Narrativa recensioni

1627 – Andrea Martinetti

Recensione a cura di Roberto Orsi

Genova brucia, come una moderna Babilonia. Al centro delle visioni di Padre Isidoro de’ Pagani, priore di S. Bartolomeo degli Armeni a Genova, tre reliquie legate strettamente alla città ligure: il Santo Volto di Cristo Nostro Signore impresso sulla stoffa del Mandylion, un piatto ottagonale e una croce d’oro. L’incendio è scaturito a causa delle reliquie. Una potenza inaudita che mette a ferro e fuoco l’intera città. Una visione che apre il prologo del romanzo, in un contesto apocalittico che subito catapulta il lettore nella cornice frammentata e complicata del XVII secolo.

“Gli riusciva difficile comprenderne a fondo il significato, ma di una cosa era certo: non era stato un semplice sogno, ma una premonizione”

Non un sogno, ma una premonizione. Un periodo difficile quello che, non solo la città di Genova, ma anche l’Europa intera affronta nella prima metà del secolo, dilaniata da quella che, successivamente, verrà battezzata Guerra dei Trent’anni: una serie di conflitti che caratterizzò la storia dell’Europa Centrale dal 1618 al 1648. Una delle guerre più lunghe e distruttive della storia europea e, come concordano diversi storici e ben sottolineato dall’autore nelle note a margine, probabilmente l’ultimo conflitto religioso della Storia.

Uno scacchiere politico non semplice quello che Andrea Martinetti presenta benissimo nell’introduzione al romanzo. Una nota fondamentale, a mio parere, per chi si appresta a leggere un romanzo storico: conoscere bene il contesto storico, in poche pagine, con una descrizione delle alleanze, dei personaggi storici di riferimento nel periodo, le battaglie in corso e gli obiettivi dei regnanti.

Francia, Spagna, Impero degli Asburgo, le Provincie unite delle Fiandre, la penisola italiana dominata dagli spagnoli a partire dalla città di Milano, la Repubblica di Genova, anch’essa sotto l’influenza catalana, il Regno di Napoli, i possedimenti di Oriente e l’eterna lotta per l’egemonia con il popolo turco.

“Questa è la prova estrema che Dio vi sta mettendo davanti. Trovate quella reliquia, fatela vostra e tutti gli altri problemi si risolveranno. Se otterrete quel prezioso resto, potete essere sicuro che la Francia soccomberà, gli Asburgo d’Austria si faranno avanti per recuperare il terreno perduto. Anni di lassismo verranno spazzati via insieme a quei francesi che hanno osato sfidarvi e a quei genovesi che possiedono un bene immenso, che non meritano.”

Martinetti si inserisce nelle pieghe della Storia, come un navigato romanziere, con personaggi di fantasia che si muovono su questo terreno sconnesso e accidentato. Il perno centrale della narrazione è il recupero delle reliquie sacre nel tentativo di porre in vantaggio una potenza sull’altra nell’economia del conflitto dei Trent’anni.

Père Joseph, Prefetto della neonata Propaganda Fide, una organizzazione voluta dal papa per coordinare l’evangelizzazione e la cristianizzazione dei popoli che vivono ancora al di fuori dell’abbraccio del Signore Gesù Cristo, è il personaggio da cui prende le mosse il romanzo e a cui l’autore più di tutti si è ispirato per la storia che ha voluto raccontare.

Joseph è un personaggio realmente esistito, adombrato dalla figura decisamente più ingombrante del Cardinale di Richelieu, reso immortale dalle vicende dei Tre Moschettieri di Dumas e da innumerevoli successive rappresentazioni. I due muovono i fili del Regno di Francia, consiglieri principali di Re Luigi XIII, nella lotta per l’egemonia in Europa. Un regno, quello francese, schiacciato dalla potenza dell’Imperatore Ferdinando II d’Asburgo e dalla Spagna governata dal cugino Re Filippo IV d’Asburgo e il suo braccio destro, il Conte di Olivares.

In un contesto internazionale perlomeno turbolento, si insinua la Repubblica Genovese, crocevia fondamentale dei traffici via mare dall’Oriente verso l’interno del continente europeo, minacciata ormai dalla grande ascesa dei porti del nord e delle Fiandre. Una congiura si profila all’orizzonte, qualcuno trama alle spalle del doge Chiavari per deporlo?

Gli intermezzi negli ex possedimenti genovesi come l’isola di Chio, nel mar d’Egeo, a poche miglia dai Dardanelli e alle porte dei territori in mano agli ottomani, regalano un tocco esotico e un piglio avventuroso al personaggio di Jacopo Argenti, ribelle genovese e cristiano, alle prese con i soldati del sultano per aver salva la propria vita.

“È parer mio in oltre, che da Madrid si celino progetti per danneggiare la codesta Repubblica et secondo lo judicio del padre Edoardo, Voi siete la miglior persona per poter trovare coloro che tramano a Genova contro il vostro governo.”

Tutti i personaggi, introdotti sapientemente nei primi capitoli del romanzo, incroceranno le loro strade proprio a Genova, descritta nei minimi dettagli da un autore che la conosce molto bene: i carruggi, i palazzi dell’epoca, le vie e i quartieri del centro storico che ancora oggi portano gli stessi nomi, i personaggi delle famiglie più influenti, i commerci e i traffici del porto, le trattative del Palazzo della borsa di Piazza Banchi, il profumo delle spezie vendute nei mercati cittadini, sono solo alcune delle suggestioni che il lettore ritrova tra le pagine del libro.

La storia di “1627” edito dai tipi della Dark Abyss, è appassionante, ha un ritmo che non rallenta mai e pur con i diversi salti temporali e dei punti di vista narrativi, l’autore mantiene una scrittura fluida nonostante i tanti personaggi coinvolti nelle vicende.

I dialoghi, così come le lettere che i protagonisti si scambiano, propongono un lessico che rispetta l’atmosfera del tempo e denotano una grande capacità evocativa dell’autore.

Il romanzo lascia in sospeso le tante situazioni e gli intrecci della vicenda per la pubblicazione di un futuro sequel, alla ricerca delle reliquie e della degna conclusione dei conflitti tra le potenze del tempo.

Pro

Ottima ricostruzione storica, con grande capacità di delineare il contesto storico e politico, sia nelle note introduttive sia nella fase narrativa con gli interludi descrittivi delle relazioni politiche; i personaggi alcuni dei quali davvero interessanti e particolari, che non mostrano subito il loro volto, ma vengono scoperti dal lettore nel corso del racconto, lasciando intendere un possibile ulteriore sviluppo nel proseguo della serie; narrazione scorrevole e di sicuro impatto

Contro

Il tempo di attesa per la pubblicazione della seconda parte del racconto.

Trama

Corre l’anno 1627 e tante pedine si muovono sullo scacchiere politico europeo, alcune seguendo un ideale, altre manovrate, altre ancora spinte dalla sorte. L’equilibrio tra nazioni è precario e tutto sta per cambiare, ma come? Questa è l’avventura di Jacopo Argenti, giovane mercante genovese che cerca di rivoltarsi ai turchi che occupano Chio. È la storia dei suoi misteriosi salvatori, di chi lo accoglierà e chi rischierà la vita per lui e con lui. Ma è anche la vicenda di due pittori che si trovano coinvolti in trame più grandi di loro, di fanciulle infelici e armatori senza scrupoli, di abili politicanti, di spie e di religiosi che, nell’ombra, pungolano le nazioni sfruttando prestigiose reliquie.

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