Viaggio nella storia

Storia dei castelli d’Italia: il castello di Caccamo

La Sicilia è una regione ricca di borghi e castelli che ripercorrono le tappe della sua lunga storia, uno dei più grandi e meglio conservati tra i castelli normanni in Sicilia e in Italia è il Castello di Caccamo.
Caccamo è un suggestivo borgo di origini medioevali posto a 520 metri sul livello del mare, ai piedi del Monte San Calogero. Il paese conserva le tradizioni antiche con le sue caratteristiche chiese, le strade, il paesaggio ma cosa che la rende unica è il bellissimo castello.

IL CASTELLO

Il castello sorge sulla sommità di un imponente roccione posto alle pendici di Monte San Calogero e domina il centro abitato di Caccamo, una bellissima vallata percorsa dal fiume San Leonardo con il lago Rosamarina. 

Al castello si arriva attraverso una lunga salita fatta a gradoni alla destra della quale si può ammirare uno splendido panorama sulla valle e a sinistra le mura del castello appoggiate alla roccia. Salendo i gradoni sembra di fare un vero e proprio tuffo nel medioevo.

All’entrata troviamo un bassorilievo in pietra con una mano che regge una bilancia e ricorda il diritto baronale di amministrare la giustizia. Si prosegue passando davanti ad antiche scuderie a sinistra, a destra è possibile trovare il corpo di guardia; attraverso un arco si giunge, invece, al terrazzo panoramico sulla vallata su cui sorge la piccola cappella di corte.
Un arco poco più avanti immette alle carceri e in alcune celle sono presenti numerosi graffiti e dipinti realizzati dai detenuti. Vi è inoltre una stanza che ricorda un’antica cappella (a quanto pare riservata agli ospiti meno “graditi”), ma la particolarità è che, davanti al piccolo altare, è visibile una botola nel cui fondo sembra ci fossero delle lame che infliggevano la morte del malcapitato.
All’interno del maniero, nel piano nobile, troviamo la stanza delle armi con soffitti lignei e appesi alle pareti è possibile osservare scudi, armi da guerra e spade. Le altre sale sono decorate in stile barocco con motivi floreali; invece, le stanze da pranzo sono abbellite da pavimenti in mosaico . Bellissime le sale teatro e le logge, la più importante è la sala della congiura dove alcuni baroni normanni ordirono la trama contro il sovrano Guglielmo I di Sicilia. 

LA STORIA DEL CASTELLO

La leggenda del Castello di Caccamo è legata ad un fatto storico realmente accaduto: “la congiura dei Baroni “.
La storia di questo maniero inizia nel 1094, quando la città di Caccamo venne concessa in feudo a Goffredo de Sagejo, signore normanno, per poi passare nelle mani della famiglia Bonello dopo oltre mezzo secolo. Il nobile Matteo Bonello, signore di Caccamo e nemico irriducibile del Re Guglielmo I detto il Malo, nella notte dell’11 novembre del 1160, accompagnato dai suoi uomini, tese un agguato a Maione da Bari, primo ministro del Re, uccidendolo e tenendo in ostaggio Guglielmo I. Bonello e i suoi compagni utilizzarono il Castello di Caccamo come rifugio ma il popolo, spaventato dalle possibili conseguenze, si schierò col sovrano riuscendo a liberarlo e rimettendolo sul trono. Dopo il fallimento della cosiddetta “congiura dei baroni”, Matteo Bonello fu costretto a rifugiarsi nell’inespugnabile maniero di Caccamo.

Guglielmo I detto il Malo giurò vendetta e organizzò un esercito contro i ribelli asserragliati a Caccamo. Ma il castello risultò inespugnabile e il re, giocando d’astuzia, invitò Bonello a corte con la promessa del perdono; l’ignaro malcapitato però cadde nella trappola, venne incarcerato e sottoposto a terribili torture: gli furono cavati gli occhi e recisi i tendini, morendo alla fine per inedia. 

Dopo il Bonello altre nobili famiglie hanno abitato il castello; la famiglia palermitana dei Chiaramonte nel XIII apportò molte modifiche al castello che venne fortificato grazie alla costruzione di varie torri e saloni riuscendo a resistere in questo modo ai numerosi assalti degli aragonesi avvenuti durante il 1300. Nel XVII secolo, con gli Amato, il castello si trasforma in una residenza signorile arricchendosi di terrazzi, monofore e bifore. Ultimi ad abitare il castello furono i De Spuches di cui si distinse Don Giuseppe De Spuches, marito della poetessa Giuseppina Turrisi Colonna per opera della quale il castello divenne centro di cultura e di fasto.
Dal 1965 il castello è di proprietà della Regione Sicilia .

I FANTASMI

Narra la leggenda che il fantasma di Matteo Borello vaghi per le sale del castello, specialmente in quella della congiura, cieco, zoppo e tormentato da mille inquietudini, vestito con abiti d’epoca quali pantaloni e giacca di cuoio e che si trascini con fatica con il volto deturpato, lanciando maledizioni a chi lo tradì e gli fece fare una morte orribile .


Un’altra leggenda racconta di un una bellissima giovane monaca vestita di bianco, figlia di uno dei tanti signori che abitarono nel corso dei secoli il castello. La giovane, innamorata di un soldato, fu ostacolata dal padre che la richiuse in un convento in cui trovò la morte a causa del dolore. Pare che allo scoccare della mezzanotte di luna piena si diriga dal castello alla torre con in mano un melograno e chiunque fosse riuscito a mangiarlo senza far cadere un chicco avrebbe trovato un tesoro. Nel caso contrario, lo sfortunato avrebbe vagato con lei per l’eternità.

Queste leggende fanno parte del luogo misterioso in cui ci troviamo e rendono il castello ancora più affascinante.

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