Articolo a cura di Laura Pitzalis
Conoscete Enola Holmes? È la sorella quattordicenne del più celebre Sherlock e del meno famoso Mycroft e come questi è un personaggio letterario. Qualcuno a questo punto può storcere il naso perché non risulta affatto che la famosa penna di Arthur Conan Doyle abbia mai dato i natali a una sorella Holmes.

Infatti, Enola deve la sua vita all’americana Nancy Springer che tra il 2006 e il 2010, a oltre un secolo di distanza dalla creazione del leggendario investigatore, ha pubblicato una serie di sei romanzi gialli per ragazzi The Enola Holmes Mysteries.
Enola è un nome bizzarro, apparentemente senza senso. Ma leggetelo al contrario, “Alone”, in italiano “sola”, da intendersi nel senso più positivo del termine: “indipendente”. Enola, infatti, è una forza della natura, è esattamente il tipo di personaggio femminile duro, leggermente eccentrico e incredibilmente intelligente. Conosce il jiu-jitsu, può tirare una freccia e colpire il bersaglio ogni volta, e non si fa scrupoli a curare il suo modo di vestire. Enola cresce in campagna con la madre Eudoria Holmes, che è altrettanto “non tradizionale” e smaccatamente femminista: ha cura di insegnarle tutto tranne il cucito e le buone maniere per sedurre un gentiluomo, l’ha educata ad essere dotta, libera e curiosa nei confronti della vita poiché la vita ha per lei progetti migliori di un matrimonio con un vicino di casa e un’esistenza segregata tra le mura domestiche e a indossare un corsetto. Inoltre, come i fratelli, Enola ha un talento naturale per la ricerca e la scoperta, dote che la trascinerà in diverse avventure.

Il primo romanzo, Il caso del marchese scomparso, ha dato vita a un ciclo di film prodotti da Netflix, per ora solo due trasmessi nella piattaforma streaming, che hanno rapidamente conquistato il pubblico per svariati motivi, non ultimo il fatto di essere un tuffo al femminile nell’intramontabile mito di Sherlock Holmes. Enola, interpretata da Millie Bobby Brown eroina della serie “Stranger Things”, prima fugge di casa e si tuffa in imprese in quel periodo (siamo a cavallo tra l’ ‘800 e ‘900) vietate ad una donna, poi decide di aprire uno studio di investigazione a suo nome seguendo, ma a modo suo, le orme del più celebre fratello, qui interpretato da Henry Cavill.
È un racconto di formazione di una giovane adolescente che si affaccia all’età adulta infrangendo i rigidi steccati sociali tra uomini e donne. Lezione che vale anche per l’oggi. Nel film troviamo richiami al femminismo del tempo, l’attivismo politico delle Suffragette e la battaglia per il diritto di voto (il suffragio femminile in Inghilterra arriverà solamente nel 1928), ma anche una formazione culturale che punta alla parità e all’indipendenza della donna.
Il primo film di Netflix “Enola Holmes”, basato sul primo libro della serie di Nancy Springer, segue all’inizio la trama del libro per poi seguire un diverso sviluppo.
La nostra Enola Holmes ha 20 anni meno di Sherlock, è da dieci anni che non vede i fratelli che hanno lasciato lasciato la casa di famiglia dopo vari disaccordi con la madre Eudoria. Quando nel giorno del suo compleanno, (quattordicesimo nel libro, sedicesimo nel film), la madre scompare nel nulla, le cose per Enola precipitano e i fratelli decidono di spedirla in collegio, convinti che quel posto farà di lei una docile signorina.
Ma Enola, che non ha mai obbedito a Mycroft e Sherlock un solo giorno in vita sua, non inizierà certo a farlo adesso. E se quei due sono troppo ottusi per aiutarla nella ricerca della madre, ci penserà lei a indagare. Così, in sella alla sua bicicletta, Enola fugge di casa e si mette in viaggio verso Londra. E se sulla strada dovesse imbattersi nello strano rapimento di un giovane marchese, be’… sarebbe l’occasione perfetta per dimostrare quanto risolvere casi sia elementare per una Holmes!
Fin qui il libro e il film vanno di pari passo, nella seconda parte invece il film prende vita propria dando più importanza, per ovvie ragioni cinematografiche, a fatti che nel libro non vengono neanche menzionati. E scattano le differenze come il fatto che nel libro tutto avviene velocemente, non c’è spazio al romanticismo e all’affetto fraterno di Sherlock nei confronti della sorella. E questo si può capire perché i romanzi sono rivolti a una fascia demografica molto giovane.

Anche la motivazione della fuga della madre è ben diversa: nel libro la madre fugge per poter vivere insieme ai gitani, poiché ne condivide abitudini e stili di vita; nel film, invece, viene descritta come un’eroina, che combatte contro una causa estremamente femminista, e si occupa del mercato della polvere da sparo.
Comunque, le due Enola, letteraria e cinematografica, hanno lo stesso temperamento, non permettono a niente e a nessuno di mettersi sulla loro strada, dimostrano che si può essere chiunque si voglia essere e si può fare qualsiasi cosa si voglia fare e soprattutto che le donne, anche quelle che non sono conformi alle idee tradizionali di femminilità, meritano rispetto.
Il film, inoltre, anche nei rapporti amorosi e relazionali, mette in luce l’indipendenza di Enola, che non si lascia condizionare da nessun uomo. Anzi, manda un messaggio chiaro:
“Le donne, per essere forti, non hanno bisogno di un uomo vicino”.
Il secondo film, Enola Holmes 2, a differenza del primo non si ispira alla serie dei romanzi della Springer ma si basa su un importante evento femminista, un evento storico: il primo sciopero di lavoratrici di Londra, The Match Girl Strike, lo sciopero delle fiammiferaie. Guidato da Sarah Chapman, fu la prima ribellione in epoca industriale fatta da donne per le donne, un evento partito dal basso che raggiunse enormi risultati.

È inutile negare che sicuramente i libri sono più esaustivi e pieni di dettagli utili al fine del racconto ma posso assicurarvi che anche i film non sono niente male, almeno per me. “Enola Holmes” è davvero un ottimo prodotto, che allarga l’orizzonte creato da Conan Doyle in maniera originale e gustosa. Il film avvicina il mondo di Sherlock ai ragazzi di oggi, nonché alle loro famiglie, con una decisa e bella spinta femminista.
Ho letto pareri non molto positivi riguardo l’eccessiva leggerezza del film ma vorrei far notare che i libri della Springer sono destinati alla fascia middle-grade, quindi letteratura per ragazzi, e non young adult, quindi, la leggerezza della storia mi sembra molto più che adatta al pubblico destinato.