Narrativa recensioni

La sposa di Roma – Debra May Macleod

Trama
Roma, 50 a.C. Sei potentissime sacerdotesse hanno il compito di custodire la Fiamma Eterna, nume tutelare della città: sono le Vergini Vestali, venerate come divinità fin dai tempi di Romolo e Remo. Ma il loro potere è soprattutto politico, in un mondo fatto di privilegi, cospirazioni e tradimenti. Un potere che Pomponia, la Vestalis Maxima, gestisce con grande abilità e che la pone al centro degli intrighi di palazzo, tra due schieramenti in aperto conflitto: da un lato, Marco Antonio e Cleopatra e, dall’altro, Ottaviano e la moglie Livia che si contendono il suo appoggio e i suoi consigli.
Tuttavia Pomponia, delicato ago della bilancia, custodisce segretamente un affetto: quello per Quinto, sommo sacerdote di Marte e soldato di Cesare. Così, quando un’accusa di adulterio – un voto di castità infranto – viene mossa contro le Vestali, su di lei incombe la punizione più spietata: essere sepolta viva nel campo del Male. Pomponia sa che il destino dell’ordine è nelle sue mani. Ma la sua astuzia, il suo fascino e la sua abilità politica saranno sufficienti per ristabilire il rispetto dovuto alle donne più importanti di Roma?

Recensione a cura di Maria Marques
Quale modo migliore per avvicinarsi a un periodo della storia romana, se non attraverso il primo capitolo di quella che è destinata a divenire una saga dedicata alle vestali? Le vestali colpiscono la fantasia, sia per l’abbigliamento candido, sia per il particolare tipo di acconciatura, sia perché scelte per divenire sacerdotesse ancora bambine, ma sicuramente più di tutto, per la punizione terribile nel caso qualcuna fosse venuta meno all’obbligo della castità.
Il romanzo di Debra May Mcleod, conduce il lettore proprio nel tempio di Vesta, permettendo di seguire un periodo della storia romana denso di avvenimenti: dal 45 a.C. quando Giulio Cesare eliminò definitivamente i suoi oppositori, sino al 29 a.C., al trionfo celebrato da Ottaviano dopo la sconfitta di Marco Antonio e Cleopatra. Protagonista del romanzo è Pomponia Occia, una giovane vestale, la cui vita s’intreccerà con gli avvenimenti, la politica e i personaggi influenti dell’epoca, ma non solo.
È attraverso le vicende in cui sarà coinvolta, suo malgrado, Pomponia e la descrizione delle sue giornate, scandite da numerosi impegni al servizio di Vesta, che l’autrice riesce a evidenziare la funzione pubblica e rituale affidata alle sacerdotesse.

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Fabiana, la vestale massima, intuendo le doti d’intelligenza, di equilibrio e, non da ultimo, la passione che anima la giovane, prenderà Pomponia, sotto la sua ala protettrice, trasformandosi in suo mentore, insegnando alla sacerdotessa a osservare la società romana e i personaggi che si alternano sulla scena, con il dovuto distacco di chi, da anni, si trova in una posizione di rilevanza e preminenza. Un legame quello tra Fabiana e Pomponia che diventa ogni giorno più stretto, in cui le informazioni, passano dall’una all’altra, in un divenire fluido di esperienze e di storie. L’anziana vestale, riuscirà a trasmettere anche la consapevolezza e l’orgoglio di rappresentare un collegio che ha sì, diritto al massimo rispetto, ma che può perderlo facilmente, vuoi per intemperanza di una delle adepte o per voci sparse ad arte fra la folla.

L’ordine delle vestali è il più antico e riverito nella storia di Roma, ma questo non ha impedito che qualcuno lo sfruttasse per fini personali…Non dobbiamo permettere a nessuno di sfruttarci…Dobbiamo vegliare sul sacro fuoco…e su noi stesse.

Il cambio della guardia tra l’anziana vestale e la giovane avverrà senza scossoni, in un lento fluire che incarna la continuità della città eterna, al di sopra della politica, degli inganni e dei soprusi.
Pomponia si troverà così ad affrontare e a parare i colpi che la vita riserva al collegio sino ad arrivare al momento più temuto, quando sarà sollevata un’accusa d’incestum, il sacrilegio che scatena la punizione più severa per la sacerdotessa che è venuta meno all’obbligo della castità, cioè essere sepolta viva, ma che mette anche in pericolo la salvezza dello stato.
Pomponia sarà capace di difendere il collegio di cui è la rappresentante, in modo da uscirne senza macchia alcuna? La dea, attraverso i complessi rituali, continuerà a manifestare la sua benevolenza verso Roma? E, la stessa Pomponia sarà capace, nel corso degli anni, a ignorare i sentimenti? Riuscirà a mantenersi degna di far parte delle vestali, senza cedere alla seduzione di qualcuno?
L’autrice affianca personaggi storici e altri di fantasia, facendoli interagire in modo gradevole, enfatizzando difetti e virtù, alcuni noti perché riportati dagli scrittori classici. Inoltre è la stessa Mcleod ad ammettere di aver introdotto alcune licenze storiche, che però non inficiano completamente la struttura del libro, anzi ne rendono la trama interessante, giocando tra sentimenti contrastanti di odio, amore, perdono e vendetta. Attraverso la descrizione della vita di Pomponia e delle altre sacerdotesse, emerge la storia di questo collegio di sei donne che prestavano servizio per trent’anni: i primi dieci come novizie, i secondi dieci come addette al culto e gli ultimi, per istruire le nuove arrivate. Trascorsi trent’anni di sacerdozio, le vestali erano libere e potevano, se lo desideravano, anche sposarsi.

Diritti, onori e grande venerazione accompagnavano queste sacerdotesse, uniche tra le donne romane, a essere svincolate dalla patria potestas. Custodi di testamenti, a loro volta potevano redigere il proprio; avevano il privilegio di poter testimoniare senza prestare giuramento e di vedersi ceder il passo dai concittadini e dai magistrati; la loro persona era intoccabile ed era un loro diritto chiedere la grazia per i condannati a morte che avessero incontrato. Loro compiti erano, preparare e conservare la “mola salsa”, una mistura di farro, sale e acqua sorgiva con cui si cospargevano gli animali che dovevano essere immolati e, naturalmente, mantenere acceso il fuoco sacro. L’eventuale spegnimento del fuoco era considerato portatore di sventura per Roma tanto da mettere in pericolo la sicurezza dello stato e, per la vestale che fosse stata colpevole di tale manchevolezza, le pene sarebbero state gravi.
Donne di potere ma soprattutto stimate e onorate dalla collettività, le vestali furono una presenza costante nella città, sin dalla leggenda che ne racconta le origini. Il fuoco come elemento che rappresenta il focolare domestico e ampliando la visione, il focolare di Roma, che riunisce intorno a sé l’intera compagine cittadina. Il fuoco che illumina e allontana le tenebre, che riunisce e riscalda. Fuoco sacro che arde in un tempio, indifferente al lento scorrere del tempo e agli avvenimenti che coinvolgono gli uomini.

Ricordalo sempre. Il fuoco deve ardere sempre, a prescindere dagli avvenimenti che si susseguono, dalle ascese e dalle cadute dei dittatori, dalle malattie e dalle devastazioni che sciamano nelle strade.

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Copertina flessibile : 300 pagine
ISBN-10 : 8867025805
ISBN-13 : 978-8867025800
Editore : TRE60 (2 luglio 2020)
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