Novità in libreria

Libri che parlano di libri. Le offerte storiche dall’11 al 17 marzo

Dall’11 al 17 marzo sarà attiva una promozione online per libri (saggi e romanzi) che trattano proprio dell’oggetto Libro!

TSD ha selezionato, tra la vasta scelta, quelli con precisi riferimenti storici.

La biblioteca di Parigi di [Janet Skeslien Charles, Roberta Scarabelli]
La biblioteca di Parigi
Janet Skeslien Charles

Parigi, 1940. I libri sono la luce. Odile non riesce a distogliere lo sguardo dalle parole che campeggiano sulla facciata della biblioteca e che racchiudono tutto quello in cui crede. Finalmente ha realizzato il suo sogno. Finalmente ha trovato lavoro in uno dei luoghi più antichi e prestigiosi del mondo. In quelle sale hanno camminato Edith Wharton ed Ernest Hemingway. Vi è custodita la letteratura mondiale.
Quel motto, però, le suscita anche preoccupazione. Perché una nuova guerra è scoppiata. Perché l’invasione nazista non è più un timore, ma una certezza. Odile sa che nei momenti difficili i templi della cultura sono i primi a essere in pericolo: è lì che i nemici credono che si annidi la ribellione, la disobbedienza, la resistenza. Nei libri ci sono parole e concetti proibiti. E devono essere distrutti. Odile non può permettere che questo accada. Deve salvare quelle pagine, in modo che possano nutrire la mente di chi verrà dopo di lei, come già hanno fatto con la sua.
E non solo. La biblioteca è il primo luogo in cui gli ebrei della città provano a nascondersi: cacciati dalle loro case, tra i libri si sentono al sicuro, e Odile vuole difenderli a ogni costo. Anche se questo significa macchiarsi di una colpa che le stritola il cuore. Una colpa che solo lei conosce.
Un segreto che, dopo molto tempo, consegna nelle mani della giovane Lily, perché possa capire il peso delle sue scelte e non dimentichi mai il potere dei libri: luce nelle tenebre, spiraglio di speranza nelle avversità.

È una lunga notte a Parigi. La città dorme quando si ode un sussurro gridato. Un sussurro che dice: addio. Potrebbe sembrare la fine di una storia, invece è solo l’inizio. Jean-Luc stringe tra le braccia il piccolo Sam, che la madre, con il dolore nel cuore, gli affida ancora neonato per salvarlo da un infausto destino. Siamo nel 1944 e Jean-Luc, che lavora per le ferrovie francesi, sa che i treni in partenza da Parigi hanno come unica destinazione i campi di sterminio tedeschi. Ha anche provato a sabotare alcuni convogli, ma senza successo. Per questo accetta di prendere con sé Sam: non ha potuto salvare altri bambini, salverà lui. Ma Jean-Luc sa che restare in città è troppo pericoloso. Il nemico è ovunque. Deve scappare dove esiste ancora una possibilità di essere liberi, quindi decide di partire con la moglie e il piccolo per l’America. Insieme costruiranno una famiglia. Perché così si sentono anno dopo anno. Fino a quando, un giorno, qualcuno bussa alla loro porta. I genitori di Sam sono sopravvissuti, lo hanno cercato senza sosta per anni e ora vogliono riabbracciarlo. Una madre e l’uomo che ha salvato suo figlio si trovano uno di fronte all’altra. Ma il confine tra giusto e sbagliato, tra legami di sangue e legami di affetto è labile come l’ultima luce che indora la Senna sul far della sera.
Un esordio venduto in 25 paesi che dalla stampa è stato definito un libro essenziale. Un romanzo che invita a non dimenticare gli orrori del nazismo, le scelte sofferte, le famiglie distrutte dalla guerra e dalla violenza degli uomini. Un romanzo che, all’ombra di una delle città più affascinanti al mondo, racconta un’atroce pagina della storia mondiale. Un romanzo che, dietro la magia di un affetto sincero, dà voce a una verità che cambia ogni cosa. Perché quando il mondo è capovolto, anche un gesto d’amore può avere conseguenze imprevedibili.

