Narrativa recensioni

Come la neve a maggio – Lorenzo A. Angelaccio

Recensione a cura di Raffaelina Di Palma

L’ambientazione storica di questo romanzo, molto curata, mi ha attirata fin dalle prime pagine. Anche chi non ha vissuto quell’epoca si sente catapultato in quegli anni, vivendo le stesse emozioni del protagonista. In questo si misura la bravura di un autore. E l’autore, in questo caso, è Lorenzo Angelaccio.

Roma. Arriva nella Città Eterna Alfred Bösgel, uno studente tedesco per studiare arte.

Sceso dal treno si avvia all’uscita della stazione per noleggiare una carrozza.

Siamo nel 1913, al limitare della Prima Guerra Mondiale. Alfred conosce Cesare, un giovane musicista  appartenente alla famiglia che lo ospiterà a Roma per tutto il periodo degli studi. Tra i due ragazzi nasce subito un’attrazione che vivranno in un viaggio attraverso il quale scopriranno una loro interiorità che li trasformerà in maniera personale e profonda.

“«Questi li ho messi io, la stanza mi sembrava un po’ spoglia», Flaminia spostò il vaso e tolse un paio di petali secchi dal terriccio. «Spero non ti dispiaccia». «No, no», Alfred posò la valigia e si sedette sul letto, rimbalzando sul materasso. «Mi piace molto fiori». «Ah, meno male», sospirò Flaminia.[…] Che modo di fare strano quella ragazza. Stava forse provando a sedurlo? Fatica vana.”

I suoi dialoghi sono volutamente sgrammaticati (una simpaticissima trovata dell’autore) per sottolineare le difficoltà dello studente con la lingua italiana.

Alfred è insicuro, apparentemente fragile, ma si percepisce che in fondo ha le idee chiare e alla fine trova il coraggio di esprimere i propri desideri.

«Ce l’avete fatta a tornare. Che avete fatto il giro di Peppe?» Alfred rimase piantato come una statua. Lui doveva essere …«Cesare», il giovane tornò a guardarlo e gli porse la mano.
«Se non mi sono del tutto rimbambito, tu devi essere Alfred». Lui si limitò ad annuire.

Cesare è bello, insolente, prende quello che la vita gli offre anche calpestando i sentimenti altrui.

Eppure, questa sua durezza nasconde una grande sensibilità e un profondo amore.

Tra incomprensioni, fughe e ritorni, la relazione tra i due ragazzi va avanti in maniera discontinua, provocando loro molta sofferenza.

In questo romanzo, “Come la neve a maggio” edito da De Tomi Editore, Lorenzo Angelaccio, ha tutto ben curato e descritto. Ci racconta uno scorcio molto suggestivo e reale della società romana di quel 1913. Attraverso le sue descrizioni percorriamo le strade della Città Eterna, “respirandone” l’atmosfera, conosciamo l’altra Roma, la ricchezza delle sue opere d’arte e dei suoi monumenti che fanno da filtro alle vicende dei protagonisti.

L’omosessualità, un tema affrontato dagli scrittori da non molto tempo, è sfociato come parte centrale in alcuni romanzi e l’autore ci fa una sorta di cronaca raccontandoci la storia di emarginazione degli omosessuali dell’epoca.

La scrittura procede, pagina dopo pagina, scorrevole e facile: è molto piacevole l’atmosfera retrò che è, a mio parere, la parte più importante del racconto e pur essendo scritto in uno stile contemporaneo riesce a evocare storie di altri anni e di altri contesti.

“Lo stomaco gli andò in subbuglio. Doveva essere felice per loro, erano proprio una bella coppia, eppure… […] Una voragine gli si allargò dentro: provava odio nei confronti del sorriso di Elena, della sua espressione  di gioia mentre guardava Cesare. […] Forse, se in quella radura si fosse lasciato andare, in quel momento non si sarebbero trovati tutti lì a festeggiare quello stupido fidanzamento.”

