Letture condivise

Lettura condivisa di Giugno: i commenti dei lettori

Nel mese di Giugno la terna dei libri per la lettura condivisa era tutta con romanzi del Prof. Alessandro Barbero. Abbiamo voluto cimentarci con la lettura di un libro scritto da uno dei più importanti divulgatori storici del nostro Paese. La scelta è ricaduta su “Gli occhi di Venezia” ed ecco a voi i commenti dei partecipanti. Una lettura che sicuramente ha diviso l’opinione pubblica.

Emilia Milucci Guido

Premetto che non amo Barbero, perciò il mio apprezzamento per questo romanzo penso abbia un “valore aggiunto”. Ho trovato avvincenti le disavventure dei due giovani protagonisti, Bianca e Michele, che vengono separati da un’accusa ingiusta e le cui vite (non solo il loro amore) saranno messe in grave pericolo. Storicamente corretto, offre un quadro dettagliato della vita di plebei e nobili nella Venezia di fine 1500, mettendo in risalto contraddizioni, ingiustizie ed intrighi politici…ma…non mi è sembrato così diverso dai romanzi di altri autori che Barbero ha così aspramente criticato (Follet in primis). Anche qui il filo conduttore è una storia d’amore (che potrebbe essere la stessa di molti Harmony…), ci sono scene di sesso “inutili” e “sviste” come quartieri al posto di sestrieri o branco di pesci.Anche per quanto la precisione storica trovo che altri autori, ad esempio Manfredi, siano molto più dettagliati e coinvolgenti… per non parlare dei “grandi” come Manzoni o Hugo (sarà che, in contemporanea, sto leggendo “I miserabili”…). Insomma, un romanzo gradevole, ma non eccelso, che conferma la mia opinione sulla eccessiva presunzione dell’autore, del quale sicuramente non leggerò altro.

Donatella Palli

Questo è un romanzo in cui non manca niente : la storia, ovviamente, della Serenissima nel ‘500 fatta dello strapotere della élite nobiliare e della miseria del popolino, l’ estrema accuratezza dei termini militari marinari, la documentazione delle vie commerciali veneziane e, non poteva mancare, la storia d’ amore di due.giovani poveri ed ingenui con il lieto fine. Ripensandoci, Barbero ha forse voluto ingentilire quello che poteva essere un.continuo scontro militare, come a lui piace tanto, con una storia alla “Promessi Sposi” con tanto di cattivo speziale che insidia la povera Bianca. Interessante può essere che il ” deus ex machina ” questa volta è una donna Clarice,.a cui Barbero affida uno strapotere che non mi sarei aspettata. In conclusione il romanzo è godibile con un piccolo appunto che si sente molto lo storico e meno il romanziere.

Laura Pitzalis

Voglio premettere che per questo romanzo avevo molte aspettative, ma non prendete questo come un qualcosa di negativo. Ho sempre adorato Alessandro Barbero come storico “divulgatore” grazie alle sue apparizioni televisive e sul web, uno storico che traspira amore per la storia, che ti coinvolge e te la fa amare.

Mi aspettavo quindi un saggio romanzato, un qualcosa di più “pesante”, invece ho letto un romanzo dalla lettura facile, scorrevole, dalla trama un po’ banale ma ricchissimo di descrizioni storiche. Mi ha dato l’impressione che la storia di Bianca e Michele sia servita a Barbero da canovaccio, sul quale ricamare le sue grandi nozioni storiche. Mi è sembrato, impressione totalmente soggettiva, che certe svolte narrative avessero solo lo scopo didattico di raccontarci particolari di quell’epoca: Barbero è un eccellente scrittore ma ho avuto la sensazione, leggendo il libro, che si lasci andare troppo, nel voler spiegare e dimostrare.

Ė per questo che so tutto sull’ambiente di bordo tra galeotti liberi (i buonavoglia) e forzati, tra ufficiali e sottufficiali (il parone) per non parlare di calafato, comito, sopracomito, scapolo, feluca, galeotta, galera … Sull’oligarchia veneziana – Doge, Maggior Consiglio, Quarantia, Consiglio dei Dieci – e quell’Ottomana – Sultano, Gran Visir, Bey –!

