Recensione a cura di Ivana Tomasetti
Un romanzo che richiama il famoso titolo di Shakespeare, ma ne rinnova e diversifica i dettagli nelle funzioni narrative dei personaggi, ci immerge in relazioni e trame crudeli, attuate da menti femminili, tra cui spicca la protagonista che incontriamo ancora giovane e ignara del proprio futuro o quasi. Il confronto è imprescindibile rendendo talvolta critico il lettore, costretto a una scelta.

La trama è focalizzata intorno alla figura di Groa, una giovane druida a cui la profezia della nonna alimenta la smania di ambizione e di potere.
“Supererai in grandezza ciascuno di noi.
La tua fama si diffonderà per tutta Alba e giungerà fino in Inghilterra.
Ogni terra che guarderai con i tuoi occhi e toccherai con i tuoi piedi ti appartiene, e tu appartieni a essa.”
La narrazione ci avvolge tra patti di sangue, pozioni, strane abitudini in cui il vescovo deve avere sotto gli occhi la scena dell’amplesso prima di celebrare il matrimonio, cavalieri che nascondono le loro vere inclinazioni sessuali.
“Sii come un fiore innocente, ma agisci come la serpe che striscia sotto di esso.”
La storia non manca di colpi di scena, adatti a impressionare la fantasia del lettore. Lo sviluppo logico, conoscendo Shakespeare, porta a un finale scontato, se poi sarà un vero finale o non l’incipit di una nuova storia, questo non lo sappiamo.
Dapprima la giovane Groa ci conquista con l’orgoglio della stirpe druida, il rispetto verso la nonna, la perdita della madre e il suo essere un oggetto di scambio tra uomini; mentre cresce vediamo i suoi innamoramenti, le sue rabbie di fronte alle cattiverie dei parenti e infine le decisioni di uccidere e il coraggio di attuarle. Troppo stacco tra la gioventù e la maturità, in cui lei vive i capricci di un innamoramento che reprimerà in nome del potere, per poi ritornare sui suoi passi. Accusa un innocente pur di non perdere la sua posizione di potere e questi sarà ucciso. Come possiamo provare empatia per lei? Si accosta all’uomo che pensa di uccidere… Gli strumenti dei quali si serve sono l’astuzia, la manipolazione, e all’occorrenza la seduzione.
Lady Macbeth è un personaggio complesso e interessante, che non fa niente per accattivarsi le simpatie del lettore, ma che sa come solleticare la curiosità.
Il romanzo ci lascia col fiato sospeso fino alla fine nella curiosità di comprendere come la profezia si avvererà.

Il lord Macbeth appare all’inizio e poi le strade tra i due si dividono ognuno preso dalle proprie vendette. Le ragazze che circondano la protagonista hanno il ruolo di finte collaboratrici, cercano di manipolare i suoi comportamenti in una lunga sequela di nascondimenti che contagiano anche la protagonista che non si può fidare di nessuno. Come vivere in questo modo? Capiamo che le sue reazioni sono dettate dalla crudeltà e dalla cattiveria da cui è sommersa. Non è una crudeltà analizzata nell’intimo, essa si esprime attraverso i fatti o con qualche rabbia del momento.
Altre Ladies dimostrano la volontà di osteggiarla e di umiliarla, o di volerla come moglie del proprio figlio. Un sentimento positivo è molto lontano dai personaggi, che vivono le loro ambizioni.
“Sì, eliminerò qualsiasi uomo, donna o bambino che ostacolerà i miei piani.”
A giustificazione di questo atteggiamento, Groa dice a se stessa che la sua smania di potere deriva dal fatto che “ama” il suo popolo e vuole governarlo come gli altri non farebbero.
Ogni personaggio svolge una funzione precisa che racconta come le trame possano svolgersi solo se non intralciate da quelle degli altri.
Se dobbiamo esprimere empatia ci rivolgiamo verso MacBeth, il giovane che fa innamorare Groa, la sua bellezza, la sua rettitudine (apparente?). Ognuno sembra vivere in una doppia vita.
L’ambientazione è nei castelli, nei villaggi, che creano un mondo attraverso dettagli che ce li rappresentano.

Certamente cimentarsi in una riscrittura non è un’impresa facile, ma l’autrice sembra riuscirci con leggerezza districandosi sotto il magistrale fardello della tragedia Shakespeariana e il lettore riesce a seguirla e a dimenticarsi del confronto, specie col proseguo della storia.
La novità sta proprio in questo: riuscire a catturare il lettore dentro una storia simile, ma diversa, reinventando le regole del dramma.
Lo stile è semplice e leggero, di facile lettura. La voce di Groa che racconta in prima persona, è fluida e coinvolgente, si distingue dalle altre, pur senza una capacità di analisi introspettiva. Le azioni si sviluppano veloci, con molteplici cambi di scena, tenendo il lettore incollato alla pagina.
Quale messaggio? La nostra vita è di già scritta e noi la viviamo costretti dal destino oppure siamo noi i veri artefici? La domanda resta senza risposta. Groa diventa quello che la nonna ha predetto, non sappiamo perché, ma lo possiamo immaginare: la profezia le ha dato uno scopo e lei fa di tutto per poter arrivare alla meta che le è stata prefissata. La profezia diventa il mezzo attraverso il quale si realizza il suo riscatto e la sua maturità, in una sorta di femminismo ante litteram. Il titolo, in effetti, anticipa la conclusione, anche se è messo al maschile.
Isabelle Schuler è una scrittrice e attrice di origini svizzere, laureata in giornalismo.
Lady Macbeth è tratto dalla sua sceneggiatura teatrale Queen Hereafter.
Vive a Londra
PRO
Romanzo che racconta una realtà storica della regina realmente vissuta, descrive i riti druidici, e i dettagli della vita quotidiana oltre a raccontarci le trame oscure della sua vita.
CONTRO
Lettura leggera che risente del carattere di sceneggiatura del testo.

Lady Macbeth – Edizione e-book
Trama
Scozia, intorno all’anno Mille. Durante la celebrazione di Imbolc, le donne cantano invocando la dea Brighde, mentre il vento ne trasporta le voci che riecheggiano sull’acqua scura. Gruoch osserva le loro danze sfrenate rabbrividendo, ma lei è troppo giovane per prendere parte al rito. È proprio in quel momento che la nonna le svela laprofezia che cambierà la sua intera esistenza. Un giorno diventerà regina di Alba e potrà reclamare le terre dei suoi antenati. Come sua nonna e sua madre, Gruoch appartiene a una lunga stirpe di druidi, ma i tempi non sono più quelli in cui i Pitti regnavano sulle terre scozzesi, ora re guidati dalla nuova religione hanno preso il potere, spodestando la sua famiglia. Cresciuta consapevole del posto delle donne nel mondo, la giovane non è però disposta a essere solo moglie di re, lei tesserà le trame della storia e suggellerà il suo destino. Una volta raggiunta la corte reale di Scone come promessa sposa dell’erede eletto Duncan, proprio quando è prossima all’avverarsi della profezia, Gruoch è costretta a fuggire. La speranza di diventare regina sembra ormai persa. Trovandosi alla mercé di un potente nemico, deve sopravvivere ed è disposta a tutto.