È un libro, un semplice libro antico. Ma custodisce un segreto. Un segreto che è stato scritto col sangue nel 1297, da innumerevoli scrivani coi capelli rossi e con gli occhi verdi, forse toccati dalla grazia divina, forse messaggeri del diavolo. Che è riapparso nel 1334, in una lettera vergata da un abate ormai troppo anziano per sopportare il peso di quel mistero. Che, nel corso del XVI secolo, ha illuminato la strada di un teologo, i sogni di un visionario e le parole di un genio. È un libro, un semplice libro antico. Ma sta per scatenare l’inferno. Perché quel libro è stato sottratto alla Biblioteca dei Morti, la sconfinata raccolta di volumi in cui è riportata la data di nascita e di morte di tutti gli uomini vissuti dall’VIII secolo in poi. E, dopo essere rimasto sepolto sotto la polvere della Storia per oltre settecento anni, adesso è riemerso ed è diventato un’ossessione per Will Piper, deciso a cancellare il dolore che la Biblioteca ha portato nella sua vita; per Henry Spence, che ha dedicato la sua esistenza alla soluzione dell’enigma e che ormai ha i giorni contati; per Malcolm Frazier, il capo della sicurezza della Biblioteca, determinato a uccidere pur d’impedire al mondo di conoscere la verità. Un’ossessione che inevitabilmente porta altro dolore, altri enigmi, altro sangue. È un libro, un semplice libro antico. Ma è il Libro delle Anime. E il suo segreto è il nostro destino.

Ci sono storie che a sentirle raccontare, o a leggerle, non sembrano vere; il potere della loro fascinazione ci attrae, però, fino ad ammaliarci e a lasciarci senza fiato. La storia di Fernando Colombo, figlio naturale di Cristoforo Colombo, è una di queste: capace di irradiare meraviglia e stupore, e – al contempo – di ridisegnare la nostra conoscenza del mondo.
Fernando Colombo, cadetto illegittimo dello scopritore delle Indie occidentali, Ammiraglio e conquistatore dei regni oltre il grande Mare Oceano per conto della Corona di Spagna.
Hernando Colón, figlio bastardo, eppure profondamente amato, primo biografo di Cristoforo, viaggiatore avventuroso egli stesso, che con le Historie della vita e dei fatti di Cristoforo Colombo ci ha lasciato il resoconto delle alterne fortune dei quattro viaggi del padre nelle Americhe.
Fernando, lettore onnivoro e vorace, preso da bruciante passione per una nuova e dirompente invenzione, la stampa a caratteri mobili, che in pochi anni rivoluzionò il mondo, al pari delle scoperte geografiche paterne.

Fernando, smanioso classificatore di ogni libro che sia mai stato stampato, raccoglitore di ogni foglio mai prodotto da un torchio, corrispondente di Albrecht Dürer, Erasmo da Rotterdam, Aldo Manuzio; viaggiatore umanista ossessionato dal principio di catalogazione, perennemente in corsa – di città in città (Siviglia, Granada, Toledo, Londra, Milano, Venezia, Strasburgo, Colonia, Magonza e così via) –, alla ricerca spasmodica e costante delle migliori e ultime novità: i libri più belli – magnifica perversione – curati al meglio, stampati coi caratteri più chiari e puliti, sulla carta più durevole, e nella confezione più raffinata.
Fernando, compilatore di liste vertiginose, inventore della prima biblioteca universale, catalogo dei cataloghi, che contenesse tutto il sapere umano, concepita come una macchina viva, un organismo vivente, che respira, si ammala, perde i pezzi, guarisce e sopravvive.
Fernando Colombo e la sua biblioteca, monumento del Rinascimento europeo; Fernando e i suoi libri che sono andati perduti, trafugati, bruciati, che sono persino naufragati, eppure hanno resistito e sono sopravvissuti fino a noi, fino ad oggi.

