Narrativa recensioni

La casa delle mille porte – Tan Twan Eng

Recensione a cura di Laura Pitzalis

“La casa dalle mille porte” di Tan Twan Eng, Neri Pozza editore, un romanzo affascinante, incantevole per quell’atmosfera magica, evocativa che mi ha trasportato in un tempo e in un luogo straordinario, grazie ad una inenarrabile impresa immaginativa dell’autore che in modo magistrale è riuscito a mixare la realtà con la fantasia. Ha “riportato in vita” personaggi veri riuscendo a renderli autentici e convincenti, a farli interagire con quelli creati da lui asservendoli alle loro caratteristiche e personalità e restituendoci, in questo modo, persone emotivamente e psicologicamente vere. Tanto che Tan Twan Eng potrebbe impossessarsi di una citazione di William Somerset Maugham, che tra l’altro svolge un ruolo centrale nel romanzo:

Nelle mie opere realtà e finzione sono così intrecciate che, guardandomi indietro, riesco a malapena a distinguere l’una dall’altra.”  – The Summing Up –

Un romanzo storico atipico che ci porta in Malesia … E qui notiamo subito l’originalità dell’ambientazione spaziale, il Sud-Est asiatico, visto che quando si parla di “letteratura asiatica” si parla di Cina, Giappone, Corea.

Siamo in Malesia, quindi, primo avamposto della Gran Bretagna nell’Asia sudorientale, in un periodo, primi anni del ‘900, in cui il colonialismo britannico inizia la sua fase discendente. Un periodo sull’orlo di un cambiamento radicale e perciò dalle dinamiche di potere alquanto notevoli: tra uomini e donne, tra governante e governato, tra persone di razze e culture diverse. Tan Twan Eng fa sua questa tendenza sviluppando il romanzo attraverso una gamma di modalità e temi diversi come il patriarcato, la politica coloniale, le relazioni amorose illecite, la memoria, le divergenze culturali, il tabù dell’omosessualità nella società dell’epoca, componendo un quadro storico e sociale preciso e ben delineato.

Io non parlo soltanto di adulterio, ma di tutte le debolezze umane che sono all’origine dei matrimoni infelici: vigliaccheria, paura, egoismo, orgoglio, ipocrisia… Tutte queste emozioni… si trovano anche nell’amore, lo sai”.

Il romanzo si sviluppa su diversi piani temporali: il prologo e l’epilogo nel 1947, la trama a Penang nel 1921 per poi, attraverso i flash back e i ricordi della protagonista, tornare indietro agli anni ‘10.

E con due punti di vista, quello dei protagonisti: l’autore britannico Willie Somerset Maugham, personaggio reale, uno dei romanzieri e drammaturghi di maggior successo del secolo scorso, e Lesley Hamlyn, personaggio di fantasia, una nativa gentildonna inglese.

Tre storie appassionanti: il soggiorno di Maugham in Malesia, a Penang, in una fase di crisi personale con diversi nodi irrisolti della sua vita legati sia a quello che era stata la sua infanzia infelice, causa della balbuzie, sia alla condizione attuale legata a un disastro finanziario che lo porta sull’orlo della bancarotta e a un matrimonio di facciata che cela la sua omosessualità;

i segreti legati alla vita privata di Leslie che non riguardano solo la vita sentimentale ma anche quella politica con l’incontro con Sun Yat-sen, personaggio reale, considerato il padre della Cina moderna e uno dei più importanti rivoluzionari cinesi, fondatore del partito Kuomintang, tra i primi a proporre il rovesciamento dell’Impero cinese e a considerare il problema della democrazia;

un caso giudiziario, basato su eventi reali, senza precedenti perché è la prima volta che il rischio della condanna a morte aleggia su un’europea, Ethel Proudlock, una donna processata e condannata per aver ucciso un uomo, non si sa se per difendersi da un’aggressione sessuale o per gelosia.

Tre storie che magistralmente Tan Twan Eng lega perfettamente senza togliere spessore e attenzione a nessuna di loro. Tre storie, basate su realtà e fantasia, che Eng crea come eventi che hanno ispirato la realizzazione dei due romanzi di Willie Somerset Maugham: “The Casuarina Tree” e “The Letter”.

Eng, quindi, con grande audacia manipola le storie di Maugham allo stesso modo in cui Maugham manipolava le storie che la gente gli raccontava durante i suoi viaggi. Che dire, una svolta alquanto ingegnosa!

Come ingegnoso è il suo stile narrativo che mantiene un perfetto equilibrio alternando la narrativa in prima persona, l’io narrante, per i ricordi di Lesley, e quella in terza persona per le esperienze di Maugham.

Con questa narrazione ci consegna un romanzo evocativo, convincente, ricco di avvenimenti e, direi, molto cinematografico: leggendo le pagine del processo a Ethel Proudlock rivedevo i telefilm in bianco e nero anni ‘50 con Raymond Burr nei panni di Perry Mason.

Un romanzo che ci parla di scrittura, di amicizia, di ideali e cause per cui vivere (o morire), e ci tratteggia i contorni di famiglie infelici, relazioni adultere, scandali giudiziari con gli effetti micidiali che le rigide norme sociali dell’epoca potevano provocare. In un contesto dove le varie bugie, i segreti e i silenzi sono viste in sintonia con l’ipocrisia sociale, Eng le vede come parte di un complesso modello di amore e lealtà.

