Articolo a cura di Roberto Orsi
la regata
Nata da un’idea del cavaliere pisano Mirro Chiaverini alla fine degli anni ’40 del secolo scorso, la Regata delle Antiche Repubbliche Marinare (o Palio delle Antiche Repubbliche Marinare) è una manifestazione sportiva che da oltre sessant’anni vede affrontarsi le quattro Repubbliche Marine, in una rievocazione storica di quella che fu la contesa sul mare tra queste città in epoca lontana.
Dopo un lungo iter di discussione e coordinamento, la Regata venne istituita nel 1955 e la prima edizione si tenne il 1 luglio 1956 nelle acque di Pisa. tra i presenti spiccavano in particolare il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi ed il Ministro della Marina Mercantile Gennaro Cassiani.
Da allora, ogni anno si celebra l’evento che diviene occasione per sfoggiare abiti d’epoca confezionati a mano con tessuti pregiati e per dare lustro alle abilità marinare con la sfida dei galeoni.
i galeoni
Lo scafo originale detto “Galeone” fu disegnato e costruito nel 1956 dai maestri d’ascia dei canteri della Cooperativa Gondolieri di Venezia e fu scelto tra i molti proposti dai Comitati Cittadini proprio perché più attinente alle rievocazioni storiche e sulla linea della antiche “Galere” o “Feluche di Rappresentanza”; dello scafo furono fissati i pesi e le misure con le loro tolleranze. Le barche costarono 3.566.000 lire ed i remi 8.000 lire l’uno.
Sul Galeone la squadra è formata da 8 vogatori più un timoniere che, in piedi, dirige la voga detta “a sedile fisso”. Niente a che vedere con il moderno canottaggio olimpico. Lo scafo è infatti diviso in otto settori dove trovano posto gli atleti che hanno a loro disposizione una panca su cui sedere, una pedaliera dove bloccare ben stretti i piedi e un asse su cui ruotano gli scalmi, fulcro della leva del remo.
Le imbarcazioni inizialmente erano di legno, ma oltre a essere di notevole peso, non risultava facile la loro manutenzione. Si pensò quindi di sostituirle con barche in vetroresina dalla metà degli anni ’80.
Le quattro imbarcazioni sono contraddistinte dai colori dello scafo e dalle polene, che fino agli anni ’80 erano vere e proprie sculture di legno, oggi patrimonio museale:
– azzurra con Cavallo alato per Amalfi
– bianca con Drago alato per Genova
– rossa con l’Aquila per Pisa
– verde con Leone alato per Venezia.
il corteo storico
La manifestazione è preceduta, nel giorno precedente alla Regata, da un corteo storico, la parte più coreografica dell’evento. Ogni Repubblica sfila nel corteo con circa 80 figuranti con riproduzioni fedeli degli abiti d’epoca spesso divenuti pezzi unici ed esposti in sale da museo.
Il Corteo per le strade della città ospitante accende l’atmosfera storica e propone alcuni personaggi che hanno fatto la Storia delle quattro Repubbliche.
le quattro repubbliche marinare
Quando si parla di Repubbliche marinare ci si riferisce a quattro città portuali italiane che tra il X e il XIII secolo dominavano il Mediterraneo: Amalfi, Genova, Pisa e Venezia. Grazie ai commerci ed alla posizione favorevole, queste città conquistarono indipendenza e ricchezza, sottraendo agli arabi il monopolio nel Mediterraneo.
Le Repubbliche marinare erano in rivalità tra loro: Amalfi fu sconfitta da Pisa nel 1135, a sua volta battuta da Genova nella battaglia di Meloria del 1284. Diventata padrona del Mediterraneo, Genova non riuscì tuttavia a vincere la supremazia di Venezia, la più longeva delle quattro Repubbliche.
Anche se l’evoluzione di ognuna sia stata molto diversa, si tratta di entità municipali che manifestarono il proprio potere espandendosi sul mare, controllando i traffici sulle rotte mercantili, con una grande potenza commerciale e il possesso di una potente flotta da guerra.
Amalfi
Nel 533, in seguito alla vittoria del generale bizantino Narsete sui goti, Amalfi divenne parte dei domini greci e fu integrata nel Ducato di Napoli. Grazie a questa vicenda storica la città divenne in pochi anni il punto di contatto degli scambi tra il Levante e il Sud Italia.
Fu la prima Repubblica Marinara italiana. Risalgono a questo periodo alcuni importanti costruzioni amalfitane come l’Arsenale, dove si realizzavano imponenti imbarcazioni. La città si specializzò anche nella produzione di carta applicando una tecnica di lavorazione orientale appresa attraverso la mediazione araba. Istituì le famose Tavole Amalfitane una sorta di codice marittimo e riuscirono a sottrarre il dominio arabo in molti paesi affacciati sul Mar Mediterraneo fin dal X secolo. Tra i suoi domini la Turchia, l’Egitto, la Siria, l’Africa e buona parte dell’Italia Meridionale.
