Narrativa recensioni

Il tempo del giudizio – Daniela Piazza

Recensione a cura di Roberto Orsi

“Una piccola melagrana d’avorio con dodici misteriose lettere incise: l’unica reliquia rimasta dell’antico Tempio di Salomone, il coronamento dello scettro del grande re e, prima, del bastone con cui Mosè aveva diviso il Mar Rosso.”

Un nuovo tuffo nel meraviglioso periodo del Rinascimento. Il quarto romanzo storico di Daniela Piazza, targato ancora una volta Rizzoli Editore, è un viaggio che racchiude diverse chiavi di lettura.

C’è innanzitutto quella storica: il racconto si svolge in un arco temporale di circa undici anni, tra il 1473 e il 1484. Si tratta del periodo in cui al soglio pontificio è salito Sisto IV, al secolo Francesco Della Rovere. Il papa, originario di Celle Ligure, piccolo borgo in provincia di Savona dove anche la stessa autrice risiede, sarà per sempre ricordato come colui che ridisegnò la Cappella Magna del Palazzo Apostolico nota in tutto il mondo come Cappella Sistina.

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Fu un periodo storico di grande fermento in tutta Italia. La divisione in tante città stato acuì le diatribe tra le dinastie e le famiglie che le governavano. Nel 1478 la congiura dei Pazzi, in cui Girolamo Riario, uno dei nipoti di Sisto IV, ebbe un ruolo da protagonista stando alle cronache del tempo, fu un evento spartiacque per i rapporti tra la città di Firenze e lo stato pontificio. Lo stesso Papa Sisto IV parrebbe non essere stato completamente all’oscuro dell’attentato alla vita dei fratelli Giuliano e Lorenzo de’ Medici.

La presa di Otranto nel 1480 da parte di una flotta ottomana comandata dall’ammiraglio Gedik Ahmed Pascià fu un avvenimento altrettanto importante nella lotta alla supremazia sui mari, che coinvolgeva grandi potenze come l’impero turco, la flotta spagnola e la Repubblica di Venezia.

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Il centro Italia, inoltre, vedeva l’ascesa di una donna che passerà alla storia come la contessa guerriera: Caterina Sforza, signora di Imola e Forlì, moglie di Girolamo Riario, al tempo del romanzo ancora una bambina di appena dieci anni ma già con il destino segnato.

E poi le isole di Rodi e Cipro, sempre oggetto del contendere tra forze europee e ottomane. Isole coriacee, un paesaggio splendido, ricco di Storia da sempre.

Roma è una delle grandi protagoniste del romanzo, ma non l’unica. La ritroviamo in tutto il suo splendore da una parte e il più fetido sudiciume dall’altra. Una città duale e divisa, tra il Bene e il Male, la Fede e il Peccato. Il Giubileo del 1475 voluto proprio da Papa Sisto IV ne fa il centro della Cristianità più di quanto già non sia nella normalità. Una città che “ammalia con il suo inestricabile e a volte incomprensibile intreccio di antico e moderno, di ansia d’eterno e sprezzo della vita, di fede e di peccato, di ricchezza spropositata e di povertà assoluta, di gioia e di dolore.”

“La Roma cristiana non era mai stata così viva e pulsante, così percorsa da un unanime fremito di devozione e di gratitudine per la misericordia divina. Il Giubileo attirava in città santi e peccatori, sacerdoti e meretrici: ognuno aveva un segreto piccolo o grande da farsi perdonare.”

L’altra chiave di lettura è sicuramente quella religiosa, non dal punto di vista prettamente dottrinale quanto dal punto di vista della storia delle religioni. I riferimenti incrociati alla genesi biblica, alla religione ebraica e i dogmi del Vecchio Testamento in contrapposizione e confronto con quelli del Nuovo Testamento e gli insegnamenti cristiani, assumono un ruolo centrale ai fini della narrazione. L’autrice è abile a trovare i collegamenti tra arte, storia e religione, assemblandoli in un quadro complessivo verosimile e accattivante.