Bisogna dare atto a Barbero che la sua capacità d’approfondire non risulta mai molto pesante, prolissa e il romanzo non è arrogante, non è irritante, non è borioso. Non c’è l’erudizione all’Umberto Eco che a volte può essere greve. E questo ha fatto sì che, pur non essendo il romanzo che mi aspettavo, mi ha coinvolto e conquistato tenendo sempre alta la mia attenzione.Ho trovato molto interessanti le vicende di Bianca in una società maschilista, dove la donna sola senza un uomo di riferimento se la passa male costretta ad adattarsi e a cambiare interiormente per sopravvivere.Un romanzo narrato con semplicità, chiarezza, pacato come Barbero quando espone, che mi ha arricchito culturalmente con tutti quei riferimenti alla storia del tempo, fra miseria e opulenza sfacciata.Peccato quel “Deus ex machina”… Troppe coincidenze e casualità forzano la trama al trionfo dei “buoni” e alla condanna dei “cattivi”.

Il voler che tutti i tasselli s’incastrino perfettamente perché il protagonista riesca a superare tutti gli ostacoli per raggiungere l’“Happy End” finale ha portato a far sì che la struttura narrativa, soprattutto nella conclusione del racconto, diventi poco credibile, un po’ inverosimile. Forse l’avrei accettato scritto da un altro autore, ma da Barbero no, perchè mi aspetto il “top”, anche se questo libro non è un saggio ma un semplice romanzo storico. Anzi proprio perché è un romanzo storico, mi aspettavo un qualcosa di diverso O forse solo l’avrei dovuto leggere senza sapere l’autore … Sicuramente avrei avuto meno aspettative!

Anna Ferrari

“Gli occhi di Venezia” di A. Barbero è un romanzo storico ambientato nella Venezia del Cinquecento. Narra le vicende di due giovani, Michele e Bianca, che a causa di varie vicissitudini, sono costretti a separarsi. Michele sarà costretto a scappare da Venezia e ad imbarcarsi su una galera che lo porterà a vivere nuove avventure, mentre Bianca, rimasta sola a Venezia, dovrà affrontare dure prove , tra il popolo e i signori dei palazzi veneziani. La vita a bordo delle galere viene descritta nei minimi particolari, con precisi termini marinareschi e anche la vita di Bianca a Venezia non è meno dura di quella che affronta Michele sulle galere. Questo romanzo è stato il primo libro che leggo di Barbero ed stata una lettura molto piacevole e scorrevole.

Daniele Chiari

Una storia davvero coinvolgente, un ritmo incalzante, un’ambientazione storica attenta e precisa.Lettura scorrevole con molte scene rappresentate con un realismo quasi cinematografico, parti in diretta, ardite manovre navali, suoni, profumi e sapori descritti in modo talmente minuzioso da renderli reali…Indubbiamente accattivante l’intreccio e la storia, personaggi e caratteri ben rappresentati, continui stimoli per ricerche e approfondimenti.Voto pieno, complimenti all’Autore.

Sonia Morganti

Avendo già letto altri romanzi del Professore, sapevo cosa aspettarmi: una piacevolissima divulgazione in forma narrativa, al confine tra la narrativa di genere e il saggio. Michele e Bianca, i giovani sposi separati dalla sorte e dalle angherie dei potenti, ne passano di ogni prima di riunirsi. E la vicenda personale diventa spunto per raccontare di Venezia e di un Mediterraneo davvero incredibile, se paragonato a quello di oggi: vivace, spregiudicato, ricchissimo, brulicante di personaggi dallo spirito d’avventura talmente marcato da sembrare inventati e invece no. La precisione lessicale, la marea di notizie e dettagli “messi in scena” rendono la lettura viva, una telecamera ad alta definizione puntata sui luoghi e sulle situazione, una miniera di informazioni poste in azione. Michele e Bianca sono abbastanza bidimensionali: sono persone semplici, di buon cuore, un po’ sprovvedute. Sicuramente più interessanti i personaggi secondari, in primis donna Clarice.

