Articolo a cura di Matilde Titone
Descrivere San Pietro è cosa complessa, io non sono una storica dell’arte, e temo mi potrei perdere in mille sensazioni più che nell’illustrazione delle opere d’arte. Poi credo sarebbe anche noioso leggere troppe pagine. S.Pietro va vista e assaporata e vissuta nella sua bellezza e nella sua caoticità. Occorre accettare lunghe file per entrare e poi all’interno i vari gruppi con spiegazioni in tutte le lingue. A me piace giocare a cercare di capire di che lingua si tratta e finisco per distrarmi, ma conosco bene o abbastanza bene la Chiesa. A Roma ci portiamo i bambini a farli battezzare per avere una benedizione speciale, nella notte di Pasqua. È una delle chiese più imponenti al mondo, va vista e basta.

È un non luogo dell’anima ed è forse è il simbolo di Roma, con il suo Cupolone come lo canta Venditti. È la Chiesa dove si va a vedere una serie di capolavori come la Pietà, oggi chiusa da una teca di vetro, ma che io ho avuto la fortuna di vedere e toccare quando ero bambina e ora da adulta grazie a un signore amico che mi ha permesso di entrare nella teca. È una statua che trasmette dolore, amore, lacrime e ammirazione. Il viso della Madonna è quello di una madre che piange suo figlio morto tra le sue braccia. Io la prima volta che la vidi avevo, credo 10 anni e piansi, perché quella mamma di marmo trasmette il suo tormento. E poi c’è la cupola dove si può salire, io l’ho fatto tanti anni fa, e godere di un mondo visto dall’alto. Faticosissimo arrivarci, anche con ascensore poi occorre salire per 320 scalini ma ne vale la pena, è qualcosa di meraviglioso da vedere a tutti i costi. E poi la cripta dove si può scendere e godere di un mondo visto dal suo interno più profondo. Ci sono marmi, cibori, quadri, gallerie dove fare il giro dall’alto, terrazze da cui vedere Roma in tutte le sue contraddizioni e beltà.
Come si fa a descrivere tanta bellezza? E vi dirò di più, in genere le chiese grandi e ricche come questa trasmettono più l’onnipotenza della Chiesa che il suo misticismo, beh questo a S. Pietro non accade. Si entra e per quanta gente ci sia, per quanto traffico umano disordinato ci sia, per quante ricchezze ci siano, si respira altro, si respira Dio, non è importante crederci, si respira qualcosa che ha del soprannaturale, non poteva esserci tanta beltà se non ci fosse Dio, un essere che non è umano ma è puro spirito, lo spirito del mondo, della storia, della natura, della vita. Vabbè ve ne do una piccolissima sintesi e poi vi porto a Borgo, in Prati, ai musei vaticani dovete andare, sono un altro esempio dell’opera umana diretta da qualcuno che sta sopra a tutto e a tutti.

La primitiva Basilica di San Pietro, un edificio di dimensioni paragonabili all’attuale, fu eretta intorno al 320 dall’imperatore Costantino, nel luogo dove, secondo la tradizione, era stato sepolto l’apostolo Pietro. Dalla metà del XV secolo ebbe inizio quel lungo processo che, in circa duecento anni e con il concorso di moltissimi artisti (Bramante, Michelangelo, Bernini), avrebbe portato al completo rifacimento della primitiva basilica costantiniana. Anche l’attuale piazza San Pietro, con lo splendido colonnato, si presentava in tutt’altra forma: l’aspetto di oggi è un vero capolavoro di Gian Lorenzo Bernini.
L’imponente facciata seicentesca di Carlo Maderno rende l’idea delle eccezionali dimensioni della Basilica, ancora oggi una delle chiese più grandi al mondo. Lunga 115 metri e preceduta dalla scalinata a tre ripiani, la facciata presenta lesene e colonne corinzie ed è sormontata da un attico coronato da tredici colossali statue. Al centro si trova la Loggia delle Benedizioni: da qui il papa benedice i fedeli nelle occasioni più solenni ed è annunciata al mondo l’elezione di ogni nuovo pontefice. La Porta Santa, la cui apertura dà ufficialmente inizio all’Anno Santo, è l’ultima sulla destra. Progettata da Michelangelo e completata da Della Porta e Fontana nel 1588-89, la cupola sorprende per dimensioni e armonia, caratteristiche che si apprezzano nell’impegnativa ma gratificante salita che permette di scoprirne i segreti costruttivi. Arrivati sulla terrazza, la scala di 330 gradini porta a un corridoio interno circolare, dal quale si possono vedere da vicino i mosaici realizzati dal Cavalier d’Arpino nel 1605.

