Chi ha visto la serie tv L’Alienista, o letto l’omonimo libro di Caleb Carr da cui è tratta, di sicuro conoscerà il personaggio di cui parliamo oggi: Sara Howard, una caparbia segretaria del quartier generale della polizia di New York che si ritrova coinvolta nelle indagini su alcuni misteriosi omicidi avvenuti nella città nel 1896.
Successivamente apre la sua agenzia investigativa privata.
Tale personaggio di fantasia si ispira a Isabella Goodwin, ovvero colei che nel 1912 diventò, dopo anni e anni di sforzi e lotta contro il pregiudizio, la prima detective donna.
Isabella aveva iniziato a lavorare per la polizia di New York nel 1895, all’età di trent’anni, dopo la perdita del marito, agente di polizia egli stesso. All’epoca, a capo della polizia c’era Theodore Roosvelt – sì proprio lui, il futuro presidente degli Stati Uniti.
La Goodwin era stata assegnata alla stazione di polizia della Grande mela come “matrona”.
Chi erano le matrone?
Donne che in maniera volontaria prestavano servizi di assistenza di vario tipo sia nelle stazioni di polizia che nelle carceri: pulizia delle celle, tutela delle detenute e dei minori da eventuali maltrattamenti. Figure che esistevano fin dall’Ottocento nelle stazioni di polizia.
E per dieci anni la Goodwin prestò questo tipo di assistenza soprattutto alle detenute appartenenti alla malavita, con le quali aveva la particolare abilità di entrarci in confidenza.
L’avanzamento di carriera
Una prima svolta nella sua “carriera” ci fu agli inizi del ‘900 quando il capitano della polizia la fece infiltrare sotto copertura in un giro di scommesse clandestine. E il suo ruolo fu determinante per “ripulire” un po’ le strade newyorkesi da truffatori, ciarlatani e imbroglioni.
Ma la vera e propria svolta per lei arrivò nel 1912 con il famoso caso della “rapina del taxi”.
La rapina del taxi
Il 15 febbraio del 1912, due funzionari della East River National Bank, come ogni settimana, presero un taxi per andare a prelevare dei soldi alla Produce Exchange National Bank, che si trovava a due passi di Wall Street.
Erano già di ritorno da questa operazione di routine quando un uomo sbucato dal nulla costrinse il tassista a fermarsi e due complici spalancarono gli sportelli posteriori avventandosi sui due funzionari, mentre un altro bandito, salito a fianco del tassista, gli intimò, pistola in pugno, di ripartire in fretta.
Dopo dieci isolati, fecero fermare il taxi e la banda si dileguò con un bottino di 25 mila dollari.
Una rapina che suscitò l’indignazione pubblica per essere avvenuta in pieno giorno e mise in imbarazzo la polizia che, dopo decine di giorni, non riusciva ad acciuffare i rapinatori – aveva solo qualche sospetto.
La svolta arrivò proprio grazie alla Goodwin.
La polizia, infatti, venuta a sapere che Annie Hull la fidanzata di un sospettato, Eddie Kisman, aveva preso alloggio in città, usò la Goodwin come copertura. Lei, che aveva già svolto, appunto, tali ruoli, divenne la donna delle pulizie della pensione dove alloggiava quella Annie Hull e quando la videro girare con abiti e cappello nuovo di zecca capirono che il fidanzato-sospettato era in città e aveva fatto acquisti per la sua bella.
La Goodwin fiutò che la coppia stava organizzando la fuga e fece partire la stretta del cerchio.
Furono arrestati alla Grand Central Station, insieme a uno dei complici. Eddie era proprio il capo della banda dei rapinatori e il tassista stesso un loro complice.
Il giorno dell’arresto di Eddie Kinsman, la Goodwin fu promossa detective del commissario della polizia, Rhinelander Waldo. Stipendio raddoppiati e riflettori sempre puntati sulle sue imprese condotte sempre senza uniforme né pistola.
Nel 1921 ricevette un’altra promozione che la portò, insieme a una collega, a dirigere il neonato “Women’s Bureau” del dipartimento di polizia: un corpo di venti agenti donne che si occupavano di reati minorili e assistenza alle donne in difficoltà.
E in questo, c’è molto di Sara Howard, non credete?