Parigi, giugno 1889: la città è travolta dalle folle che si accalcano nei padiglioni dell’Esposizione Universale, inseguendo ogni novità: danzatrici di Giava ananas della Martinica, il rivoluzionario telefono… Tuttavia la vera dominatrice dell’Esposizione è la torre di Monsieur Eiffel, svettante prodigio della tecnica del XIX secolo. I parigini vi salgono, ammirati; oppure spaventati, come la povera Eugénie Patinot, che si è appena seduta su una panchina della terza piattaforma, allorché qualcosa – un’ape? – la punge. In un batter di ciglia, la donna si accascia a terra, morta. A pochi passi si trova, casualmente, Victor Legris, proprietario della libreria Elzévir, in rue des Saints-Pères. Il giovane libraio non può saperlo, ma la morte misteriosa di Eugénie sta per cambiare la sua vita… Tra inseguimenti a piedi e in carrozza, collezionisti eccentrici e affascinanti pittrici, fini porcellane e stampe cinesi, Victor dovrà trasformarsi – suo malgrado – in detective e chiarire con le sole armi dell’intelligenza il mistero che rischia di scatenare un vero e proprio terremoto nella tranquilla libreria di rue des Saints-Pères…

Parigi, febbraio 1894. È l’inverno più freddo del secolo e la città è sepolta sotto una spessa coltre di neve. Anche nella libreria Elzévir, al numero 18 di rue des Saints-Pères, l’atmosfera è glaciale. Non per colpa del clima, bensì per l’inatteso arrivo di Maurice Laumier, pittore, donnaiolo ed ex rivale in amore di Victor Legris. Questa volta, però, Maurice è venuto per chiedere aiuto: tre settimane prima, una sua cara amica è svanita nel nulla… Smanioso di gettarsi in una nuova avventura, Victor mette da parte i vecchi rancori e si reca subito sul luogo del delitto, nei pressi del dazio della Villette. Ed è proprio in quel quartiere popolare, tra i laboratori delle sartine e i locali insanguinati dell’enorme mattatoio di rue de Fiandre, che il libraio-investigatore s’imbatte nell’unico testimone dell’omicidio. Purtroppo i suoi ricordi sono annebbiati dall’alcol, tuttavia l’uomo gli consegna uno strano medaglione con inciso un liocorno nero, trovato accanto alla vittima. Seguendo la pista di quel gioiello, Victor lascia i bassifondi di Parigi per immergersi nei riti di una misteriosa società occulta, dove gli iniziati sono disposti a tutto pur di custodire i loro segreti…

Parigi, 1890. Victor Legris è abituato a ogni sorta di avventori nella sua libreria in rue des Saints-Pères, ma non si aspetta certo l’irruzione di Denise, la domestica della sua ex amante Odette de Valois. La ragazza è sconvolta: aveva un appuntamento con la padrona al cimitero del Père-Lachaise, presso la tomba del marito della donna, ma, giunta alla cappella di famiglia, non vi ha trovato altro che un foulard di seta rossastra. E anche a casa non c’è traccia di Odette, e vi aleggia un’atmosfera inquietante… Da qualche tempo, infatti, Madame de Valois coltiva un profondo interesse per lo spiritismo, l’ultima moda dei salotti parigini. Ma Victor, pragmatico per natura, si convince che dietro la scomparsa di Odette ci sia qualcosa di ben più concreto di un fantasma e si lancia quindi in una nuova indagine, che si rivelerà sempre più pericolosa. Tra contesse altere ed eruditi polverosi, artisti in bolletta e veggenti smaliziati, prende così corpo un giallo di raffinata eleganza, in cui Claude Izner ci riporta nelle strade e nei vicoli di Parigi, tracciando con nostalgia il ritratto di una città strabiliante, in bilico tra progresso e superstizione, attraversata però da «un’aria nuova, un’aria di libertà».

