Letture condivise

Lettura condivisa di gennaio: i commenti dei lettori a “Mercanti di sangue” di Laura Shepherd-Robinson

Nel primo mese del 2023, abbiamo condiviso la lettura di un thriller storico a tutti gli effetti, conforntandoci su “Mercanti di sangue” di Laura Shepherd-Robinson e edito da Neri Pozza. Un libro che sembra aver messo tutti, o quasi, d’accordo.
Queste le impressioni dei lettori a fine condivisa.

Isabella Novelli
A me è piaciuto molto, scorrevole e scritto molto bene,forse un po’troppo complicato nel finale ma nel complesso, un buon libro.
La storia è un pretesto per parlare di tratta degli schiavi e tutto quello che concerne questa tematica ,che andò avanti per molti anni ed ebbe anche risarcimenti per schiavisti che dovettero rinunciare con l’abolizione a questa pratica.
Impressionante nelle vicende narrate, un bel ritratto d’epoca e una bella ambientazione, così come nel carattere dei personaggi.
Un libro che mi ha soddisfatto molto e di cui consiglierei senz’altro la lettura.

Laura Pitzalis
Un giallo storico ambientato nell’Inghilterra georgiana del 1781, a Deptford, sulla sponda sud del Tamigi, nella parte sud-orientale della città di Londra, attracco delle navi mercantili provenienti dalle terre aldilà dell’oceano, con i loro carico di zucchero, spezie e schiavi.
Il macabro ritrovamento del corpo orribilmente torturato e con impresso il marchio degli schiavi di Thaddeus Archer, antischiavista convinto e rivoluzionario, dà il via a una caccia serrata all’assassino da parte di un suo caro amico il capitano Henry Corsham, “io narrante” del romanzo. Spetta, infatti, a lui, in un crescendo di rivelazioni, scoprire l’assassino scontrandosi con le autorità locali e l’omertà dei residenti e rischiando la propria incolumità e un’allettante carriera politica.
“Mercanti di sangue” è un libro che si addentra in una delle pagine oscure dell’Europa, il commercio di schiavi di origine africana attraverso l’Oceano Atlantico fra il XVI e il XIX secolo. Un romanzo d’accusa sullo stretto intreccio di interessi economici e personali alla base della tratta degli schiavi, vista dai più solo come una vasta impresa commerciale: i più ricchi del regno investono su questi viaggi e alla gente comune piacciono i beni a buon mercato che questo commercio permette di comprare.
Non solo, Laura Shepherd-Robinson descrive con precisione linguistica la società dell’epoca e la sua tendenza a nascondere dissolutezza e corruzione, perversione e abuso, all’interno delle loro aristocratiche case, badando bene a preservarne la forma anziché la sostanza: “Alcuni la chiamano ipocrisia, altri alta società”.
Questo è uno dei tanti punti di riflessione che l’autrice dissemina nel romanzo: le differenze sociali, il colore della pelle, l’orientamento sessuale metro di giudizio per valutare le persone e per dividerle. “Perché un uomo dovrebbe nascondere il suo vero io?” si chiede il capitano Corsham, che aggiunge “Solo accettando le nostre differenze potremo trovare un modo migliore per vivere, solo affrontando il bigottismo potremo uccidere il mostro della divisione”. Riflessione questa dannatamente attuale.
Nonostante il numero di pagine, la lettura è scorrevole e piacevole che ci coinvolge non poco.
Nei capitoli si alternano la luce, l’opulenza dei quartieri nobili con il buio, lo squallore dei vicoli malfamati e lungo i moli delle aree portuali. Il tutto ben descritto con una cura direi sensoriale, capace di farci immergere nei luoghi, suoni, odori, sapori, dove ladri, prostitute, proprietari di fumerie d’oppio e di locande di dubbia fama affiancano aristocratiche donne, titolati, ministri governativi.
A me è piaciuto molto questo romanzo come anche la scelta dell’autrice di coinvolgere il lettore emotivamente con descrizioni raccapriccianti di eventi drammatici che non possono lasciarci indifferenti.
E se, con questa scelta, l’intenzione dell’autrice è quella di farci riflettere su realtà che si perpetrano e si ripetono nella storia, ebbene per me c’è riuscita.