Entrando nella basilica, nella prima cappella della navata destra si ammira il più famoso dei capolavori contenuti all’interno di San Pietro, La Pietà di Michelangelo (1498-99): opera in marmo, realizzata dall’artista a 23 anni, incanta da secoli per perfezione tecnica e per l’impatto emozionale. Al centro della Basilica, sopra l’altare papale, svetta il Baldacchino in bronzo del Bernini, commissionato da Urbano VIII Barberini, con le gigantesche colonne tortili, tra i cui viticci si posano le api Barberini, simbolo della famiglia. Sui basamenti di marmo che sostengono le colonne è raffigurato per sette volte il viso di una donna, dal concepimento alla nascita di un bambino, raffigurato nell’ultimo fregio. È un’opera del giovane Borromini per magnificare la Mater Ecclesia, Chiesa Madre di tutte le altre chiese. Nella Confessione sottostante del Maderno, 99 lampade perenni illuminano la tomba di Pietro. Sulla parete absidale, la Cattedra di San Pietro, in realtà non visibile, è conservata all’interno di una maestosa composizione barocca, realizzata dal Bernini. La grande custodia è in bronzo dorato, alta 7 metri, sorretta da statue bronzee raffiguranti i Dottori della Chiesa greca e latina. Al di sopra, un tripudio di angeli e putti, fra nuvole e raggi saettanti, filtrati dalla luce della finestra ovale a vetri bianchi e gialli su cui spicca la colomba, simbolo dello Spirito Santo.
Tra i monumenti più importanti, la tomba di Pio VII nella cappella Clementina, opera di Bertel Thordvaldsen; la tomba in bronzo dorato di Innocenzo VIII, realizzata dal Pollaiolo (1498), il più antico dei monumenti funebri presenti nella basilica; il monumento a Urbano VIII di Bernini; il monumento a Clemente XIII di Antonio Canova (1784-92), e la stele funeraria nota come Monumento Stuart, di Antonio Canova. All’interno della Basilica, ha sede il Museo del Tesoro della Basilica di San Pietro. Di grande interesse storico e artistico, l’itinerario si sviluppa in nove sale espositive con opere uniche databili tra il IV al XIX secolo, ordinate secondo un criterio cronologico, e custodisce paramenti sacri ed oggetti preziosi offerti per devozione alla Basilica vaticana. Particolarmente interessanti un ciborio di Donatello, il “Monumento a Sisto IV” del Pollaiolo, la croce e i candelabri in argento dorato di A. Gentili (1582), il “Sarcofago di Giunio Basso” (IV sec.), la Crux Vaticana, o Croce dell’Imperatore Giustino II (VI sec.), una dalmatica istoriata dell’Altomedioevo, un gallo in metallo dorato (IX sec.) che adornava il campanile della prima Basilica costantiniana.
Parte integrante della Basilica sono le Grotte Vaticane, ubicate tra il pavimento della basilica costantiniana e quello attuale: qui si trovano le sepolture di molti Pontefici, come Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Dalle grotte, in cui si succedono cappelle, statue, monumenti e tombe, si accede alla Necropoli pre-costantiniana. In questo luogo, insieme a mausolei del II-IV secolo, si trova un monumento modesto, ma fondamento della Chiesa di Roma: la tomba di Pietro.

