Mese Storico Viaggio nella storia

Mese storico: Il papato nella Storia – I concili

Articolo a cura di Roberto Orsi

Prosegue il nostro Mese Storico dedicato alla Storia dei Papi la cui elezione, il cui potere, l’infallibilità in fatto di proclamazione di dogmi, nonché l’apparato burocratico e non, esistono perché stabiliti dai concili ecumenici che si sono succeduti nel tempo.
Oggi, quindi, parleremo proprio di questo: il concilio ecumenico.

Il concilio

L’elemento conciliare fa indiscutibilmente parte della struttura essenziale della Chiesa, rendendo i concili la dimostrazione di quanto profondo sia il coinvolgimento della Chiesa nella Storia e nel mondo del suo tempo.

Da sempre, perciò, nella Chiesa i concili hanno avuto una rilevanza e una importanza straordinarie. Ma cos’è un Concilio Ecumenico, e perchè viene fatto?

Partiamo dal termine “ecumenico”: di derivazione greca, “Ecumene” vuol dire “mondo abitato”. Il Concilio Ecumenico, quindi, è la riunione solenne di tutti i vescovi della Chiesa cattolica per definire dogmi di fede o indicare orientamenti generali di morale o disciplina ecclesiastica. (Va però fatto notare che, storicamente, con il termine ecumenico ci si riferiva all’intero mondo romano. Perché quelli del primo millennio del cristianesimo erano convocati dallo stesso imperatore per evitare dissidi e favorire l’unità religiosa nell’Impero.)

Nei primi secoli di vita della Chiesa cristiana nessuno si pose il problema di stabilire dei criteri per definire quando un Concilio potesse definirsi veramente ecumenico.
Il problema sorse solo più tardi, quando diversi sinodi o concili iniziarono, a torto, a definirsi “ecumenici”. Quindi iniziamo col chiarire la differenza tra sinodo e concilio.

Sinodo e Concilio

Il sinodo dei Vescovi è un’assemblea di Vescovi i quali, scelti dalle diverse regioni dell’orbe, si riuniscono in tempi determinati per favorire una stretta unione fra il Romano Pontefice e i Vescovi stessi. I sinodi venivano in genere tenuti a livello locale nelle varie regioni del mondo per affrontare questioni disciplinari relative solo a quelle zone.

Il Concilio Ecumenico indica, invece, l’assemblea universale di tutti i Vescovi cristiani, riuniti per discutere argomenti di fede e norme, da diffondere poi a tutta la chiesa.
I risultati di questi incontri sono vincolanti e hanno un’ampia portata, risolvendo questioni a beneficio della Chiesa universale.

Ma quali sono i criteri per cui un concilio si possa dire ecumenico?

Il concilio ecumenico

Fu durante il Concilio di Nicea del 787 che per la prima volta furono stabiliti dei criteri di ecumenicità dei Concili. La necessità di stabilire questi criteri derivava dalla tendenza sempre più evidente e marcata fra la Chiesa occidentale di Roma e la Chiesa orientale di Costantinopoli a diversificare le loro dottrine ecclesiologiche, in rapporto soprattutto al primato papale e alla preminenza dell’una o dell’altra sede apostolica.

Così i Padri conciliari definirono come ecumenico un Concilio che avesse queste caratteristiche:

  • deve avere il Papa come collaboratore, o direttamente, tramite la sua presenza, od anche indirettamente, tramite dei rappresentanti, o legati papali; inoltre devono essere presenti i rappresentanti di tutti i Patriarchi della cristianità;
  • oltre che da quello di Roma, deve essere accettato dagli altri Patriarchi della Chiesa, cioè dai Patriarchi di Costantinopoli, Antiochia, Gerusalemme e Alessandria;
  • deve essere recepito dai fedeli, dalla base;
  • e soprattutto deve essere coerente con i precedenti concili ecumenici, porsi quindi in linea di continuità teologica, morale e disciplinare con essi.

L’attuale ecclesiologia cattolica, poi, ha sancito altri definitivi princìpi nella definizione e nella composizione di Concilio ecumenico:

  • esso è sede dell’esercizio supremo della potestà sulla Chiesa universale da parte del Collegio dei Vescovi;
  • spetta solo al Papa di Roma convocare, presiedere, trasferire, sospendere, sciogliere un Concilio ecumenico, come pure approvarne i decreti;
  • spetta solo al Papa di Roma determinare le questioni da trattare nel Concilio ecumenico e approvare eventuali questioni aggiunte dai Padri conciliari;
  • possono partecipare al Concilio ecumenico i Vescovi membri del Collegio dei Vescovi, e altre persone chiamate a parteciparvi;
  • se la Sede Apostolica diventa vacante durante la celebrazione del Concilio, questo è interrotto fino all’elezione del nuovo Pontefice;
  • solo i decreti conciliari approvati e confermati dal Papa e da lui promulgati hanno forza obbligante.