Il suo potere venne ridimensionato all’arrivo dei Normanni nel Sud Italia e venne poi sconfitta definitivamente dalla Repubblica di Pisa nel corso dell’XI secolo.
Pisa
Dopo essere stata un importante porto romano, decadde in seguito alla caduta dell’Impero d’Occidente, ma riprese vita grazie ai bizantini e poi ai saraceni che all’inizio dell’XI secolo la occuparono. Dopo la parentesi araba, Pisa iniziò la sua parabola ascendente alleandosi all’Impero e risolvendo gli scontri con le vicine città toscane. Molto presto la città ottenne una forte indipendenza economica e commerciale che la portò a diventare Repubblica Marinara.
Nonostante una prima vicinanza con la Repubblica di Genova, la rivalità graduale con la città ligure sfocerà nella grave sconfitta della Battaglia della Meloria del 1284, alba della sua decadenza.
Dall’inizio del XIV secolo la città di Pisa perde i territori della Sardegna, ceduti da Papa Bonifacio VIII alla stessa Genova, e dopo vari tentativi di restaurazione ghibellina viene prima venduta ai Visconti nel 1399 e poi conquistata definitivamente da Firenze nel 1406.
Genova
Genova si sviluppa come città portuale già nel V secolo a.C. Diventata municipio col nome di Genua in epoca romana, dopo la caduta dell’Impero, viene conquistata dai bizantini durante la guerra greco-gotica della metà del VI secolo, rimanendo per molto tempo sotto il dominio orientale. Dopo diverse dominazioni, tra cui quella longobarda e quella a opera di Carlo Magno, all’inizio del nuovo millennio Genova ottiene la sua indipendenza e grazie alla trasformazione delle compagnie rionali in organismi militari e amministrativi, crea il primo organo di governo, cioè il libero Comune.
Una tra le più longeve Repubbliche marinare, Genova estese i suoi domini sui mercati orientali soprattutto dopo la prima crociata. Nella metà del XIII secolo viene instaurato il governo dei Capitani del Popolo, che avrà fasi alternate come quelle della guerra secolare contro Venezia, soprattutto per il dominio delle rotte e dei porti nel Mediterraneo orientale.
Il governo cittadino passò, nel tempo, dai colori ghibellini a quelli guelfi e dal 1339 divenne un dogato grazie a Simone Boccanegra, che durerà fino a metà del XVI secolo. Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 inizierà il suo declino e la perdita dell’impero commerciale. A fasi alterne, la Repubblica di Genova arrivò fino all’epoca napoleonica quando finì inglobata nel suo impero, fino alla definitiva cessione al regno dei Savoia dopo le direttive del Congresso di Vienna del 1815.
Venezia
Dopo il trasferimento delle spoglie di S. Marco Evangelista da Alessandria d’Egitto a Venezia, tra IX e X secolo la sede del governo viene spostata da Malamocco a Rialto, costituendo la prima civitas Rivoalti e in seguito chiamata civitas Venetiarum, sancendo la nascita della repubblica di Venezia. Da qui la potenza della città cresce sempre più, espandendosi anche nella costa orientale dell’Adriatico e grazie all’accordo con Lotario nell’840, ottiene dai franchi importantissimi privilegi commerciali e autonomie. Anche nella Serenissima, nome con cui sarà poi conosciuta, governa il Doge e la sua potenza arriva sino al Mediterraneo orientale, dove avrà basi commerciali e privilegi in particolare stabiliti dall’imperatore d’Oriente.
La massima espansione sul mare si ebbe nel XIII secolo fino alle terre d’Oriente sino alle coste siriane comprendendo basi nell’Egeo e a Cipro. Dal XIV secolo Venezia si estese anche in terraferma con i “domini da terra” che si affiancarono ai “domini da mar”.
Durante la sua storia, fu quasi sempre in guerra con Genova per il dominio dei traffici con l’Oriente e alleata di Pisa per uno status quo nell’Adriatico, in modo da non danneggiarsi a vicenda.
La sua storia a cavallo di 16 secoli termina, come Genova, con l’arrivo di Napoleone Bonaparte quando con il trattato di Campoformio del 1797 cede Venezia e i suoi possedimenti all’Austria, diventando parte del regno Lombardo-veneto.
consigli di lettura
In questo volume rivive la memoria delle repubbliche marinare, le celebri città stato che con le loro gesta squartarono le tenebre dei cosiddetti “secoli bui”. Le loro imprese aprirono nuove vie ai traffici marittimi, le loro libere istituzioni precorsero i tempi, le correnti artistiche e giuridiche a cui diedero origine portarono civiltà ai popoli del continente europeo. Le quattro repubbliche vissero ricche e potenti per dieci secoli, dall’alto Medioevo all’epoca moderna: se infatti Amalfi, Pisa e Genova combatterono e sconfissero l’espansionismo islamico, Venezia, oltre ad impadronirsi delle terre dell’Adriatico e dell’Egeo, combatté con onore la battaglia per la “Libertà d’Italia”.