Annamaria Leoncini

Il romanzo di Barbero è avvincente, in molti abbiamo fatto la considerazione che nella lettura ci è sembrato spesso di sentire il racconto con la voce del professore, unita al suo modo di gesticolare. Nel mio caso la lettura è coincisa con il periodo finale del programma di quarta… Con un certo romanzo, che io adoro( me ne assumo ogni responsabilità nei confronti dei molteplici detrattori) e quando Michele è partito e Bianca è rimasta, quando lui ha affrontato e superato mille peripezie, “incontrando” in qualche modo la storia, e lei ha avuto a che fare con loschi individui…. Mi è sembrato davvero che il nostro prof in qualche modo si sia ispirato. È vero… il romanzo storico, è vero l’archetipo della partenza e del ” nostos”, ma qui coincidono troppe cose e quando è entrato in scena il personaggio di Clarice…. Nooo.. C’è anche donna Prassede!!!! Scusate la “deformazione” da prof., mi perdonerà il prof. Barbero, anche se il paragone mi pare lusinghiero. La considero comunque una buona lettura, consigliabile e godibile.

Angela D’Albis

“Gli Occhi di Venezia” di Alessandro Barbero è un bel romanzo, gradevole, avvincente e molto ben inquadrato dal punto di vista storico. Barbero ci introduce nella Venezia del ‘500 della quale descrive la vita quotidiana fornendoci notizie interessanti e anche qualche curiosità. Ho avuto qualche difficoltà all’inizio, ma poi il romanzo mi ha preso e sono arrivata alla fine velocemente. Sono contenta di aver letto questo romanzo del professor Barbero che ammiro molto come storico. Nel romanzo esprime tutta la sua precisione da storico e tutta la sua capacità di divulgatore! Bravo!

Valentina Ferrari

La vicenda inizia a Venezia nel 1588. I primi personaggi di cui facciamo la conoscenza sono alcuni popolani, Matteo muratore, la moglie Zanetta, il figlio Michele e la moglie di quest’ultimo, Bianca; così come un ricco e avido patrizio, membro del Consiglio dei Dieci e realmente esistito, Girolamo Lippomano.In seguito ad un procedimento giudiziario avviato proprio su sollecitazione di quest’ultimo, Michele, per sfuggire ad una “giustizia” (le virgolette sono d’obbligo) che non si fa problemi a prendersela con i deboli e gli innocenti, è costretto ad imbarcarsi su una galera diretta a Candia (Creta). Come in ogni romanzo d’appendice che si rispetti (e lo stesso prof. Barbero così definisce il proprio lavoro), i due giovani protagonisti, Bianca e Michele, si separano: lei rimarrà a Venezia, dove dovrà sopravvivere in una città e in un periodo in cui per le donne sole le difficoltà e i rischi sono innumerevoli; lui vivrà avventure e disavventure a bordo di due galere diverse, tra galeotti e schiavi costretti ai remi, fino ad approdare nella capitale del “Turco”, Costantinopoli.

Sebbene abbia trovato la trama un po’ scolastica e i personaggi nettamente contrapposti tra buoni e cattivi (ma così succedeva anche nei feuiletton ottocenteschi), ho apprezzato moltissimo l’accurata ricostruzione storica della vita dei rematori a bordo delle galere, degli intrighi dei patrizi veneziani e delle loro abitudini, e di quella rete di solidarietà femminile che esisteva davvero nelle città italiane di fine Cinquecento e grazie alla quale Bianca riesce a sopravvivere, anche se tra mille difficoltà. Le pagine scorrono veloci, è un romanzo che non annoia, ma ho trovato un po’ forzato il fatto che ogni piccolo frammento si vada ad incastrare perfettamente affinché il protagonista riesca sempre a superare l’ostacolo, così come mi è sembrato eccessivo che una signora ricchissima e di buona famiglia, donna Clarice Bernardo, si preoccupi così tanto per un fuggiasco e faccia di tutto per salvarlo e ricondurlo dalla sua amata Bianca. Interessante la storia vera del Lippomano, balio a Costantinopoli e accusato di irregolarità nel commercio del grano, arrestato da Lorenzo Bernardo e condotto a Venezia per rispondere davanti ai Dieci della grave colpa di cui lo si accusa, una vicenda che Barbero afferma di aver scoperto facendo ricerca all’Archivio di Stato di Venezia e leggendo il diario di viaggio dello stesso Bernardo. Nonostante la trama sia un po’ scontata, mi sento di consigliare questa lettura che mi ha fatto trascorrere ore gradevoli in compagnia dei suoi protagonisti, arricchendo le mie conoscenze su un periodo storico che viene magistralmente ricostruito dall’autore.

