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Primo maggio: origini, storia e significato della ricorrenza

Articolo a cura di Laura Pitzalis

Il 1° maggio, Festa del Lavoro o Festa dei Lavoratori, nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l’idea è il Congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese. Fu una scelta simbolica: tre anni prima, infatti, il 1° maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue.

LE ORIGINI

Otto ore di lavoro, otto per dormire, otto per educarsi” fu la parola d’ordine, coniata in Australia nel 1855, dove per “educarsi” si intendeva avere il tempo di leggere, studiare, dedicarsi alla famiglia, coltivare i propri hobby… insomma dare alla propria vita un po’ di umanità limitando lo sfruttamento in fabbrica.

Nel 1866 lo Stato dell’Illinois approvò una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore, che sarebbe entrata in vigore il 1° Maggio 1867.

A sviluppare un grande movimento di lotta sulla questione delle otto ore furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori statunitensi, tra le quali i Knights of Labor (cavalieri del lavoro), che scelsero di indire uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti, chiamato La Grande rivolta, il 1° Maggio 1886.

Nel 1886 il Primo Maggio cadeva di sabato, allora giornata lavorativa, ma in 12 mila fabbriche degli Stati Uniti 400 mila lavoratori incrociarono le braccia, 80 mila nella sola Chicago.

Tutto si svolse pacificamente, ma nei giorni successivi scioperi e manifestazioni proseguirono e nelle principali città industriali americane la tensione si fece sempre più forte tanto che il 3 maggio la polizia fece fuoco contro i dimostranti radunati davanti ad una fabbrica per protestare contro i licenziamenti, provocando quattro morti.

Per protesta fu indetta una manifestazione per il giorno dopo, 4 maggio, a Chicago in Haymarket Square, dove si teneva il mercato delle macchine agricole. Doveva essere una protesta pacifica, tant’è che presenziò brevemente anche il sindaco di Chicago, ma verso la fine, quando gli agenti di polizia intervennero per sgomberare gli operai, qualcuno lanciò verso di loro una bomba causando dei morti tra gli agenti che si sentirono legittimati a sparare sulla folla.

Nessuno ha mai saputo né il numero delle vittime né chi fosse stato a lanciare la bomba.

Nei giorni successivi a Chicago e in tutto il Paese ci fu una vera caccia all’uomo che portò centinaia di attivisti e dirigenti sindacali in prigione. La bomba di Haymarket Square era l’occasione giusta per stroncare una volta per tutte il sindacalismo americano e affossare per sempre la richiesta delle otto ore.

Rapidamente fu allestito un processo ed è inutile dire che aveva già una sentenza scritta. Sebbene non sia mai stato trovato il responsabile dell’attacco, otto anarchici furono accusati di cospirazione e omicidio, nonostante alcuni di loro non avessero partecipato alla manifestazione di Haymarket, e condannati a morte. In un secondo momento due delle condanne furono commutate in carcere a vita, mentre a uno furono dati 15 anni di prigione. Un altro si suicidò in carcere in circostanze mai chiarite.

Gli altri quattro, sindacalisti operai conosciuti e amati dalle masse, furono impiccati l’11 novembre 1887.

I fatti di Chicago compattarono le organizzazioni sindacali e socialiste anche fuori dagli Stati Uniti, in un movimento che portò la Seconda Internazionale, il 20 luglio 1889, a dedicare la giornata del Primo Maggio alla memoria dei “Martiri di Chicago”, come furono ribattezzati i quattro lavoratori giustiziati a Chicago, dichiarandola ufficialmente la “Festa Internazionale dei Lavoratori”.

Man mano che ci si avvicinava al 1° maggio 1890, la prima Festa del Lavoro ufficiale, le organizzazioni dei lavoratori intensificarono l’opera di sensibilizzazione sul significato di quell’appuntamento. Crebbe, allora, un clima di tensione alimentato da voci allarmistiche: la stampa conservatrice consigliò a tutti di starsene tappati in casa, di fare provviste, e i governi, più o meno liberali o autoritari, allertarono gli apparati repressivi. In Italia il governo di Francesco Crispi usò la mano pesante, attuando drastiche misure di prevenzione e vietando qualsiasi manifestazione pubblica sia per la giornata del 1° maggio che per la domenica successiva, 4 maggio (in diverse località, per incoraggiare la partecipazione del maggior numero di lavoratori, si era infatti deciso di far slittare la manifestazione alla giornata festiva).

Nonostante le sfide organizzative dovute alla mancanza di un coordinamento centrale e ai timori di alcuni leader del movimento operaio, il Primo Maggio del 1890 si rivelò un grande successo: in numerosi centri, grandi e piccoli, si svolsero manifestazioni, che fecero registrare quasi ovunque una vasta partecipazione di lavoratori. Un episodio significativo accadde a Voghera, dove gli operai, costretti a recarsi al lavoro, ci andarono vestiti a festa.

Inizia così la tradizione del 1° maggio.

LA FESTA DEI LAVORATORI IN ITALIA

In seguito, l’obiettivo originario delle otto ore viene messo da parte e lascia il posto ad altre rivendicazioni politiche e sociali considerate più impellenti.

La protesta per le condizioni di miseria delle masse lavoratrici anima le manifestazioni di fine Ottocento.

1° maggio 1898 coincide con la fase più acuta dei “moti per il pane”, che investono tutta Italia e hanno il loro tragico epilogo a Milano.

Nei primi anni del Novecento il Primo Maggio si caratterizza anche per la rivendicazione del suffragio universale e poi per la protesta contro l’impresa libica e contro la partecipazione dell’Italia alla guerra mondiale.