Ecco questa è la sintesi e non è mia, l’ho copiata dal sito del comune di Roma che si occupa di turismo. Non sarei stata capace di sintetizzare tante tante troppe opere di un bello così intenso.
Ma una volta vista la basilica vi porto con me per le vie di Borgo Pio, il XIV rione di Roma. Tra S.Pietro e Castel S. Angelo, sembra di entrare in un piccolo borgo antico d’Italia, Roma è fuori.
Alla Chiesa di Sant’Anna inizia borgo Pio. E immediatamente c’è una sosta da fare: in questo punto, si trovano alcune fontane particolari e sulla destra spicca la Fontana delle Tiare, in via Largo del Colonnato. Questa fontana simboleggia il Rione Borgo e la Città del Vaticano, con le tre Tiare Papali, le Chiavi di San Pietro e le tre conche a forma di conchiglia. Poco più avanti ammiriamo la Fontana delle Palle di Cannone in via di Porta Castello, che si trova vicino al Passetto (il corridoio costruito sopra le mura difensive che unisce Castel Sant’Angelo ai Palazzi vaticani.) e poi on piazza del Catalone la Fontana dell’Acqua Marcia. Questa fontana (la seconda famosa della zona) ha un aspetto singolare e ricorda le edicole che gli antichi romani dedicavano agli dei pagani.
A poca distanza dal Vaticano si erge in tutta la sua imponenza il Mausoleo di Adriano o meglio noto come Castel S. Angelo. Nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni sia dal punto di vista architettonico e strutturale sia per quanto riguarda la sua destinazione d’uso. Dopo vari passaggi di proprietà tra famiglie della nobiltà romana, Castel Sant’Angelo legò definitivamente il suo destino a quello dei pontefici. Proprio qui tra il Vaticano e Castel S.Angelo si verificò uno degli eventi più sanguinosi della storia di Roma, il “Sacco di Roma”, ad opera dei Lanzichenecchi inviati da Carlo V d’Asburgo. 30.000 vittime civili, perfino l’imperatore fu colpito dalla ferocia dei suoi sgherri.

Si narrano di quel giorno 6 maggio 1527 e i successivi cose atroci, che non starò qui a descrivere, ma quando il 7 ottobre del 2023 si è verificato l’attacco di Hamas a Israele mi è sembrato di sentire ancora quelle storie che il mio professore di storia all’Università ci aveva raccontato per farci capire la ferocia di quei tempi. La Storia non insegna nulla purtroppo e la cattiveria insita nell’animo umano non progredisce non si eleva anzi peggiora. Vabbè queste sono considerazioni mie, torniamo a Roma a Borgo Pio e andiamo a vedere Castel S. Angelo. Godetevelo così, da fuori attraversando il ponte che collega le due sponde del Tevere, maestoso, meraviglioso con l’Angelo sulla sommità. Girateci intorno tra i giardini e il ponte levatoio, poi se volete entrate. Uno degli affacci più belli sulla città di Roma è il Terrazzo dell’Angelo, il più alto punto accessibile del castello, il cui nome è legato alla colossale statua dell’Arcangelo Michele, accanto alla quale si trova la Campana della Misericordia. Per molto tempo, il terrazzo di Castel Sant’Angelo ha ospitato le cosiddette “girandole”, uno spettacolo pirotecnico ideato da Michelangelo Buonarroti per i festeggiamenti dei santi Pietro e Paolo, patroni di Roma (29 giugno). Dal 2016 i fuochi, allestiti a formare una girandola, sono stati spostati sulla terrazza del Pincio, di fronte a Piazza del Popolo.

Dalla Terrazza dell’Angelo la vista si apre quasi a 360 gradi sul fiume Tevere e sul centro della Roma storica, ai piedi del castello. Volgendosi poi verso la Basilica di San Pietro, è possibile apprezzare il tracciato del Passetto di Borgo che congiunge Castel Sant’Angelo ai Palazzi Vaticani. Il Passetto di Borgo (er Coridore in romanesco) è un passaggio pedonale sopraelevato il cui scopo era quello di permettere al Papa di rifugiarsi dentro al Castello in caso di pericolo e allo stesso tempo avere un bastione che permettesse un miglior controllo del Rione. Oggi è possibile percorrerlo, da pochi giorni lo hanno aperto, se ci si riesce sarebbe bellissimo poterlo visitare.