Daniela Castagnino

Il prof. Barbero ha raccontato di aver scritto questo romanzo per utilizzarle le moltissime informazioni raccolte negli archivi durante le sue ricerche per la stesura del saggio sulla battaglia di Lepanto.Il romanzo narra le vicende di due giovanissimi sposi, nella Venezia del ‘500, separati da un’ ingiustizia. Lui Michele si imbarca su una galera e attraversa il Mediterraneo Orientale tra mille incontri rischi e peripezie. Lei Bianca rimane da sola a Venezia e deve lottare con i problemi di tutti i giorni, tentando di sopravvivere alla miseria ed agli stenti, fino al provvidenziale incontro con la persona che con il suo intervento farà concludere la vicenda con un lieto fine. La trama è semplice e scorrevole con ambientazioni e descrizioni storiche molto accurate e dettagliate. Non avevo mai letto nulla di Barbero e ne sono stata piacevolmente sorpresa.

Noelia Costa

Purtroppo avevo aspettative piuttosto alte su questo libro, visto l’autore, e per questo non mi ha convinto fino in fondo.Nulla da dire per quanto riguarda la l’ambientazione storica e la ricostruzione dell’epoca: molto dettagliata e precisa. Posso dire di essermi fatta una vera e propria cultura su come si viaggiava sulle galere e cosa significava stare ai remi.Ma la vicenda narrata non mi ha coinvolto più di tanto, ammetto di aver faticato per finirlo. Sinceramente preferisco Alessandro Barbero come saggista e storico che come autore di romanzi.

Eraldo Di Addario

Il libro è sicuramente interessante dal punto di vista storico, ma a volte sembra che faccia capitare delle cose ai suoi personaggi tanto per spiegare un fenomeno storico e non tanto per mandare avanti la storia (con la s minuscola)…

Maria Bellus

Premetto, la mia è stata una rilettura, mi ha fatto piacere partecipare alla condivisa per leggere i vari commenti e vedere se si avvicinavano al mio punto di vista. Un bel romanzo storico, si legge bene. Ottimo nelle descrizioni, tutto è perfettamente curato nei dettagli, si legge storia .Tuttavia questo, secondo me va un po’ a discapito della storia di Michele e Bianca! Il finale rispetto al libro è stato un po’ frettoloso. Rimane comunque un ottimo romanzo.

Costanza Marzucchi

Questo è il primo libro che leggo di Alessandro Barbero, che conoscevo grazie alla sua partecipazione ai programmi televisivi. Questo romanzo segue la lezione di Manzoni, naturalmente alla maniera di Barbero. La documentazione storica, pregevolissima come ci si aspetta da un personaggio del rilievo come l’autore, si accompagna ad una trama che ha un vago eco manzoniano. Michele e Bianca sono due giovani sposi, appartenenti alle classi più basse, che si trovano a subire la corruzione dei ceti che detengono il potere a Venezia, un potere spesso corrotto dalle ambizioni personali. Il romanzo mi è piaciuto molto perché ben curato e allo stesso tempo avventuroso. E’ una lettura che merita.

