Narrativa recensioni

La ritrattista – Chiara Montani

Recensione a cura di Roberto Orsi

“Viviamo in un’epoca difficile, ma questo non deve impedirci di nutrire la parte più profonda della nostra umanità, ispirandola con la potenza dell’arte e della bellezza.”

Roma, primavera del 1459. Le vicende del nuovo romanzo di Chiara Montani si svolgono nella Città Eterna, all’alba del periodo rinascimentale che tante volte abbiamo affrontato, descritto e sviscerato nelle nostre letture. Un’epoca difficile, la definisce Leon Battista Alberti, uno dei personaggi storici del romanzo: complicata per la situazione politica contingente, le grandi battaglie, l’avanzata dei Turchi in Oriente con la minaccia sempre più pressante nei confronti della Morea.

Eppure, nonostante il periodo complicato, Alberti sottolinea in questo passaggio l’importanza di non lasciarsi distrarre dalla bellezza, nutrire la nostra anima con la potenza dell’arte e l’armonia che sprigiona.

“Davanti a un’opera con dettagli monchi, superflui o imperfetti, pochi riuscirebbero a spiegarne la ragione ma chiunque saprebbe dire che vi sia qualcosa da aggiustare. Viceversa, quando nell’artista sorge la certezza di aver raggiunto quella particolare armonia, è il momento di fermarsi perché la modifica anche di un solo particolare finirebbe per spezzarla”.

Ecco il nodo principale di questo romanzo: l’intersezione tra la componente thriller del racconto, probabilmente mai così marcata nei precedenti lavori dell’autrice, e lo splendore dell’arte tardo medievale e rinascimentale.

In questo secondo volume della serie (avviata con “Il mistero della pittrice ribelle” di cui potete leggere qui la recensione) ritroviamo la pittrice Lavinia e l’artista Piero Della Francesca qualche mese dopo i fatti raccontati nel primo romanzo, che ancora animano gli incubi di entrambi.

La scena si sposta questa volta a Roma, dove Piero è vittima di un incendio mentre si trova nella dimora dell’amico Antonio Della Valle. Nel tragico evento perde la vita la moglie di Antonio, Lucrezia, legata a Piero da anni di reciproca conoscenza, amicizia e stima.

Le indagini lasciano subito intendere che non si è trattato di un incidente: qualcuno ha volutamente appiccato il fuoco utilizzando una sostanza del tutto simile al leggendario “fuoco greco”. Un tipo di materiale quasi impossibile da combattere: un materiale che brucia anche se attaccato con acqua.

La tragedia scuote nel profondo Antonio Della Valle, che condivide con Piero Della Francesca una fratellanza spirituale derivante dalla comune appartenenza alla ristretta cerchia del Cardinale Bessarione, consigliere papale. Una confraternita di tipo iniziatico, esoterico, alchemico con una forte impronta di paganesimo.

“Se non mi aspettavo nulla da Piero, perché nulla mi aveva promesso, ora che la primavera era arrivata da un pezzo non passava giorno senza che mi interrogassi su quale piega avrebbe preso il mio futuro”

Lavinia, venuta a conoscenza dell’incidente occorso a Piero Della Francesca, quasi miracolosamente sfuggito alle fauci della morte, si precipita a Roma per stargli vicino. La fredda accoglienza di Piero, che la vorrebbe lontana da qualsiasi pericolo, porta Lavinia a cercare un alloggio presso la locanda di Monna Florina. I due però non riescono a stare troppo lontani.

Gli eventi da quel momento precipitano e si trasformano in una caccia all’assassino il quale, si scopre, aveva già colpito qualche giorno prima con la stessa arma. A farne le spese un traduttore dei sobborghi romani, alle prese con un misterioso volume di origine orientale.

Le tracce seguite da Piero e Lavinia li portano a indagare su un selciato irto di pericoli: antichi manoscritti, laboratori segreti, alambicchi, forni alchemici, materiali puri ed esperimenti esoterici. I due entrano in un vortice dal quale risulta impossibile uscire.

L’uomo misterioso sembra voler qualcosa da Piero: vuole che sia lui ad aiutarlo nella sua ricerca. Una mente come quella dell’artista è in grado di risolvere gli enigmi che si presentano e sollevare il velo di nebbia che ammanta una storia di ormai trent’anni prima.