Milena Lecca
In questo libro c’è tutto ciò che può qualificare un giallo:
– il cadavere di uno sconosciuto, ucciso in circostanze strane e con modi particolari
– il vecchio amico che lo identifica e che vuole indagare sulla sua morte
– l’omertà e l’ostilità delle autorità locali e dei residenti del luogo in cui è avvenuto l’omicidio
– ulteriori omicidi che ingarbugliano ancora di più le indagini
– un segreto scomodo che ne nasconde altri più grandi e pericolosi
– una soluzione inaspettata e non banale
Tutto questo nell’Inghilterra di fine Settecento e più precisamente tra il porto di Deptford, uno dei porti fluviali da cui le navi negriere partivano per il loro orribile traffico, e la Londra dei salotti bene e degli interessi commerciali verso le lontane terre dell’Africa e dell’America.
Con una descrizione minuziosissima dei personaggi, dei luoghi, e persino degli odori e dei sapori, il libro è interessante non solo per la storia in sé ma anche perché mette bene in evidenza tutte le sfaccettature del dramma della compravendita degli schiavi africani, insieme a tutta la rete di interessi che stavano alla base di questo odioso commercio.

Cattedrale di St. Paul

Daniela Castagnino
“Mercanti di sangue” è il primo romanzo di Laura Shepherd Robinson. La storia è ambientata alla fine del XVIII secolo, il protagonista Harry Corsham, eroe di guerra, si reca a Deptford per indagare sulla morte di un vecchio amico, Ted Archer, un abolizionista assassinato in circostanze misteriose dopo essere stato orribilmente torturato.
Il protagonista rimane invischiato in una pericolosa e complessa rete di intrighi: quasi tutti i personaggi di questa storia hanno un segreto da tenere nascosto.
La trama mette in luce gli orrori e la corruzione che circondavano la tratta degli schiavi.
Il romanzo è ben scritto, estremamente dettagliato ed evocativo. La narrazione è fluida e, nonostante il libro sia abbastanza lungo, non annoia essendo ricco di avvenimenti.
La lettura scorre facilmente fino ad arrivare ad un finale che non manca di sorprendere.

Valentina Ferrari
Lettura molto apprezzata. Unico limite forse l’indagine un po’ troppo intricata che alla fine ho fatto fatica a ricostruire. Sicuramente un giallo storico non scontato, molto ben scritto e con una ricostruzione del contesto storico ben fatta. Una buona lettura davvero.

Natascia Tieri
Ho trovato questo libro molto interessante sotto molti punti di vista.
Per prima cosa tratta di un argomento conosciuto da tutti ma purtroppo poçço trattato ed approfondito: la tratta degli schiavi. È stato per me un’opportunità per approfondire un argomento conosciuto solo in superficie.
Poi è scritto molto bene: l’autrice non lascia niente a caso e non ho trovato nessuno capitolo noioso e pesante, anzi, alla fine di ognuno di essi il lettore non ha niente di certo ma altre domande. Ciò è un pregio e non un difetto.
Infine la trama è stupenda.
Per me ne è valsa la pena leggerlo e mi dispiace averlo finito.

Daniele Chiari
Lettura condivisa non del tutto riuscita a causa del periodo festivo che ha spezzettato il tempo disponibile e ostacolato la concentrazione.
Inizialmente ho trovato poco definito il periodo storico, ma verso il finale c’è stato un cambio di passo, che mi ha consentito – finalmente – di calare il thriller in un ambiente e in un contesto più chiaro e più interessante.
Probabilmente sono stato influenzato anche dalla lettura nelle scorse settimane di “Schiava della libertà” di Ildefonso Falcones, che tratta delle stesse tematiche, sia pure circa un secolo dopo le vicende di “Mercanti di sangue”, con maggiore impatto emotivo e più evidente aderenza agli eventi storici.
Ad ogni buon conto lettura piacevole e interessante, come sempre, anche grazie agli interventi e alle riflessioni di tutti i compagni di viaggio, cui va, anche questa volta, un sentito e affettuoso ringraziamento.