Tutte queste “norme” sono confluite nel Codice di Diritto Canonico.

Va detto, però, che per ortodossi e protestanti i criteri che rendono valido e universale un Concilio sono altri e quindi per questo motivo loro considerano ecumenici solo i primi 7 concili, ovvero quelli del primo millennio, avvenuti prima dello Scisma.
Per la chiesa cattolica, invece, ne sono stati indetti 21.

I Concili medievali

Lungo tutto il Medioevo la rottura fra Oriente e Occidente cristiano (che sul piano ecclesiastico si è consumata nel 1054 ma sul piano politico era in piedi da almeno due secoli) anche se non rendeva impossibile la legittima convocazione di concili o sinodi, impediva di fatto la celebrazione di Concili accettati da tutte le sedi patriarcali, così come invece era accaduto per i primi sette Concili ecumenici (fino cioè a quello del 787).

Di conseguenza, per i Concili medievali i documenti originali riportano l’espressione di Concili generali oppure di Sinodi universali. E per tutto l’arco di tempo tra l’XI e il XIV secolo, i concili che costellano la storia dell’Europa occidentale videro radunarsi in maniera sempre più ampia arcivescovi, vescovi, abati, autorità secolari assieme al Papa e ai cardinali.

Il primo concilio della Storia e il suo prototipo

Negli Atti degli Apostoli, una delle prime questioni che la Chiesa ha dovuto affrontare è stata l’ammissione dei gentili convertiti alla fede cristiana (cfr. Atti 15). C’erano punti di vista diversi sul fatto che i convertiti dovessero attenersi alla legge di Mosè ed essere circoncisi per diventare cristiani.

I primi vescovi della Chiesa si incontrarono a Gerusalemme per discutere la questione. Dopo molti dibattiti si giunse a una decisione finale, secondo la quale ai gentili convertiti non veniva più richiesto di essere circoncisi o di seguire vari aspetti della legge mosaica.

Questo incontro di vescovi è stato chiamato da allora “Concilio di Gerusalemme”, ed è considerato il prototipo di tutti gli incontri di vescovi in cui si dovessero prendere delle decisioni per il bene della Chiesa.

Il primo vero e proprio concilio ecumenico della Storia fu il concilio di Nicea, tenutosi nel 325.
Fu convocato e presieduto dall’imperatore Costantino I, sotto il pontificato di Silvestro I. 
Gli intenti del Concilio erano quelli di ristabilire la pace religiosa e raggiungere l’unità dogmatica, minata in particolare dall’arianesimo (che negava la natura divina di Gesù, in quanto sosteneva che il Figlio non può essere considerato come il Padre poiché non esiste dall’eternità, ma è stato creato come tutti gli altri esseri), e al contempo rafforzare lo Stato romano indebolito proprio da questi contrasti tra i cristiani.

  • Si concluse con la condanna dell’arianesimo (ma è bene precisare che le conclusioni del Concilio di Nicea non posero fine alla questione ariana, che si protrarrà ancora per secoli);
  • decise che la Pasqua fosse celebrata la prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera;
  • individuò tre sedi episcopali maggiori: Roma, che esercitava la sua autorità sugli ecclesiastici dell’Occidente; Alessandria, preposta all’Egitto; Antiochia, sul resto dell’Oriente;
  • emanò norme che disciplinarono la condotta dei chierici e stabilirono il principio del celibato ecclesiastico.

Il concilio Lateranense III, il concilio di Trento e il concilio Vaticano I

Impossibile passare in rassegna tutti i concili e ciò che sancirono, come impossibile analizzare nel dettaglio anche solo i più importanti. Daremo di seguito solo qualche breve accenno a tre che hanno posto basi importanti per il dogma della Chiesa Cattolica ma soprattutto in quella dei Papi.

Il concilio Lateranense III fu convocato da papa Alessandro III a Roma nel marzo 1179.

Sancì che il papa dovesse essere eletto esclusivamente dai cardinali e perchè l’elezione fosse valida occorreva una maggioranza dei due terzi dei voti dei cardinali elettori; è la prima volta dopo l’età classica che si istituisce una elezione vera e propria secondo il principio di maggioranza, Fino ad allora, erano state le acclamazioni a regolare la salita al soglio pontifico.