“Non ero più la ragazzina che aveva conosciuto a Firenze. Quanto ero stata costretta ad affrontare laggiù mi aveva cambiata per sempre, cesellandomi l’anima e fortificando la mia volontà. “

La narrazione in prima persona ci accompagna tra i pensieri di Lavinia, mettendola a nudo davanti ai nostri occhi. In certi frangenti smarrita e disillusa, in altri decisa e volitiva. La vicenda thriller la mette di fronte a diverse paure, le fa correre dei rischi importanti, ma senza mai perdere di vista l’obiettivo.

Dettaglio dal Polittico della Misericordia (1444-1464) con presunto autoritratto di Piero

Ma è davanti alla tela e con la tavolozza dei colori che Lavinia si trasforma: il suo dono di ritrattista e di pittrice, ancora inviso al genere femminile a quel tempo, emerge prepotente e ci restituisce la grande forza di volontà della ragazza. Grandi abilità tecniche, capacità di apprendimento e di sperimentazione, unite a un forte intuito e perspicacia, rendono il personaggio degno di nota e una spalla perfetta per Piero Della Francesca. La dialettica e la capacità di indagine di Lavinia la porta a misurarsi alla pari con uomini del calibro di Leon Battista Alberti, Antonio Della Valle e Niccolò Fioravanti, segretario personale del Cardinale Bessarione.

Ogni passaggio dell’intrigo si rispecchia nelle opere meravigliose che l’autrice, dall’alto delle sue grandi competenze artistiche, descrive con dovizia di particolari e dettagli tecnici. Roma da questo punto di vista offre spunti infiniti, anche se ancora non è la città che diventerà qualche decennio più tardi, e il punto di forza del romanzo è quello di proporre anche opere minori, alcune delle quali oggigiorno scomparse, con le quali la fantasia del romanziere ha più margine di libertà.

Ne scaturisce una vicenda credibile e godibile, che punta i fari sulle questioni alchemiche, mantenendo però ben saldi i piedi a terra, ancorati alla situazione politica del tempo.

Le diverse digressioni filosofiche derivanti da studi antichi che nel periodo di ambientazione del romanzo stanno ritornando in auge, donano quel tocco misterioso che affascina e incuriosisce il lettore. Un thriller storico-artistico capace di affrontare diversi piani di lettura, non ultimo quello legato agli insegnamenti di un sapere ancestrale e della sua pericolosità, se in possesso delle persone sbagliate.

“Pur nella nostra umana fragilità, quando le passioni soffiano più forte della ragione, non dobbiamo mai scordare che tutto è già perfetto così com’è.”

Editore ‏ : ‎ Garzanti (7 giugno 2022)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina rigida ‏ : ‎ 352 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8811816157
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8811816157
Link d’acquisto cartaceo: La ritrattista
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Trama

Roma 1459. Lavinia non avrebbe mai immaginato che qualcuno potesse commissionarle un ritratto. Da quando è nata, si è sentita ripetere che le donne non possono diventare pittrici, ma ora, nella sua vita, nulla è più come prima. Vive a Roma, lontana dalla sua Firenze, in una locanda dove altre giovani donne inseguono la propria indipendenza. Solo una cosa non è cambiata: accanto a lei c’è Piero della Francesca; per tutti un maestro di valore assoluto, per Lavinia l’uomo che è riuscito a insegnarle i segreti della pittura. E Piero è in pericolo. Dopo essere stato testimone di un incendio in cui ha perso la vita una vecchia amica, riceve una serie di messaggi cifrati che scatenano una gara d’astuzia in cui sembra che l’avversario sia sempre in vantaggio. Piero vorrebbe fare affidamento solo sul proprio intuito, ma ha imparato che l’aiuto di Lavinia è prezioso. I due si mettono allora sulle tracce di un antico manoscritto greco che potrebbe avere a che fare con il tentativo di salvare il Despotato di Morea, ultimo baluardo della cristianità contro l’invasione turca. Il gioco si sta facendo più grande di loro e la verità sembra a portata di mano. Finché qualcuno attenta alla vita di Lavinia. Solo allora la giovane comprende che, lontano da pennelli e colori, il mondo può essere oscuro e pericoloso per una donna sagace e intelligente come lei. Che a volte non basta il coraggio, a volte bisogna andare oltre i propri limiti. Solo così si può essere liberi davvero. Chiara Montani torna con i due amati protagonisti che sono stati al centro di un passaparola senza fine: Lavinia, giovane donna che non vuole sottostare alle convenzioni del suo tempo, e Piero della Francesca con il suo affascinante mondo fatto di arte e razionalità. Una nuova avventura impreziosita dalla meraviglia di una Roma che, ancora lontana dai fasti del barocco, sa già abbagliare.

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