paura si esaurisce nella condivisione di un progetto. Di Fulvio ci racconta il timore di una madre, l’amore di un ragazzo e di una ragazza, la sfacciataggine di un bullo, raccoglie tutti i sentimenti di una intera generazione e li trasmette in un romanzo corale che lascia più di un segno sulla pelle del lettore.
“Era questo che aveva cercato. Dare un senso alla vita. Renderla meno casuale. Era questa la perfezione, non il successo, non la riuscita, non il coronamento di un sogno o di un’ambizione, ma il senso. E così anche i cattivi della sua storia avevano trovato un senso, il loro senso.”
Pro
lo stile di scrittura dell’autore che si contraddistingue per la grande capacità di ricreare le atmosfere e disegnare in modo tridimensionale i suoi personaggi.
Contro
Alcune scene risultano essere abbastanza violente e potrebbero urtare le sensibilità più spiccate

La gang dei sogni – Edizione e-book
Trama
È il 1909. Concetta, detta Cetta, e il suo figlioletto di soli sei mesi, Natale, sono ammassati su un piroscafo diretto a New York insieme a centinaia di altri migranti come loro. Scappano dalla Calabria, da un’Italia che ormai è, sì, unita, ma in cui i privilegi e i soprusi di ricchi e potenti segnano una frattura ancora troppo profonda tra loro e chi appartiene soltanto al padrone e ai campi. Ora però Cetta guarda fuori dall’oblò sporco della nave e sogna l’America. Appena sbarcati all’ufficio immigrazione di Ellis Island, nessuno capisce la lingua di Cetta e così Natale diventa Christmas. Un nuovo battesimo per una nuova vita e l’inizio di una nuova storia, fatta di speranza, di coraggio, di opportunità. E di sogni. Perché tra le strade strette e maleodoranti del ghetto italiano, nel Lower East Side, Christmas si farà un nome, sopravvivrà alle scaramucce delle gang locali, salverà la vita di una ricca e bellissima ragazza e si innamorerà di lei. Ma è un dono speciale, un dono consegnatogli alla nascita insieme al nome, che lo porterà a fondare la prima radio indipendente nella New York scintillante e luminosa degli anni Venti e a cambiare la sua vita per sempre.