Narrativa recensioni

L’ombra dei Beati Paoli – Silvana La Spina

Recensione a cura di Anna Cancellieri

Entriamo subito nel vivo della narrazione con la prima vittima: un aristocratico dai gusti depravati viene trovato all’alba travolto da una carrozza. Molti segni lasciano intendere che si tratti di omicidio e non di un incidente.

La faccenda si presenta alquanto intricata e il viceré, marchese Caracciolo, chiama a indagare il suo protetto, il barone Maurizio di Belmonte, che già in un’occasione precedente ha dato buona prova di sé. I due sono legati non solo da profonda amicizia, ma anche dalla comune fede nel pensiero illuminista. Eppure Belmonte ha qualche difficoltà ad accettare le conseguenze dell’ideologia in cui crede fermamente.

La repubblica, persino. Noi, il popolo.

Era così che cominciava la Carta Costituzionale degli Stati Americani.

Ma poteva un popolo governarsi da solo, senza un capo, senza un re? No, lui non era pronto per tutto questo. Ma sapeva che altrove era successo.

In una Palermo oppressa dalla calura, in cui ci si prepara all’amata festa di Santa Rosalia, due donne si contendono i favori del giovane Maurizio: Viola, bellissima vedova della vittima, che in passato ha avuto con lui una storia conclusa prima ancora di iniziare, e Sofia, ragazza di umili condizioni che si mantiene con un lavoro singolare.

“La chiamavano la «pittora dei morti» perché ritraeva la morte della migliore società palermitana. Sofia era bella, una delle più belle donne di Palermo, capelli rossi e occhi verdi, un viso che pareva pittato dagli angeli, ma ugualmente, a suo modo un’intoccabile. Era infatti tra coloro che avevano a che fare con la morte. E in una società come quella di Palermo questo nessuno lo perdonava.

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Intanto alla prima vittima se ne aggiunge una seconda e il mistero si infittisce. L’omicidio, come nel caso precedente, è stato annunciato da lettere di minaccia e sigillato da un biglietto che si appella alla giustizia divina. Si tratta forse di una vendetta? Oppure esiste una mano misteriosa e imparziale che punisce quanti si considerano al di sopra della giustizia?

Fra la gente del popolo sempre più spesso corrono le parole “Beati Paoli”, un’antica setta scomparsa da secoli che secondo alcuni ha ripreso vita per difendere i poveri e gli umili dallo strapotere di un’aristocrazia arrogante e corrotta, che si ritiene intoccabile per diritto divino e crede di poter vivere in eterno fra agi e prevaricazioni.

“«Ho visto il mondo, Viola, ed è pieno di contraddizioni: i poveri piangono, i potenti si illudono di poter continuare a fare il loro comodo…»
 «Le cose sono come Dio ha voluto, Maurizio. Da un lato noi, dall’altro loro.»
Maurizio si sdegnò.
«Quale Dio, Viola? Quello che serve a te? Quello che sorveglia sui tuoi privilegi?»”

Piano piano vengono alla luce segreti sepolti, legami insospettabili, verità taciute per paura, amori traditi, speranze deluse. Belmonte, con la collaborazione del fedele e intraprendente brigadiere Pazienza, riuscirà quasi per caso a rimettere a posto i tasselli e trovare la soluzione, che però non riesce a pacificarlo, ma gli lascia anzi la sensazione di un mondo corrotto sull’orlo della catastrofe.

Ho apprezzato lo stile asciutto, colorato da qualche sfumatura di dialetto siciliano che definisce bene l’area geografica, insieme all’afa insostenibile che sembra rallentare movimenti e pensieri. Intriganti i capitolini in corsivo in cui “leggiamo” i ragionamenti di alcuni personaggi, a volte Sofia, a volte un padre distrutto, a volte il misterioso assassino…

Pro

Bella la figura di Sofia “pittora dei morti” che mostra sempre tanta compassione per le defunte, spesso giovanissime, di cui è costretta ad abbellire i volti: “fatela bella, fatela buona, fatela viva…”

Contro

In alcuni punti ho trovato poco comprensibile la reticenza di Viola (a meno che l’autrice non stesse gettando le basi per un nuovo romanzo).

L’ombra dei Beati Paoli – Edizione cartacea
L’ombra dei Beati Paoli – Edizione e-book

Trama

Palermo, 1783. È una città fetida quella che il Viceré ha avuto l’incarico di governare, disinibita e senza scrupoli, e lui, il marchese di Caracciolo, illuminista e fine intellettuale, sta cercando di porre un freno a una nobiltà che se ne infischia di ogni sua legge e proclama. Negli ultimi giorni, però, qualcosa è riuscito a scuotere gli animi: alcune lettere anonime, minacciose e molto circostanziate, sono state inviate a esponenti del loro piccolo mondo, e il marchese Camille de Gubarnatis è stato assassinato. Schiacciato da una carrozza in corsa, non prima che gli fossero cavati gli occhi. Per molti dietro a quella morte si celano i Beati Paoli, un’antica setta di incappucciati che rivendica i diritti del popolo e si scaglia contro le ingiustizie. Non tutti credono nella loro esistenza, ma il sospetto addensa nubi minacciose su una nobiltà che si tiene stretti i suoi privilegi, incurante del resto. C’è un solo uomo di cui il Viceré sa di potersi fidare più che di sé stesso: il barone Maurizio di Belmonte, che già in precedenza ha risolto uno dei casi più atroci accaduti in città. Belmonte non ha avuto una vita facile: costretto a fuggire da Palermo quando era solo un ragazzo, ha vissuto per anni di espedienti prima che il Viceré gli ridesse fiducia e lo riportasse sulla retta via. Per questo, quando viene chiamato a indagare, non può che accettare la sfida, seppur combattuto tra sentimento e ragione. In una Palermo rovente e in pieno fervore per i preparativi del Festino di santa Rosalia, Belmonte dovrà calarsi nei recessi più oscuri, e con l’aiuto di Sofia Schulz, la pittora dei morti, donna di grande fascino e mistero che gli ha rapito il cuore, cercherà di districar si tra dicerie e superstizioni, in cerca di una velenosa verità.

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