Narrativa recensioni

La regina scalza – Ildefonso Falcones

Recensione a cura Lucia Maria Collerone

Un romanzo monumentale, maestoso, ricco, con un intreccio di storie che si incastrano in un meraviglioso puzzle, in cui niente è lasciato al caso. La storia della Spagna della metà del 1700 viene narrata attraverso ciò che le scelte dei grandi decisori politici e religiosi causano nella vita della gente più umile.

La condizione dei gitani in quel secolo fu vessata da vicissitudini inenarrabili, da persecuzioni vere e proprie, da scelte scellerate che imposero a quel popolo fiero, condizioni disumane di vita e di prigionia. Venivano trattati peggio degli schiavi e solo uno schiavo può sapere quanto siano terribili le condizioni in cui la vita di un essere umano viene svilita e annientata.

La Morena, Caridad, che ha vissuto la schiavitù, ha perso ogni capacità, ogni umanità, sembra come una bambina inebetita davanti alla libertà e per riguadagnare il senso di ciò che è, ha bisogno dell’amore che ottiene da Milagros, la giovane gitana che diventa sua amica e da Melchor, il nonno di Milagros, patriarca della famiglia Vega. Ana, la madre di Milagros, invece, sa cosa sia la libertà, cosa sia il rispetto e l’orgoglio gitano e anche davanti alle più grandi sofferenze inferte dai suoi aguzzini, lei non smette mai di mostrare la sua fierezza, la sua volontà di non accettare il male, l’annientamento della sua dignità.

Nessuno piega Ana Vega e sarà lei con le donne del matriarcato gitano a cancellare l’errore, a rimettere a posto le cose, a punire i colpevoli e a ripristinare l’ordine e la libertà dei gitani. Sono le donne la fonte della salvezza, le madri che conservano lo spirito di verità e che possono cambiare le cose.

Milagros ha disobbedito alla madre, che le indicava la strada giusta, quella della famiglia e ha perso tutto, ma l’amore ha salvato anche lei, quello di Don Joaquin il frate che la ama, ma non potrà mai averla, del nonno che combatterà a costo della sua stessa vita per liberarla e ridarle l’onore e quello della madre, alla quale viene restituito l’amore che ha profuso alle sue compagne, durante la prigionia.

Un libro con un ritmo serrato, pieno di fatti che accadono, arricchito da descrizioni di ambienti e personaggi che diventano tridimensionali, avvolgendo il lettore che si sente parte della storia e che sussulta, palpita, piange, s’immiserisce e lotta insieme ai personaggi. Le vicende storiche sono parte integrante della narrazione, perfettamente fuse con gli avvenimenti della storia dei piccoli, vengono raccontate partendo dagli effetti sui personaggi e sulle loro vite. I luoghi degli ultimi che vengono descritti sono così reali da sentirne l’olezzo, da percepirne il sudiciume e la miseria senza fine.

La musica e i colori sono elementi necessari del racconto e sembra proprio di vedere i nastri colorati nei capelli delle gitane, che sventolano al ritmo del flamenco, il risuonare delle mani che battono il tempo, oppure la triste malinconia dei canti dei neri. Lo stile è molto elegante e curato, pieno e controllato con maestria senza mai essere difficile da leggere o pedante. La lingua è ricercata, ma rende perfettamente il mondo che descrive.

Un romanzo indimenticabile che esce dopo il primo romanzo di Ildefonso Falcones “La cattedrale del mare” che ha decretato il successo meritato di questo scrittore prolifico, che vale la pena di conoscere e di leggere.

Trama

Siviglia, gennaio 1748. Una giovane donna con la pelle nera come l’ebano cammina lungo le strade della città andalusa. Il suo nome è Caridad; si è lasciata alle spalle un passato di schiavitù nella lontana colonia di Cuba, ma il paese sconosciuto in cui si ritrova, inaspettatamente libera, le appare persino più spaventoso delle catene. Il suo destino sembra ormai segnato quando incrocia i passi di Melchor, un gitano rude ma affascinante. Accolta nel borgo di Triana, dove il ritmo dei martelli nelle fucine dei fabbri fa da sottofondo al canto del flamenco e alle sensuali movenze delle danze gitane, Caridad conosce Milagros, la bella nipote di Melchor, e tra le due donne nasce un’amicizia profonda. Mentre la gitana, nelle cui vene scorre il sangue della ribellione, confessa il proprio amore per l’arrogante Pedro García, dal quale la separano le antiche faide tra la famiglia del ragazzo e la sua, Caridad lotta per nascondere il sentimento che, ogni giorno più forte, la lega a Melchor. Ma una tempesta ben più devastante sta per abbattersi sui loro tormenti: nel luglio 1749 i gitani vengono deportati in massa e condannati ai lavori forzati e alla reclusione, in quella che passerà alla storia come la grande retata. La vita di Milagros, sfuggita alla cattura, imbocca una drammatica svolta, e poco dopo un’altra, più intima tragedia la obbliga a separarsi da Caridad. Le loro strade si allontanano, ma il destino porterà entrambe a Madrid, cuore pulsante di una Spagna in cui soffia il vento del cambiamento… 

TITOLO: La regina scalza

AUTORE: Ildefonso Falcones

Editore ‏ : ‎ Longanesi (5 giugno 2014)

Lingua ‏ : ‎ Italiano

Copertina rigida ‏ : ‎ 698 pagine

ISBN-10 ‏ : ‎ 8830440396

ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8830440395

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