C’è un altro personaggio, Flaminia, sorella di Cesare e amica di Alfred, che può sembrare secondario, ma si rivela una “pedina” molto importante: è lei che fa da collante tra i due e il contesto nel quale fanno le loro esperienze. Ed è quella che, alla fine, paga il prezzo più alto.

Si resta coinvolti insieme con i personaggi e il finale è un vero scossone che ti proietta fuori da quello che ti eri immaginato fino a quel momento: l’atmosfera, il mood di tutta la storia, sensazioni che si trasmettono, emozioni che non si dimenticano.

La scoperta dell’altro, l’accettazione, l’amore, il superamento di tanti ostacoli imposti dalla società e dalla famiglia influenzata a sua volta dalla stessa società.

Questa narrazione scava nell’animo umano, tocca corde sensibili, poiché le vicissitudini dei protagonisti le vivono tante altre persone che non sono libere di essere se stesse, che aspirano ad amarsi senza nascondersi.

Il romanzo fa luce sulla crudeltà dei pregiudizi che, se non hanno conoscenza, trovano uno sbocco facile sulla superficialità dei luoghi comuni. È il dramma di due protagonisti che chiedono di poter vivere la libertà di espressione e di poter amare alla luce del sole.

Lorenzo Angelaccio fa entrare il lettore in una trama all’apparenza semplice, chiara, ma poi a mano a mano, in un turbine emotivo, esplora i valori profondi della vita e spinge i protagonisti in un gorgo sempre più stretto e più veloce facendo arrivare i battiti dei loro cuori fino a noi: ci trasmette sensazioni che vagliano un’attenta analisi psicologica e una straordinaria attenzione dei vari punti di vista, attraverso la scoperta interiore che, alla fine, trasformerà anche quella intima del lettore.

Non è un romanzo a tema LGBT, (Lesbian, Gay, Bisexual, And Transgender), ma una storia solare, trascinante, che mescola il romanzo storico a cui aggiunge un tocco di romance, caldo e leggero, rievocando le atmosfere e il romanticismo di Goethe.

“Le dita di Cesare scivolavano sui tasti del pianoforte una nota dopo l’altra, gli accordi dissonanti echeggiavano nel salone. Alfred ancora non aveva fatto sapere niente riguardo alla sua proposta, ma era solo questione di tempo, non poteva rifiutare un’offerta così allettante. […] No, non doveva lasciarsi andare a simili pensieri poiché lo aveva di sicuro impressionato con la sua proposta […]
Doveva solo aspettare.”

Il contesto storico del Novecento viene restituito con tocchi equilibrati e mai invadenti. Una trama toccante, vera, liberata in ogni suo aspetto dalla bigotteria e dalla falsità: affinché la storia personale di Alfred e Cesare rimanga contemporanea e universale. 

Pro

La diversità e la superficialità dei luoghi comuni viene cancellata da una grande partecipazione emotiva: con parole dense di significato che arrivano nel profondo dell’anima; cancellando la sofferenza e la disuguaglianza per il “diverso.”

Contro

Non trovo un contro per un tema trattato liberamente con forza espressiva e con intelligente sensibilità.

Come la neve a maggio – Edizione cartacea
Come la neve a maggio – Edizione e-book

Trama

Roma, 1913. Alfred Bösgel, studente tedesco, arriva nella Città Eterna per studiare arte e fuggire dalla monotonia di Mainz. L’incontro con Cesare, giovane pianista che lo seduce, lo spaventa al punto di negare la propria omosessualità: cosa che lo fa vergognare di se stesso. Intanto, Alfred rischia di essere incastrato in un matrimonio tradizionale con Flaminia, sorella di Cesare, ma verso di lui inizia a provare un sentimento che non può più nascondere. Perché, per quanto diversi, entrambi sono anime pure e fragili: come la neve a maggio, che si scioglie nel momento in cui tocca terra.

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