Perché voi omosessuali fate così? … Perché ci sposate, mentre desiderate soltanto portarvi a letto un uomo? … Nessuno ci troverebbe nulla di strano se quelli come voi restassero scapoli per tutta la vita”.

“Dopo quello che è successo al povero Oscar Wilde? … Il mondo ormai ci ha dichiarato guerra … Tu non puoi capire che cosa significhi vivere costantemente nella paura, sapere che in qualsiasi momento potresti essere scoperto, e tutta la tua vita finire distrutta. [Con il matrimonio] … gli hai offerto un rifugio. L’hai tenuto lontano dai sospetti e dalle chiacchiere. Ma, soprattutto, l’hai tenuto lontano dal carcere”.

E come non parlare delle descrizioni dei luoghi di questo magnifico paese, il clima, il mare, i colori, la cucina. Luoghi affascinanti dai paesaggi pieni scimmie selvatiche che stridono, di fiori di frangipani profumati e alberi di casuarina che sussurrano.

Dicono che se ti fermi sotto una casuarina in una notte di luna piena, puoi sentire le sue foglie sussurrare… ti diranno tutto ciò che vuoi sapere sul tuo futuro»”.

E ricchi d’atmosfere che Eng esalta usando verbi “aerobicamente” validi: “… una brezza frusciava le tende della stanza di Gerald …”; “… il vento sferzava i rami più alti degli alberi …”; “… il crepuscolo imbellettava il cielo …”; “… il mattino decantava la sua luce sui pendii lontani delle montagne …”

Luoghi che fanno sognare come quando si parla delle Shophouses, case tipiche del sud est asiatico su tre piani, coloratissime. Una di queste è “la casa delle mille porte”, (titolo del romanzo), dove nelle stanze e nei corridoi ci sono, appese al soffitto, porte di legnosplendidamente “dipinte con immagini di uccelli, fiori o montagne avvolte dalla nebbia e nella parte superiore di alcune draghi e fenici intagliati”.

Fluttuano creando un effetto ipnotico le porte sospese, strumenti di recinzione che diventano immagini di libertà.

Le porte giravano lentamente nell’aria, come foglie che si muovono a spirale in un vento gentile, cadendo per sempre, senza mai toccare la terra.”

Un ambiente che fa affiorare emozioni, bellissimo e romantico, scrigno prezioso che nasconde l’intimità di un amore clandestino che esiste solo e unicamente nella “Casa delle mille Porte”.

La Casa delle porte divenne il mio rifugio. Ci andavo … giusto per stare un po’ da sola e almeno per qualche ora lasciare tutto al di fuori delle sue mura, dimenticare di avere un marito, e sì, dimenticare anche di essere la madre di due bambini. Lì dentro potevo trasformarmi in una donna diversa, vivere una vita diversa.”


PRO

Un romanzo ricco di atmosfere d’altri tempi dove c’è molto da dipanare e assaporare. Affascinanti le immagini e il contesto esotico in cui il lettore viene trasportato.

CONTRO

Causa dipendenza emozionale dopo aver chiuso l’ultima pagina.

Trama

Nel 1921, William Somerset Maugham è in viaggio nei mari della Malesia in compagnia di Gerald, un giovane americano che lo segue come un’ombra nelle lontane terre del Sudest asiatico, dove si consumano gli ultimi giorni dell’Impero britannico. Nelle acque dell’arcipelago malese, venti benevoli e violente tempeste monsoniche si alternano a rendere tutt’altro che agevole la navigazione. Sicché, quando Robert Hamlyn, un avvocato, amico di vecchia data, invita Maugham a fargli visita a Cassowary House, a Penang, lo scrittore accetta volentieri. Lì, nel giardino di quella casa in cui, tra le piante di ibisco, svetta la gigantesca casuarina che le dà il nome, Somerset Maugham incontra Lesley, la moglie di Robert. Lesley per tutti è memsahib, gentildonna inglese nata a Penang, città che ama profondamente. Con lei Willie sente subito un’intensa affinità, forse dettata dal carattere altero della donna che mette in moto la sua immaginazione, o forse dalla voglia di entrambi di sollevare il velo dal lato in ombra delle loro vite. Se Willie, infatti, è turbato da un matrimonio mesto, oltre che tormentato da problemi economici, Lesley sembra essere, o essere stata, in rapporti ambivalenti con Sun Yat Sen, carismatico leader rivoluzionario in esilio che si batte per rovesciare la dinastia cinese. Un uomo che, d’altra parte, potrebbe essere un ottimo soggetto per un futuro romanzo… I due si ritrovano così coinvolti in una danza di reticenze e lusinghe, fughe e confidenze che strapperanno a entrambi le rispettive maschere e infine la verità sull’amore che nutrono di nascosto: quello di Somerset Maugham per Gerald, che forse lo ricambia o forse lo sfrutta soltanto, e quello di Lesley per una causa, un’idea, o per l’uomo che ai suoi occhi la incarna.

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