Con l’avvento al potere di Mussolini, la celebrazione del Primo Maggio fu proibita, troppo sovversiva, troppo collettiva meglio un’autarchica e individualista Festa del Lavoro da celebrare in coincidenza con il Natale di Roma il 21 aprile.

Ma la giornata del Primo Maggio mantenne e anzi rafforzò la sua carica “sovversiva”, divenendo occasione per esprimere in forme diverse la fedeltà a un’idea e l’opposizione al regime: dal garofano rosso all’occhiello alle scritte sui muri, dalla diffusione di volantini alle bandiere rosse confezionate a casa clandestinamente.

Fu ripristinata solo nel 1945, dopo la caduta del regime e, appena due anni dopo il 1° Maggio 1947, fu segnata dalla strage di Portella della Ginestra, una località in provincia di Palermo, mostrando che la lotta per i diritti dei lavoratori era ancora piena di ostacoli e pericoli.

Circa duemila lavoratori in festa si trovavano lì per celebrare la ricorrenza e per protestare contro il latifondismo. Sul luogo però c’erano anche gli uomini del bandito Salvatore Giuliano, che aveva rapporti sia con i monarchici sia con la mafia, che fecero fuoco sulla folla uccidendo quattordici persone e ferendone una cinquantina. I mandanti della banda di Giuliano non furono mai scoperti.

Nel 1949 il Primo Maggio divenne stabilmente una festività nazionale, simbolo del ritorno alle libertà democratiche, divenendo anche una festività che celebra quei principi costituzionali che rivendicano una Repubblica “fondata sul lavoro“.

Le trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini e il fatto che al movimento dei lavoratori si offrano altre occasioni per far sentire la propria presenza, hanno portato al progressivo abbandono delle tradizionali forme di celebrazione del 1° Maggio.

Oggi i diritti dei lavoratori sono celebrati  da eventi e manifestazioni organizzate da sindacati e altre entità lavorative, come il “Concertone” di Roma, uno degli eventi principali di questa data che dal 1990 Cgil, Cisl e Uil organizzano per i giovani e che vede alternarsi sul palco gli artisti più celebri del panorama musicale italiano e internazionale. Non solo un concerto ma un’occasione per trasmettere messaggi di solidarietà e giustizia sociale legati allo spirito originario del Primo Maggio, trasmettendo i valori di giustizia ed uguaglianza in diretta televisiva e online. È il più grande festival musicale gratuito in Europa. 

COME SI FESTEGGIA IL PRIMO MAGGIO NEL MONDO

La Festa dei Lavoratori oltre che in Italia, viene celebrata in Russia, Messico, Cuba, Brasile, Turchia e Cina e nella maggior parte dei paesi europei, come Danimarca e Paesi Bassi, nei quali le celebrazioni durano anche più giorni.

Alcuni paesi la celebrano invece in altri periodi dell’anno: in Svizzera dipende dai Cantoni, in Australia dagli Stati e dai Territori. Negli Stati Uniti e in Canada è il primo lunedì di settembre, mentre in Nuova Zelanda in ottobre. In Grecia il primo lunedì di maggio, come in Inghilterra dove è chiamato “May Day”, una festa dedicata sia ai diritti dei lavoratori (vengono fatti dei cortei e manifestazioni) ma anche, anzi soprattutto, un evento che dà il benvenuto alla primavera.

In Francia, per tradizione, si assiste alle sfilate dei sindacati nelle principali città e si è soliti regalare il mughetto considerato un augurio di buona fortuna

In Germania, invece, è noto come “Tag der Arbeit” (Giorno del Lavoro) e coincide con Tanz in den Mai (Danza verso maggio), un omaggio alle antiche tradizioni di benvenuto al mese di maggio, che prevedono festeggiamenti in onore della primavera. In questo giorno si porta all’occhiello un garofano rosso in memoria delle lotte socialiste.

Un modo particolare di festeggiare il 1° maggio è quello dei finlandesi, per i quali la Festa dei Lavoratori cade in concomitanza con il Vappu, che celebra la primavera nordica, la fine dell’inverno, gli studenti e il lavoro.

In Brasile il “Dia Mundial do Trabalho” viene celebrato solo a Santos dove ci si riversa per le strade in un’atmosfera di vera festa.

Un paese nel quale il 1° maggio non si configura come una festività nazionale è il Giappone. Qui, tra il 29 aprile e il 5 maggio, ricorre infatti la cosiddetta Golden Week, nella quale si celebrano il compleanno dell’imperatore Hirohito, la Festa della Costituzione, la Festa del Verde e la Festa dei Bambini.

Arriviamo quindi in Cina, dove la Festa dei Lavoratori si celebra per una settimana durante la quale il governo concede ferie retribuite ai lavoratori: un fatto straordinario per il governo cinese dal momento che i contratti di lavoro standard non prevedono ferie.

Infine, sfidando un lampante conflitto d’interessi, vorrei citare il Primo Maggio in Sardegna dove la Festa del Lavoro viene messa un po’ in secondo piano coincidendo con una delle processioni religiose più antiche e più lunghe d’Europa: la Sagra di Sant’Efisio. Ma d’altra parte quando nacque la Festa del Lavoro nel luglio 1889, il piccolo cocchio di Sant’Efisio trainato dai buoi viaggiava già da 233 anni. Si tratta di una processione che scioglie un antico voto fatto dalla cittadinanza negli anni della grande peste e che si svolge ininterrottamente dal 1657.

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