Sconfitta dell’Invincibile Armada

Silvia Lucia Mapelli
L’orizzonte narrativo è l’Inghilterra di fine XVIII secolo. Il capitano Corsham, eroe di guerra, idealista in gioventù ma che da qualche tempo ha messo da parte le sue idee – un po’ troppo progressiste per i tempi – in cambio della prospettiva di una carriera parlamentare, si vede piombare addosso la notizia della morte tremenda di una sua vecchia conoscenza: il noto abolizionista Tad Archer è stato ritrovato sul molo di Deptford orrendamente ucciso, il crimine ha tutta l’aria di essere una sommaria esecuzione volta a punire l’attivismo da “amico dei negri” in cui il suddetto era impegnato, e Corsham si ritrova quasi suo malgrado invischiato in un’indagine molto pericolosa per cercare di far luce sull’accaduto. Un’indagine che il suo Io Razionale avrebbe la tentazione di lasciar cadere, ma che la sua coscienza (di uomo onesto, di amico della vittima, di cittadino che in fondo al cuore non tollera le atrocità della tratta degli schiavi, pur essendo spesso costretto dalle circostanze a fingere il contrario) gli impone di portare avanti…
Al netto di qualche tocco un pelo troppo modernista nella caratterizzazione del personaggio principale, che con ogni evidenza è stato costruito un po’ a tavolino per piacere al pubblico contemporaneo, “Mercanti di sangue” è un buon romanzo di indagine, ben costruito e con una soluzione sfumata, non banale, senza una distinzione tra “innocenti” e “colpevoli” che sia poi così netta. L’ autrice è una buona penna, ricostruisce bene il setting storico di fine XVIII secolo ed ha saputo sfruttare al meglio il potenziale della storia, che tratta temi di grande impatto emotivo. Per gli amanti dell’historical fiction, è un titolo di certo consigliabile.

Raffaelina Di Palma
“Mercanti di sangue” è un giallo storico che ci trasporta nell’Inghilterra georgiana, nell’anno 1781. Laura Shepherd Robinson, in questo romanzo, affronta le tematiche che le stanno più a cuore: delinea e conferma con parole precise la filologia della società dell’epoca; la sua attitudine a mascherare l’immoralità e le perversioni sotto i tappeti di pregio di “famiglie per bene” che dimorano in ville di lusso. Al porto di Deptford, a sud di Londra, viene trovato il corpo di un uomo. Il cadavere porta i segni di atroci torture e un marchio impresso a fuoco nella carne: quello degli schiavi. Ma la sua pelle è bianca: lui non è uno schiavo. Il capitano Harry Corsham, l’io narrante del romanzo, eroe di guerra con un promettente futuro politico davanti a sé, riceve la visita inaspettata della sorella di un suo caro amico, Thaddeus Archer, la quale è preoccupata perché non ha notizie del fratello da parecchio tempo. Da studenti, Harry e Thaddeus, hanno condiviso la causa per l’abolizione della schiavitù. Poi le loro strade si sono separate. Sono trascorsi più di dieci anni da quando si sono visti l’ultima volta. La lotta per Tad, sicuro delle proprie idee, è diventata oltre che una denuncia, una vera e propria ragione di vita, che l’ha portato ad accusare apertamente la autorità di complicità con i negrieri e minaccia vendetta contro i mercanti di schiavi. I capitoli si alternano tra i salotti dei quartieri facoltosi e feste di gala, tra il permanere nei vicoli malfamati di borseggiatori e prostitute, di gestori di locande di dubbia moralità e fumerie di oppio che si affiancano alla nobiltà. Tra le marcate differenze sociali si districa la storia della schiavitù . L’autrice si addentra nell’epoca più cupa dell’Europa: un giallo storico che affonda negli abissi delle antiche rotte della tratta degli schiavi. Con uno stile linguistico vivo e potente, “Mercanti di sangue”, disegna il profilo di una Londra settecentesca, cupa e crudele: un romanzo che non perdona a un’epoca in cui ambiguità e brutalità sono fortemente legate della quale molto resta ancora avvolto da un alone di mistero. Tra colpi di scena cruenti e denuncia sociale questo libro si legge con grande piacere: una lettura che scorre veloce e avvincente, con molti spunti di riflessione.