Gli stemmi di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia campeggiano dal 1947 sulla bandiera della Marina italiana, simbolo dell’Italia che va per mare. Sono le «repubbliche marinare», come le definì uno storico dell’Ottocento, città che nel Medioevo furono protagoniste di un’esaltante epopea di conquiste, espansioni e progressi, sia in termini economici che di civiltà. Il volume ripercorre le vicende delle maggiori città marittime del Medioevo italiano non trascurando di inserirle nella più ampia storia di quella diffusa koinè umana, sociale, economica e culturale che è stata e continua a essere il Mediterraneo.
“È sicuramente un romanzo storico, ma anche un romanzo d’amore, amore non solo tra i due protagonisti: Umberto e Chiara, ma amore in famiglia tra i suoi componenti, anche quando si presentano difficoltà che potrebbero metterli in crisi e amore per la storia, tutta quella dell’uomo, ma nello specifico quella che riguarda il Medioevo. Questo è il raggio storico che, anche se velocemente accennato, si aggancia e si sviluppa nella vita di questo importante periodo. Appare chiaro il tentativo di metterlo in rilievo nel racconto della storia soprattutto quando si cerca di fotografare l’aspetto geofisico del territorio, quello antropologico e quello artistico-culturale. Il mare e, naturalmente il Mar Mediterraneo, sono grandi testimoni di questa vita che non si ferma. Le Repubbliche Marinare sono soprattutto questo: vita, amicizia, civiltà, scambio, esperienza, conoscenza e apertura, ma anche rivoluzione che, saggiamente, si permettono di dire che l’unica ribellione ammessa è quella per proteggere la propria vita, la propria libertà e, nel rispetto reciproco, la propria identità e bellezza.”
Uno studio che abbraccia la storia dell’uomo in mare e della navigazione dal 5000 a. C. fino al Medioevo. Codici, commerci, trattati, dispute, regolamenti, leggi, editti e molti altri argomenti sono trattati in maniera esauriente, in ordine cronologico e con l’ausilio di fonti documentate. Si parte dalla raccolta più antica di usi marittimi, rappresentata dal famoso codice di Hammurabi, e attraverso la legge mosaica, contenente disposizioni marittime, si giunge alla nascita della grande legislazione commerciale dell’antica Grecia, all’austero sistema giuridico romano, ai testi giustinianei, ai codici medievali e infine agli statuti delle repubbliche marinare. In questa ricerca storica, l’autore alterna il testo di analisi a ricche citazioni, muovendosi tra Platone, Erodoto e Omero, facendo così del suo libro una particolare antologia storica dotata di grande razionalità.
Luogo d’incontri e contaminazioni, nel basso Medioevo il Mediterraneo fu, anche e soprattutto, un luogo di aspri scontri. Genova e Venezia ― così come Pisa o la corona catalano-aragonese ― si resero protagoniste d’una lotta senza quartiere, ricorrendo a ogni mezzo, lecito o illecito, per assicurarsi il controllo delle principali rotte di trasporto. Sin dalla fine dell’XI secolo, le due città, grandi potenze navali e commerciali, erano andate imponendo il proprio predominio sul Mediterraneo orientale, moltiplicando i propri insediamenti. Le loro attenzioni s’erano volte all’Egitto e alla costa siro-palestinese, divenuti dopo le crociate una parte essenziale del mondo. La conquista veneziana di Costantinopoli, nel 1204, rivoluzionò il quadro politico, dando avvio ai primi scontri tra le due marine. Con la cosiddetta guerra di San Saba, conclusasi con la cacciata dei genovesi da Acri, capitale del regno di Gerusalemme, si giunse per la prima volta allo scontro aperto. Da questo momento, il Grifo e il Leone esprimeranno un’accesa rivalità, scandita da innumerevoli battaglie navali, che si protrarrà per oltre un secolo e mezzo.
Il 6 agosto del 1284 è la festa di San Sisto: un giorno solitamente fausto per Pisa. Quel giorno, al largo di Livorno, nei pressi delle secche della Meloria, Genovesi e Pisani si affrontarono in una delle più grandi battaglie navali del Medioevo. La causa immediata è la contesa per il controllo della Corsica. In realtà, al centro v’è soprattutto il tentativo di affermare la propria supremazia su tutto il Tirreno al fine di salvaguardare le rotte per la Sicilia, l’Africa settentrionale e il Levante mediterraneo. In effetti, le due città giunsero allo scontro al culmine di una serie di rivolgimenti – dalla caduta dell’Impero Latino di Costantinopoli all’ascesa della potenza angioina, allo scoppio della guerra del Vespro – che mettevano in discussione gli equilibri raggiunti a fatica. La ricostruzione del volto di questa battaglia e della sua lunga preparazione consente di riportare alla luce, oltre alla brutalità del combattimento sul mare, il profilo di un Medioevo diverso: quello marittimo e navale, dove gli orizzonti improvvisamente si allargano e dove piccole città si rendono protagoniste di rivoluzioni – da quella commerciale a quella nautica, a quella finanziaria – capaci di mutare il corso della storia.