Il Concilio di Trento (1545-1563), sotto Paolo III, ribadì quanto già sostenuto da quattro secoli, ovvero che lo Spirito Santo scendeva sull’eletto a renderlo papa effettivo non più dal momento della consacrazione ufficiale (che divenne così solo una formalità) com’era stato fino all’XI secolo, ma subito, appena l’eletto accettava l’incarico (purché l’elezione fosse valida).

Per questo motivo, alcuni teologi della Chiesa, ritengono che Stefano II (eletto nel 752) non può essere considerato papa, e invece Adriano V e Urbano VII sì: perché il Papato si era nel frattempo trasformato da ordine sacerdotale distinto (come presbiterato, diaconato ed episcopato) in un semplice prolungamento dell’episcopato, in quanto il papa è, essenzialmente, vescovo di Roma.

L’autorità del papa sulla Chiesa uscì quindi consolidata dal Concilio di Trento e i papi ne approfittarono per rafforzarsi ancora di più.
Sul piano istituzionale, si affermò un modello di potere fortemente accentrato con il papa al vertice e impegnato nel pieno controllo della società. Il pontefice creò un apparato burocratico per governare l’intero mondo cattolico.

Il Concilio ecumenico Vaticano I è stato il XX concilio ecumenico.

L’apertura del Concilio Vaticano fu indetta ufficialmente da papa Pio IX nel giugno 1868, ma le sessioni furono interrotte due anni dopo, nel luglio 1870, a causa della presa di Porta Pia. Si tenne nella Basilica di San Pietro in Vaticano a Roma.

Di fatto, con la costituzione Pastor Aeternus – la prima costituzione dogmatica sulla Chiesa di Cristo – sancì il dogma dell’infallibilità del magistero del Papa in materia di fede e di morale.

La definizione di infallibilità papale non era nell’ordine del giorno originario degli argomenti da discutere (Pio IX sapeva che sarebbe stato sconveniente per lui introdurre tale tema), ma fu aggiunta ben presto con forza dopo che il Concilio Vaticano si radunò, per volontà dell’arcivescovo Luigi Natoli forte sostenitore del dogma dell’infallibilità del Papa.
Fu però controversa, non perché molti non credessero che il Papa fosse infallibile nel definire un dogma, ma perché molti non pensavano fosse prudente definire proprio formalmente tale dottrina.

Lo scoppio della guerra franco-prussiana, nel luglio 1870, la sconfitta della Francia di Napoleone III e la Presa di Roma da parte dei bersaglieri italiani il 20 settembre del medesimo anno, interruppe definitivamente il Concilio, il quale fu aggiornato “sine die” il 20 ottobre 1870, senza riprendere più. Fu poi dichiarato chiuso circa un secolo dopo nel 1960 da papa Giovanni XXIII, come atto formale prima dell’apertura del Concilio Vaticano II.

Curiosità

La maggioranza dei due terzi necessaria perché l’elezione del pontefice sia valida, vige tuttora (pontificato di papa Francesco)


Il Concilio di Trento rischiò di non tenersi mai. Nel giugno del 1536 Paolo III, con la bolla “Ad dominici cura”, convocò il Concilio non a Trento ma a Mantova: il progetto venne presto abbandonato a causa delle scarse risorse economiche. La sede fu allora spostata a Vicenza e la data di apertura venne fissata per il primo maggio del 1538 ma anche qui il progetto fallì. Il 22 maggio del 1542 Paolo III indisse il Concilio nella città di Trento ma a causa della guerra tra Francia e Impero il concilio venne sospeso. Infine, il Concilio si aprì il 13 dicembre 1545 con una solenne celebrazione nella cattedrale di Trento.


Quando fu pubblicata la Pastor aeternus, si temette uno scisma, che però non avvenne. Dopo il 1870, l’accettazione dell’infallibilità avvenne lentamente nella Chiesa, sfumando le interpretazioni più radicali. Un fenomeno nuovo fu la «devozione al papa»: con i moderni mezzi di comunicazione i fedeli potevano conoscere e sentire più vicino il pontefice.


Qualche libro in proposito:

Fonti:

https://it.aleteia.org/2019/10/08/differenza-tra-sinodo-concilio/2/

https://www.lalucedimaria.it/concilio-ecumenico-quanti/

https://it.wikipedia.org/wiki/Concilio

https://it.cathopedia.org/wiki/Concilio_Ecumenico

https://www.laciviltacattolica.it/articolo/il-vaticano-i/

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