Narrativa recensioni

Giulio Agricola. Il tribuno della Britannia – Francesco Lorusso

Recensione a cura di Maria Marques

Gneo Giulio  Agricola fu un generale romano di cui ci è pervenuta una biografia “Vita e morte di Giulio Agricola” scritta da Tacito che divenne suo genero.

Discendente della famiglia Giulia, nato a Forum Julii (l’attuale Fréjus in Provenza) nella Gallia Narbonensis nel 40 d.C. ,rimase orfano di padre, poiché questi rifiutò di piegarsi a una falsa delazione sotto il regno di Caligola e fu seguito amorevolmente dalla madre, Giulia Procilla.

Giulio Agricola

Studiò a Marsiglia e, come tribuno militare ottenne il primo incarico in Britannia agli ordini di Gaio Svetonio Paolino. La sua carriera fu rapida e inarrestabile, sia per le sue doti personali sia per la sagacia di aver scelto di appoggiare Vespasiano quando fu proclamato imperatore, ma questa si potrebbe definire una “altra storia” poiché il romanzo in oggetto copre solo i primi anni della sua carriera dal 58 d.C. al 63 d.C. quando giovane tribuno sbarca in Britannia facendosi notare, positivamente, dal suo comandante in un momento particolare.

Con la morte del mio predecessore, l’imperatore è stato chiaro, riprendere il controllo delle regioni sotto il nostro potere. In questo preciso momento si stanno creando altre due legioni che se non riceveranno rapporti dettagliati, partiranno per la Britannia Io credo che il modo più pacifico per superare la delicata situazione in cui ci troviamo, sia assicurarmi l’alleanza dei sovrani qui presenti e esortare il popolo a continuare il processo di romanizzazione.

Comincerà così un periodo di riconquista, dei territori ribelli con l’aiuto delle tribù favorevoli a Roma, colpendo in modo particolare i Drudi, identificati come veri artefici della rivolta. Gneo Agricola saprà emergere non solo nelle battaglie sanguinose che portano all’annientamento delle tribù ribelli, ma anche nella fase successiva in cui, deposte le armi, almeno per un breve periodo, sarà necessario vedere oltre la distruzione e intuire come introdurre quel lento processo di romanizzazione che avrebbe pacificato la regione, ma anche come sfruttare al meglio le ricchezze della Britannia e in particolare le miniere di stagno.

La lenta e inarrestabile marcia delle legioni trova un ostacolo solo davanti ai rigidi inverni, mentre intorno agli accampamenti militari e ai forti in costruzione si sviluppano cittadine e la vita si organizza secondo l’egida delle leggi romane che sono applicate con rigore e severità.

Le mie tribù volevano sapere come si vive qui. Roma applica e rispetta la legge senza fare distinzione trai popoli o i ceti sociali….

Dopo un primo attacco all’isola di Mona (azione militare da non confondere con quello del 77 d.C., portato dallo stesso Agricola come governatore della Britannia) roccaforte druidica, sembrerebbe che la Britannia possa godere finalmente un poco di pace ma l’apertura del testamento del re iceno, Parasatugo, che lasciò metà del regno alla moglie Boudicca e alle figlie e, l’altra metà all’imperatore che, in quel periodo era, Nerone, fomentò nuovi disordini. Disattese le disposizioni testamentarie perché “Secondo la legge romana, la successione di un regno alleato è riconosciuta agli eredi di sesso maschile e non femminile, quindi essendo il nostro Divino Imperatore unico erede designato di sesso maschile, gli spetta tutto il regno”.

Alle opposizioni della regina, la stessa fu frustata in pubblico e le giovani figlie stuprate scatenando la vendetta degli Iceni che colpì non solo i militari ma anche i civili inermi.

Il romanzo non termina con la fine della vicenda terrena di Agricola, ma lo coglie nel momento della sua partenza dalla Britannia e nel suo arrivo alla corte di Nerone, facendo prevedere forse un seguito alle vicende del tribuno.

Inserendo personaggi di fantasia che interagiscono con altri storici, Francesco Lorusso, l’autore, si cimenta per la prima volta con il romanzo storico, come racconta lui stesso nelle note finali del romanzo, scegliendo un personaggio, indubbiamente illustre, cui sono state dedicate poche attenzioni dagli scrittori moderni.

Il romanzo che ne scaturisce è a tratti didascalico e a tratti ripetitivo e, pur riconoscendo il lavoro di ricerca alla base dello scritto, a modesto parere di lettrice, avrebbe bisogno di un intervento per trasformarlo in una lettura più agevole, accattivante. Suggerirei inoltre una maggior attenzione e forse introspezione a favore dei personaggi, a cominciare proprio dal protagonista, Agricola, del cui vissuto interiore s’intuisce ben poco e si ammorbidisce appena nei dialoghi con la donna che ama.

Troppo quadrato ed eroico, Agricola non ha mai cedimenti, e la narrazione procede in una cronaca di eventi più o meno noti, che donano poco al lettore. Eppure la scelta del personaggio è da lodare, proprio perché inconsueta e, come già detto, poco utilizzata in altri romanzi. Sfoltito da descrizioni di battaglie, abbastanza simili, l’una all’altra e molto cruente, con un buon editing che elimini refusi e ne alleggerisca la sintassi, il romanzo potrebbe allora proporsi in modo più accattivante per i lettori.

Trama
Gneo Giulio Agricola, discendente del grande conquistatore della Gallia, Giulio Cesare. Iniziò il suo Cursus Honorum come Tribuno militare e attendente del governatore Svetonio Paolino e fin dalle prime campagne militari si distinse per arguzia, tanto da essere considerato il protetto degli Dei. Partecipò alla missione che lo consacrò come Eroe quando massacrarono i feroci sacerdoti del sangue conosciuti come druidi in occasione della festa del dio Lud, presso l’isola di Mona (odierna Anglesey). Ma la battaglia più grande che dovette affrontare fu la rivolta in massa dei Celti contro il dominio romano e/o le popolazioni filoromane tanto che le conseguenze degli eventi ebbero dei risvolti riconducibili ai giorni nostri.

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