Parigi, 1897. Che fine ha fatto Alphonse Ballu, ufficiale impiegato al ministero della Guerra, nonché cugino della portinaia del 18 di rue des Saints-Pères, sede della libreria Elzévir? E cosa ha portato Alexandrine Piote, mercante e collezionista, affezionata amica di Victor Legris, a togliersi la vita? Non si sarà trattato di omicidio? Molte domande, troppe per Legris, il libraio investigatore appassionato di indagini. Così, si lancia sulle tracce del militare scomparso che portano proprio al magazzino dove la povera Piote è stata trovata impiccata, e da lì la pista conduce diritto ai bassifondi della Butte-aux-Cailles, una delle zone più povere e malfamate di Parigi. In breve, tutti gli elementi conducono a una sontuosa dimora abbandonata all’angolo con rue Corvisart, nei cui giardini aleggia uno strano e inquietante odore di morte. Un’avventura non priva di rischi, dunque, ma resa ancor più complicata dal fatto che il nuovo ispettore della polizia locale è convinto che il libraio abbia qualcosa a che fare con la morte di Alexandrine, ragion di più, per Legris, per gettarsi nella mischia e trovare la verità, se vuole dimostrare la propria innocenza…

Parigi, ottobre 1899. Un inquietante volantino passa di mano in mano, risvegliando paure ataviche tra la gente. Per gli autori non meglio identificati del testo, infatti, non c’è spazio per i dubbi: la fine del mondo è vicinissima. Questione di giorni e un meteorite colpirà la Terra, distruggendola. Mentre tale presagio oscura le vie di Montmartre, all’impasse du Cadran viene rinvenuto un cadavere circondato da strani oggetti dal tetro significato simbolico: una falce in miniatura, tre grosse pietre avvolte in un tessuto bianco, una clessidra, un coccodrillo di peluche, un sacchetto contenente spighe di grano e ghiaia nera…
Non è che il primo di una serie di delitti, che impegneranno Victor Legris e Joseph Pignot in una corsa contro il tempo alla ricerca dell’assassino.
Nel cuore di una Parigi autentica e fremente, immersa nei preparativi per l’Esposizione universale, la celebre coppia di investigatori della libreria Elzévir dovrà scavare nel passato per trovare le risposte a molti misteri…

Dei libri come oggetti, come cose; delle librerie come vestigia archeologiche; delle vite e delle opere dei librai, stabili o ambulanti; della lettura come ossessione e come follia, ma anche come pulsione inconscia o come impresa commerciale; del mondo come libreria e della libreria come mondo; delle librerie universali e delle mie librerie private: di tutto ciò parlerà questo libro, che non molto tempo fa se ne stava in una libreria, in una biblioteca o su uno scaffale di un amico e che ora, lettore, anche se forse soltanto temporaneamente, è entrato a far parte della tua personale biblioteca.

Quali sono i libri che hanno costruito la realtà in cui viviamo? Con originalità e arguzia, Andrew Taylor raccoglie la difficile sfida di elencare le cinquanta opere che hanno modificato per sempre il corso della storia, scegliendo di raccontare le vicende dell’uomo attraverso quei testi che, nei secoli e nelle epoche più diverse, hanno arricchito il mondo, lo hanno reso un posto migliore e, a volte, sono diventati il pretesto di guerre e di tragiche divisioni. In un percorso affascinante e mai scontato che parte dall’Iliade fino ad arrivare alla fortunata saga di Harry Potter, incontriamo così il Kamasutra e il Manifesto del partito comunista, la Bibbia e il Corano, ma anche Niccolò Machiavelli, Galileo Galilei e Primo Levi, senza dimenticare quell’indispensabile volume che per anni non è mai mancato nelle nostre case: l’elenco telefonico. Di ogni opera Taylor ci racconta la genesi, le peculiarità, i sogni o gli incubi che hanno suscitato. Il risultato è uno straordinario inno alla forza della parola scritta e una celebrazione unica del potere della lettura: un’opera ricca e per molti aspetti provocatoria dedicata a tutti coloro che sono ancora convinti che con i libri sia possibile cambiare.

Roberta lavora in una libreria e colleziona le lettere e le cartoline che trova nei libri di seconda mano. Un giorno suo padre le porta una valigia con libri e documenti che erano appartenuti a sua madre. Nascosta tra le pagine di un volume, Roberta trova una lettera del nonno che non aveva mai conosciuto. Una lettera sorprendente, perché datata dopo la presunta morte del nonno in guerra.