Infine, la chiave di lettura artistica con i grandi nomi del passato come Sandro Botticelli o Pietro il Perugino impegnati nel ciclo di affreschi della Sistina. È soprattutto nella terza e ultima parte del romanzo che esplode la magnificenza dell’Arte, della capacità di questi grandi artisti di racchiudere nelle loro opere messaggi mai banali. I riferimenti alle Sacre Scritture e agli episodi emblematici della religione ebraica e quella cristiana sono riportati con un linguaggio semplice e diretto dalla professoressa Piazza, forte della sua grande conoscenza quale insegnante di Storia dell’arte al Liceo.

Cappella Sistina

“La mia cappella sarà il nuovo Tempio di Salomone, il luogo dove si manifesta la continuità tra la Legge consegnata da Dio a Mosè e quella rivelata da Cristo agli uomini.”

La ricerca della melagrana d’avorio da parte di Frate Moses, uno dei pochi personaggi nati dalla fantasia dell’autrice, si trasforma in un viaggio che da Roma lo porta a solcare il mare mediterraneo approdando sulle coste dell’Isola di Rodi, di Cipro e poi ancora sulle coste di Otranto proprio ai tempi della presa da parte dei turchi. Un viaggio fisico che assume i connotati di un viaggio interiore: il ritrovamento della melagrana d’avorio, come richiesto da Papa Sisto IV a coronamento del suo progetto di grandezza della Cappella Magna, rappresenta anche una sfida con sé stesso. L’incrollabile fede che alberga in lui agisce da sprone e lo aiuta nei momenti di difficoltà.

“Il nome che porti fa di te un predestinato, Moses. Non sono stato io, è stato Dio stesso a sceglierti. Tu sei chiamato a grandi cose. Ora è arrivato per te il momento di dimostrare di essere pronto.”

Daniela Piazza è riuscita nell’intento di incastonare una storia di fantasia, che sfocia nel thriller con alcune morti misteriose e violente tra le vie di Roma, in un contesto storico perfettamente delineato in cui gli avvenimenti storici sono realmente accaduti negli anni indicati nel romanzo (o spostati di pochissimi mesi). Questo dona ancor più forza alle tesi avanzate così come al profilo più avventuroso del libro, garantendo una certa fluidità di lettura e una curiosità che cresce pagina dopo pagina, fino all’epilogo finale con un grande colpo di scena.

Se amate l’intreccio storico-artistico-religioso questo è un romanzo che non può mancare nella vostra libreria.

Il tempo del giudizio - Daniela Piazza - Libro - Rizzoli - Rizzoli  Historiae | IBS
Editore ‏ : ‎ Rizzoli (8 febbraio 2022)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 352 pagine
ISBN-10 ‏ : ‎ 8817161489
ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8817161480
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Trama

Roma, 1473. All’ombra degli alti palazzi e delle basiliche secolari, Papa Sisto IV ha una sola ossessione: riprodurre nella Città Eterna il Tempio di Salomone, per riportare la Chiesa di Roma all’antico splendore. Ecco allora prendere forma il progetto grandioso della Cappella Sistina, che del Tempio di Gerusalemme ha le stesse misure. Ma per completare il suo piano, serve un simbolo di potere le cui tracce si perdono nel tempo e nel mito: la misteriosa melagrana d’avorio che ornava lo scettro del Sommo Sacerdote. Così, mentre in Vaticano, tra intrighi di corte e brama di potere, una mano ignota compie atroci omicidi ai piedi della Sistina, il pontefice incarica il giovane monaco Moses di impadronirsi della preziosa reliquia. Le cose, però, non vanno come previsto. La ricerca si rivelerà sempre più insidiosa e condurrà Moses lontano da Roma, oltre i confini del bene e del male, in un viaggio che dal Palazzo degli Ospedalieri a Rodi passa alle locande di Cipro e arriva fin dentro le mura di Otranto assediata dai Turchi. Al ritorno da questo lungo viaggio, la sua vita sarà cambiata per sempre, e con essa anche la storia della Cappella più famosa di tutti i tempi.

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