Raffaelina Di Palma

La storia è ambientata nella Venezia di fine ‘500. Una città seducente e crudele dove anche i muri hanno occhi. Un romanzo, una storia che si dipana in quel complicato dedalo delle calli di Venezia, dove è facile perdersi, ma altrettanto facile nascondersi; quando la Serenissima comandava sull’Adriatico e commerciava con Costantinopoli. Il protagonista, Michele, con il padre Matteo, entrambi i muratori vengono a trovarsi a discutere con un ricco cliente che si rifiuta di pagare e agli insulti dei due muratori risponde con una denuncia al tribunale cittadino, all’epoca formato dai famosi “dieci”, che condanna Matteo al taglio della lingua , ma la situazione precipita e al tentativo di arresto da parte dei soldati, Michele, reagisce in malo modo e Matteo accidentalmente muore. Da qui comincia l’odissea del giovane muratore, costretto a imbarcarsi su una galera, a lasciare tutto senza nemmeno il tempo di salutare la sua giovanissima moglie Bianca. Le disavventure di Michele e Bianca si intrecciano con il contesto storico della Serenissima di quel periodo. E’ una lettura scorrevole, anche se in alcuni passaggi è troppo descrittivo, ma qui viene fuori la competenza del Barbero storico che abbina alle vicende umane le conoscenze della società dell’epoca evidenziando le difficoltà delle persone umili costrette a subire le prepotenze dei nobili. Questo romanzo può essere valutato da chi ama le storie d’amore e a chi è appassionato di marineria; piacerà come Barbero descrive in maniera dettagliata la vita di galera. Sono tanti riferimenti storici della Venezia del 1500. Per chi conosce Barbero come storico e saggista, in questo “viaggio,” scopre un narratore ameno e vivace, ma non superficiale: il Doge, il Consiglio dei dieci, quel potere a cui non sfugge niente, per continuare all’infinito nei mille giochi occulti dei potenti che amministrano una rigorosa giustizia di parte da cui esce l’atmosfera opprimente di una oligarchia che nella città lagunare fa il bello e il cattivo tempo. Bianca e Michele, due vite che hanno un riscontro costante con le avversità che incontrano nel loro cammino, ma che li conduce a una maturità; morale e spirituale.

Roberto Orsi

Un romanzo d’avventura e di passione che racconta le vicende di Michele e Bianca, due giovani veneziani separati da un destino crudele. Lui, fuggiasco, è costretto a imbarcarsi su una galera veneziana e inizia un esilio di diversi anni, lontano dalla sua città e dall’amore di Bianca. Lei, costretta ad affrontare le difficoltà economiche che la assillano, rimane a Venezia in attesa del suo ritorno senza mai perdere la speranza di un riavvicinamento.Un vero romanzo storico questo di Alessandro Barbero. Se pur partito con una aspettativa molto alta, posso dire che il libro mi è piaciuto anche se forse per quanto riguarda la trama mi aspettavo qualcosa di più. I dettagli storici sono a dir poco perfetti, frutto dei tantissimi studi del professore sulla vita in mare sulle galee veneziane e le imbarcazioni dei corsari del tempo. Il dettaglio della vita amministrativa e politica della città di Venezia è molto ben descritto e delineato. Non delude dal punto di vista storiografico e per la scorrevolezza della scrittura che in certi istanti ricorda proprio il modo di raccontare la Storia tipico di Alessandro Barbero.

Claudio Bedin

Ho più volte commentato e non vorrei ripetermi.Credo che la lettura sia scorrevole e per nulla impegnativa, con un bel ritmo. Certamente consigliata a tutti coloro che vogliano immergersi in un periodo affascinante quale quello del Cinquecento veneziano senza sbuffare coi saggi.Pertanto, “la vicenda d’amore dei due ragazzi” è necessaria: un po’ come ho fatto io che ho dovuto romanzare i miei libri altrimenti non li leggeva nessuno. Penso quindi si debba apprezzare la “veridicità” storica: ricordo che l’arresto del bailo Lippomano a Costantinopoli è un fatto realmente accaduto. Soprattutto ritengo sia interessante la descrizione delle galee e di come si viveva a bordo nei lunghi viaggi.

Caterina Cornaro

Io l’ho trovato scorrevole, fedele al periodo storico…istruttivo e quasi un report giornalistico dell’epoca…devo essere onesta ad un certo punto del capitolo 28 mi sono decisamente stancata dell’ennesimo viaggio particolareggiato in galera e ho saltato pagine…chiedo venia. Per il resto mi ha insegnato moltissimo… però..emozionato poco.