Dorothy è la moglie infelice di Albert, che è al fronte. Durante un bombardamento, un aereo precipita nei campi dietro casa: Dorothy conosce così il comandante Jan Pietrykowski, e d’improvviso la sua vita sembra a una svolta: forse anche lei si merita di trovare la felicità. Ma il destino ha deciso diversamente per entrambi e, suo malgrado, Dorothy sarà costretta a custodire un segreto così terribile che la sua eco risuonerà ancora nella vita della nipote tanti anni dopo.

Bergen, Norvegia, 1528. Il frate aveva giurato che non avrebbe più messo piede in quella terra maledetta: la terra della sua infanzia, la terra della sua sofferenza. Ma è lì che si trovano i pregiatissimi coltelli che sta cercando da anni, gli strumenti che hanno permesso al suo maestro, Alessandro, di diventare il più celebre anatomista dell’epoca. Per aiutarlo a ottenere una simile gloria, il frate ha dovuto pagare un prezzo altissimo. E ora è giunto il tempo della vendetta. Richmond, Virginia, oggi. Efrahim Bond, il curatore dell’Edgar Allan Poe Museum, ha appena fatto una scoperta sensazionale, che potrebbe risollevare le sorti della sua carriera. Ma i documenti relativi a quel testo arrivato dalla Norvegia saranno l’ultima cosa che vedrà prima di essere messo a tacere per sempre. Trondheim, Norvegia, oggi. È la seconda volta che Jon Vatten è sospettato di omicidio. Cinque anni fa, grazie a un alibi di ferro, è riuscito a dimostrare di non essere responsabile della morte della moglie e del figlio. Adesso invece è diverso. Perché la vittima è una sua collega, la bibliotecaria Gunn Brita Dahle, e lui è stato l’ultimo a vederla viva e il primo a scoprire il cadavere. Ma Vatten non avrebbe mai potuto commettere quel delitto: la donna, infatti, è stata uccisa seguendo un metodo particolare, un metodo descritto in un enigmatico manoscritto del XVI secolo, il Libro di Johannes, che ora è misteriosamente scomparso…

New England, 1891. È notte fonda ormai. Nell’antica dimora di Blithe House regnano il silenzio e l’oscurità. Per Florence, giovane orfana di dodici anni, è finalmente giunto il momento che ogni giorno aspetta con ansia. Attenta a non far rumore, sale le scale ed entra nella vecchia biblioteca. Nella grande stanza abitata dalla polvere e dall’abbandono ci sono gli unici amici che le tengano davvero compagnia, i libri. Libri proibiti per Florence. Non potrebbe nemmeno toccarli: da sempre le è vietato leggere. Così le ha imposto lo zio che l’ha allevata insieme al fratellino Giles. Un uomo misterioso, che l’ha condannata a vivere confinata in casa insieme alla servitù. Ma Florence è furba e determinata e ha imparato a leggere da sola. Ha intuito che nei libri è racchiusa la strada per la libertà. Perché proprio in quella biblioteca, tra i vecchi volumi di Sir Walter Scott, Jane Austen, Charles Dickens, George Eliot e Shakespeare, si nasconde un segreto che affonda le radici in un passato legato a doppio filo alla morte dei suoi genitori. Una terribile verità che, notte dopo notte, getta ombre sempre più inquietanti sulla vita di tutti. Strani episodi iniziano a sconvolgere la dimora. Prima la morte violenta e inspiegabile di una delle governanti, poi l’arrivo della nuova istitutrice del fratellino, una donna dura, che odia Florence con tutta sé stessa. Per la ragazza camminare per i corridoi della casa è sempre più pericoloso. Deve essere astuta e stare attenta a tutto, al minimo scricchiolio del legno, a un soffio di vento, agli occhi che la fissano sinistri dai dipinti. La verità ora è una questione di vita o di morte. E per trovarla Florence avrà bisogno delle parole che si annidano nei libri e dell’anima oscura che si nasconde in lei. Un romanzo indimenticabile. In corso di pubblicazione in tutto il mondo, ha entusiasmato i lettori e ha incantato la critica, diventando ben presto uno dei casi letterari più commentati della stagione. Sullo sfondo di atmosfere magiche e inquietanti, John Harding racconta una storia di misteri e bugie, di verità oscure e di speranze inattese in cui la forza della lettura e dei libri forse, a volte, può persino salvare la vita.