Luigia Amico
Dopo aver letto “Figlie della notte” le aspettative erano alte e posso dire con soddisfazione che non sono state deluse. Ottimo giallo ambientanto in Inghilterra di fine Settecendo; un omicidio, apparentemente inspiegabile, scuote la mente e l’animo del capitano Corsham. Le vicende si snodano in un susseguirsi di indagini, ricerche, domande a cui è difficile dare una risposta. L’ombra dello schiavismo getta sulla vicenda un velo di tristezza e aberrazione, tematica protagonista affrontata nel romanzo. La struttura narrativa è, a mio avviso, solida e stabile, a tratti sicuramente intricata e questo stimola il lettore a una maggiore concentrazione e attenzione. Un libro che sicuramente consiglio.

Maria Marques
Ambientato nel 1781 a Deptford, un abitato alle porte di Londra, con un porto adibito all’attracco delle navi mercantili provenienti dalle Indie Occidentali, il giallo inizia dal rinvenimento del cadavere di un avvocato,antischiavista, torturato orribilmente e con impresso il marchio degli schiavi. Il capitano Corsham, amico del defunto si dedicherà a scoprire chi sia l’assassino.Sui moli e tra i vicoli sudici di Deptford, nei salotti dei funzionari della Compagnia delle Indie, il capitano Corsham indagherà mettendo a repentaglio non solo la vita ma anche la sua carriera politica, mentre emergono storie agghiaccianti sulla tratta degli schiavi. Commercio di uomini, donne e bambini che in nome del profitto vengono sacrificati senza nessuna pietà. L’indagine è complessa e intricata, tutti sono reticenti a parlare a cominciare dagli stessi schiavi. Uno stile fluido e godibile accompagna il lettore pagina dopo pagina fino a svelare la soluzione, ma personalmente il libro non mi ha catturato né coinvolto, salvo riflettere e riscoprire l’orrore della tratta degli schiavi.

Costanza Marzucchi
Il romanzo affronta un periodo storico che non conosco molto bene ma ammetto che, malgrado la mia ignoranza, non ho avuto nessuna difficoltà a seguire le dinamiche del romanzo. La scrittura è avvincente, la trama è ricca di colpi di scena, elementi che rendono la lettura tutt’altro che noiosa. Il personaggio è molto moderno per il contesto in cui si muove, però questo elemento non incide negativamente sulla resa del romanzo nel suo complesso. La storia inizialmente non mi aveva colpito molto perché ho poca familiarità con questa epoca storica, però l’autrice è stata molto abile nel descrivere tutta la vicenda e alla fine ho apprezzato questa storia. E’ un romanzo che consiglio, anche se non conoscete il periodo storico.

Eliana Corrado
Libro secondo me perfettamente riuscito: argomento indigesto (la tratta degli schiavi e la speculazione massiccia su questo) in un thriller dalle azioni concitate, ritmo incalzante e tanti tanti personaggi a confondere e sviare il lettore. Avevo già avuto modo di “conoscere” la scrittrice per aver letto “Figlie della notte” e ho approcciato questa lettura con entusiasmo, credendo di tuffarmi nuovamente in uno di quei libri da cui è difficile staccarsi. E infatti è stato così, sebbene in “Mercanti di sangue” abbia notato una punta di macchinosità nella trama che va un po’ a discapito della scorrevolezza. Corsham, il protagonista, è un personaggio che mi è piaciuto molto: la sua onestà intellettuale cui non deroga, nemmeno per i suoi interessi personali (sta per diventare membro del parlamento), la sua amicizia incondizionata verso l’antischiavista Taddeus, trovato morto in condizioni poco chiare (tutto porta a pensare che sia stato vittima di una rappresaglia), lo fanno uomo tutto d’un pezzo sebbene anche lui abbia qualcosa da… nascondere.
Una menzione alla nota d’autore alla fine del libro: dissipa alcuni dubbi, cesella e racconta una verità storica sulla quale troppo spesso si cerca di chiudere gli occhi, un affondamento che troppi hanno sulla coscienza. Una storia atroce che non c’era modo migliore di questo di riportare a galla.
Un thriller storico a tutti gli effetti che ha rivelato (nuovamente) le grandi capacità di scrittura della Shepherd-Robinson di cui aspetto di leggere altri suoi libri, di sicuro il terzo di questa serie…

Michela Vallese
A me questo libro della Shepherd ha coinvolto molto più di “Figlie della notte”. L’ho trovato più intrigante. Anche l’ambientazione storica mi è sembrata più accurata. Forse se li avessi letti nell’ordine corretto avrei apprezzato di più anche il secondo.
Mi piace comunque un sacco come l’autrice riesce a creare trame intricate, dove pur essendoci alla fine un colpevole, tutti hanno qualcosa da nascondere.
Se usciranno altri suoi libri li prenderò di sicuro!