Maria Marques

Michele un giovane muratore assiste impotente alla tragedia che colpisce la sua famiglia, in particolare il padre che, mastro muratore, si vede fermare una committenza:la costruzione del palazzo di un senatore, Giuseppe Lippomano. Il fermo del lavoro coincide con anche con il rifiuto del senatore di pagare gli operai. Il padre si abbandonerà all’alcool per poi finire nelle maglie della giustizia, giustizia che colpirà senza distinzione anche Michele costretto ad abbandonare senza poter avvisare la moglie giovanissima e la madre per imbarcarsi su una galera come rematore. Le storie dei due giovani proseguiranno parallele: quella di Michele che con i suoi viaggi incontrerà amici e nemici lungo le rotte commerciali e quella di Bianca e sua suocera che persi gli appoggi maschili, dovranno arrangiarsi per sopravvivere in una città che accanto alla magnificenza dei palazzi accosta abitazioni fatiscenti, sovraffollate.

Una città in cui le donne sole devono arrangiarsi come possono. Entrambi i ragazzi cresceranno, imparando come sopravvivere con le proprie forze. Provvidenziali per entrambi saranno le persone che il destino porrà sul loro cammino. In una Venezia di fine 500,Barbero racconta un mondo, ricostruendolo con una dovizia di particolari, che si stempera sulla base di una storia semplice. Un romanzo gradevole in cui si coglie la profonda conoscenza della vita sociale, politica e mercantile della Serenissima. Lessico, ritmo narrativo riescono a rendere vivide immagini della vita di quel periodo. Tuttavia, considerando la firma del prof. Barbero, le aspettative che avevo sono state un poco ridimensionate, ma riflettendo l’errore era mio che sovrapponevo il saggista allo scrittore. Questa è una storia semplice, che la penna dell’autore fa incontrare con la Storia.

Alessandra Ottaviano

Il mitico professor Barbero ci porta tra le calli della Venezia di fine ‘500, dove troviamo il protagonista, il muratore Michele, che per sfuggire ad una accusa infondata è costretto a imbarcarsi su una galera, lasciando tutto alle sue spalle, compresa la sua giovane moglie Bianca, alla quale non ha il tempo di dare neanche una spiegazione.Viene bandito ingiustamente dalla serenissima e si ritrova rematore su una nave veneziana prima, e genovese poi, a vagare per il mediterraneo, vivendo avventure al di là dell’incredibile, nel frattempo altrettante dure prove dovrà superare la moglie Bianca, rimasta nella laguna a districarsi tra la miseria, lo spietato Sant’Uffizio e l’iniquo consiglio dei dieci.Alessandro Barbero è un divulgatore storico competente che ci incanta con la sua passione e soprattutto con la sua eloquenza.

Chi di noi non ha letto il romanzo immaginando la sua voce e il suo famoso gesticolare?La trama (di pura fantasia) in se stessa non mi ha appassionata più di tanto, la vicenda non è riuscita a coinvolgermi, però mi sono lasciata appassionare dalla sua narrazione che si pregia di una varietà strabiliante di termini puntuali, soprattutto per quanto riguarda l’ambientazione di bordo. La dovizia di particolari nelle varie descrizioni è il punto di forza del romanzo.

Luigia Amico

È il primo libro che leggo di Alessandro Barbero e il mio giudizio a riguardo è sicuramente positivo.Non mi soffermerò sulla trama di cui i miei compagni di viaggio hanno già scritto, posso dire che per me è stata una lettura avvincente e scorrevole, ho trovato interessanti ed entusiasmanti le minuziose e precise descrizioni delle ambientazioni e dei dettagli storici che il professore ha inserito nella narrazione, la sua preparazione e conoscenza dell’argomento trattato, e non solo, è a dir poco sensazionale. Conoscevo poco o nulla della vita sulle galere e attraverso il peregrinare di Michele ho potuto colmare almeno in parte questa mia lacuna. La storia dei protagonisti è raccontata con semplicità, forse in alcuni passaggi l’ho trovata un po’ banale, ma è ben inserita nel contesto storico narrato creando un intreccio perfetto con gli avvenimenti realmente accaduti.