Il libro dei sogni (La Gaja scienza) di [Mikkel Birkegaard]
Il libro dei sogni
Mikkel Birkegaard

Nella Copenaghen del 1846 un adolescente indaga sulla misteriosa morte del padre, impiegato del ministero dei libri, l’organismo incaricato di imporre una rigorosa censura su tutte le opere messe all’indice dalle autorità. Posto sotto la protezione di Mortimer Welles, agente di pegno, «razionalista praticante» e restauratore di volumi antichi, il ragazzo comincia un’indagine nei lati più oscuri di una città oppressa da una cupa ossessione per il controllo della cultura e percorsa dai fremiti della rivolta.

Lo scaffale infinito: Storie di uomini pazzi per i libri di [Andrea Kerbaker]
Lo scaffale infinito
Andrea Kerbaker

«Fondare biblioteche» diceva Marguerite Yourcenar «è ancora un po’ come costruire granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito». Da sempre, ogni biblioteca è un baluardo alla decadenza, un simbolo concreto con cui opporsi alla volgarità del presente. Lo scaffale infinito è un racconto che si snoda su un arco di oltre sei secoli, tra collezionisti, volumi e biblioteche di tutto il mondo. È un viaggio che annulla i confini di tempo e spazio: dall’umanesimo toscano al mondo globalizzato del terzo millennio, attraverso l’Europa rinascimentale e la Russia degli zar, gli Stati Uniti dell’esplosiva crescita economica di fine Ottocento e la sciagurata parentesi nazista. Incontriamo figure immense della storia letteraria, come Francesco Petrarca, con la sua straordinaria collezione di manoscritti e l’amore smisurato per Virgilio; personaggi più oscuri ma non meno importanti, come Hernando Colón, figlio illegittimo di Cristoforo Colombo, e Monaldo Leopardi, padre non amato di Giacomo; potenti cardinali come Federigo Borromeo e Mazarino, industriali dalle ricchezze favolose e attori squattrinati, come i primi stampatori di Shakespeare, inconsapevoli dell’eredità che avrebbero lasciato al mondo. A chiudere il cerchio, vero e proprio nume tutelare dell’amore per i libri, Umberto Eco, emblema di eclettismo ed esempio concreto dell’utopica «biblioteca universale» di cui favoleggiava Borges. L’autore ci prende per mano attraverso i suoi molteplici viaggi e incontri, racconta con leggerezza e ironia le altrui e le proprie esperienze fra gli scaffali polverosi di un rigattiere e gli edifici monumentali che ospitano i tesori di carta dell’umanità. È un libro che racconta di altri libri, ma da un’angolazione speciale: un’eredità che non smette mai di arricchirsi, una storia che «è molto, molto decisa a scrivere tanti altri capitoli».

La storia dell’umanità è la storia della parola scritta. Di un segno. Lasciato sulle pareti di una caverna, e poi evoluto, cresciuto e addomesticato di pari passo con l’evoluzione della civiltà, il filo d’oro della comunicazione scritta. La scrittura è stata impressa in tavolette di argilla, arrotolata in papiri, legata in codici, rilegata in libri e codificata in bit. Milioni di mani hanno scritto usando scalpelli, bacchette, piume d’oca, grafite, pennelli, caratteri mobili di piombo, stilografiche metalliche, penne a sfera, macchine da scrivere, tastiere e – oggi – schermi.
Il filo d’oro è l’epopea affascinante e sorprendente di quel miracolo culturale che è la parola scritta, da sempre strumento insuperabile di comunicazione e motore del progresso culturale, scientifico e politico dell’umanità. Stiamo vivendo un periodo di svolta e di grandi cambiamenti tecnologici. Eppure mai come ora gli uomini hanno scritto con tanta abbondanza, e in questo loro gesto, forse inconsapevolmente, continuano a tramandare segni che sono figli di una storia lunga e ancora in divenire. 

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