Recensione a cura di Roberto Orsi
Sherlock Holmes e James Moriarty, due menti incredibili della letteratura anglosassone. Eterni rivali, ideati dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, ritroviamo questi due protagonisti nell’ultimo libro di Gareth Rubin “Sinister. La città delle ombre”.
Dopo aver sorpreso i lettori nel romanzo “The turnglass. La clessidra di cristallo”, di cui potete leggere la recensione qui, lo scrittore inglese torna sulle scene con un giallo storico dai toni molto british.

Il professor Moriarty è un genio del crimine, l’antagonista principale di Sherlock Holmes, anche se in realtà compare pochissime volte nei romanzi di sir Arthur. Per Holmes, il professore è il “Napoleone del Crimine”, professore di matematica, attratto dalle menti più astute, dai piani criminali ingegnosi e dalle scoperte della scienza. Sherlock Holmes non ha bisogno di presentazioni, mentre sopraffina capace di risolvere le indagini più complicate, icona del giallo deduttivo, a cui si sono ispirati altri romanzi, serie tv e trasposizioni cinematografiche.
“Devo raccontare quel che provai alla luce del sole morente due giorni prima del Natale del 1889. Vale a dire, puro e semplice terrore. Un terrore che non avevo mai conosciuto.”
Il romanzo si sviluppa come un racconto a due voci: a parlare sono i due fedeli assistenti dei protagonisti: il dottor Watson e il colonnello Moran. I capitoli si alternano così come gli stili del racconto: più pacato quello di Watson, ironico e tagliente quello di Moran. La vicenda è la stessa, quella che vede i due acerrimi nemici collaborare per il bene comune.
“Sherlock Holmes e un malevolo abitante del sottobosco criminale, il professor James Moriarty, che lavoravano insieme come vecchi amici, piuttosto che come due rivali votati alla reciproca distruzione. Il fine? Salvare tutta l’Europa dalla catastrofe.”
Eppure, la vicenda prende le mosse da due situazioni strane e particolari.
Holmes e Watson ricevono la visita di un giovane attore, il quale si sente coinvolto in una truffa. Da qualche settimana è protagonista di un’opera teatrale, il Riccardo III di Shakespeare. Il fatto è che il pubblico, ogni sera, è composto sempre dalle stesse persone che semplicemente cambiano aspetto con abili travestimenti. Inoltre, il resto della compagnia è formato da attori non professionisti, alle prime armi, incapaci di reggere il confronto con il protagonista. George Reynolds, questo il nome del ragazzo, si affida a Sherlock Holmes e Watson per capirci di più.

Moriarty e Moran sono invece coinvolti in una faida tra bande criminali nei bassifondi di Londra: tra combattimenti animaleschi, scommesse clandestine e bettole mal frequentate, i due cercano di far luce sulla vicenda, magari traendone pure del profitto per i loro interessi criminali.
“Siete due facce della stessa medaglia, professore. Le due facce di una moneta che ruota nell’aria”
Le strade dei due geni si incontrano ben presto nell’economia narrativa del romanzo. Qualcuno, che rimane misterioso, li mette in contatto. Li avvicina allo stesso caso. Si sta tramando un piano che potrebbe portare sconvolgimenti negli equilibri politici internazionali.
Quando personaggi illustri della scena politica inglese vengono brutalmente assassinati, i due intuiscono che le menti dietro a questo complotto possiedono una grande conoscenza. Inizia, quindi, la collaborazione tra i due, che li porterà a viaggiare fuori dall’Inghilterra e raggiungere il continente.
I quattro personaggi si mettono sulle tracce di una organizzazione criminale, in una lotta contro il tempo per fermare il loro piano.
Il libro scorre in modo fluido, l’alternarsi dei due punti di vista, con una modalità di racconto che differisce per i toni più o meno canzonatori, garantiscono un cambio di registro che non annoia il lettore. Il personaggio di Moran, spregiudicato e irriverente, regala una narrazione ironica e spregiudicata.

I passaggi per la risoluzione del caso vengono svelati pian piano grazie alle intuizioni dei due geni letterari di Conan Doyle. Sicuramente la trama pur finendo nel classico complotto internazionale, ha un risvolto particolare che consente di farsi ricordare dai lettori. Uno sviluppo particolare dell’indagine, per certi versi anche un po’ macabro ma senza trascendere nello splatter.
Una lettura godibile con l’accorgimento di non trovarsi comunque di fronte agli originali protagonisti della serie di Conan Doyle né alla sua penna. L’autore Gareth Rubin si conferma comunque un ottimo scrittore di gialli storici con il giusto mix tra intrattenimento, action movie e approfondimenti storici sullo sfondo narrativo.
“Nel corso degli anni mi è stato chiesto più volte cosa motivasse Sherlock Holmes. La verità è che più lo conoscevo, meno lo capivo.”
Pro
La trama originale nello sviluppo, il ritmo che non ha cedimenti, il punto di vista di due narratori diversi che alternano la modalità del racconto
Contro
Qualche descrizione delle scene che mi ha lasciato come un senso di incompiuto in alcuni passaggi

Sinister. La città delle ombre – Edizione e-book
Trama
Londra, 1889. Un pomeriggio di dicembre, un affascinante attore di teatro bussa alla porta dell’esclusivo Diogenes Club perché coinvolto in una stranissima frode. Il pubblico che assiste alla sua performance sembra essere composto sempre dagli stessi spettatori, e starà al genio della deduzione scoprire cosa sta succedendo. Un pomeriggio di dicembre, un losco capo criminale bussa alla porta di una casa di Whitechapel assai poco raccomandabile perché coinvolto in una sanguinosa faida con una banda avversaria. Il suo rivale non uscirà vivo dalla trattativa, e starà al Napoleone del crimine scoprire cosa sta succedendo. Impegnate ognuna nella propria indagine, le due menti più sopraffine di Londra seguono una scia di terribili omicidi che le porterà a dover fare l’impensabile: mettere da parte le ostilità e lavorare insieme contro qualcosa di così potente da minacciare gli equilibri mondiali. Sembra impossibile, ma Sherlock Holmes e James Moriarty, nemici giurati, sanno che questo è l’unico modo per salvare l’Europa dalla catastrofe. Dopo il grande successo di The Turnglass, Gareth Rubin torna con un nuovo romanzo a due voci dalle atmosfere squisitamente british, in cui gli iconici personaggi di sir Conan Doyle si muovono tra la bella società e gli oscuri bassifondi della Londra di fine Ottocento.