Sabrina Poggi

Ho un debole per Alessandro Barbero, seguo con piacere le sue trasmissioni, ho letto diversi saggi e ho anche assistito ad una sua conferenza. “Gli occhi di Venezia” è però il primo romanzo che ho letto di questo autore. Come mi aspettavo, il contesto storico è ovviamente curato e ben descritto, senza tuttavia appesantire la narrazione. Ho apprezzato le vicende marinaresche di Michele, la descrizione della vita a bordo, delle differenze tra le galere genovesi e veneziane e delle località toccate durante il viaggio. Ho trovato anche interessanti i personaggi femminili: Bianca, giovane e un po’ ingenua e donna Clarice con la sua forte personalità, che la porta ad ottenere tutto ciò che vuole. A mio parere, l’alternanza delle vicende dei personaggi poteva essere gestita meglio: vi sono lunghe sezioni del libro dedicate a Michele, seguiti da altrettanto lunghe sezioni dedicate a Bianca, mentre avrei gradito un’alternanza un po’ più serrata, ma questo è un mio gusto personale. E’ stata comunque una lettura nel complesso piacevole e molto scorrevole, anche se ho trovato la trama un po’ debole rispetto alle potenzialità offerte dall’accurata ambientazione.

Claudia Albizzati

Di questo romanzo ho appezzato principalmente la “veridicità” storica. Trovo che i dettagli storici siano stati descritti con precisione e al contempo il romanzo scorre senza annoiare.Ho viaggiato via mare e via terra e, grazie a Barbero e alle sue descrizioni, ho scoperto luoghi nuovi, affascinanti.Ho vissuto la “storia d’amore” di Bianca e Michele. La speranza del ritorno, delle tentazioni, l’amore.Ho adorato Clarence, una nobildonna non solo per il titolo ma, soprattutto, nel cuore. Ho un debole per Barbero e sono contenta di aver potuto apprezzare anche un suo romanzo e non solo i suoi saggi.

Patty Bra

Un bel libro, scritto con maestria e molto accurato il periodo storico. Barbero ci porta nella Venezia del 1500 e presenta subito le differenze tra nobili e persone del popolo, purtroppo sottomessi a una giustizia manovrata dall’alto. Michele è l’esempio per eccellenza di questa situazione, con lui vivremo un’avventura via mare e con la moglie Bianca invece la difficoltà di rimanere a terra a combattere da sola. L’autore ci coinvolge con descrizioni dettagliate senza appesantire la prosa ma rendendola dinamica. Sicuramente un libro da leggere per gli appassionati di romanzi storici.

Gli occhi di Venezia

Venezia, fine del Cinquecento: una città tentacolare e spietata in cui anche i muri hanno gli occhi, il doge usa il pugno di ferro e il Sant’Uffizio sospetta di tutti. Sono tempi duri, soprattutto per il popolo brulicante intorno agli sfarzosi palazzi nobiliari… La Serenissima osserva, ascolta e condanna. Anche ingiustamente. Ed è proprio per sfuggire a un’accusa infondata che Michele, giovane muratore, è costretto a imbarcarsi su una galera lasciando tutto e senza nemmeno il tempo per salutare la sua bella moglie Bianca, di appena diciassette anni. Bandito da Venezia, rematore su una nave che vaga per il Mediterraneo carica di zecchini e senza speranza di ritornare a breve, Michele vivrà straordinarie avventure tra le onde, sulle isole e nei porti del mare nostrum, fino ad approdare nelle terre del Sultano. Per sopravvivere, con il pensiero sempre rivolto a Bianca, da ragazzo ignaro e inesperto dovrà farsi uomo astuto, coraggioso e forte. Nel frattempo, Bianca rimane completamente sola in città. Il suo temperamento tenace e orgoglioso dovrà scontrarsi con prove se possibile più dure di quelle toccate a Michele, e incontri non meno terribili e importanti l’attendono nel dedalo di vicoli e calli, tra i profumi intensi delle botteghe di speziali… La terraferma e il mare, Occidente e Oriente, due vite e un unico grande amore, agli albori del mondo moderno: storico tra i più autorevoli, vincitore del premio Strega, Alessandro Barbero ha scritto un grande, trascinante romanzo d’avventura e d’amore.

Editore ‏ : ‎ Mondadori (28 dicembre 2020)

Lingua ‏ : ‎ Italiano

Copertina flessibile ‏ : ‎ 432 pagine

ISBN-10 ‏ : ‎ 8804734566

ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8804734567

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