Mara Altomare
“L’aria era piena del fumo di diecimila camini: Londra preparava il tè prendendo il barattolo dello zucchero”
Di questo romanzo ho apprezzato sia La pagina di storia che ci ha mostrato che il thriller che costruisce la trama. Personalmente ho letto altri libri intorno al tema della schiavitù, ma questa volta, anche grazie alle preziose condivisioni, ho conosciuto l’aspetto della schiavitù sulle navi. L’evento reale a cui si ispira il romanzo, il massacro della nave Zong, mi ha scosso profondamente: in giornate in cui si parla molto di “memoria” anche questo immenso sacrificio umano merita attenzione!
La trama mi ha incuriosita fin dall’inizio e la lettura è stata scorrevole e spedita verso la fine, a tratti è servita più attenzione per collegare i personaggi, ma il tenore è stato quello di un vero thriller con colpi di scena e immagini macabre. Con un senso di grande modernità, anche se calato nell’epoca.
Sicuramente mi dedicherò anche alla lettura del seguito, “Figlie della notte”.

Maria A. Bellus
Un romanzo storico che mi è piaciuto, una lettura scorrevole anche se a tratti la trama è intricata e ricca di cambiamenti che richiede più attenzione per recuperare i fili della storia. Bellissime le descrizioni e le atmosfere che coinvolgono nella loro veridicità e tristezza, la tratta dei negri è un periodo molto buio e l’autrice ne denuncia gli interessi che circondavano queste tratte, i sopprusi e gli abusi che dovevano subire quelle povere persone.
Una lettura assolutamente consigliata.

Statua di sir Francis Drake a Plymouth

Roberto Orsi
“Mercanti di sangue” è il secondo romanzo di Laura Shepherd-Robinson pubblicato in Italia dopo “Figlie della notte”, pur essendo ambientato un anno prima degli avvenimenti raccontati nel libro precedente.
Il lettore fa quindi la conoscenza di Harry Corsham, capitano eroe di guerra con una sfavillante carriera politica davanti a sé, pronto a essere eletto in Parlamento.
Un uomo viene ritrovato torturato e ucciso su un molo di Deptford: la vera identità, inizialmente nascosta, viene svelata in poco tempo. È proprio il capitano Corsham a identificare nella vittima l’amico di un tempo Taddeus Archer. L’uomo era sparito qualche giorno prima da Londra e la sorella, memore del monito di Archer, si reca da Corsham per chiedere il suo aiuto. Teme il peggio e purtroppo non ha torto.
Corsham si lancia in una ricerca dell’assassino che pagina dopo pagina ingrandisce il suo raggio di azione e di sospetto. Archer era coinvolto in una battaglia più grande di sé stesso: l’abolizionismo della tratta degli schiavi. Si era sicuramente fatto nemici molto pericolosi, capaci di tutto pur di chiudere delle bocche fastidiose per i loro interessi. Siamo nella Londra di fine XVIII secolo, in quella Inghilterra coloniale che sta perdendo il potere nel continente americano dove i neonati Stati federali combattono la loro guerra per l’indipendenza. In tutto questo una delle piaghe peggiori della storia dell’uomo: la tratta degli schiavi dall’Africa. Il racconto di Laura Shepherd-Robinson si tinge delle tonalità rosso sangue. Gli atroci viaggi oltreoceano delle navi inglesi rivivono nelle pagine del romanzo e rimbalzano nella vicenda londinese dove il Capitano Corsham insegue un assassino spietato e abile nel confondere le tracce.
La narrazione scorre in modo fluido, intrisa di dialoghi e repentini cambi di scena. Corsham, pur rischiando grosso, mette il naso in affari che sarebbe meglio evitare, spinto anche da un sentimento di riscatto nei confronti di Tad Archer con cui i rapporti si erano chiusi in malo modo qualche anno prima al momento della partenza di Corsham per il fronte. I personaggi sono molti così come gli intrecci tra di loro, i rapporti personali, le inimicizie e i contrasti del passato. Corsham deve ricostruire un castello in cui ogni stanza racchiude un enigma e ogni porta apre nuovi scenari di indagine. L’autrice è abile, come nel precedente romanzo, a confondere le acque, seminare indizi con punti di riferimento che si modificano nel corso della storia, non lasciando troppi punti di appoggio al lettore.

