Narrativa recensioni

Recensione de “Il serpente e il faraone” – Marco Buticchi

Recensione a cura di Maria Marques

Non lasciatevi trarre in inganno dalla copertina del romanzo. È vero che l’Antico Egitto la fa da padrone in questo romanzo di Marco Buticchi, ma c’è anche di più, in particolare tre storie che si sviluppano, pagina dopo pagina, catturando l’attenzione del lettore.

La prima storia si svolge durante il regno del faraone di Akhenaton e dei suoi successori che, come pedine, sono sacrificati in nome del potere, per arrivare a Tutankhamon e al suo breve regno .

In mezzo a cortigiani pusillanimi, ministri assetati di potere che non si ritraggono dinanzi a nulla, si ergono personaggi che invece non hanno timore di mostrare il loro coraggio e opporsi al male pagando in prima persona le conseguenze delle loro azioni. Il giovane Tutankhamon, con al suo fianco solo la giovane consorte, si troverà a decidere chi vorrà diventare, se rimanere nella sua prigione dorata, faraone fantoccio i cui fili sono manovrati dal ministro Aye, oppure cercare di liberarsi dalle catene invisibili e rivendicare la sua eredità di sovrano e regnare finalmente sulla terra d’Egitto.

Legata a questa vicenda si affianca quella, notissima, che narra le vicende che portarono proprio alla scoperta della tomba di Tutankhamon, soffermandosi sulla figura di Lord Carnarvon, che dopo essere sopravvissuto a un grave incidente automobilistico, per ragioni di salute, sceglierà di svernare in Egitto, riscoprendo una sua antica passione, l’archeologia.

L’arrivo in Egitto per un occidentale rappresentava sempre un’esperienza fuori del comune. Il caos, le strade traboccanti di persone, merci, carri. Le poche auto che sfrecciavano tra la folla si annunciavano con poderosi colpi di tromba. Sin dal momento del loro sbarco Lord Carnarvon si guardava attorno estasiato…”.

L’entusiasmo da solo non basta e ben presto Lord Carnarvon si renderà conto di aver bisogno dell’aiuto di qualcuno più esperto. L’incontro con Howard Carter porterà entrambi, dopo anni di ricerche, a una delle scoperte archeologiche più importanti del secolo scorso. Seppur diversi per educazione e cultura, i due uomini si troveranno a collaborare per realizzare un sogno.

“Non esistono scoperte di prima o di seconda scelta. Ogni manufatto rappresenta uno spicchio di storia e può aiutarci a raggiungere risultati inaspettati” disse George.

“Non le prometto risultati insperati o, tanto meno, immediati Lord Carnarvon. Le prometto risultati” ribatté Carter.

Questi si faranno attendere a lungo, ma il 4 novembre del 1922 ripagheranno entrambi delle fatiche e dei soldi spesi, riuscendo a trovare la tomba intatta di un faraone che, sebbene morto giovanissimo, si rivelerà traboccante di manufatti, gioielli, oro, inclusa una misteriosa cassetta di cui si perderanno le tracce.

Infine, la vicenda forse più interessante e più avventurosa, quella che vede protagonista Kyle Dines, figlio del maggiordomo di Highclere, dimora di Lord Carnarvon, reclutato dai suoi superiori di Scotland Yard per una missione sotto copertura. Il giovane poliziotto dovrà svolgere indagini sulla Lega antisemita, un’organizzazione che, dopo la scomparsa del suo fondatore Wilhelm Marr, era passata sotto la direzione di Hans Meyer agente dell’Ochrana, la polizia segreta zarista.

Lo zar Nicola II si aspetta grandi risultati dal nostro operato “ disse una sera a cena Meyer “E non vorrei deluderlo. Con lei Kyle, posso essere sincero: nonostante i nostri sforzi l’operazione Protocolli dei savi anziani di Sion non è decollata. La loro diffusione è stata limitata al territorio russo e con scarso interesse. Il mondo intero sembra infischiarsene di una congiura giudaica per mettere in  ginocchio i governi e le economie occidentali”.

Sono in molti a osservare i movimenti di Meyer, non solo la polizia inglese, ma anche altre organizzazioni e, mentre gli anni volano veloci, la prima Guerra Mondiale ferma gli scavi di Carter e la rivoluzione bolscevica spazza via l’impero russo, l’antisemitismo inizia a serpeggiare per l’Europa giungendo infine alle estreme conseguenze.

Marco Buticchi regala al pubblico un altro romanzo d’avventura, unendo ben tre vicende che, seppur procedono una indipendentemente dall’altra, si sfiorano e svelano nel finale il filo che le unisce. Le vicende della scoperta della tomba di Tutankhamon, sebbene note, servono da raccordo tra due storie apparentemente lontane, lasciando una punta di mistero. Che cosa si celava nella tomba del faraone?

Le sedute spiritiche cui Lord Carnarvorn assiste mettono davvero in guardia il nobile inglese dal ricercare la tomba del faraone? La morte di Carnarvon è opera della maledizione di Tutankhamon? Akhenaton e Mosè, quale legame esisteva fra loro?Quale è stata la fine misteriosa di Nefertiti?Moltissime domande che si dipanano grazie a una narrazione che alterna le varie vicende in modo armonico e scorrevole, creando il giusto livello di interesse e curiosità sino ad arrivare all’ultima pagina. Il male, in una sorta di tetro balletto attraverso i secoli, continua il suo percorso e poco importa che si chiami Aye, Meyer, Mannesmann, durante il suo procedere attrae persone e altre ne distrugge ed elimina, giungendo sino agli orrori dell’Olocausto.

Il velo della morte si posa improvviso sulle cose degli uomini. In quell’istante, anche le gemme più preziose cessano di emanare bagliori e, sul loro splendore, si stende una cortina di mestizia”.

Trama

4 novembre 1922: nella Valle dei Re, viene scoperta la tomba di Tutankhamon. La febbre dell’antico Egitto infiamma il mondo intero. L’egittologo Howard Carter e il suo finanziatore, il conte di Carnarvon, si trovano d’improvviso al centro dell’attenzione e, accanto alla curiosità di scoprire i segreti di una civiltà così lontana e misteriosa, si scatenano ben presto invidie, voci malevole e leggende di maledizioni.
In Europa, intanto, nonostante il primo conflitto mondiale sia da poco terminato, sembra si corra incontro a una nuova, terribile guerra. A ravvivare le braci è, in particolare, il crescente antisemitismo, alimentato anche dal servizio segreto zarista, l’Ochrana, che fa redigere un falso documento – i Protocolli dei Savi anziani di Sion – per gettare di­scredito sulla finanza ebraica. Ma quando le manovre occulte di queste forze eversive sembrano a un punto morto, la scoperta del sepolcro del faraone bambino giunge come una provvidenziale soluzione. Non soltanto per via dei favolosi tesori che contiene, ma anche per i papiri perduti, quei papiri che – a detta dei responsabili della spedizione archeologica, Carnarvon e Carter – «sarebbero stati in grado di stravolgere i fondamenti delle religioni».
1341 a.C.: Nasce Tutankhamon, figlio di Akhenaton, il faraone eretico. Crescere a corte per il piccolo erede al trono è un continuo districarsi tra insidie e congiure, ma il peggio accade quando suo padre è costretto a scomparire. Nei pochi anni che gli restano, Tut custodirà gelosamente i papiri segreti che narrano il vero destino del faraone Akhenaton e del fratellastro, l’ebreo Mosè. Una verità preziosa, ma scomoda per il giovanissimo sovrano, suo malgrado al centro di spietate manovre e cospirazioni.

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