Ivana Tomassetti
È il primo libro che leggo di questa scrittrice e al di là della coinvolgente copertina, le prime pagine ci immergono nella realtà del porto di Londra del XVIII secolo, dove navi negriere trasportano schiavi in quel commercio triangolare che abbiamo studiato sui libri di storia. Ci elencano personaggi e ci danno l’immagine dei luoghi; dalla lettura emergono odori e atmosfere che tengono il lettore incollato alla pagina, descrivono una società crudele e ipocrita, in uno spaccato di vita che potrebbe assomigliare a quella di oggi. Scopriamo che il capitano Henry Corsham è alla ricerca dell’assassino del suo amico, barbaramente torturato e lasciato penzolare da un palo sul molo. La vicenda diventa intricata e coinvolgente: mercanti di schiavi, abolizionisti, amicizie particolari e altre morti che devono essere spiegate. L’autrice si destreggia tra nobildonne e prostitute, spie e membri del parlamento in una sorta di filo conduttore che sembra mettere tutti sul medesimo piano. Il protagonista sta in mezzo a tutto questo come se avesse un piede da una parte e uno dall’altra. Il finale improvvisamente a sorpresa. La narrazione in prima persona nella voce del capitano, coinvolge il lettore che si immedesima in lui, l’eroe che affronta le più svariate peripezie e sofferenze atroci per raggiungere i suoi scopi, mettendo a repentaglio la sua stessa posizione altolocata. Un ruolo attivo avrà la moglie che si rivela diversa da come le prime pagine l’avevano descritta e questa maturazione rende lo scritto reale e moderno. Un bel libro dalla cui lettura si esce arricchiti: una storia con dettagli che non conoscevo, un linguaggio limpido e nello stesso tempo graffiante che snocciola i fatti uno in fila all’altro guidandoci in sordina verso le emozioni dei personaggi in una storia avvincente.
“Alcuni la chiamano ipocrisia, altri alta società…”

Trama
Deptford, 1781. Gli alberi delle navi negriere ancorate nel porto a sud di Londra sbucano, spettrali, tra la fetida nebbia che sale dal Tamigi. Le voci dei pescatori si mescolano nel grigiore al fumo delle pipe, mentre il giudice Peregrine Child si avvicina allo spettacolo macabro che lo aspetta, appeso al gancio dei trofei di pesca piú ambiti. È il corpo di un uomo, con lunghi capelli corvini, che porta i segni di orribili torture e soprattutto un marchio, impresso a fuoco nella carne: quello degli schiavi. Anche se la sua pelle è bianca. In città, qualche giorno piú tardi, il capitano Harry Corsham, flagello dei ribelli americani, eroe di guerra con una promettente carriera parlamentare davanti a sé, riceve la visita della sorella di un caro amico, Thaddeus Archer.
Nei giorni della loro giovinezza, Harry e Tad avevano abbracciato la causa per l’abolizione della schiavitú. Per Tad era diventata una vera e propria ragione di vita, tanto che si era spinto ad accusare pubblicamente le autorità di connivenza coi negrieri e a minacciare vendetta contro i mercanti di schiavi. O almeno questo è ciò che sostiene la sorella Amelia, nel riferire a Harry la tragica novità: Tad è scomparso, e Amelia teme per la sua sorte. Comincia cosí per Harry Corsham un pellegrinaggio per le strade di Deptford, borgo malfamato alle porte della città cresciuto grazie al commercio di schiavi. Tra banchi dei pegni, negozi di stracci e infimi bordelli, il capitano si rende presto conto che la sua indagine rischia di portare allo scoperto particolari atroci e disturbanti verità su quell’abominevole commercio di sangue. E che a trovarsi sulla linea di tiro saranno la sua carriera, la sua famiglia, la sua felicità e, probabilmente, anche la sua stessa vita.
Raccontato con una prosa vivida e potente, Mercanti di sangue è il ritratto di una Londra settecentesca oscura e brutale, che non fa sconti a un’epoca in cui ipocrisia e violenza sono inestricabilmente legate, coperte solo da un sottile velo di mistero.

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